Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: avalonne    12/02/2012    7 recensioni
Dalla storia: "Albus Severus Potter si avvicinò allo sgabello con gambe tremanti. Cosa sarebbe successo se avesse avuto ragione James, se fosse stato smistato a Serpeverde?"
Mentre Albus trema davanti al Cappello Parlante, James ricorda il giorno in cui ha capito in che casa sarebbe stato smistato suo fratello.
Una storia in cui passato e presente si mescolano con figli che si ritrovano a vivere situazioni già accadute ai loro padri.
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Altro personaggio, James Sirius Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questa storia partecipa al Contest  “New generation, c’è chi la ama e chi la odia…” ed è in attesa di giudizio. Intanto ho deciso di postarla su EFP per avere anche un vostro parere.
Che dire? La New Generation mi affascina proprio perché non sappiamo quasi nulla di loro e siamo più liberi di immaginarli.
 
 

 
 
Nick Autore EFP (Sito):avalonne
Nick Autore EFP Forum: avalonne
Titolo: Potter e Polkiss, una generazione dopo
Personaggio/Pairing scelto:Albus Severus Potter, James Sirius Potter
Personaggi secondari: Harry Potter, Altro Personaggio
Prompt Potteriano: Cappello Parlante
Altro Prompt: Famiglia
Genere/i: Commedia, Generale
Tipologia: One-shot
Rating: Verde
Avvertimenti: Nessun avvertimento
Intro/Citazione dalla storia:Albus Severus Potter si avvicinò allo sgabello con gambe tremanti. Cosa sarebbe successo se avesse avuto ragione James, se fosse stato smistato a Serpeverde?Mentre Albus trema davanti al Cappello Parlante, James ricorda il giorno in cui ha capito in che casa sarebbe stato smistato suo fratello.
NdA:Ho usato il termine Scuola Primaria, invece che Elementare, traducendo dall’inglese Primary School. Eric Polkiss è un personaggio inventato da me, figlio di Piers Polkiss (l’amico di Dudley). Il discorso diretto di James che racconta i fatti è volutamente ripetitivo e un po’ ingarbugliato per riproporre il modo di esprimersi di un bambino di nove anni.
 
 
 
 
 
 
Albus Severus Potter si avvicinò allo sgabello con gambe tremanti. Il Cappello Parlante era adagiato lì sopra, un semplice pezzo di stoffa che avrebbe deciso il suo futuro nei successivi sette anni. Cosa sarebbe successo se avesse avuto ragione James, se fosse stato smistato a Serpeverde? Qualunque cosa dicesse suo padre, Albus sapeva che avrebbe deluso tutta la sua famiglia. Dietro di lui Rose gli sorrise incoraggiante, al tavolo dei Grifondoro, invece, lo sguardo di James era indecifrabile. Neville Paciock pose il Cappello sulla sua testa e tutto divenne buio. Non poté vedere, in questo modo, il sorriso che si era disegnato sulle labbra di suo fratello, perso in un ricordo.
 
 
James Sirius Potter aveva nove anni e frequentava la Scuola Primaria come tutti i bambini, ma lui non era come tutti gli altri. Non solo aveva un nome fuori dal comune ma, a volte, strane cose accadevano quando era particolarmente arrabbiato o felice. James Sirius Potter era un mago.
James non aveva amici molto stretti a scuola, escludendo i suoi parenti. Era un ragazzino socievole per natura ed era considerato dai suoi compagni di scuola un ragazzo un po’ strano ma simpatico e generoso, ma la consapevolezza che a undici anni sarebbe partito per Hogwarts e che non avrebbe potuto condividere il suo segreto con nessuno dei suoi compagni lo frenava dal stringere legami troppo stretti.
Eric Polkiss era il bullo della scuola. Alto, magro e brufoloso, non avrebbe avuto la forza fisica per terrorizzare tutti i ragazzini più piccoli ma era sempre seguito da un manipolo di amici che lo aiutavano a tiranneggiare il resto della scuola. Fino a quel momento non si era mai interessato a James, non lo avrebbe mai ammesso ma l’aura di stranezza che lo ammantava lo spaventava non poco, ma proprio il giorno prima suo padre Piers gli aveva raccontato di come, da piccoli, lui e il suo amico Dudley si divertissero a tormentare il di lui cugino, un certo Potter, un tipo strano, che era poi scomparso nel nulla. James Sirius doveva essere per forza figlio di quel Potter, era strano anche lui, perciò Eric considerava suo dovere morale tormentare il figlio dell’uomo che era stato vessato da suo padre.
- Ehi tu, sfigato! – L’urlo di Eric Polkiss si era appena propagato nel cortile che James si chiese come mai ce l’avesse con lui. Eric era di un anno più grande ma il suo cervello era secoli indietro, secondo l’opinione del ragazzino dai capelli neri. Fece finta di nulla e continuò a allenarsi a quello strano sport babbano chiamato calcio.
- Ehi tu! Potter! Dico a te! – Questa volta non era possibile ignorarlo: si stava veramente rivolgendo a lui. James sollevò un solo sopracciglio, un trucco che gli aveva insegnato lo zio George, e guardò il suo interlocutore con indifferenza.
- Dì le tue preghiere perché l’inferno ha appena aperto le porte per te! – Una frase a effetto, se non fosse la stessa pronunciata nel film babbano che era passato la sera precedente in tv. Sera che James aveva trascorso con nonno Arthur a vedere proprio la tevelisione sfortunatamente per Eric.
- Un buon motivo per ributtartici a calci in culo! – rispose a tono James, sfruttando la replica del protagonista e facendo ridere alcuni ragazzini che stavano assistendo alla scena.
Polkiss rimase un attimo interdetto, poi visto che le frasi a effetto non funzionavano, optò per le minacce dirette.
- Ti andrebbe se ti ficcassi quella tua stupida testa dentro il cesso? –
- No. Non mi andrebbe e tu non riusciresti a farlo. – James stava cercando di mantenersi calmo ma sentiva una strana energia fluirgli lungo le vene, se solo suo padre non lo avesse ammonito di non usare MAI la magia di fronte ai babbani …
Eric era sempre più infuriato: come osava quel ragazzino non spaventarsi a morte di fronte a lui?
- Ti farò pentire di essere nato! Sei solo uno sfigato come lo era tuo padre! –
- Cosa c’entra mio padre? – James iniziava ad alterarsi. Harry Potter non era solo l’Eroe del Mondo Magico, era il SUO eroe!
- Ah non lo sai? Non sai che era solo un povero idiota sfigato che mio padre usava come pungi ball?– Non era proprio la verità: era Dudley Dursleys a picchiarlo e Piers Polkiss assisteva, ma non era il caso di perdersi nei dettagli al momento.
- Mio padre è un grande … - si interruppe appena in tempo prima di dire mago - … è un grande! E tuo padre è solo uno povero bulletto sfigato di periferia proprio come te! –
- Un grande? Pfui! Se è così grande perché non l’ho mai sentito nominare? Che cosa ha fatto di così importante? Ha forse salvato il mondo? – Eric rise sguaiatamente seguito a ruota dai suoi gorilla.
James Sirius iniziava a sentire il sangue montargli alla testa. Suo padre era un eroe e lui non poteva neppure vantarsene. Le mani gli prudevano e i bidoni dell’immondizia vicino a Eric iniziarono a oscillare pericolosamente.
- Sei solo un ragazzino sfigato che non sa nemmeno come pettinarsi, tu e quel povero demente di tuo fratello che sta sempre appiccicato a Pel di Carota Weasley, cos’è innamorato? Per non parlare di quella piattola di tua sorella! Ti farò male Potter, così male che non ti resterà che andare a piangere da quel grande che è il tuo papà e … -
Eric non finì mai la frase perché James perse definitivamente la pazienza.
 
- James Sirius Potter! – Quando suo padre lo chiamava con il suo nome completo significava che era davvero nei guai. – Come hai osato usare la magia per ficcare un tuo compagno di classe in un bidone? –
- Io non ho usato la magia per ficcare quell’idiota nel bidone! – Si difese il ragazzino.
Harry Potter era arrabbiato con il suo primogenito. Era stato chiamato dalla Preside perché James aveva fatto a botte nel cortile, aveva infilato un compagno nell’immondizia e ne era seguita una rivolta. Alcuni particolari gli erano ancora oscuri ma, mentre marciava verso la scuola, aveva intenzione di farsi raccontare tutto, sperando di non dover Obliviare l’intera scolaresca.
- Mi vuoi dire che è finito da solo nell’immondizia? E non dire parolacce! –
- No, - rispose pacatamente James con la logica dei suoi nove anni – voglio dire che non ho ficcato quella cacca di Doxy nel bidone con la magia. –
Almeno avrebbe evitato di dover usare l’Oblivion.
- Mi vuoi dire allora perché hai ficcato manualmente quella cacca di Doxy, come lo chiami tu, nell’immondizia? –
James sospirò e iniziò a raccontare: - Polkiss è una grandissima testa di troll e uno stupido bulletto… -
- Polkiss? Conoscevo un certo Piers Polkiss quando andavo a scuola qui e … -
 -È proprio questo il problema papà. Eric, la testa di troll, ha iniziato a vantarsi di come suo padre ti riempiva di botte e poi ha insultato te, Albus, Rose e Lily! Non potevo lasciarlo fare, no? A un certo punto ero così arrabbiato che i bidoni hanno cominciato a tremare da soli ma non volevo fare una magia, te lo giuro! E poi, come dice sempre Nonno Arthur, certe cose danno più soddisfazione a farle alla babbana! Così mi sono avvicinato a lui e ho detto che non doveva osare insultare la mia famiglia perché lui non era altro che sterco di drago farcito di puzzalinfa! Poi ho provato a prenderlo per la camicia ma è più alto di me quindi ho fatto come mi ha insegnato lo zio Bill e ho fatto leva sulle gambe per rovesciarlo nel bidone! Ho sbagliato? So che non dovrei nominare draghi e puzzalinfa ma non mi veniva in mente un insulto babbano! –
Harry era silenziosamente ammirato, sebbene il suo ruolo di genitore gli impedisse di mostrarsi tale. Ricordava bene i soprusi che aveva dovuto sopportare a causa di Dudley e la sua banda, Polkiss senior compreso, ed era ammirato per come suo figlio non si fosse fatto mettere i piedi in testa. Un piccolo Grifondoro stava crescendo.
- E la rivolta che è avvenuta dopo? –
- Beh a quel punto Polkiss era fuori gioco ma c’erano ancora quei due troll che gli fanno da guardie del corpo. Uno mi ha preso per il collo e a quel punto è intervenuto Al. –
- Al … tuo fratello? –
- Quanti altri Albus Severus Potter conosci? A proposito, un giorno mi dovrai spiegare cosa vi eravate scolati tu e la mamma quando avete scelto il suo nome. Comunque Al ha urlato subito al troll numero uno di lasciarmi stare e il troll numero due si è concentrato su di lui. Gli ha urlato qualcosa come “Credi di farmi paura moscerino? Dopo tuo fratello frantumerò anche te!” e allora Rose ha urlato: “Metti in conto anche me!”. Lily, Hugo, Freddy e Roxanne si sono aggiunti immediatamente. A quel punto eravamo sette contro due, tre contando la cacca di Doxy nell’immondizia. –
Harry si era fermato, del tutto preso dal racconto del figlio, aveva quasi le lacrime agli occhi.
- Poi cos’è successo? –
- Poi ha fatto tutto Albus. Ha urlato che loro erano solo in grado di mettere paura ai più piccoli ma che in un duello leale sarebbero sicuramente stati battuti, che erano solo dei codardi e che Lily da sola ne valeva dieci di loro e che fino a quel momento erano stati fortunati che nessuno si fosse coalizzato contro di loro. Rose ha aggiunto una delle sue frasi alla zia Herm: “Un chicco di miglio cadendo non fa rumore ma provate a rovesciarne un sacco a terra” o qualcosa del genere. Credo che sia stato in quel momento che Al ha avuto l’IDEA. È salito sul dondolo e ha chiamato a raccolta ogni singolo bambino che negli anni era stato tiranneggiato, offeso, picchiato, derubato e infilato nel cesso da Polkiss e la sua banda. E ha detto che uniti li avremmo sconfitti. –
- Ha detto davvero così Albus? –
- No, veramente ha detto che insieme avremmo schiacciato quelle sacche di pus! A quel punto tutti, ma proprio tutti, si sono riuniti intorno a noi urlando contro i troll e Polkiss che sono dovuti fuggire via e rintanarsi dietro le gonne della maestra. –
Harry sorrise a suo figlio: - Sono davvero orgoglioso di voi! –
- Lo dirai anche alla Preside? –                                               
- Certo. Nessuno può mettere i piedi in testa a un Potter! –
- Già! A proposito sia una cosa papà? Secondo me Albus sarà un grande Grifondoro, ma non glielo dire, voglio fargli credere che diventerà un Serpeverde, t’immagini la sua faccia? –
Harry appoggiò il braccio intorno alle spalle di suo figlio e pensò che Hogwarts stava per guadagnare dei grandi maghi.
 
 
- Non Serpeverde, non Serpeverde, non Serpeverde. – ripeteva Albus come un mantra al Cappello Parlante.
- Non Serpeverde, dici? Tuo padre mi ha chiesto la stessa identica cosa molti anni fa ragazzino, ma non vedo perché tu debba preoccuparti. In te vedo lealtà, generosità e coraggio, tutte qualità buone per essere un ottimo GRIFONDORO! – E urlò l’ultima parola all’intera Sala Grande.
Il tavolo alla sua sinistra esplose in un boato. Albus tolse con gioia il Cappello dal capo e guardò dritto verso quella che, per i successivi sette anni, sarebbe stata la sua famiglia. La maggior parte dei ragazzi urlava e fischiava ma non James. Lui guardò dritto suo fratello e fece un cenno alla sua destra, dove gli aveva tenuto un posto sin dall’inizio dello smistamento.








Per me Albus Severus sarà un Grifondoro e James ne è convinto fin dall'inizio, si è solo divertito a prenderlo un po' in giro!
L'idea della storia mi è venuta leggendo altre fic su Dudley adulto e mi sono chiesta che fine avessero fatto gli altri della sua banda, se fossero maturati o meno. A quanto pare Piers no, ma il figlio ha avuto la lezione che si meritava e senza ricorrere alla magia!
Fatemi sapere se vi è piaciuta!
  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: avalonne