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Autore: EllieMarsRose    13/02/2012    8 recensioni
10 situazioni diverse dettate da 10 canzoni diverse per 10 personaggi di Sailor Moon. 10 drabble scritte in quattro minuti. Non so cosa sia venuto fuori... spetterà a voi dirmelo ;)
Genere: Commedia, Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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10 Songs Challenge: Senshi

Sfida.
1 - Scegli un personaggio, una coppia o un fandom. 
2 - Apri la tua cartella di musica e seleziona la modalità di riproduzione casuale e fai partire. 
3 - Scrivi una drabble-flashfic che sia collegata alla canzone che sta andando. Hai tempo fino al termine della canzone per terminare la drabble:  inizi con l’inizio della canzone e finisci quando finisce, niente esitazioni! Non importa quanto scombussolata è la tua drabble. 
4 - Scrivine 10, poi pubblicale.

#1: “Lonely Lucy” (Tuff); starring: Minako


Minako era davanti allo specchio con la spazzola in mano: «Oggi voglio pettinarmi diversamente». Tolse il fiocco rosso e lo fece cadere sul pavimento; poi si voltò ed accese la radio. Per ballare. Sì, voleva ballare davanti allo specchio. Si guardò il nuovo completino intimo: era davvero mozzafiato. «Voglio essere la più bella ragazza che abbia mai visto». Pensava ad Alan; voleva essere splendida per lui. Ucciderlo con la sua bellezza; “Ma prima i capelli”. Si guardò nello specchio e poi mosse le mani per andare a formare una coda alta: «Nah... non mi convince». Di nuovo i capelli le caddero sulle spalle, morbidi, setosi e biondi. Tentò con uno chignon: «Troppo da vecchia». Già, voleva essere giovane e irresistibile. Di nuovo sciolse i capelli; lo sguardo le cadde a terra. Si chinò a prendere il suo fiocco e si acconciò i capelli allo stesso modo in cui era solita portarli: «Minako, non ce n'è. Tu sei così, con questo nastro rosso in testa».


#2: “Face Down In The Dirt” (Mötley Crüe); starring: Haruka


Era un lavoro sporco, ma qualcuno doveva pur farlo. Haruka abbassò la visiera del casco ed accese il motore della moto; tre due uno, giù per il dirupo. La sua compagna aveva perso il suo cappellino preferito proprio in quel lembo di terra. Una folata di vento l'aveva trascinato giù per il bosco fitto di rovi. Solo lei poteva recuperarlo, in sella alla sua moto da cross. Si diede una lieve spinta con i piedi e subito le ruote iniziarono a scivolare giù per la discesa, schiacciando legnetti e vermicelli, appena usciti dal terreno per la pioggia. Il fango le inzaccherava gli stivali; ma non le importava, avrebbe fatto di tutto per la sua Michiru. Alzò gli occhi da dietro il vetro giallognolo: “Eccolo”. Dritto davanti a sé, su un rovo di more, c'era il cappellino di Michiru. Allungò la mano: precisa l'afferrò per il nastro blu oltremare. Missione compiuta. Osservò soddisfatta il cappello sorridendo da dietro la visiera: non si era accorta di quanto fosse bello. Semplice e sofisticato allo stesso tempo. Proprio come la sua Michiru.


#3: “Minor Thing” (Red Hot Chili Peppers); starring: Ami


Di nuovo; niente reazione, niente vapore, niente bollicine. Maledizione. Ami posò la pipetta sul piano sconsolata: non le era mai successa una cosa simile. La voce del professore le arrivò da dietro le spalle: «Mizuno, è già la terza volta che mi sbagli la reazione, ma che ti succede? Sei malata?». Malata? No... o forse sì. Sapeva benissimo cosa aveva, però era un po' vergognosa, non voleva dirlo a nessuno. La studentessa sollevò leggermente lo sguardo per spiarlo: eccolo lì, dall'altra parte del tavolo, indaffarato, con indosso il suo camice, assorto a prendere appunti e a fare calcoli. Taiki... le si fermava il cuore ogni volta che lo guardava. Che gran cosa... già. La reazione che doveva causare, a confronto, era una bazzecola; una cosina di poco conto. Ciò che le importava in quel momento era guardarlo, scrutarlo, studiarlo. Perchè era bello, era intelligente... era tutto ciò che lei desiderava.


#4: “Sister Moon” (Gotthard); starring: Usagi


Usagi aveva i gomiti poggiati al davanzale: “Quello era il tuo regno”. Le parole di Luna le rimbombavano ancora nella mente, continuavano a rimbalzarle da una parte all'altra del suo corpo. Roba da non credere. Lei, nella sua vita passata, era la principessa del regno della Luna. Studiò ancora l'astro, strizzando leggermente gli occhi azzurro cielo; si sforzò, cercò di metterne meglio a fuoco i crateri, come se volesse cercare di vedere se era rimasto ancora qualcuno dopo lo scontro con Queen Metaria. Ma come puoi pretendere di vedere qualcosa? Ci vorrebbe un telescopio! Sospirò... era vero. Ma... sarebbe veramente servito a qualcosa? Avanti Usagi, lo sanno tutti che sulla Luna non è rimasto più nessuno. Spetterà a te un giorno ripopolarla e farla tornare all'antico splendore. Compito gravoso... rabbrividì. Ma poi pensò a Mamoru. E sorrise, dal profondo del cuore. Con te posso fare tutto... anche ripopolare un pianeta disabitato e far ricominciare tutto... Mamo-chan, io voglio farlo insieme a te.


#5: “Still Loving You” (Scorpions); starring: Setsuna


L'isolamento; quella era la condizione a cui era destinata. All'inizio le piaceva. Le pareva quasi una posizione privilegiata. Poi l'aveva visto; lui era andato alla Porta del Tempo per parlarle di un affare importante... ed aveva iniziato a pensare che, forse, così bello non era. Ogni giorno, ogni singolo minuto pensava a lui. Lui era il suo tarlo; le perforava il cervello, le distruggeva il cuore. Sailor Pluto picchiò il suo Garnet Rod a terra; proprio non poteva farci nulla. Lei era la guardiana della Porta del Tempo e doveva rimanere lì, isolata da tutti. Ogni tanto Small Lady correva da lei per farle un po' di compagnia; solo che nell'ultimo periodo... era come se non volesse più vederla. Assomigliava incredibilmente a Queen Serentity e questo le dava troppo fastidio. Come vorrei che fosse mia figlia. Fantasia pesante da rivelare ed altrettanto pesante da custodire nella coscienza.

Endymion... una lacrima le scese lungo la guancia. Quella era la sua condanna: fissarlo da lontano e sognare tutte le attenzioni che il re riservava alla sua consorte. Perchè, perchè? Perchè lei doveva essere la senshi più esterna di tutte? Quella esclusa da qualsiasi piacere? Ma chi l'aveva deciso? Sailor Pluto tirò un pugno alla Porta del Tempo; poi, esterrefatta, si guardò le nocche: una reazione simile, da lei stessa, non se la sarebbe mai aspettata. Le lacrime iniziarono a bagnarle il viso, sempre più copiose. Era troppo tempo che le nascondeva dentro di sé: era giunto il momento di aprire gli argini e liberare quel doloroso fiume in piena che custodiva nella sua anima. Ma presto una voce risuonò alle sue spalle: «Pu! Pu!». Small Lady. Scosse la testa; non poteva farsi vedere in quelle condizioni. Svelta si asciugò il viso e si girò, con il peggior sorriso che poteva dipingersi sul volto in quel momento. Spero solo che non si accorga che sto soffrendo.


#6: “White Wedding” (Billy Idol); starring: Chibiusa


Lo adorava, era semplicemente bellissimo. Il più bel vestito che avesse potuto sognare. Tutti l'attendevano, la dama in bianco, ai lati della navata. Solo che... dov'è il mio papà? Non capiva... doveva accompagnarla all'altare, come da tradizione. Ma lui non c'era. «E' andato a prendere i fiori». Ma lei già li aveva in mano. Non importa, mi raggiungerà. Si incamminò da sola, circondata dagli sguardi sorpresi e meravigliati di tutti gli invitati. Poteva vedere sua madre sorridente che si asciugava gli occhi emozionata. Si sentiva importante: quello era il suo giorno. Il giorno in cui avrebbe detto di sì a Helios. Salì per i tre gradini dell'altare per andare a sedersi sulla sedia libera con un sorriso composto che le decorava il viso. Poi girò il capo lentamente con le guance velate di rosso; inorridì. “Helios!”. Il suo sposo giaceva morto di fianco a lei. Un coro di risate si alzò dalla navata: «Come pensi di poterti sposare Small Lady? Sei destinata a rimanere piccola tutta la vita. Non salirai mai su un altare!». Smarrimento. Paura. Non poteva andare così, non doveva finire così...

Poi d'improvviso si ritrovò nel suo letto; si alzò di scatto per controllarsi allo specchio. Era ancora in fase di crescita; sospirò, cercando di far rallentare il cuore. Era stato tutto un orribile incubo.


#7: “Animal” (Def Leppard); starring: Michiru


Incredibile come fosse capace di smuoverle le viscere. Lei, Michiru, sempre perfettamente impeccabile e composta, appena la vedeva... diventava il mare aperto in tempesta. Haruka era capace di farla diventare questo; era capace di tirarle fuori l'istinto più animale che nascondeva dentro di lei. La custode di Nettuno la guardò, seduta accanto a sé nell'abitacolo di quella cabrio che cambiava marcia con i capelli biondo cenere al vento. Dio, cosa mi fai venire voglia di fare... ma non era il momento, erano in viaggio. Così si limitò a sfiorarle le nocche, aggrappate alla leva del cambio. Una sensazione da brivido: lo stomaco chiuso, con dentro uno stormo di farfalle. «Haruka...» Michiru sospirò quel nome con una punta di malizia. La ragazza bionda si girò verso quel gioiellino e le sorrise. Questo bastò a mandarle in corto circuito la mente: «Haruka... so che non è il momento... ma ho una voglia matta di te». La bionda emise una roca risata: «Non ti facevo così lussuriosa». È solo colpa tua... e mi piace un sacco.


#8: “One” (Metallica); starring: Hotaru


Faceva fatica a respirare... si sentiva come se fosse stata chiusa in una bara e sepolta viva. Hotaru si guardò intorno: tutto era bianco e nero, grande e piccolo, largo e stretto. Tossì, cercando di sputare fuori lo schifo che aveva dentro, senza risultato. Perchè... papà, Chibiusa, aiuto. Gli occhi iniziarono a lacrimarle, un po' per lo sforzo e un po' per la consapevolezza che, forse, sarebbe rimasta imprigionata in quel limbo per il resto dei suoi giorni. Serrò le palpebre sibilando per cercare di inalare più ossigeno, poi aprì gli occhi: qualcuno era davanti a lei. O meglio, lei era davanti a se stessa, con indosso una fuku viola. Scosse il capo per cercare di cancellare quell'immagine, ma quella non aveva intenzione di sparire. Cosa sei? Chi sei?

Sono te, Hotaru.

Certo... io non sono così bella, così in salute...

La ragazza con la fuku fece comparire nelle sue mani un'enorme asta e poi la poggiò sulla spalla di Hotaru; subito la morettina sentì caldo. Il suo respiro si fece meno affannoso e, lentamente, sentì che ogni fibra del suo corpo si stava rinvigorendo. Hotaru... io sono l'altra te; quella forte, quella che può aiutarti ad uscire da questo limbo. Doveva crederle? In fondo nemmeno la conosceva... o forse sì? Dopotutto le assomigliava come una goccia d'acqua, aveva la sua stessa voce ed aveva un che di rassicurante. Qualcosa che mancava perfino a suo padre. Annuì, prima indecisa, poi sempre più sicura. Allungò la mano verso quell'entità e subito si sentì investita di un'energia fuori dal comune. Si sentì più forte che mai. Si guardò le mani, sorpresa; ora era lei ad indossare la fuku; alzò gli occhi di scatto per ringraziare quell'essere così simile a lei ma era sparito. Ora era lei a stringere in mano quella falce; pesava, eppure era certa che sarebbe stata in rado di maneggiarla. Sapeva benissimo cosa doveva fare; si concentrò, chiamando a raccolta tutta la sua forza, e si presentò al cospetto delle altre senshi.


#9: “Can't Have Your Cake” (Vince Neil); starring: Makoto


Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca; non si può avere la torta e poi mangiarla. No? Certo... lei non poteva sperare che, dopo quello che aveva detto a Motoki, Reika la trattasse come aveva fatto fino a quel momento. Aveva appena confessato al ragazzo di una sua amica che gli piaceva, e di brutto per giunta. E Reika non l'aveva presa proprio benissimo. Beh... naturale; ho tentato di “portarle via il fidanzato”. Che poi, portarle via... oddio, no! Aveva solo esternato i suoi sentimenti; era stata sincera. Però a Reika non era andata giù. Uffa... noia noia noia. Makoto guardò la torta che aveva appena preparato e ne provò una fettina; terribile. Sputò il boccone appena masticato nella pattumiera; la peggiore torta che avesse mai impastato. Era meglio non fare dolci quando si era di cattivo umore, sarebbero uscite delle schifezze senza precedenti. Ma, soprattutto, ricordati Makoto: can't have your cake and eat it too... niente di più vero.


#10: “We Don't Celebrate Sundays” (Hardcore Superstar); starring: Rei


Odiava la domenica; specialmente quella domenica, dopo ciò che aveva combinato la sera prima. Rei aprì gli occhi a fatica, cercando di mettere a fuoco sia la stanza intorno a sé che gli avvenimenti della serata precedente. Quando mai aveva dato retta ad Usagi: “Andiamo in discoteca”. Da quando avevano finito di combattere il male, Odango Atama aveva preso gusto ad andare in posti simili. Ovviamente ci trascinava anche le altre e soprattutto lei, sennò si sentiva sola. E beveva; cavolo, quanto beveva Usagi. Reggeva l'alcool in una maniera sorprendente. Anche lei, per non essere da meno, ci aveva dato dentro. Ma chi gliel'aveva fatto fare? Lei non era Usagi, lei poteva permettersi solo una birra piccola. Aveva un mal di testa da Guinness dei Primati e non riusciva a mettersi seduta. Benissimo. Poi la sera prima era andato anche Yuichiru con loro; solo che a un certo punto era sparito... o meglio, aveva stretto amicizia con il water del locale. Dio, allucinante. Avevano dovuto trascinarlo a peso sulla macchina di Mamoru e l'avevano riportato al tempio che era conciato da buttar via. Rei gli aveva preparato qualcosa di caldo ma non era servito a molto. Stava ancora male, poteva sentirlo gemere dalla stanza limitrofa.

Ma una cosa era certa: MAI PIU' IN DISCOTECA CON USAGI. Dalla settimana successiva, solo uscite tranquille. Certo... era la terza volta in un mese che si ripeteva che non l'avrebbe più fatto... però il sabato, chissà com'era, finiva sempre in discoteca con la sua amica dai lunghi codini biondi... e il giro ricominciava.

Oh cielo! Era un po' che avevo in programma di fare questo esperimento... a parte il fatto che è stato divertentissimo, ma è stato anche devastante. Sto ancora sudando adesso; concentrare una miriade di pensieri in quattro minuti di canzone è difficilissimo (infatti molti risultati lasciano parecchio a desiderare). Comunque... fatemi sapere che ne pensate, se volete, ben inteso e... provateci anche voi ;)

Un bacione, Ellie

   
 
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