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Autore: Vanilla Planifolia    13/02/2012    3 recensioni
"Il nostro rapporto si era trasformato in un carillon senza musica, dove noi eravamo ballerini che, in mancanza della base melodica, non sapevamo orientarci all'interno del mondo che ci aveva risucchiati.[...]
Coltivavamo una relazione nascosta, clandestina.
Fingevamo di odiarci.
Senza renderci conto che stavamo iniziando ad odiarci davvero."
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11

Litigio

Eravamo tornati a casa da poco più di una settimana e tutto ciò che sarebbe dovuto cambiare era rimasto tale e quale l'avevo lasciato. Tutto, dagli amici alla famiglia, dalla squadra a Marianne.
Lei stava diventando un problema, non riuscivo più a guardarla in faccia dopo l'ultima sera che avevamo passato a Parigi e, sopratutto, non era facile per me non arrossire violentemente una volta ammesso a me stesso che avevo fatto un sogno erotico sulla ragazza che oggi come in tutti gli altri giorni stava per prendere il pullman insieme a me.
Mi era difficile credere di essermi sbagliato, i miei sentimenti parlavano chiaro: ero attratto inevitabilmente da Marianne, senza tener conto che provavo un certo grado di attrazione fisica anche per quella che fino a quel momento avevo ritenuto la mia migliore amica, Jane.
Situazione impossibile, oltre che assurda.
Marianne era accanto a me, stava sbuffando rumorosamente mentre calciava nervosa la ghiaia sotto i suoi piccoli piedi. «Tutto bene?», le chiesi. Lei non rispose, continuò a violentare il terreno, lanciando sulle mie scarpe piccoli ciottoli pieni di polvere. «Ci dai un taglio?».
Alzò lo sguardo. Gli occhi densi, pieni di lacrime.
«Che cosa diavolo c'è?».
«Non ho voglia di parlartene...», ammise.
«Allora smettila di farmi notare che sei arrabbiata!».
Sbuffò, «Ho scoperto una cosa che mi ha fatto particolarmente male, oggi».
«Cioè?».
«E' vero che mentre venivo interrogata di filosofia, tu e Jane vi siete messi a sparlare di me, ridendo tra voi? Perché se è vero sinceramente la cosa mi darebbe particolarmente fastidio. Insomma, di Jane non me ne frega assolutamente nulla, può anche andarsene a quel paese – anche perché sono ben a conoscenza delle cattiverie che dice sempre su di me – però se anche tu hai fatto una cosa del genere, beh...non mi fa piacere. Affatto».
Per poco gli occhi non mi uscirono dalle orbite: «Chi cazzo ti ha detto una cosa del genere?!».
«Ilenya...».
«E tu le hai creduto?!».
«Io...», le tremava la voce, «...non potevo sapere se era vero o meno. E' vero?».
«Ovvio che non lo è!», sbottai urlando, «Ti pare che io possa fare una cosa del genere? Ti sei completamente rincoglionita?».
Per un attimo sul suo viso comparve un sorriso, «Lo sapevo che non poteva essere vero...», bisbigliò.
Aggrottai le sopracciglia. Tutti erano contro di noi, in un modo o nell'altro cercavano di allontanarci, possibile che lei non lo notasse? Daniel aveva ragione, in tutta la nostra realtà c'era qualcosa di incredibilmente storto. Falso. Malsano.
«Sei arrabbiato?».
«Si!».
«Scusa...».
«Non chiedermi scusa, cazzo! Quello che più mi fa incazzare in questo momento è semplicemente il fatto che tu creda fermamente a queste puttanate!».
«Mi dispia...», la fulminai con lo sguardo e lei si portò automaticamente le mani sulla bocca.
«Non lo dico più. Promesso!».
Sorrisi, tirando leggermente l'espressione.
Fissai il suo volto, i suoi occhi arrossati e le sue labbra tremanti. Quelle dannate l'avevano fatta piangere raccontandole chissà quali menzogne; qualcosa mi diceva che non era nemmeno la prima volta che veniva a sapere cattiverie su di me e possibilmente non era neppure la prima volta che ci credeva fermamente.
Puttane.
Se credevano di potermela portare via in quel modo abbietto e meschino si sbagliavano di grosso.
Afferrai il cellulare e scrissi a quella stronza di Ilenya un bellissimo sms ricco di insulti sottesi.
Marianne stava piangendo.
«Smettila», le imposi.
«Il fatto è che da quando quest'estate Francine mi ha abbandonata trattandomi in quel modo non sono più riuscita a fidarmi davvero di qualcuno e so che ne sei a conoscenza...oltretutto anche Luke e Simon adesso non mi rivolgono più la parola perché dicono di non divertirsi abbastanza in mia compagnia...», tirò su con il naso, «Io non so più che cosa pensare, devo essere davvero una persona orribile. Tutti mi abbandonano...».
«Non dire cazzate».
«Tu pensi che io sia una brava persona?».
Aprii la bocca per risponderle, ma le parole mi rimasero in gola quando udii un cellulare squillare prepotentemente.
Era il suo.
Un messaggio.
Lo lesse.
Ed il suo pianto si fece più sonoro.
«Che cosa hai fatto?», mi chiese spaventata.
«Ho scritto a Ilenya per dirle di farsi gradevolmente i fatti suoi e di non mettersi in mezzo tra di noi».
«Sei un cretino!».
«Perché?».
«Perché lei adesso se l'è presa con me e mi ha riempita di insulti! Non bastava aver perso Francine – la persona che più amavo tra tutta la merda di gente che c'è a questo mondo? No. Adesso devo perdere anche quelle altre poche persone che mi sono rimaste? No, cazzo. Non ci sto! Già sto perdendo te, non posso permettermi di essere abbandonata anche da qualcun altro...».
«Di che cosa stai parlando?».
«Del fatto che io, per te, esisto solo quando ne hai bisogno».
«Lo sai che non è vero».
«Lo dici tu. Ne sei convinto? Quante volte mi hai dimostrato il contrario?».
«Io...».
«Appunto. Non lo sai nemmeno tu».

Aveva pianto per tutto il tragitto.
Quando l'avevo lasciata sola era in uno stato a dir poco pietoso.
Era colpa mia? Si, forse. No.
Nessuna domanda per favore.
Niente da dichiarare.
Ilenya aveva continuato a scriverle che non l'avrebbe perdonata mai per aver fatto la spia. Atteggiamento che non comprendevo, in fondo era stata lei ad andarle a dire quelle cose su di me, sapeva che Anne me ne avrebbe parlato, le l'aveva persino avvertita poco prima che finissero le lezioni.
Il mio cellulare vibrò, “Tu dovresti smetterla di illuderla. E' colpa tua se adesso stiamo litigando”.
Ilenya, cazzo, impara a non intrometterti nei fatti miei.
Di che cosa diavolo stai parlando?”.
Io so cose che tu non sai...”.
Parli del fatto che Anne ha una cotta per me? Credi che io non lo sappia? Mi reputi così idiota? Io ho cercato in tutti i modi di farle capire che tra noi non ci sarebbe stato altro e sono sicuro che anche lei lo sa perfettamente. Non ha bisogno di te che vai a raccontarle puttanate. E anche se io non sapessi che cosa lei prova per me questo non dovrebbe interessarti!”.
Mi interessa eccome! Io le voglio bene e tu la stai illudendo!”.
Io non l'ho mai nemmeno sfiorata!”.
Non intendo questo e lo sai...”.
Senti, mi dispiace per quello che è successo. Marianne è fragile in questo periodo per cui non abbandonarla per una stupidaggine del genere, ha avuto davvero delle brutte esperienze in fatto di amicizie e tu che dici di volerle tanto bene dovresti rendertene ben conto. Lei ha fatto bene a parlarmi di ciò che le avete detto, almeno adesso sa che non è vero. Quindi non prendertela con lei. Tu dovresti farti i fatti tuoi, per principio. Detto questo, direi che possiamo chiederci scusa a vicenda e ammettere che tu hai esagerato”.
Si, forse hai ragione...”.
Anne ti vuole bene ed era mortificata per il suo comportamento, immagino che ti abbia già chiesto scusa cento milioni di volte. Questo perché sa di aver sbagliato nel suo piccolo, non pensi che forse anche tu hai esagerato a trattarla in quel modo?”.
Si. Le chiederò scusa. Sai, non sei così male come persona...”.
Grazie. Nemmeno tu”.
Poi credo che tu le voglia bene anche se non sei capace di dimostrarglielo”.
«Non ne hai la più pallida idea di quanto io ci tenga a lei».
Nel discorso lungo ed estenuante che si era tenuto con Ilenya via telefonino avevo mentito, spesso e volentieri perché non ho mai voluto andare in giro a raccontare i fatti miei, o i miei sentimenti. Sopratutto i sentimenti.
Non sapevo che Marianne avesse una cotta per me, a volte l'avevo solamente intuito, ma sentirselo dire era una cosa ben diversa.
Il cellulare vibrò nuovamente.
Appena hai cinque minuti posso chiamarti un attimo?”.
Anne? Cos'era successo ancora?
Anche adesso se vuoi”.
Pochi secondi e già ascoltavo la sua voce dall'altro lato della comunicazione.
«Scusa se ti ho chiamato così, senza preavviso».
«Nessun problema. Dimmi tutto».
«Ho parlato con Ile, ha detto che è disposta a perdonarmi solamente se faccio una cosa...».
«Cosa?», il mio cuore batteva all'impazzata.
«Ha detto che devo risolvere un problema, dire delle cose».
Oh. «Capisco, che genere di cose?».
Non poteva essere quella cosa.
«Devo parlare di una cosa con qualcuno...».
Dannata bastarda. Cosa la stava costringendo a fare?
«Ha detto che è per il mio bene, ma io non voglio».
«Anne, tu spesso non dici quello che pensi per orgoglio...».
«No!», affermò lei, risoluta, «Io non dico alcune cose perché vivo nella paura delle reazioni altrui».
«Forse dovresti smettere di avere paura. I problemi vanno affrontati».
Senti da che pulpito...
«Quindi devo parlare?».
«Vuoi parlarne adesso?», era impazzita, di certo.
«A dire il vero io starei meglio senza discutere di questo problema».
«Anne, devi liberarti la coscienza...». Dio, quanto sei falso, ragazzo.
«Non voglio...».
«Ne parliamo domani?».
«Domani?».
«Non ricordi? Domenica...la partita...ti vengo a prendere in macchina sotto casa e poi ne parliamo. Avremo tutto il tempo, giochiamo fuori casa».
«Ok, allora a domani...».
«A domani».
«Liam?».
«Si?».
«Ti...voglio bene».
«Ciao, Anne...».
«Ciao...».
Con quale coraggio avrei affrontato quell'argomento il giorno dopo?




Le parole dell'autrice

Insomma, ci metto il mio tempo, ma alla fine aggiorno sempre.
Informo ogni mio adorato lettore che tra qualche giorno - probabilmente mercoledì di questa settimana - pubblicherò un nuovo fuori corso visto dal lato di Marianne. Una piccola sorpresa che spero vi agraderà particolarmente.

Mie care lettrici - e lettori -
spero di leggere presto le vostre opinioni, anche perché, ho notato con molto dispiacere, che alcune delle splendide ragazze che mi seguivano accanitamente all'inizio di questa storia sono misteriosamente sparite.

Se ancora state leggendo fate un fischio - o bussate, sarà comunque gradito.

Per tutte le mie altre adorate sostenitrici, aspetto come sempre di udire la vostra opinione.

Un bacio a ognuna di voi,
vostra, Vaniglia
  
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