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Autore: Abstract Joy    13/02/2012    5 recensioni
Gli anni sono passati, il mondo è cambiato, Mystic Falls e i suoi eventi sono lontani. Klaus è un animo annoiato e in cerca di distrazioni. Un incontro, sconvolgerà la sua eterna solitudine.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Klaus camminava distratto lungo le strade di Chicago.
C’era poco da fare, nonostante gli anni passassero (anche troppo lentamente) e i palazzi invecchiassero, Chicago rimaneva la sua città preferita. Ci tornava spesso, quasi senza volerlo. Capitava semplicemente che nello scegliere una destinazione scegliesse sempre quella. Klaus aveva paura di sapere perfettamente perché Chicago lo affascinasse ogni volta. Le luci lo annoiavano, le persone lo infastidivano, i locali sembravano sempre già visti, l’arte e gli spettacoli erano perlopiù grossolani...Quella città non era ai suoi livelli.
Ma c’erano gli odori. Quelli, lo sapeva bene, lo avrebbero sempre riportato lì. Li sentiva anche in quel momento, mentre annoiato passeggiava e progettava di uccidere quel maledetto ubriaco all’angolo della strada. Faceva un rumore infernale.  Ma nell’aria sentiva quegli odori …Si limitò a proseguire.
L’aria di Chicago profumava di lealtà , profumava di amicizia. Klaus viveva da troppo tempo per ricordare le date, i volti, i nomi. Eppure gli odori li ricordava bene …E in quell’aria ricordava.  Il tempo in cui aveva un amico, il tempo in cui aveva una sorella , il tempo in cui c’era qualcosa da raggiungere, qualcosa da cui scappare.
Pieno di pensieri, entrò in un locale sconosciuto.
Erano le prime ore del mattino e tutto era abbastanza silenzioso, c’erano due giovani appartati in un angolo, qualche anima persa circondata da bicchieri vuoti, una bionda che chiacchierava instancabilmente con un barista confuso.
Si avvicinò al bancone, sospirando. Non c’era neanche il gusto di scatenare una rissa.
Fece un segno con la mano, per attirare l’attenzione del barista. L’uomo sembrò sollevato. La ragazza con cui parlava, invece, si voltò indignata.
Riconobbe Caroline Forbes nella fermezza degli occhi celesti e nel vestito raffinato . Riconobbe la cascata di capelli chiari e la pelle di porcellana. La riconobbe, socchiuse gli occhi e sorrise.
Le labbra rosse di Klaus si incresparono in un vero sorriso. Probabilmente erano passati anni dall’ultima volta.
-Caroline.- sussurrò, semplicemente.
La vampira sgranò gli occhi e rimase in silenzio per un attimo. Probabilmente giusto il tempo affinchè la voce di lui gli riportasse alla mente ricordi lontani. Poi iniziò la valanga di parole.
-Non posso crederci! Sei..Proprio tu? Oh mio dio, oh mio dio! Tra tutti i posti del mondo, dovevo incontrare proprio te, qui? Io..Oh mio dio!-.
Il sorriso di Klaus si trasformò in una risata.
-Sono felice di rivederti, Caroline. Quanto tempo è passato? Venti …Forse trent’anni.-
- Ottantacinque anni. Sono passati …Ottantacinque anni.-
Klaus corrugò la fronte per un secondo.
-Sei sempre bellissima, Caroline-
Lei alzò un sopracciglio, contrariata.
-Davvero? E tu sei sempre…Non so, ma non ho intenzione di parlare con te. Addio.-
Si alzò e a passo svelto uscì dal locale. Klaus rimase ad ascoltare il ticchettio dei suoi tacchi sul pavimento, poi lentamente la seguì.
Caroline tuttavia non fu sorpresa di ritrovarselo accanto, in silenzio.
-Sai, quartieri come questi non si addicono a te, Caroline. Lascia che ti porti nella Chicago migliore, in luoghi adatti ad una principessa.-
Caroline smise di camminare.
-Ascolta, amico. Non sono più la ragazzina ingenua che si faceva incantare da promesse e regali. Ho girato il mondo, ho conosciuto la vita. Roma, Parigi…-
- …Tokio?-
Caroline si voltò verso di lui, con aria di sfida.
-Si, anche Tokio. Quindi, ti prego di lasciarmi in pace.-
Klaus si limitò a sorridere, e a seguirla mentre accelerava il passo inutilmente.
-Perché mi odi, Caroline?-
- Non so. Mi stai per dire che non sei più l’ibrido psicopatico e assassino che ha progettato di uccidere praticamente tutto il mondo?-
- Il risentimento invecchia, dolcezza. Dovresti guardare avanti.-
- Infatti è quello che faccio. E davanti a me TU non ci sei.-
- E cosa c’è? –
-Perché dovrebbe importarti?-
-Dopotutto sono un vecchio conoscente, ho il diritto di fare conversazione.-
Caroline lo guardò rassegnata. Avrebbe vinto lui.
-Per ora praticamente niente. Sono più che altro…Alla ricerca. Non so bene di cosa.-
- Capisco. L’eternità è dura da affrontare, dolce Caroline. E i tuoi simpatici amici? –
Caroline non rispose, si limitò a camminare, abbassando la testa.
-Mi dispiace, se ti ho turbata.-
Klaus continuò a seguirla, senza parlare. La guardava, assorbiva la sua luce. Non aveva mai davvero pensato a lei, nel corso degli anni. Caroline era come un sogno rimasto ai margini della sua mente, un sogno che si era ripresentato come reale con enorme facilità.
Fu lei ad interrompere il silenzio.
-E tu? Cosa fai quando… Beh, quando non pianifichi malvagità.-
- Dovresti sapere che pianificare malvagità non è neanche il preferito tra i miei passatempi. Più che altro mi limito ad ammirare il mondo, in tutta la sua mostruosità terribilmente affascinante. –
Caroline lo squadrò, dubbiosa.
-Non sembra particolarmente divertente.-
- Cosa lo è alla mia età, dolcezza?-
- Prova con il circolo della terza età. Torneo di bocce ogni venerdì.-
Klaus rise di nuovo, e gli sembrò troppo.
-Vieni con me, Caroline. Guarderemo il mondo, faremo quello che vuoi. Tutto ciò che desideri…Posso offrirtelo. Vieni con me, dolce Caroline.-
La vampira si fermò di nuovo, ma questa volta si voltò a guardarlo.
-Dopo tanti anni non hai ancora imparato? Non puoi comprare le persone. Non puoi comprare me.-
Klaus la guardò, senza capire. Non lo aveva capito a Mystic Falls, non lo capì allora. Sentì la rabbia e la frustrazione salire, come poteva quella ragazzina dire quelle cose? Prima che potesse esplodere, però, Caroline parlò di nuovo.
-Sai, non ne avresti bisogno. Dovresti solo… Capire, oltre che osservare. -
Klaus sbuffò, divertito.
-Sembra faticoso-
Questa volta fu Caroline a sorridere. Si avvicinò a lui in modo pericoloso. Klaus non capiva, ma quella ragazzina era sicura, non esitava. L’ibrido pensò semplicemente che fosse la creatura più bella che avesse mai visto, poi le lo baciò. Velocemente, lasciando che le labbra si sfiorassero appena. Klaus aveva vissuto troppi anni per ricordare date, volti, nomi…Ma quell’istante lo avrebbe ricordato, ancora e ancora, come l’aria di Chicago.
-Quando ci rincontreremo non provare a comprarmi, Klaus. –
- Ci rincontreremo?-
-Chi lo sa? Magari domani, o tra cento anni.-
La vampira sorrideva.
- Addio, dolce Caroline. Guarda il mondo, sii fele. Ci rincontreremo.-
Fu lui a scomparire, con la velocità di un soffio di vento.

Quella notte Klaus guardava fuori dalla finestra. La sua casa di Chicago aveva un bel panorama, di notte. Davanti a lui, un’elegante scrivania piena di fogli, bianchi.
Da anni non disegnava più niente. Era troppo difficile ispirare una mente annoiata.
Quando il sole sorse, la mattina dopo, l’ibrido era già andato via. Sulla scrivania il sole illuminò decine di fogli, tutti segnati da una matita leggera. Si distingueva chiaramente il viso gentile di Caroline Forbes, con gli occhi luminosi e pronti a scoprire il mondo.
  
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