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Autore: Ishyna    21/09/2006    3 recensioni
Cinque anni di lontananza... un patto che avrebbe dovuto togliere ogni memoria... che cosa è accaduto?
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Goku, Nuovo personaggio, Vegeta
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Quella notte...
Infastidito per l'ennesima volta dalla debolezza di quel pensiero, il principe girò stizzito sui tacchi, senza degnare l'interlocutrice d'una parola.
"... Vai già a dormire? Quando la smetterai di disdegnare la mia compagnia?" chiese sorridente lei, con l'espressione di chi possiede una sicurezza tale da affrontare chiunque.
Ma il saiyan non le rispose, spostando con una mano il pesante tendone che lo divideva dalla sua stanza, facendo così salire verso l'alto milioni di particelle di polvere che giocarono danzando nell'aria, proiettate solo dalle flebili luci delle candele sparse qua e là senza un ordine preciso.
Con un movimento netto si tolse il mantello color pece che gli avvolgeva le spalle, gettandolo distrattamente sulla prima poltrona incontrata e provocando così un'altra seccante ondata di acari.
Così come all'esterno, pure gli interni sembravan caduti in mano alle tenebre, coadiuvati dalla scurezza delle stoffe e dalle strane creature intarsiate nel legno del mobilio.
A vegeta quell'ambiente non andava per nulla a genio, lo trovava decadente e sporco... indegno al suo nome.
Ma agli occhi di chiunque altro, la sua dimora si presentava come un possente maniero gotico, sfarzoso seppur da ristrutturare... Ma l'aria tanto tenebrosa che lo avvolgeva aveva scoraggiato chiunque all'avvicinarsi.
Si gettò con un tonfo sordo sul letto, scotendo così le lenzuola granata del suo baldacchino, senza neppure prendersi la briga di togliersi gli stivali. Era chiaramente nervoso, come sempre del resto, ma al calare delle tenebre questo suo difetto diventava più visibile... Si costrinse a chiudere gli occhi, in cerca di un sonno ristoratore che ormai non giungeva da troppo tempo, quando nuovamente quella voce lo interruppe.
"Non temere... questa sensazione sparirà... una volta che avrai schiacciato con i tuoi piedi la persona che ti ha tolto tutto..."
La figura di lei era ancora più distorta dalla danza delle fiamme circostanti ed il principe si ritrovò a fugare lo sguardo, quasi intimorito all'idea di qualche oscuro potere che potesse definitivamente fargli perdere il controllo di sè. La trovava a tratti fastidiosa, a tratti interessante... ma sicuramente la sua presenza non lo metteva a proprio agio.
"Non ho alcuna sensazione se non l'odio. E ora vattene, non mi pare avessimo un accordo per discutere la sera"
Detto questo, con un gesto preciso piegò la gamba e con la punta dello stivale si sfilò l'altro facendolo atterrare a pochi centimetri dai piedi dell'ospite, che scoppiò in una risata cristallina... se limpida fosse l'inquietudine. Poi svelta si defilò chiudendosi l'uscio alle spalle, mentre la sua voce faceva ancora eco tra le mura...
L'uomo osservò ancora a disagio la porta, poi spostò le iridi color pece sul soffitto, seppur non lo riuscisse a vedere completamente a causa del poco chiarore.
"Quella notte...", si ritrovò a mormorare prima che se ne rendesse conto. Ma quando la sua stessa voce giunse alle sue orecchie, con un gesto d'ira si girò d'un lato, lo sguardo torvo di chi è incazzato, ma solo con sè stesso.
Per un attimo afferrò le coltri sotto di sè con la mano, chiudendole in un pugno, ma poi le lasciò lentamente scivolare via, come segno di resa... Lo avrebbe fatto, anche quella notte. Si sarebbe lasciato cullare da quel ricordo. E ci sarebbe stato male, sarebbe stato invaso dalla tristezza... Ma si sarebbe ricordato della sua vita. Con un sospiro quasi affranto richiuse gli occhi, facendo scorrere le immagini nella sua mente....


"Vegeta...?"
La voce più familiare che lui conoscesse lo stava chiamando, mentre lui (come aveva fatto prima), era appoggiato alla ringhiera, intento a guardare il nulla. Ma l'ambiente era diverso... era VIVO. Seppur fosse notte, qua e là poteva osservare un chiarore diffuso, quasi rassicurante, delle case poco distanti, delle finestre di casa sua. Poco lontano il suono di risate saliva verso i suoi timpani, scandito dalle voci degli astanti... E presero a culminare nel momento in cui, la voce di un Crilin annebbiata dall'alcol, iniziò lenta e stonata a scandire le note di una canzone d'amore.
"Vegeta!"
Si girò come destatosi, riconoscendo sul terrazzo, dietro di lui, la donna dai capelli color cielo rischiarata dalla luna. Negli occhi di lei non c'era rimprovero come negli occhi di chiunque l'avesse guardato dalla sua nascita... Era l'espressione di chi guarda un uomo come tanti, o forse qualcosa di più... "Dovresti scendere sai! Voglio dire... è la vostra festa! Avete sconfitto e Majin bu... e... sei tornato"
Lui la osservò di nuovo, chiedendosi in cuor suo cosa la spingesse a volere un assassino al suo tavolo... Un assassino che l'aveva portata a letto, ma non le aveva mai espresso neppure una volta i suoi sentimenti. Le parole eran per chi non sapeva combattere. Chi era più forte poteva sistemare le cose lottando, anzichè perdersi in mille discorsi forzati e vuoti. Forse per questo non vi era abituato, non l'aveva mai fatto... ed iniziare ora era difficile. Troppo per chi aveva un segreto da confessarle....
"Non voglio. Sono una mandria di dementi senza cervello con a capo Kakaroth... Guardali! Due giorni fa il mondo stava per cadere nell'apocalisse, e ora cantano canzoni popolari!"
Bulma lo osservò silente per qualche istante... poi scoppiò in un'incontrollata risata. Si avvicinò di qualche passo al suo uomo, gli appoggiò una mano sul suo braccio mentre l'altra era premuta sulla pancia a causa delle troppe risa, fino a quando con fatica riuscì a rispondergli.
"Hai ragione! Crilin non è portato per le canzoni d'amore! Dovremmo regalargli una parrucca lunga ed indicargli la strada del metal! Che ne dici?"
Si era ammattita! Vegeta la guardò stranito, non capacitandosi di come potesse avergli detto una cosa simile... forse lo shock per la morte... forse...
D'un lampo gli venne in mente l'immagine del miglior amico di Kakaroth con una cresta verde in testa e un catenaccio al collo... e si girò di scatto per nascondere l'immagine del suo labbro inferiore che tremava vistosamente. La donna cercò di riprendere il controllo della situazione, conoscendo bene il saiyan e sapendo che mai le avrebbe permesso di vederlo ridere. Diede due colpi di tosse per spezzare l'atmosfera e la sua espressione divenne terribilmente seria, prima che aprisse le labbra.
"Vegeta... mi devi dire qualcosa?"
La domanda entrò nel petto del saiyan come un pugnale e stupito si girò a guardarla. Lei.... aveva capito qualcosa?
Sì, avrebbe dovuto dirglielo... ma che importanza avrebbe avuto... da domani.... il domani in cui lei non avrebbe più ricordato la sua esistenza?


p.s.
Questa è la mia prima fanfiction, sebbene abbia scritto molti racconti personali... spero di riuscire a trasmettere ciò che voglio.kiss!

  
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