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Autore: Nimue_    13/02/2012    12 recensioni
Stava di sicuro usando qualche losco potere da vampiro, gli occhi da docile cerbiatto o qualcosa del genere, ed era per questo che si sentiva così terribilmente attratto da lui.
Non poteva e non doveva esserci un'altra spiegazione.
- Io non lo sapevo. - disse solo.
Il vampiro sorrise, - Ora lo sai. -
[Raphael Santiago/Simon Lewis - Slash abbastanza esplicito]
Buon San Valentino!
Genere: Dark, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Raphael Santiago, Simon Lewis
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Clockwork City'
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simon raphael

Discorso elettorale vampiresco: questa è una follia, lo so. Il problema è che mi piacciono le coppie crack/slash, adoro Simon Lewis e amo alla follia Raphael Santiago. Quindi siete avvertiti, la mia prima fanfiction di San Valentino è davvero pazza. Si parla di una coppia crack, appunto, e per giunta di una relazione masculoxmasculo. Continuerò sotto con le note, ma alcune cose le devo dire:
- Il titolo della storia viene dall’ebraico, verrà spiegato dallo stesso capo dei vampiri.
- L'intera storia gira attorno al nome di Simon che nel libro viene usato solo da Clary.
- Ci troviamo in CoFA dopo che Camille è scappata senza rivelare per chi sta lavorando.
- Alcune persone hanno un’idea sbagliata di Raphael; ricordo che la Clare lo ha descritto come un ragazzino più piccolo di Clary e degl'altri!

 

A Charly perché slash is the way!
Ma anche a Valerie e a Khyhan,
 per i nostri discorsi sulle coppie più strane.

Shime'on


In nomen omen.

- Uccellino, sei di nuovo caduto dal tuo nido? -
Simon ebbe un sussulto, preso alla sprovvista. Si alzò in piedi alla svelta, coi pantaloni umidi per la rugiada del prato, e cercò di capire da che punto del parco provenisse la voce. Lo aveva cercato dappertutto, perfino all'Hotel Dumort, ma nemmeno lì era riuscito a parlargli. Se vuole essere trovato verrà lui da te, gli avevano detto gli altri vampiri.
Di sicuro con una donna infuriata e millenaria che gli dava la caccia, Raphael aveva una buona ragione per nascondersi, ma per scomparire dal rifugio, lontano dai suoi seguaci, doveva essere assolutamente disperato.
Ora lo vedeva seduto sul ramo di un albero, con le gambe snelle che dondolavano avanti e indietro come quelle di un bambino sull'altalena. Sembrava davvero un bambino, si disse, anche se era impossibile capirne l'età; quindici anni, forse, oppure sedici come lui. A differenza sua, però, Raphael aveva l'aria molto più infantile, quella di un mocciosetto annoiato coi lineamenti ancora acerbi, quasi femminei.
- Rispondimi uccellino, non canti più? -
La sua voce sottile non riusciva a suonare come un ammonimento, era più come una strana cantilena. L'avrebbe definita gradevole se non fosse stato per quella solita nota di apatia che esprimeva.
- Uccellino, mi ascolti? -
Simon sentì il sapore del sangue nella bocca quando i canini spuntarono fuori come lame. Detestava essere etichettato in quel modo e detestava ancor di più che mai nessuno lo chiamasse per nome, soprattutto lui.
- Ti ho sentito, uccellino. -
Raphael balzò giù e atterrò in piedi senza scomporsi. Si avvicinò con aria di superiorità, ma dalle ombre scure sotto gli occhi e dal colorito diafano della pelle, Simon capì che non mangiava da giorni. Era debole, ma non per questo meno astuto.
- Qui sono io a chiamarti uccellino, diurno. -
- Il nome Simon fa così schifo? Sai, prima ero "il Mondano", poi sono diventato "il Nascosto", "l'uccellino" e infine "il Diurno". Cavolo ragazzi, riuscite sempre a farmi sentire accettato. -
Qualunque reazione divertita che Simon si era aspettato di suscitare non ci fu, l'espressione di Raphael rimase impassibile e annoiata come sempre.
- Perché mi cercavi, uccellino? -
Simon alzò gli occhi al cielo, sperando che la vista di un vampiro potesse cogliere quel gesto anche al buio. Mantieni la calma, non sei qui per spaccargli quel bel visino di porcellana.
- Ti devo parlare. Di Camille. - sospirò.
Raphael rimase immobile ma Simon era sicuro che avesse smesso di respirare, anche se quello, di certo, non era un problema.
- Non mi interessa, so che avete patteggiato con lei, non mi occorre sapere altro. -
Gli voltò le spalle, avviandosi verso la moto demoniaca lucidata a nuovo che - Simon se ne accorse solo in quel momento - era parcheggiata dietro l'albero dalla quale era saltato.
Il Diurno si materializzò davanti al veicolo, facendo alzare le foglie in uno sbuffo di vento. 
- Camille lavora per qualcun'altro. - disse, guardandolo dritto negli occhi.
- Non m'importa niente di lei,  che qualcuno l'aiuti a farmi fuori se vuole. -
La mano di Raphael cercò di scansarlo, ma Simon gli bloccò il polso. Era rischioso opporsi al capo dei vampiri di New York, una mossa davvero avventata, ma non c'era altra scelta. E poi Raphael sapeva del potere del marchio di Caino.
- Ti importa invece. Sei troppo preoccupato perfino per mangiare e ti stai indebolendo, credi che sia cieco ? -
- Credo che tu sia stupido. - sibilò, ma nel suo sguardo s'intravedeva la sorpresa. Non si aspettava che Simon si fosse accorto della sua dieta, e le sue parole lo rendevano nervoso. Il suo viso appariva tanto emaciato dalla fame?
- Aiutaci a scoprire di chi si tratta e noi ti proteggeremo. - 
- Voi? Voi chi? Da quando quegli insulsi Nephilim si interessano di noi Nascosti? Al diavolo gli Accordi, siamo solo delle bestie per loro, un rifiuto. -
Il labbro inferiore di Simon pulsava e il dolore era pungente nel punto in cui i canini, adesso tornati al proprio posto, lo avevano ferito. Cercò di ingoiare sangue e saliva, ma entrambi non volevano scendere giù. Era impossibile non essere travolti della verità di quelle parole, e altrettanto impossibile era cercare di accettarle. Facevano troppo male.
Il vampiro cercò di liberarsi dalla presa di Simon, imprecando in spagnolo. 
- Déjame*! Lasciami andare, Diurno, o ti giuro che anche a costo di farmi polverizzare dal marchio di Caino ti..-
- Io ti proteggerò. -
Calò il silenzio. Per qualche secondo l'unico suono udibile rimase quello dei claxon e delle auto che correvano nella 79a di Central Park West.
La bocca di Raphael era aperta per finire la frase, ma dalla gola non usciva alcun rumore e le labbra gli tremavano. Per una volta, nonostante la giacca troppo larga e scura e i Jeans attillati, sul suo viso non c'era traccia dell'adulto, presuntuoso capo dei vampiri. Era solo Raphael.
- Ho il marchio di Caino, nessuno può farmi del male e non permetterò che qualcuno lo faccia a te. -
Simon teneva ancora la stretta salda sull'altro ma le sua mano, adesso, avvolgeva le dita esili, affusolate e gelide del vampiro.
- Lasciami andare.-
Come faceva spesso per rassicurare Clary, Simon si sforzò di ricordare la voce calda di suo padre per imitarla. Lo faceva sentire al sicuro da piccolo, lo tranquillizzava.
- Fidati di me. - 
- Simon, ti prego, lasciami andare. -
Simon. Aveva detto il suo nome, lo aveva chiamato Simon. Faceva uno strano effetto, come se avesse appena ricevuto un dono prezioso che solo di rado gli veniva regalato, e a farglielo era stato niente di meno che il gran Padrone - se così si poteva parlare di un ragazzino alto la metà di lui - del clan newyorkese.
- Come hai detto? -
Raphael chiuse gli occhi e abbassò la testa, e stavolta non erano solo le sue labbra a tremare: ogni centimetro del suo corpo era scosso, se pur impercettibilmente, da piccoli brividi. 
- Ti prego. -
- No, non quello, mi hai chiamato per nome. -
- Allora? -
- Allora è bello che tu lo abbia fatto. - davvero un'affermazione idiota, pensò, tipico di lui, - Voglio dire, non lo fai mai, di solito ti rivolgi a me in quei modi assurdi. - farfugliò, ma ogni tentativo di dimostrarsi meno stupido era sfumato da un pezzo.
- Ora lasciami. -
- Prometti che mi dirai quello che sai e io ti lascerò andare. -
- Lasciami. -
Con uno scatto improvviso, il diurno, bloccò anche l'altro polso. Sapeva che il vampiro non poteva cercare di liberarsi con la forza o il marchio di Caino lo avrebbe fatto esplodere in migliaia di granelli di sale. Non proprio uno spettacolo piacevole.
- Dimmi perché hai paura, allora. Spiegami perché sei spaventato da Camille e io ti proteggerò. -
- Non ho paura, clase de idiota*. - nella voce era tornato un accenno di presunzione e le sue sopracciglia scure erano schizzate in alto, ma Raphael era ancora frastornato.
Simon lo fece indietreggiare fino alla moto, in modo che potesse appoggiarsi. Cosa diavolo stava combinando? Se solo li avesse visti Clary, o Jace, qualcuno!
- Raphael, parlami. Ti ascolto, ascolterò qualunque storia abbia da raccontarmi. È così che fanno quelli come noi, vero ? Quello della stessa specie, si ascoltano e si difendono l'uno con l'altro. -
- Tu non sei come noi, Diurno. -
- Fantastico, sono tornato"il Diurno". Per l'ultima volta Raphael, ti ascolto. - i canini rispuntarono fuori come coltelli. Quel vampiro riusciva a farlo incazzare in meno di un secondo, sembrava indifeso e insopportabile allo stesso tempo.
- È divertente, sai. - le braccia di Raphael, ancora strette nella sua morsa, cercarono di stendersi lungo i fianchi, facendolo avvicinare pericolosamente. Se fosse stato umano Simon avrebbe colto la pulsazione della vena sul suo collo. Deglutì, ma non si mosse di un centimetro, continuando a tenerlo stretto.
- È divertente che il tuo nome abbia proprio questo significato.Vieni da una famiglia di religione ebraica, vero? -
- Che c'entra questo con il mio nome? -
- Shime'on, il tuo nome significa Shime'on, che a sua volta deriva dal verbo sh'ma, "ascoltare". Viene dalla Bibbia. - 
Il Torah, stava per correggerlo, è il Torah il testo sacro dell'ebraismo, eppure non riusciva a contraddirlo. Stava di sicuro usando qualche losco potere da vampiro, gli occhi da docile cerbiatto o qualcosa del genere, ed era per questo che si sentiva così terribilmente attratto da lui; non poteva e non doveva esserci un'altra spiegazione.
- Io non lo sapevo. - disse solo.
Il vampiro sorrise, - Ora lo sai. -
- Questo vuol dire che mi dirai tutto? - Simon lasciò la presa, sfiorando le dita di Raphael con delicatezza. Non sarebbe scappato, non adesso.
- Sei ancora disposto ad ascoltarmi ? - e a proteggermi? Quello sguardo furbo diceva più delle parole, e c'era il rischio non indifferente di perdersi nelle gemme nere dei suoi occhi, ma Simon decise di sostenerlo.

- Sì, parola di Shime'on. -
Quando Raphael scoppiò in una risata cristallina sentì, anche con il semplice contatto delle mani, che le sue membra si stavano rilassando, facendosi più morbide al tatto. Era vero, allora. Avrebbe dovuto prendersi cura del capo dei vampiri. In quel momento non gli sembrava una prospettiva tanto malvagia.
Sì avvicinò ancora, ma Raphael era troppo basso perché il suo viso sfiorasse il suo. Qualche riccio nero, invece, riuscì a solleticargli la guancia.
- Facciamo come vuoi, Simon. - la voce di Raphael era un sussurro, ma scandiva ogni lettera del suo nome con malizia.
- Dopo ti spiegherò tutto. - aggiunse, e si alzò in punta di piedi per arrivare a stringergli le braccia intorno al collo. 
Senza riuscire a controllarle, le mani di Simon scesero fino alle cosce del vampiro, artigliandole. Le stesse mani lo sollevarono, adagiandolo sulla moto demoniaca, e lo costrinsero ad allacciare le gambe ai suoi fianchi. Il cervello, invece, aveva praticamente smesso di funzionare.
- Dopo? - chiese Simon a un centimetro da lui.
Raphael si passò la lingua sui contorni della labbra, - Sì, dopo. - e si avventò sulla sua bocca coi canini affilati.


TRADUZIONI SPAGNOLO/ITALIANO
1* = Lasciami !
2* = Razza di idiota.

Note
: buon San Valentino a tutti, in particolar modo ai single! Non apprezzo molto questa festa, ma è compito di una fanwriter mettere in moto il cervello per l'occasione. Quindi, cosa c'è di meglio che sfornare una storia con Raphael (l'amore *w*) e Simon che si sbaciucchiano?
- Simon lo stiamo facendo accoppiare un po' con tutti; volete una Simon/Jace per esempio ? Cliccate qua.
- Come spiegato sopra e come poi raccontato nella storia, la fanfiction ruota attorno al nome di Simon. L'etimologia che ho citato è verissima, Wikipedia docet.
- Ho scelto la citazione "In nomen omen", imparata grazie alla mia professoressa di latino (i credits vanno a lei lol ), perché vuol dire "Un nome, un destino". Insomma, è il riassunto di tutta la storia.
Credo di aver finito, scusatemi gli eventuali errori grammaticali ma la posto dopo averla riguardata giusto un minuto. Causa: mancaza di tempo.
Buon San Valentino, un bacio!



   
 
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