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Autore: Fiamma Erin Gaunt    13/02/2012    3 recensioni
Rapine,estorsioni,sequestri sono all' ordine del giorno, ma questo è solo quello che si legge sui giornali,non viene raccontato il lato oscuro degli intrecci criminali con la mafia siciliana,la nuova camorra,i servizi segreti,la Massoneria e il terrorismo anarchico.
In questo scenario di violenze e delitti si muove Er Banderas, l'affascinante e feroce capo della banda dell' Eur. Dall' altro lato della barricata, il vicecommissario della squadra mobile di Roma, de Gioiellis, tenterà di rimettere al loro posto le tessere del mosaico.
Mamma Roma è la storia di un bambino brillante e amante degli animali che si trasformerà nel nemico pubblico numero uno; e,allo stesso tempo, è la storia del suo inquisitore un fedele tutore dell' ordine che nonostante tutto si batte per la giustizia.
Due destini esemplari,condannati ad incrociarsi.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Cap 1. Er Banderas
 





«A via de la Lungara ce sta 'n gradino
chi nun salisce quelo nun è romano,
nun è romano e né trasteverino »

 

 







 

 


Le celle di Regina Coeli nella primavera del 2012 erano affollate dall' elitè della malavita romana e da extra comunitari che avevano trapiantato i loro traffici nella città eterna, in larga maggioranza si trattava di colombiani e nigeriani dei vari cartelli o di albanesi che avevano fatto la loro fortuna con il traffico d' armi e lo sfruttamento della prostituzione.
C' era anche buona parte della banda di Federico Bellin,in attesa del processo per il rapimento di un imprenditore romano: Fabrizio Tozzi,detto il Fascio per il suo orientamento spiccatamente nero,Riccardo Berti,detto er Pantera,Blasco Lopane conosciuto come il Terrore ed infine i fratelli Walter e Giorgio Rocchi, il Muro e il Catena.
Nel reparto di massima sicurezza si poteva incontrare il terrorista Salvatore Puccioli, uno svitato di sinistra che aveva pensato bene di emulare le BR e il gruppo degli anarchici capeggiato da Lucas Skorr, un mezzo romano e mezzo danese che parlava poco ma aveva dimostrato di essere un vero duro. Insomma i maggiori rappresentati di una generazione che aveva messo a ferro e fuoco Roma erano lì.
Quello che accomunava i ragazzi delle batterie, i narco trafficanti e i sovversivi era una sola cosa: il desiderio di rivalsa. In carcere Federico Bellin,boss della banda dell' Eur, aveva avuto modo di discutere più volte con Campos Suarez, colombiano del cartello di Medellìn, che gli rimproverava la troppa lungimiranza.

- Voi romani siete troppo individualisti,non riuscirete mai a mettere in piedi un' organizzazione stabile in una città grande come Roma, vi manca la giusta mentalità - asseriva il colombiano con quel suo pesante accento che rendeva difficile capire quello che diceva.

- Ma non dire stronzate - replicava il ragazzo con tono puntualmente infastidito.

- Il fatto è che voi vi accontentate di esportare la vostra roba,non ve ne frega un cazzo del dominio a casa vostra; il nostro sogno invece è quello di conquistare Roma di farla diventare non solo casa nostra,ma cosa nostra. Siamo mille anni più avanti. - proseguiva il ragazzo mentre i suoi occhi si illuminavano di quello scintillio che i compagni avevano imparato a conoscere e in parte anche a temere.

- Ma in tanti anni nessuno c' è mai riuscito - gli faceva notare Campos usando il tono che un padre avrebbe usato con un figlio troppo ostinato.

- Questo è il vostro problema amico mio, voi pensate troppo al passato, mentre per noi è un qualcosa che anche se ha occupato buona parte della nostra vita va lasciato alle spalle e dimenticato. Bisogna guardare al futuro e per farlo serve pensare in grande. - continuava guardandolo come sfidandolo a replicare.
Era a quel punto che in genere il colombiano lasciava cadere il discorso e proponeva di farsi un goccetto di quel buon rum che era riuscito a farsi recapitare da una delle guardie,dietro una cospicua mancia ovviamente.

 






 





                                                                                                                                                *******************************










E in effetti Federico da quando aveva messo piede nel mondo della malavita per la prima volta, non smetteva mai di pensare a come fare per riuscire a conquistare la città eterna.

Aveva appena ventun' anni, gli occhi che ricordavano quelli di una tigre e che facevano sciogliere il cuore delle ragazzine, affascinante e carismatico,sapeva comportarsi in modo galante all' occorrenza, ma possedeva una spietatezza ed una crudeltà che spesso spaventava persino i suoi compagni.
A ben guardare ci si rendeva conto che c' era qualcosa di grande nel suo essere criminale. Gli uomini di Palermo con cui faceva affari dicevano che sapeva "sciusciare" (soffiare) cioè che il Banderas emanava un' autorità così terribile che persino l' aria pareva agitarsi in sua presenza, una qualità che generalmente veniva attribuita solo ai mafiosi.
Se solo avesse voluto avrebbe potuto fare qualsiasi cosa nella vita, magari anche prendersi la laurea e andare a cercare fortuna negli States visto che i soldi in famiglia non mancavano,e invece aveva trascorso gli ultimi tre anni della sua giovane vita entrando ed uscendo dal gabbio.
Tuttavia non appariva certo domato, al contrario si aggirava per il carcere come una tigre in gabbia, spremendosi le meningi alla ricerca di un piano per prendersi ciò che voleva. Quello che volevano tutti,Roma.

Tra processo e cazzi vari aveva almeno un altro mese prima di venirne fuori,o almeno così gli aveva detto il suo avvocato.
Insomma,aveva tutto il tempo di organizzare il colpaccio.










Spazio autrice:

Sono sempre stata una fan dei grandi personaggi della malavita italiana ed in particolare delle vicende della Banda della Magliana perciò mi sono detta,perchè non riproporre un romanzo criminale in chiave moderna?
Spero che vi piaccia,fatemi sapere che ne pensate.
Al prossimo capitolo.
Baci baci,
                Bella_92

 

  
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