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Autore: Severa Piton    13/02/2012    2 recensioni
Fanfiction basata sulla canzone Better Days dei Goo Goo Dolls
"Sirius, siamo a Dicembre, ormai. Natale si avvicina. Cosa ti piacerebbe avere?"
Sirius, ancora disteso sulla neve, girò la testa verso James. Non aveva ancora avuto il tempo di pensare ai regali di Natale. Sembrava quasi impossibile che potessero ancora esistere dei giorni dedicati alla felicità nel bel mezzo di una guerra che sembrava infinita.
"Vorrei essere sicuro di vivere la fine della guerra. Mi piacerebbe molto."
Genere: Malinconico, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Better Days Prima di cominciare vorrei consigliare a tutti i lettori di ascoltare, se vorranno e se avranno voglia, la canzone Better Days dei Goo Goo Dolls. Credetemi, è un buon consiglio. :)
Buona lettura!



Better Days.



Un insistente bussare turbò l'apparente quiete dei coniugi Potter, facendo sobbalzare Lily e mettere in guardia James. Solo quando si ricordarono che quella era la "Serata Sirius" si rilassarono un po'.
Sirius si recava spesso a casa loro, a volte senza preavviso, anche se aveva imparato che, dopo l'inizio vero e proprio della guerra, era meglio avvertire in anticipo se non voleva far morire di paura il suo migliore amico e la sua bellissima moglie. Ovviamente sapevano che nessun Mangiamorte si sarebbe mai fermato a bussare, ma la tensione in quel periodo era molto alta e le scariche di Adrenalina troppo frequenti.
Nella Serata Sirius, però, lui era obbligato ad andare a casa Potter. Ormai era una regola da quando James e Lily avevano deciso di sposarsi e di mettere su casa.

James andò ad aprire e venne travolto da un potente e freddo soffio di vento. Fuori la neve aveva ricoperto i tetti delle case e poche impronte si potevano vedere sul marciapiede, a creare profondi crateri sul bianco immacolato. Rivolse lo sguardo a Sirius e notò con piacere che anche lui aveva qualche centimetro buono di neve sul cappuccio tirato sulla testa e si stringeva le mani intorno alle braccia saltellando leggermente sul posto.
"Allora, vuoi farmi entrare o hai intenzione di lasciarmi qui fuori a morire assiderato?"
"Sai, io non scarterei la seconda opzione!"
Sirius diede uno spintone a James ed entrò in casa. Si tolse di fretta cappotto, guanti e sciarpa, lasciando cadere la neve che aveva addosso sul loro pavimento pulito. Poi si stese sgraziatamente sul divano vicino al camino acceso. Il tutto accompagnato dalla risata di James e seguito dallo sguardo contrariato di Lily, che, nel frattempo, aveva fatto Evanescere la neve con un colpo di bacchetta.
"Sai James, non sarebbe male rimanere ibernato fino alla fine della guerra." La risata simile ad un latrato invase la piccola casa e James sorrise, sentendo la nota malinconica dietro le parole scherzose dell'amico.
Era tradizione passare la Serata Sirius fra battute sciocche e doppi sensi che la povera Lily molto spesso non riusciva a capire.
Quella sera non fu così. Quella sera nessuno aveva tanta voglia di scherzare, perché nessuno ha mai bisogno di raccontare barzellette dopo la morte di un caro amico.
James, Sirius e Lily potevano ritenersi fortunati ad essere seduti davanti ad un bel camino scoppiettante dopo una battaglia come quella alla quale avevano preso parte durante il giorno.
Ma tanti non ce l'avevano fatta: alcuni membri dell'Ordine erano morti, tra questi anche Benji Fenwick. Non avevano potuto fare altro che guardare mentre i Mangiamorte lo facevano esplodere e far ricadere a terra i pochi pezzi che rimanevano di lui. Era stato un attimo, non avevano avuto tempo di intervenire. Non avevano visto i Mangiamorte che lo colpivano alle spalle. Non avevano avuto tempo.
Avevano combattuto con più violenza, dopo. La disperazione e il dolore per aver perso un caro amico aveva guidato le loro bacchette.
E avevano vinto di nuovo.
Quando erano tornati alla Sede dell'Ordine erano sfiniti. Per I Malandrini e per Lily, Benji era stato un buon amico. Un uomo sul quale si poteva fare affidamento, un uomo che non aveva mai abbandonato nessuno nel momento del bisogno.
Era stato seduto nelle prime file al matrimonio dei Potter.
Parlarono di lui, quella sera. Ricordarono le sue battute e la sua bontà. Avrebbero voluto che anche Remus e Peter fossero stati lì con loro, ma quella sera avevano il turno a casa di Dorcas. All'ordine si erano accorti che Il Signore Oscuro in persona l'aveva presa di mira già da qualche tempo.
Ai loro discorsi e ai piccoli sorrisi tristi e malinconici seguì un lungo silenzio, finché Lily non appoggiò la testa sulla spalla di James e quest'ultimo si accorse che il colore era defluito dal suo viso.
"Lily, ti senti bene?" Le chiese preoccupato.
"Tranquillo James, ho solo un po' di nausea. Credo di non aver digerito bene la cena."
James le accarezzò dolcemente una guancia bianca come porcellana.
"Vai a riposare, hai avuto una brutta giornata."
Lei alzò la testa dalla sua spalla e lo guardò per un attimo, poi annuì e, dopo avergli dato un bacio sul naso e aver salutato Sirius con un abbraccio, salì le scale, diretta alla camera da letto.
Quando se ne fu andata, James confessò a Sirius tutte le sue preoccupazioni.
"Non posso vederla così. Mi fa male non poterla far felice. Le avevo promesso che non avrebbe mai avuto un giorno di sofferenza con me."
Il suo migliore amico scosse la testa facendo ondeggiare i capelli. Notò che si erano allungati parecchio. Da quanto tempo non li tagliava?
Lo guardò mentre scivolava già dal divano per sedersi accanto a lui e mettergli una mano sulla spalla.
"Stai dicendo un'enorme cavolata, James! Te ne rendi conto, vero? Credo che Lily sia più che felice insieme a te. C'è una guerra là fuori e tu fai di tutto per sembrare calmo, per non farla agitare, per darle più tranquillità possibile. Ti apri poco con lei per non angosciarla. Credi forse che non se ne sia accorta? Lily non è stupida e ti è grata."
"Come puoi saperlo, Sirius?" Disse James con voce disperata, passandosi una mano fra i capelli.
Sirius sorrise. "Lo so, brutto scemo, dal modo in cui ti guarda. Non hai visto tutta la gratitudine nei suoi occhi questa sera? No? Accidenti, cambia occhiali, fratello!"
James rise senza allegria. "Vorrei fare di più." Sospirò.
"Sai, sei una delle persone più forti che io abbia mai conosciuto. Tante volte mi piacerebbe essere come te e credimi se ti dico che Lily sembra sempre tornata da una seduta di Yoga in confronto alle altre donne dell'Ordine. Dovevi vedere Marlene, lunedì: sembrava impazzita. Piangeva, tremava e urlava. Invece Lily è sempre tranquilla quando ci sei tu. A quanto pare ci sai fare."
James sembrava rassicurato dalle parole del suo migliore amico. Dopo anni in compagnia di Remus, Sirius aveva imparato ad usare il suo stesso tono pacato e profondo che molte aveva usato per tranquillizzarlo, per dirgli che lui non era come la sua famiglia. Non era come suo fratello. E bastava quel tono per far stare meglio il cuore, le parole sembravano più autentiche ed entravano nella mente facendolo sentire più sicuro.
James sorrise e Sirius gli diede una forte pacca sulla spalla, facendolo borbottare qualcosa che somigliava vagamente ad un 'Maledetto' e Sirius scoppiò a ridere.
Rimasero entrambi a sghignazzare, lasciando scivolare via un po' di tutta la tristezza e la disperazione che attanagliava loro le viscere, sentendosi in colpa per il loro gesto egoista.
Finché entrambi non si ricordarono che Lily dormiva tranquillamente di sopra e quindi abbassarono la voce.
Poi, all'improvviso, Sirius alzò la testa e puntò il suo sguardo su James, il quale inarcò un sopracciglio.
"Da quanto tempo non ti trasformi in Ramoso?" Gli chiese.
"Da qualche mese." Sirius sorrise, come se fosse stato colpito in pieno da un'illuminazione divina.
"Hai voglia di tornare a correre?"
Il sopracciglio di James si abbassò lentamente. Da troppo tempo sentiva il bisogno di trasformarsi e di sentire il vento che passava delicato attraverso il suo pelo da cervo.
Gli sembrava un po' ingiusto trasformarsi senza Remus e Peter ma sapeva perfettamente che si sarebbero arrabbiati se lui non avesse fatto quello che lo rendeva felice.
"Certo che ne ho voglia." No. Non poteva, accidenti! Non poteva lasciare Lily da sola.
"Non le succederà niente - Sirius aveva intuito i suoi pensieri - i Mangiamorte hanno perso molti compagni oggi, sono abbastanza sicuro che la maggior parte di loro stiano organizzando un piano per il prossimo attacco. Gli altri molto probabilmente stanno tenendo d'occhio la casa di Dorcas. Bathilda abita qui vicino, James, quanto credi che ci metterebbe a mandare un Patronus parlante al Quartier Generale dell'Ordine? Lily è al sicuro. Ti farà bene correre un po'."
James rimase in silenzio per un po' di tempo, poi salì le scale che portavano alle camere e Sirius lo aspettò al piano di sotto. Una volta nella sua stanza da letto, James si avvicinò a Lily e la svegliò dolcemente. Lei, con un mugolio infastidito, gli fece capire che era cosciente.
"Come ti senti, Lily?"
Lei aprì un occhio. "Meglio, Grazie."
James sorrise al suono della sua voce assonnata.
"Te la senti di stare sola per un po'?"
"Dove vuoi andare?" Gli chiese Lily tirandosi a sedere di scatto.
"Tranquilla! - le sorrise - ci piacerebbe solo trasformarci per qualche minuto."
Lei sospirò, leggermente tranquillizzata, e tornò a distendersi. Il modo in cui Lily lo guardò, fece sentire James leggero, tanta era la dolcezza nei suoi occhi.
"Vai James, ti meriti di correre senza dover essere inseguito. Ti aspetterò sveglia. Nel caso in cui succeda qualcosa Bathilda saprà cosa fare. Quella vecchiaccia rimane sempre allerta finché non vede tutte le nostri luci spente, lo sapevi?" Lily rise e James la seguì.
"Davvero? è un po' inquietante."
"Ma no! Ci vuole solo tanto bene!"
James fece scivolare lentamente le dita sulla guancia di Lily, aveva sempre apprezzato la morbidezza della sua pelle.
"Grazie! Ti prometto che sarò di ritorno molto presto."
La baciò con passione e si avviò piano verso le scale per poi scenderle di corsa.
Si sentiva in colpa e stupido pensando che di lì a pochi minuti Lily sarebbe rimasta da sola in casa. Gli sembrava di essere tornato ad Hogwarts. Si disse che non si stava comportando male, dopotutto era rinchiuso in casa da un anno, ormai, e usciva solo per combattere o per andare a far visita agli altri Malandrini o alle amiche di Lily. Andava bene sentirsi stressato. Andava bene avere un bisogno disperato di trasformarsi in Ramoso e sentire di nuovo sulla lingua il sapore delle loro corse per le scale della Stamberga e il sudore e la spensieratezza che alleggerivano i loro cuori prima che la Luna tramontasse. Quanto gli erano mancate quelle sensazioni.
James e Sirius si misero cappotto e sciarpa e uscirono all'aperto, notando con piacere che aveva smesso di nevicare. Si divertirono a darsi spinte sui marciapiedi innevati e a saltare a pie' pari per lasciare dei piccoli crateri.
Poi, arrivati vicino al bosco si guardarono intorno con circospezione e, dopo essersi scambiati un sorriso complice, si trasformarono con un colpo di bacchetta.
E finalmente, dopo mesi e mesi, Felpato e Ramoso si sentirono di nuovo liberi.
Corsero e giocarono per minuti che sembravano infiniti, ma James non aveva smesso un attimo di pensare a Lily sola e indifesa in una casa troppo fragile. Dopo soli dieci minuti si ritrasformarono.
Erano esausti e sudati, ma continuavano a ridere.
Alla fine si distesero sulla neve, sentendo il calore eccessivo abbandonare lentamente la loro pelle.


And you asked me what I want this year
And I'll try to make this kind and clear:
Just a chance that maybe
We'll find better days.

"Sirius, siamo a Dicembre, ormai. Natale si avvicina. Cosa ti piacerebbe avere?"
Sirius, ancora disteso sulla neve, girò la testa verso James. Non aveva ancora avuto il tempo di pensare ai regali di Natale. Sembrava quasi impossibile che potessero ancora esistere dei giorni dedicati alla felicità nel bel mezzo di una guerra che sembrava infinita.
"Vorrei essere sicuro di vivere la fine della guerra. Mi piacerebbe molto."
James osservava rapito il cielo, nonostante non ci fossero stelle quella sera, solo un'immensa distesa blu scuro.
"Già, non sarebbe brutto avere quella sicurezza." Rispose sospirando.

I need someplace simple where we could live
And something only you could give
And that's faith and trust and peace
while we're Alive.

Sirius continuò a guardare James, il quale appariva realmente perso nell'immensità del cielo.
"Dobbiamo essere forti." Disse James all'improvviso, facendo quasi sobbalzare il suo migliore amico.
Sirius era sempre stato infastidito da frasi come quella, ma lì, al buio, in una notte non lontana dalla prossima battaglia che avrebbero dovuto combattere, gli sembrò la frase più vera che James potesse dire. Dovevano essere forti. Ma Sirius a volte era stanco di essere forte, lo era stato per tutta la vita e in quel momento gli sembrava quasi impossibile continuare ad esserlo.
Aveva tanta paura della guerra e, se non fosse stato da codardi, sarebbe scappato portando i Malandrini con sé. Sarebbe andato lontano, dove la morte non avrebbe potuto trovarlo, dove crescevano ancora le rose e nessun teschio invadeva il cielo.
Avrebbe dato tutto ciò che aveva per un solo domani, un domani in cui sarebbero stati tutti insieme, senza nessuna battaglia a rincorrere la loro giovinezza.
"James..."
"Sì?" L'amico si voltò verso di lui incuriositò da quella frase lasciata a metà.
"...quando tutta questa pazzia sarà finita - continuò Sirius - andremo a vivere in campagna, ti va? Non ho mai sopportato la città, lo sai. Porterai Lily e Remus e Peter verranno con noi. Avremo quattro belle case. Lo faremo non appena questa stupida guerra sarà vinta."
James sorrise "Sì, sarebbe bello andare in campagna. Anche Lily tante volte mi chiedeva di essere portata a vedere il bellissimo verde poco fuori Londra."
Si guardarono un attimo, poi Sirius allungò una mano scompigliano i capelli di James e risero insieme.
"Non so tu, Felpato, ma comincio ad avere freddo disteso sulla neve."
"Sì, stavo per dirti la stessa cosa." Sirius si alzò in piedi e scosse esageratamente i fianchi per far andar via la neve suscitando di nuovo le risate dell'amico.
Scoprì che la risata di James e l'avere dei progetti certi per un futuro altrettanto incerto lo facevano sentire meglio. Lasciò che la pace e la fiducia si facessero strada dentro di lui rendendo la vita meno spaventosa. Non avrebbe lasciato andare quelle sensazioni finché sarebbe rimasto in vita.

And the one poor child who saved this world
There's ten million more who probably could
If we all just stopped and said a prayer for them

Ricominciarono a camminare alternando discorsi futili a ragionamenti filosofici, anche troppo per i gusti di Sirius.
Arrivarono a discutere della profezia che da qualche tempo viaggiava di bocca in bocca con particolari aggiunti e omessi.
"Dice che un bambino nato alla fine di Luglio potrà distruggere Voldemort." Disse James.
"Sì, lo so"
Si ritrovarono, in un attimo, sprofondati nel silenzio più assoluto mentre camminavano. Entrambi stavano pensando la stessa cosa.
Da poche settimane Alice e Frank Paciock avevano scoperto di aspettare un bambino. Secondi i calcoli della Medimaga ostetrica del San Mungo quel bimbo sarebbe dovuto nascere alla fine di Luglio. Alice aveva paura, molta più di quanto non ne avesse avuta davanti al Signore Oscuro in persona. Ma al contempo era così felice. Il suo bambino, il suo primogenito.
Sperava in un maschio, la piccola Alice. Frank era sempre pronto a proteggerla, non la perdeva di vista un solo istante.
James e Sirius non erano sicuri che avrebbero potuto sopportare la morte di uno di loro, né di Frank, né di Alice, né del bambino. Sarebbero stati fatti a pezzi se loro fossero stati uccisi.
Avevano sopportato tanto e, molto spesso, quel tanto sembrava troppo.
Dovevano essere forti.
Sirius si ritrovò a recitare una preghiera silenziosa perché il figlio dei Paciock non fosse quello di cui parlava la profezia, ignaro che nel medesimo istante James stava facendo la stessa cosa.
Voldemort non si sarebbe fermato davanti a nulla. Nemmeno davanti ad un neonato.

Mentre imploravano che il piccolo Paciock non fosse il prescelto, cominciò a nevicare.
Guardando i piccoli fiocchi cadere lentamente a terra e perdersi fra altre migliaia di fiocchi identici, si ritrovarono a sorridere.
Erano anni che Ramoso e Felpato non correvano con la neve negli occhi.
Come poco prima si scambiarono un'occhiata veloce e scoppiarono a ridere. Non avevano ancora smesso quando si trasformarono.

I wish everyone was loved tonight
And somehow stop this endless fight
Just a chance that maybe we'll
Find better days.

Corsero a perdifiato, andando incontro al vento, con la neve che feriva loro gli occhi, ma non se ne curarono.
Scaricarono in quella folle corsa tutte le loro frustrazioni e le paure. Si spinsero, si fecero cadere a terra per rotolare nell'immacolato e freddo bianco della terra.
Risero, nonostante fossero trasmormati in animali. Piansero qualche lacrima dando la colpa al gelo.
Furono felici e liberi nel loro tormento.
La loro amicizia era più forte della guerra, ne ebbero la certezza in quel momento. Se tutti avessero potuto sentirsi amati come loro due in quel momento, la vittoria sarebbe stata loro. Senza alcuna incertezza.
James aveva Lily e i Malandrini.
Sirius aveva James e i Malandrini.
Avrebbero vinto. Avrebbero finito quella maledetta guerra e sarebbero stati felici. Sarebbe stata solo un'avventura in più da raccontare ai loro figli e ai loro nipoti.
Sirius rise al pensiero di un James vecchio con la barba lunga in stile Silente.
Si fermarono. Il cane ululò e il cervo bramì più forte che poteva.
Forse avevano una possibilità.

Prima che rientrassero in casa - erano stati fuori solo mezz'ora, anche se a loro sembrava molto meno. O molto di più, dipendeva dai punti di vista. - Sirius chiese a James di fargli una promessa.
"Dipende, Felpato, ho sempre un certo timore prima di prometterti le cose." Sorrise pensando ad un vecchio scherzo che l'amico gli aveva fatto ai tempi di Hogwarts.
"Tranquillo, devi solo promettermi che un giorno tutto questo sarà finito e che i Malandrini. e Lily, certo, saranno di nuovo insieme. Promettimi che saremo felici, James, che non dovremo più essere forti."
James sorrise. "Te lo prometto, Sirius. Un giorno saremo persone con un futuro sereno davanti e un passato tormentato alle spalle. Saremo felici."


So take these words
And sing out loud
'Cause tonight's the night
The world begins again







Rachel*
Eccomi qui. Eh sì, per la vostra disperazione sono tornata a scrivere dopo una luuuunga assenza. :D
Vorrei precisare che ancora nessuno sa della dolce attesa di Lily, nemmeno lei. Però svolgendosi la storia a Dicembre Lily dovrebbe
essere al secondo mese. Ecco spiegata la nausea! :)
Spero veramente di non essere stata banale o poco originale. Spero anche di avervi fatto provare qualcosa.
Recensite e sarò felice, che le vostre siano critiche o complimenti o parole neutre.
A presto! :)



  
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