Pensavate di ritrovami qui così presto? Avete un'autrice troppo buona u.u
Dunque, in occasione della festa dell'amore, questo capitolo è dedicato ai due piccioncini, motivo per cui è ROSSO! Secondo me non c'è nulla di esagerato, ma io avviso, non si sa mai c'è qualcuno che non voglia leggerlo.
Non ho altro da dire per cui vi lascio alla lettura, ci si sente sotto :)
SAN VALENTINO
- EXTRA 1
“ I ragazzi che
si amano, si baciano
in piedi contro le porte della notte.
I passanti che passano se li segnano a dito,
ma i ragazzi che si amano
non ci sono per nessuno.
E se qualcosa trema nella notte,
non sono loro ma la loro ombra
per far rabbia ai passanti
per far rabbia, disprezzo, invidia, riso.
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno;
sono altrove, lontano, più lontano della notte.
Più in alto del giorno,
Nella luce accecante del loro primo amore. ” (J. Prevert)
“Sì mamma, le nausee sono passate, già mi erano
sparite al quarto mese,
figurati se ritornano ora che sono al quinto. ”
Paradossalmente avevo vissuto con più
tranquillità la gravidanza di Matthew che
questa: tra i miei genitori ed Edward non sapevo chi fosse
più apprensivo.
" Mamma possiamo risentirci domani? Sono davanti la porta di casa e con
le
buste in mano non riesco ad aprire..." Senza volerlo mi ero data la
zappa
sui piedi da sola dicendo in quel modo, infatti il suo urlo mi trafisse
il
timpano.
" Calmati, certo che Edward mi aiuta. Per esempio adesso sta rimettendo
a
posto casa invece di farlo fare a me, così io mi sono
proposta per fare la
spesa. Ma ti giuro che ho preso solo un pacco di pasta, del prosciutto
e i
succhi di frutta per Matthew: se tornassi con più pacchi
dovrei sorbirmi pure
le lamentele di Edward e non mi conviene. "
Finalmente si era calmata e avevo potuto riagganciare. Quando aprii la
porta di
casa la prima impressione che ebbi fu che non ci fosse nessuno.
" Amore sono a casa. " Urlai per farmi sentire e poco dopo vidi
Edward comparire dalla cucina.
" Ehi piccola, già di ritorno? "
" Sì, non c'era molta confusione. Tu che facevi? "
" Nulla. " Rispose pronto, ma io ebbi l'impressione che mi
nascondesse qualcosa.
" Matthew dov è? " Chiesi, stupita di non vederlo correre
verso di
me.
" È venuto a prenderlo Emmett, stasera dormirà da
loro. Spero che per te
non ci siano problemi. "
" No figurati, ma come mai? "
Edward mi guardò stranito e poi scosse la testa sorridendo.
" Bella sai
che giorno è oggi? "
Feci cenno di no con il capo e lui mi prese il viso tra le mani,
avvicinandolo
al suo e ad un centimetro dalle mie labbra sussurrò " Buon
San Valentino
amore mio. " Per poi far congiungere le nostre bocche.
Ero allibita: tra il piccolo, la scuola di danza che avevamo aperto da
qualche
mese e che aveva avuto un successo che neppure noi ci aspettavamo, la
nuova
gravidanza, il trasloco e tutto il resto avevo completamente perso la
cognizione del tempo.
Le mie labbra si muovevano insieme a quelle di Edward, ma io non ero
lì con la
testa e anche lui se ne accorse, infatti si allontanò di
poco, poggiando la sua
fronte contro la mia e guardandomi con i suoi occhi carichi
d’amore.
“ Piccola cosa c’è? ”
Gli occhi mi si riempirono di lacrime senza che potessi impedirlo.
" Sono una stupida. Come ho fatto a dimenticarlo? Io non ho nessun
regalo
per te." Mi morsi il labbro per frenare la valle di lacrime che di li a
poco avrebbe sfondato gli argini.
" Ma che dici sciocca? Tu il regalo me lo hai già fatto. Sta
qui, dentro
di te." Con delicatezza sollevo un po' la mia maglia, fino a scoprire
la
mia pancia e poi la racchiuse con le sue mani. Fu difficile stavolta
riuscire a
trattenere le lacrime, colpa dei miei ormoni impazziti, ma Edward si
affretto a
scacciarle con i suoi pollici e poi fece unire nuovamente le nostre
labbra e
stavolta ricambiai appieno il bacio: le nostre lingue si incontrarono a
metà
strada e iniziarono a giocare, avvolgendosi e rincorrendosi nelle
nostre
bocche. Quando l'ossigeno cominciò a mancare fummo corretti
a staccarci, ed
entrambi ci fissammo sorridendo.
" Ora tu vai a farti una doccia e ti rilassi, ed io finisco di
preparare
la cena, ok?" Annuii felice e mentre gli passai accanto, Edward mi
diede
uno schiaffetto sul sedere, scoppiando poi a ridere.
" Tieni le mani a posto." Lo minacciai, facendogli la linguaccia e
scappando in bagno.
Dopo mezz'ora tornai in cucina e mi stupii di trovare la stanza
completamente
al buio tranne che per delle candele poste sul davanzale della finestra
e lungo
il marmo del piano cottura che creavano un'atmosfera davvero dolce. La
tavola
era apparecchiata di tutto punto con al centro due candele accese ma di
lui non
c'era nessuna traccia.
" Edward? " Lo chiamai ma non ebbi risposta da nessuno. Non capivo
dove potesse essere andato, ma la mia attesa non fu lunga, visto che
poco dopo
sentii la porta di casa aprirsi. Lo raggiunsi in salotto ma
praticamente lui
non c'era o meglio non si vedeva: reggeva infatti tra le mani un fascio
di rose
enorme.
" Ma cosa hai combinato? " Gli chiesi stupita.
" Auguri amore mio." Mi porse il fascio di rose e vidi che dal fiocco
pendeva una scatolina swaronsky. La staccai stando attenta a non
rovinare il
fascio, che poggiai sul divano, e mi apprestai a scartarla. Dentro
c'era una
collanina con un ciondolo a forma… di cigno.
“E’… è bellissima Edward.
” Non sapevo cosa dire, mi aveva sinceramente presa
alla sprovvista, anche se ormai avrei dovuto essere abituata alle sue
pazzie, e
questa non era poi tanto esagerata. Gliela porsi e poi mi voltai di
spalle,
sollevando con un mano i capelli dal collo e Edward me
l’agganciò. Presi il
ciondolo tra le mani e tornai ad osservarlo.
“
Mi sembrava adatto a noi, alla nostra storia. È tutto
merito di un cigno se adesso siamo qui, insieme. “ Disse con
gli occhi che gli
brillavano.
Non
potei far altro che annuire, perché aveva ragione: il
balletto che avevo sempre sognato di interpretare si era rivelato una
fonte di
felicità, quasi fosse permeato da un alone di magia.
“
E tu sei il principe che ha spezzato l’incantesimo,
rendendomi la donna più felice del mondo. ” Gli
risposi commossa, per poi
baciarlo. Il bacio crebbe d’intensità mentre le
nostre mani erano impegnate ad
accarezzare i nostri corpi. Quando ci staccammo avevamo entrambi il
fiatone.
“ Sarà meglio andare a mangiare. ”
Sussurrò Edward ancora con il fiato corto.
“ Sì, forse è meglio. ” Gli
risposi e tenendoci per mano tornammo in cucina e
ci gustammo la cena che il mio uomo aveva preparato.
Dopo mangiato Edward mi costrinse ad andare in salotto mentre lui
finiva di
rassettare la cucina.
" Ma..."
" Niente ma. Voglio che tu adesso ti riposi, mi servi in forze dopo.
" Mi fece l'occhiolino e io dovetti diventare bordeaux per la sua
allusione maliziosa.
In effetti ero parecchio stanca, così non insistetti oltre e
andai nel salone,
sdraiandomi sul grande tappeto di fronte al camino: avrei dovuto
ringraziare
Tanya per avermi convinto a comprarlo.
Dovetti essermi addormentata per un po' mentre aspettavo l'arrivo di
Edward perché
ad un tratto sentii qualcosa di umido scorrermi lungo il collo e capii
che
erano le sue labbra che lasciavano una scia di baci umidi. Feci finta
di
continuare a dormire per vedere quanto lui avrebbe resistito.
Cominciò a
soffiare piano vicino all’orecchio, per poi
sfiorarne il lobo con la lingua: non riuscii a trattenere un piccolo
mugolio,
ma mi ripresi subito e Edward dovette credere che fossi ancora
addormentata,
visto che era mia abitudine parlare nel sonno. Con le dita della mano
cominciò
a scorrere la schiena da sopra la maglia e la pelle d’oca
sulle mie braccia
comparve non appena ricominciò il gioco con la lingua
intorno al mio orecchio.
Edward si mosse al mio fianco, sporgendosi per vedere se ero sveglia,
ma io
continuai a tenere gli occhi chiusi, aspettando la sua mossa
successiva, anche
se ormai doveva essersi accorto che non ero addormentata. La sua mano
scese
nuovamente lungo la mia schiena, sempre lentamente, e si
soffermò in quel
centimetro di pelle nudo tra felpa e pantaloni: la pressione della sua
mano fu
maggiore ora e io risposi inclinando il bacino. Edward con il mio gesto
ebbe la
conferma del fatto che fossi sveglia e stavolta con la sua mano
osò di più:
scese ad accarezzare il mio fondo schiena per poi arrivare alla mia
femminilità.
In quel momento rischiai di andare a fuoco e mandai all'aria ogni mio
proposito
di far finta di dormire: girai la testa di scatto e incollai
febbrilmente la
mia bocca alla sua. La lingua di Edward aveva chiesto il permesso di
entrare
nella mia bocca e io la schiusi immediatamente, lasciando che le nostre
lingue
si unissero in una danza magica, mentre la mia mano gli aveva afferrato
la nuca
e lo avevo attirato ancora di più verso di me.
" Allora eri sveglia, bella addormentata. " Mi disse Edward tra un
bacio e l'altro. Risi per come mi aveva chiamata, ma la mia risata ebbe
un
effetto diverso su di lui: le mie vibrazioni si ripercossero su una
parte ben
precisa del suo corpo. Guardandolo intensamente negli occhi afferrai i
lembi
della sua maglietta e gliela tolsi; lui ripeté gli stessi
gesti con la mia,
rimanendo spiazzato quando vide che non portavo il reggiseno.
" Tu mi vuoi far morire."
" Scemo, lo sai che lo odio, quindi perché dovrei metterlo
in casa? "
Edward non aspettò oltre, con un percorso fatto di baci
scese fino ai miei
seni, incominciando a baciarli e a vezzeggiare i capezzoli con la
lingua, fino
a farli diventare turgidi. Io nel frattempo cercai di raggiungere il
bordo dei
suoi jeans, ma non era facile; lui intuendo le mie intenzioni si
liberò degli
indumenti e lo stesso fece con i miei. Si sdraiò su di me,
stando attento a non
pesarmi addosso e mi baciò appassionatamente, poi scese
verso il basso,
soffermandosi sulla mia pancia appena accennata.
" Amore di papà, adesso io e la mamma ci coccoleremo un po'.
Tu vai a fare
la ninna. " Lasciò un tenero bacio proprio sull'ombelico e
poi mi guardò
con uno sguardo che non prometteva nulla di buono. Senza interrompere
il
contatto visivo Edward si portò con la testa tra le mie
gambe e dopo aver
lasciato dei leggeri morsi nel mio interno coscia, si dedicò
alla mia
femminilità. I suoi gesti erano studiati per darmi tutto il
piacere possibile:
partì dall’esterno, accarezzando le mie labbra
intime e soffiando sul mio
clitoride già gonfio e pulsante. Non riuscii a trattenere
dei sospiri piuttosto
profondi e lui se
ne compiacque. Si
soffermò poi sul clitoride, sfregandolo con deliberata
lentezza, facendo
fermare il mio respiro per un attimo.
La sua lingua prese il posto della sua mano, mentre le sue dita presero
a penetrarmi
dolcemente: il mio corpo vibrava sotto i suoi tocchi, come le corde di
un'arpa
quando vengono pizzicate dal musicista. Muoveva le sue mani prima
lievemente e
poi accelerando il ritmo, portandomi quasi sull'orlo dell'orgasmo, ma
quando
capiva che stavo per venire, si bloccava.
" Edward. " Gemetti frustrata. Lui mi guardò sorridendomi,
per poi
risalire sul mio corpo, ma senza togliere le mani dalla mia
femminilità.
" Siamo impazienti, piccola? " Si sporse fino a toccare le mie
labbra, ma io fui più veloce e gli morsi leggermente quello
inferiore.
" Me la pagherai questa! " Bisbigliò sulla mia bocca, per
poi tornare
tra le mie gambe.
Istintivamente portai una mano tra i suoi capelli, per spingerlo ancora
di più
verso di me, mentre con l’altra presi a massaggiarmi un seno.
“ Dio Bella, sei perfetta. ” Mugolò lui,
senza smettere di muovere quelle dita
dentro di me. Boccheggiai quando sostituì la lingua alle
dita e non resistetti
più, venendo sulla sua bocca. Edward continuò a
massaggiarmi fino a quando il
mio respiro non tornò normale e poi si sollevò,
accarezzandomi delicatamente il
viso e baciandomi: fu eccitante sentire il mio sapore sulle sue labbra.
“ Adesso tocca a te. ” Gli sorrisi e facendo una
leggera pressione sulle sue
spalle invertii le posizioni, facendolo ritrovare sdraiato sotto di me.
Mi misi
a cavalcioni sul suo torace, iniziando a baciare i suoi pettorali,
sentendolo
fremere sotto di me e stringermi con vigore le cosce quando gli morsi
un
capezzolo. Presi a lasciargli una scia di baci fino ad arrivare alla
sua V che
tanto adoravo: aveva le ossa del bacino leggermente sporgenti, che
mettevano in
risalto il suo fisico scolpito.
“ Qui c’è qualcuno che ha bisogno di
attenzioni. ” Dissi maliziosa, con un tono
di voce che non riconoscevo neppure io. Presi il suo membro pulsante
tra le
mani e iniziai a farle scorrere per tutta la sua lunghezza, osservando
il suo
viso che si beava del piacere che gli stavo donando. Iniziai ad
aumentare un
po’ i movimenti e lo vidi socchiudere gli occhi e aprire
leggermente la bocca,
era l’immagine della lussuria. Sorprendendolo, mi misi la sua
punta in bocca,
giocando con la mia lingua e succhiandolo leggermente.
“ Bella. ” Gemette lui, stringendo il tappeto tra
le mani per trattenersi:
intuivo che avrebbe voluto muovere il bacino, ma non lo avrebbe mai
fatto senza
il mio consenso.
Scesi più a fondo con la bocca e poi tornai su, senza
smettere di muovere la
mia lingua intorno al suo membro; stavo per abbassarmi di nuovo ma le
sue mani
mi costrinsero a sollevarmi. Arrossii immediatamente e stavo quasi per
entrare
nel panico temendo di aver sbagliato, ma prontamente Edward mi
rassicurò,
leggendomi la mente in quella maniera speciale che solo lui sapeva
fare. Mi
baciò dolcemente e accarezzandomi lievemente la guancia mi
disse “ So già che
il tuo cervellino sta pensando che hai sbagliato qualcosa, ma non è affatto
così, anzi. Non voglio che
tutto finisca velocemente, voglio sentirti mia tutta la notte.
” Mi fece
distendere nuovamente e poi si sistemò su di me, portando la
punta del suo
membro alla mia entrata e guardandomi intensamente negli occhi: era
incredibile
che mi chiedesse sempre il permesso, come se avessi avuto un motivo per
non
concederglielo. Sorridendogli felice glielo diedi, baciando lievemente
le sue
labbra e guardandolo dritto negli occhi, specchio della passione che
luccicava
nei miei. Con una delicatezza estrema, viste anche le mie condizioni,
Edward mi
penetrò, e centimetro dopo centimetro lo sentii riempirmi e
finalmente fui
completa come non lo ero da tempo.
Si
muoveva con un lento entra e esci, amplificando al massimo il nostro
piacere;
iniziai a
mordicchiarlo sul collo mentre
le sue mani si muovevano sulla mia schiena, i suoi pettorali sfregavano
contro
i miei seni, dando un minimo di sollievo ai miei capezzoli inturgiditi.
Andai
incontro ai suoi movimenti con il mio bacino, cingendogli la schiena
con le mie
gambe per sentirlo tutto e Edward iniziò a spingere
più velocemente e più a
fondo.
" Bella. " Gemette, allo stremo delle forze.
" Sono pronta amore mio, insieme. " Ansimai e le sue spinte divennero
più intense, fino a quando entrambi non raggiungemmo il
piacere.
Edward si sdraio al mio fianco e mi attirò su di se,
facendomi sdraiare sul suo
petto. Rimanemmo per un po' in silenzio, mentre lui mi accarezzava i
capelli e
io facevo dei ghirigori sul suo petto.
" Ti amo. " Sussurrai, per non spezzare quella bolla.
" Anche io amore, più della mia stessa vita. "
Edward portò le mani al mio ventre, massangiandolo
delicatamente e facendo
ricoprire di brividi la mia pelle.
" Dovremmo trovare un nome per la nostra pesciolina. " Disse,
disegnando dei cerchi immaginari intorno al mio ombelico.
" C'è tempo e poi deve esserci anche Matthew. " Volevo che
il nostro
piccoletto si sentisse parte di quella scelta, per non scatenare future
gelosie.
" Tu sai che rischiamo che nostra figlia si chiami Shanti? Si
è fissato
con <
il
libro della
giungla >. "
" Che male ci sarebbe? " Portai la mia mano su quella di Edward e mi
rivolsi direttamente a nostra figlia: " Pesciolina ti piacerebbe
chiamarti
Shanti? "
Fu in quel momento che accadde.
Il piedino di nostra figlia colpì con forza il punto in cui
si trovavano
intrecciate le mani mie e di Edward.
" Bella! "
" Edward! " Esclamammo insieme e vederlo con gli occhi lucidi fu il
più bel regalo della serata.
" Si è mossa, nostra figlia si è mossa. Ciao
amore di papà! " Baciò
il punto in cui la bambina aveva colpito e lei si mosse nuovamente,
come a
voler sottolineare che lei era qui con noi.
" Già, e penso lo abbia fatto perché non le piace
molto il nome che
volevamo darle. " Ammisi ridendo.
" Tu volevi darglielo, ma io glielo impedirò, stai
tranquilla piccolina.
" La bambina scalciò un'altra volta, come a voler dare
ragione al suo
papà, e in quel momento capii che Edward aveva
definitivamente perso la testa
per lei!
" Non voglio sapere cosa farai quando sarà nata. " Dissi,
portandomi
le mani tra i capelli per enfatizzare la mia disperazione.
" Sciocca, tu avrai Matthew come spalla, saremo pari. " Si
chinò su
di me e fece congiungere nuovamente le nostre labbra.
" Ti amo. " Sussurrò su di esse.
" Lo so. Ti amo anch'io. "
E
poi continuammo a occuparci beati di quella
parte piccola, ma perfetta, della nostra vita.
Avete riconosciuto l'ultima frase?
Spero che il mio piccolo regalino vi sia piaciuto, era da un pò che mi frullava in testa questa scena, e poi tante di voi volevano leggere qualcosa di più 'concreto': porcelline <3
Niente, mi dileguo e vi do appuntamento prossimamente con un altro extra, quindi stay tuned! Baci, Paola