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Autore: SherlokidAddicted    14/02/2012    4 recensioni
“Orfanotrofio Over the rainbow... come mai questo nome?”
“Perchè questo è un rifugio... non un orfanotrofio. Qui, i bambini, è come se si trovassero in paradiso, come se fossero stati miracolati… salvati, perché sono stati lasciati soli e abbandonati…e dove si trova il paradiso?”
“Oltre l’arcobaleno!”
“Già”
Il sogno di Lisa era aiutare i bambini, ed ecco che un giorno, passando per una strada abbandonata, la vide seduta sulla panchina all’interno dell’orfanotrofio… Keira, la bambina più dolce del mondo, ma era triste, sola, senza nessuno su cui contare… a parte su Joe, colui che se ne prende cura, colui che la ama particolarmente, forse più di tutti gli altri bambini, perché Keira è speciale, è diversa, è saggia, anche se ha solo 5 anni. Lisa presto sarebbe entrata, avrebbe affiancato Joe, avrebbe aiutato le creaturine più belle di tutto il pianeta e… si sarebbe affezionata sia a Keira sia a Joe…
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Some where over the rainbow..."

1. La piccola Keira

- Hai preso tutto vero? -
- Si mamma, aiutami con le valigie. -
- Certo cara, ecco fatto, era l’ultima no? -
- Si, mi mancherai mamma! – La strinse forte quella donna bionda con gli occhi verdi. Le sarebbe mancata tanto, ma quello che aveva intenzione di fare era una cosa che aveva sempre sognato! Aiutare i bambini dell’orfanotrofio “Over The Rainbow”. Quel luogo l’affascinava parecchio. Non c’era mai entrata, eppure qualcosa la legava particolarmente a quel posto.
Tutto era cominciato qualche mese prima: era una giornata nuvolosa e fuori faceva freddo. Lei passeggiava per le strade quando, ad un certo punto si ritrovò in un viottolo che non aveva mai visto prima. Era vuoto, nessuna casa intorno… ma si accorse che, poco più in là, vi era un cancello con la scritta “Over the rainbow”. Si avvicinò, cominciando a scrutare quel piccolo giardino che precedeva l’enorme edificio in mattoni. Sembrava vuoto, silenzioso e suscitava tristezza, dolore, quasi sofferenza. Tutto a un tratto vide una bambina piangere sulla panchina del giardino. I suoi lunghissimi capelli castani la facevano sembrare un piccolo angioletto sperduto, e quegli occhi grandi e azzurri non erano da meno. Era minuta e bassina, ed indossava un vestitino che faceva risaltare i sui bellissimi occhi.
Di quel giorno ricordava ogni singolo particolare… Ed ora aveva deciso. Fare la volontaria avrebbe significato andarsene dalla casa dove aveva vissuto per 21 anni, vivere in una stanza di quel posto “affascinante” per del tempo indeterminato, ma questo di certo non le avrebbe fatto cambiare idea.
- Allora, adesso ti porto dai bambini, ok? – A parlare era il signor Smith, il proprietario dell’orfanotrofio. Uomo robusto, basso e dai capelli brizzolati, quasi grigi.
- Certo signor Smith. -
- Voglio che firmi questo e poi potrai iniziare. – annuì e sorrise, non vedeva l’ora di conoscerli.
Ah ma… non vi ho parlato di lei. Il suo nome è Lisa! Una ragazza come tante, o almeno è la prima impressione che riesce a dare, perché, fino a qualche anno fa, viveva nella solitudine, nella paura e nella voglia di scappare da tutto. Era vittima di bullismo e questo la faceva spaventare parecchio. Ora vuole aiutare, da quando ha compiuto la maggiore età fino ad ora, che ne ha 21, il suo scopo era questo: aiutare.
Torniamo a noi. Finalmente arrivò in una mensa piena di ragazzini e ragazzine che ridevano allegri. Tutti guardavano una sola persona, un ragazzo con la chitarra, seduto proprio davanti a tutti.
- Posso provare? – Domandò una bambina sedendosi sulle gambe del ragazzo.
- Certo Kane, tienila ben stretta da qua, e poi pizzica le corde. – La piccola fece un piccolo sforzo e provò ciò che le fu consigliato. - Bravissima, ce l’hai fatta! – Lisa sorrise a quella scena, amava i bambini, soprattutto amava ogni sorriso che si creava sulle loro labbra.
Il ragazzo alzò gli occhi e la vide. Sapeva che doveva esserci una nuova volontaria, ma quando gli fu data la notizia era rimasto sorpreso. Era da circa tre anni che nessuno considerava quel luogo… almeno fino a quel giorno.
- Scusate bambini, torno tra pochissimo, fate i bravi finché non torno? – I bambini annuirono e si accerchiarono attorno alla piccola Kane con la chitarra di color chiaro.
- Ciao, devi essere Lisa! -
- Si, sono io. -
- Piacere, Joseph, ma siamo colleghi, puoi chiamarmi Joe! -
- D’accordo.. Joe. –
Lo sguardo della ragazza andò di nuovo su quelle piccole creaturine che ridevano allo strimpellare di Kane, la piccola dai capelli biondi. - Sono bellissimi! – Disse poi sorridendo.
- Si, lo sono, ma senza di me e questo posto non avrebbero nulla, sono molto sfortunati. – Il sorriso di Lisa si spense di colpo.
- Odio la sfortuna. -
- Figurati io! -
- Vedo che… ci sai fare con i bambini, sai come tenerli sotto controllo. -
- Si –
Il ragazzo si girò per guardarli. – Per loro non sono solo un volontario, sono come un fratello. Sono dei bambini straordinari e sono davvero felice di aiutarli. – Lei sorrise a sua volta, ma poi scorse una bambina, quella bambina dai capelli castani e gli occhi azzurri, che se ne stava in disparte su una panca di un tavolo a canticchiare e a guardarsi i piedini.
- E quella bambina? – Disse indicandola.
- Oh, Keira, è sempre solitaria, non so come farla spronare un po’, non ne vuole sapere di giochi e musiche in allegra compagnia. Se voglio tirarla su di morale dobbiamo stare soli, io e lei… ma ti assicuro che è una bambina dolcissima, il suo problema è la solitudine. – Fecero una piccola pausa guardando quei piccoli sorridere – Vieni, te li presento. – Il ragazzo prese Lisa per mano e la fece avvicinare – Bambini, ho un annuncio importante! – Joe si mise di fronte a tutti. – Questa è Lisa, un’altra volontaria, si prenderà cura di voi… - Joe si bloccò non appena vide la mano alzata di uno dei bambini. – Dimmi Chris! -
- Vuol dire che tu te ne andrai? –
Tutti i presenti guardarono il bambino con una faccia sconvolta. Joe e Lisa risero.
- No, sono sempre qui, io non vi abbandono. – Lisa non poté fare a meno di mantenere un sorriso sgargiante sul viso. Era stupita del modo in cui erano affezionati a quel ragazzo. – E adesso te li presento tutti. Lei è Kane - La piccola, che poco prima stava suonando, sorrise scendendo dallo sgabellino e poggiando sul pavimento la chitarra – Poi abbiamo Luke, il fratello più grande di Kane. – Il piccolo seduto per terra fece un gesto con le manine sorridendo – Lui è Steve, il più piccolo, ha 1 anno da poco più di una settimana. – Il piccolo bebè camminava a mala pena e, ad ogni sua caduta, rideva. – Questi sono Chelsea e Tess, sono gemelle. – erano due bambine orientali stupende. – Poi abbiamo Julie, la più grande, ha 7 anni – La bambina seduta sul tavolo le sorrise. John, George, Angel, la piccola Elizabeth, Tom, Chris, Jennifer, Dakota, James, e infine… dov’è finita? – Joe si girava intorno alla ricerca di qualche furbacchiona che riusciva sempre a sfuggire dal suo controllo. – Ti ho visto birbantella! – Lisa sorrise di nuovo nel vedere Joe rincorrere quella bambina dai capelli rossi. –Presa! – Ridevano entrambi, e con loro anche la ragazza. – Lei è Ronnie, la più birichina, vero? – Joe guardò la piccola con uno sguardo d’intesa, al quale lei rise.
- Siete tutti stupendi bambini. – Disse la ragazza guardandoli uno per uno.
- Lisa, cos’è quello? – I bambini posarono subito lo sguardo su una busta che la ragazza aveva in mano.
- Volete davvero saperlo? – S’inginocchiò all’altezza di tutti quanti che annuirono pronti. – Vi piacciono gli aquiloni? -
- Io adoro le cose che volano! – Esclamò Chelsea.
- Allora siete proprio fortunati, eccolo a voi! – Tirò fuori un aquilone giallo dalla busta. I bambini erano così eccitati che quasi facevano a botte per toccarlo.
- Ehi, piano bambini, andate a farlo volare in giardino, noi vi raggiungiamo dopo! – Joe sorrise guardando Lisa. – Vieni con me! – La prese la mano e si avvicinò all’ultimo tavolino, in fondo alla mensa. Keira, piccola! Lei è Lisa. – Le sussurrò con dolcezza il ragazzo.
- Ciao piccola! – Disse la giovane ragazza porgendole la mano. Keira esitò prima di stringerla, ma appena vide il suo sorriso sincero, subito lo fece.
- Sei bellissima, quanti anni hai?-
- Cinque anni! –
Disse mostrandole le cinque piccole dita.
- Mamma mia, sei grandissima, cinque anni! – Keira rise.
- E tu quanti anni hai? - Chiese la bambina.
- Io ventuno… sono vecchia. – Keira e Joe risero alla risposta.
- Allora, anche Joe è vecchio, lui ne ha ventidue. –
- Il vecchio più vecchio di tutti è il signor Smith, ma shhh… non dirglielo. –
Disse Lisa sussurrando.
- Keira, che ne dici di andare un po’ fuori e facciamo un gioco, tutti e tre insieme? – Chiese Joe, inginocchiandosi davanti a lei.
- Si! – Esclamò, felice, la piccola.
- Allora perché non esci, mentre io mostro la sua stanza a Lisa? – La piccola non se lo fece ripetere due volte e subito uscì in giardino, mettendosi in disparte ad aspettare.
- Bene Mademoiselle, se vuole seguirmi adesso… - Disse Joe porgendole il braccio, dopo aver preso la valigia della ragazza.
- La ringrazio Monsieur! – Rispose lei.
Joe le sorrise. Finalmente aveva trovato un’assistente diversa, lo aveva già capito da un po’, fin dal primo momento che l’aveva vista. Lisa era diversa dalle altre. Innanzitutto perché nessuna aveva mai parlato in quel modo così dolce e comprensivo con Keira, ma a lui questo bastava perché quella bambina era la cosa più bella che gli fosse mai capitata.
- Ecco, ci siamo! Questa è l’unica stanza riservata ai volontari, dovremmo dividerla, come vedi ci sono due letti. – Le disse poggiando le valigie sul pavimento.
- Va bene allora, posso sopravvivere. – Rise lei.
- Molto divertente! – La ragazza si guardò intorno, curiosa. – Oltre quella porta c’è la stanza del piccolo Steve, è più facile controllarlo se lui dorme a due passi da me. – Lisa annuiva sorridente, poi si raccolse la chioma di capelli in una coda di cavallo e prese un libro con dei pennarelli da una valigia. – Cos’è? -
- L’ho portato per i bambini, è un libro da colorare, ho pensato che magari potevamo usarlo con Keira! –
Joe sorrise dolcemente.
- Beh, collaudiamolo, no? – Lisa preferì non sistemare le valigie per adesso, voleva provare il primo contatto con Keira, e non vedeva l’ora.
- Ecco qui, Keira, ti ho portato questo, che ne dici di colorare qualche disegno? – Chiese la ragazza mentre si sedeva accanto alla bambina. Joe fece lo stesso, sedendosi dall’altra parte.
- Io amo colorare! – La piccola aprì il libro e si ritrovò davanti un cagnolino che mangiava nella sua ciotola.
- Che nome diamo a questo cane, Keira? – Le chiese Joe.
- Fido, perché i cani sono fedeli e sono i tuoi migliori amici. – I due risero alle parole della piccola. La guardavano mentre colorava la ciotola del cane. Era concentrata sul disegno e dal movimento del pennarello, aveva paura di sbagliare, di uscire fuori dai bordi. Una bambina davvero molto precisa!
La sera stessa, Lisa si era sdraiata sul letto, quasi esausta, mentre davanti a lei, Joe faceva avanti e indietro con il piccolo Steve fra le braccia. Lo sentiva cantare a bassa voce una ninna nanna da lei sconosciuta e lo guardava sorridere dolcemente al piccolo che, in quel momento, aveva il pollice in bocca. Smise di cantare solo quando il bambino cadde in un sonno profondo. Diede un piccolo bacio sulla sua testolina e poi, lo mise lentamente nella culla.
- Da quanto tempo fai il volontario? - Chiese Lisa al ragazzo, che nel frattempo si era seduto sul suo letto.
- Due anni credo... anzi proprio due anni! -
- Posso farti tanti, tanti complimenti? -
Joe le diede un'occhiata veloce.
- Per cosa? - Lisa tolse le coperte dalla sua branda e ci si infilò dentro.
- Li tratti in un modo talmente dolce che... chi ti guarda mentre te ne prendi cura avrebbe voglia di piangere -
- In senso buono, spero! -
Disse Joe ridendo.
- In senso buonissimo - Joe si sdraiò sul suo letto e sorrise guardando il soffitto.
- Lisa, grazie -
- Di cosa? -
- Di essere qui -
Lei non rispose, si limitò a sorridere. - Notte! -
- Buona notte! - Poi rimase immobile sul letto. Non aveva voglia di dormire in quel momento, ma di pensare a quella giornata e alla sua decisione di fare la volontaria. Già amava quel posto! Joe le piaceva come persona ed i bambini erano straordinari, soprattutto Keira, colei che le fece prendere la decisione di venire in quel posto, colei che, solo dopo uno sguardo, la convinse ad aiutare quelle creature, colei che diede inizio a tutto!
- Lisa... - I suoi pensieri si bloccarono all'istante. Vide Keira proprio vicino al letto. Nemmeno si accorse che era entrata nella stanza.
- Keira, che ci fai qui? -
- Posso dormire con te? Mi faccio piccola piccola -
Mentre lo diceva si torturava le manine e guardava timidamente verso il basso. Le fece una tenerezza indescrivibile.
- Hai avuto un incubo? - La bambina fece si con la testa. Lisa, sorridendo, fece un po' di spazio sul letto e accolse la bambina fra le sue braccia. La piccola si strinse forte alla ragazza, poggiandosi al suo petto e, nel giro di cinque minuti, si addormentò.

 

Ed ecco a voi cosa è uscito dalla mia testolina! Non so perché, ma tengo in modo particolare a questa storia… forse perché è la prima che non parla solo d’amore verso una ragazza, ma anche di un amore verso i bambini, anche quelli meno fortunati. Spero che vi piaccia, ci tengo molto a vedere delle recensioni, così posso passare al capitolo successivo.

Un bacione!

_Josephina Jonas_
<3





 

  
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