Ero in
vacanza con la mia migliore amica, Alice, a Genova.
La
vacanza più disastrosa ed emozionante della mia vita.
I miei
genitori mi avevano straordinariamente permesso di saltare una settimana di
scuola per andare in vacanza senza di loro, c’erano anche i genitori di Alice
però.
Il primo
problema lo ‘incontrai’ alla partenza.
-Aly, ma lui parte con noi?-, le
avevo chiesto bisbigliando.
-Non saresti venuta se te
l’avessi detto!-, mi aveva risposto sorridente.
Francesco che era tre anni più
grande di noi non sembrava contentissimo all’idea, ma dopo le preghiere della
sua adorabile cuginetta era ceduto e sedeva in cerchio con noi, incurante di
quella bottiglia che continuava a girare.
Quando si fermò, il collo puntava
senza via di fuga contro di me, non c’erano angolazioni e ampiezze che potevano
competere contro l’autorità con la quale la bottiglia mi puntava.
Quella bottiglia cambiò il mio
destino, la conservo ancora.
-Fran! Fran! La bottiglia si è
fermata su di te, oddio, devi baciare la mia migliore amica!-, diceva Alice a
Francesco che sembrava non essersi accorto di quello che era successo, io
volevo piangere.
Si avvicinò a me e mi diede un
bacio a stampo, fu il primo che ricevetti e lo sguardo privo di emozione di
Francesco mentre mi baciava fu una cosa orribile.
Durante il viaggio.
Stavo ascoltando i One Direction-
che non mi piacciono per niente- solo perché amo i capelli del cantante, stavo
sbavando davanti alla foto di un modello
e nel frattempo cantavo.
Aspettavo Alice che avevo
invitato a casa ad annoiarsi con me, quando una persona bussò alla mia porta,
nessuno l’aveva mai fatto quindi pensai che fosse la mia migliore amica che
aveva voglia di scherzare così urlai “Entra scema!”.
-Per quanto apprezzi l’accoglienza,
non sono Alice.-, mi disse una voce maschile, che riconobbi come quella di
Francesco, quando entrò nella mia camera che sembrava un dipinto astratto, dato
il disordine.
Lo vidi spostare lo sguardo dai
miei poster al mio computer, dal pavimento a me.
-Ah, sì, beh, perdonami il
disordine, aspettavo solo Alice, altrimenti avrei sistemato…adesso che ci
penso, dov’è lei?-, gli chiesi imbarazzata.
-Ha mal di testa e mi ha chiesto
se potevo passare ad avvisarti che non sarebbe venuta.-, mi disse mentre si
guardava ancora intorno.
-Non ha il telefono?-, gli chiesi
ironica.
- Ehi, se ti do fastidio me ne
vado, basta dirlo.-, disse leggermente offeso.
-Ma no, dicevo solamente che
sarebbe stato più facile, non dovevi disturbarti a venire fin qua.-, risposi cercando
una scusa.
-Avevo voglia di fare un giro…-,
disse poco convinto.
Poi accadde quello che non doveva
accadere, quello che mi ha portato alla rovina.
- Cos’è quella?-, mi chiese
curioso e divertito, indicando una bottiglia.
-Fa parte di una collezione di…
bottiglie, ogni tipo, ogni colore, ogni dimensione, questa è la mia preferita e
la tengo qui!-, risposi agitata, inventando la scusa più brutta che potessi
immaginare.
-Una bottiglia di Coca?-, mi
chiese divertito.
-Per me è speciale.-, risposi
imbarazzata ripensando a cosa rappresentava per me quella bottiglia.
-No,
grazie.-, risposi garbatamente, ma lui si avvicinò e mi sussurrò:
-Dai,
che se la finiamo puoi aggiungere la bottiglia alla tua collezione.-, poi
soffocò una risata mentre io diventavo di tutte le graduazioni del rosso.
In albergo.
Avevo
portato un vestito stupendo e delle scarpe altrettanto belle, il problema ero
io, che non mi piacevo e quella sera dovevo essere superlativa, perché la
gelosia mi stava mangiando.
Alice insistette molto per farmi
andare con loro, ma io ero sempre stata testarda.
Passai tutta la mattinata con delle
ragazze che avevo conosciuto, ma purtroppo non facevano che parlare di
Francesco e di quanto fosse ‘figo’ e questo mi faceva imbestialire.
-Ma tu sei la cugina di
Francesco?-, mi aveva chiesto una di loro.
-No, sono la migliore amica di
Alice, la cugina.-, risposi sbuffando.
-Ah, però devi conoscerlo bene,
giusto?-, mi domandò l’altra ed io annuii.
Andarono avanti per tutto il
giorno con l’interrogatorio su di lui e mandarono all’aria il mio piano di
dimenticarlo per una mattina.
Francesco
mi fissava da lontano, mentre un ragazzo che lavorava lì mi stava invitando ad
andare a ballare dopo la cena, sviai la domanda, non sapendo cosa rispondere.
La sera
la passai a parlare con la mia migliore amica, Francesco ci provava con un’oca
con cui avevo parlato quella mattina.
M’infuriai
e scappai in camera, almeno ci provai, perché la porta non si decideva ad
aprirsi, non riuscivo a entrare, così mi accasciai a terra, stanca, maledicendo
quella stupida vacanza.
Quando
arrivò Francesco, che forse si era dimenticato di prendere qualcosa dalla sua
camera, che era esattamente affianco alla mia, non riuscii a mandarlo via.
Ero stanca.
-Che
voleva quello, prima?-, mi chiese riferendosi al ragazzo con il quale mi aveva
visto prima.
-Mi ha
invitato a ballare.-, risposi fredda.
-Hai
accettato?-, domandò sedendosi vicino a me.
-Ti sembra
che stia andando a ballare?-, chiesi indicandomi, poi senza aspettare risposta feci
un'altra domanda: -Cosa voleva quella da te?-.
-Mi ha
invitato a ballare.-, rispose accennando un sorriso.
-Hai
accettato?-, chiesi capendo il gioco.
-Ti sembra
che stia andando a ballare?- rispose ridendo.
-Ti
piace copiarmi?-chiesi dimenticando la rabbia che avevo provato prima.
-Anche
tu hai copiato le mie risposte. Vediamo se lo fai ancora però…-, mi disse
diventando serio, io gli lanciai uno sguardo interrogativo e lui disse:
-Ti amo.
-
Beh, il
gioco stava nel copiare, mi aveva confessato che mi amava e mi aveva dato
l’opportunità di dichiararmi, finalmente, che volevo di più?
Un Lucano, pensai, per poi ridere del mio
pensiero stupido in un momento così importante.
-Ti amo. -, gli dissi sorridendo.
-Adesso vorresti baciarmi?-
-Non ancora, ora giochiamo.-, rispose per tirar fuori da dove aveva nascosto, una bottiglia di Coca.
La fece girare e puntò contro di lui, poi fece un altro giro e
si rivolse contro de me, come attratta da una carica elettrica.
-Improvvisamente la Coca è diventata la mia bibita preferita.-, disse sorridendo malizioso e poi mi
baciò e mi accorsi di quanto mi mancavano le sue labbra che sapevano di Coca Cola.
Fine.
Angolo della battuta squallida.
Morale
della favola: se durante il gioco della bottiglia baciate qualcuno,
fate in modo di recuperare e conservare la bottiglia.
Fidatevi, 'parola di Francesco Amadori'. xD
Angolo dell'autrice.
Salve a tutti!
Questa è una 'piccola' storia che dedico a tutti voi per San Valentino.
Come non
avrete capito nella dedica, questa storia è anche un regalo di
onomastico per me, che mi chiamo Valentina, per la mia migliore amica,
che si chiama Valentina, e per il ragazzo che mi ha ispirato, che si
chiama Valentino.
So che probabilmente avrei dovuto dividere la storia in capitoli, ma
sarebbero stati troppo brevi, quindi eccomi qui una one-shot fatta in
maggioranza da missing moment ispirate alla mia vita.
So che la protagonista non ha nome, ma può capitare!
Commentate in tanti, perdonatemi gli errori (se sono numerosi
segnalateli!), l'ho scritta mentre avevo la febbre e non uso beta
reader!
Grazie mille a tutti (non sentitevi in dovere di farmi gli auguri xD). <3
AngyLulu (o Valentina).