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Autore: giuggi_89    14/02/2012    6 recensioni
È la notte di San Valentino. Bella a casa pronta per una serata rilassante, ma qualcosa va storto, e qualcuno correrà ad aiutarla.
Tutto nasce da una saponetta al profumo di Champagne, capace di far ubriacare chi ne assapora l'odore...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Onoriamo le feste con Bella&Edward'
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Ma buon pomeriggio a tutti!

Buon San Valentino! La festa di ogni tipo di amore, la festa degli innamorati, non dei fidanzati, sposati ecc...

Non sono mai stata una sostenitrice di questa festa, ma quest'anno ho avuto la necessità di essere romatica, e invece che esserla per il mio povero fidanzato ho deciso di esserlo con le parole, sfruttando quei due poveracci di Edward e Bella, che si prestano sempre molto bene ai miei deliri!

Ecco perchè questo è veramente un delirio, un delirio profumato di Champagne!
Si parla di una saponetta, non so se esite più, ma la vendevano da Lush ( se non lo conoscete, informatevi perchè è qualcosa di meaviglioso), praticamente è una saponetta da sciogliere nel bagno al profumo di Champagne.

Champagne, Edward (in veste diversa) e Bella, sono gli ingredienti per questa storia, che doveva essere una One Shot, ma ahimè, ahivoi, si è allungata e ho deciso di dividere in due capitoli, finiti e pronti per essere postati. Oggi uno e domani l'altro, proprio come lo svolgersi di questa storia.

Basta, non ho altro da dire, le mie note, sono sempre lunghissime!
Ah, ringrazio come al solito PaperaCullen mia socia che ha letto in anteprima questa cosa qui; andate a spulciare la sua storia, merita un sacco, la trovate qui!

Grazie in anticipo.
Giuggi_89

Champagne

Bella POV

14 febbraio.
Cuoricini ovunque. Cuoricini nei ristoranti,nei negozi,nei bar. Cuoricini maledettamente ovunque,tranne che in casa mia, ed è qui che starò. Io, me i miei libri e i miei telefilm! Questo si che è un San Valentino!
 

Edward POV

14 febbraio. 
Per fortuna in caserma non sono arrivati quei dannati cuoricini. La città ne è tappezzata, ho la nausea di fiori, cioccolatini e cuori. Ed è una fortuna che sia di turno proprio stasera. Questo si che non è un San Valentino. E chi lo vuole festeggiare!

Bella POV

Finalmente un Po di relax,la mia coinquilina Alice è in vacanza per tre giorni con il suo fidanzatissimo Jasper,così lo chiama, e io posso godere a pieno della mia casa,dei miei spazi. La giornata è stata distruttiva, a lavoro troppe cose da fare e troppo poco tempo per farle tutte, ne avrei anche a casa, ma stasera è festa per tutti è festa anche per me! Ok, tecnicamente è la festa degli innamorati ma vale anche per gli innamorati dei libri,delle serie tv,del proprio lavoro,della mamma e del papà? Direi proprio di si! Bene, dato che anche per me è festa,perché non trattarsi bene? Mi preparo una bella cenetta, bagno rilassante e recupero le serie arretrate. Meglio di così non può andare. Non ho bisogno di nient’altro. Si Bella, convincitene! Stai tranquilla che funziona così. Mi avvio in cucina, prendo la pentola, la riempio d'acqua e la sistemo sul fornello. Gesti meccanici, sono stanca ma questi potrei farli anche ad occhi chiusi! Mi sposto in bagno apro il rubinetto della vasca, vi metto la saponetta allo Champagne che tanto mi piace e attendo che il livello salga per potermi infilare e rilassare. Torno in cucina e apparecchio già il tavolo, meglio portarmi avanti. Sistemo tutto per bene, controllo il cellulare e trovo l’SMS di Alice che mi augura buon San Valentino, scherzando come al suo solito, decido di non rispondere e ripongo il telefono. Ritorno in bagno e finalmente posso dedicare un po’ di tempo a me stessa. Controllo l’orologio, sono le 19.30, tutto nei piani, mezz’ora di relax, poi capelli mentre l’acqua della pentola bolle, cena e tv. Mi infilo nell’acqua e spengo il cervello. 

Edward POV 

Serata tranquilla. Che palle! Adoro lavorare nelle giornate di festa, perché la gente ha mille pensieri in testa e riesce a combinarne di grandiose. L’anno scorso a Natale, due simpaticoni hanno pensato bene di “festeggiare” in intimità e lasciare bellamente delle candele vicino all’albero, e sono stati interrotti da un bel falò natalizio. 
Noi pompieri viviamo di questo. Oltre che il nostro lavoro è la nostra passione, più è pericoloso, più è bello. Ma oggi sembra non debba accadere nulla, sono le 20.15 e non è successo nulla. Giro per la caserma in cerca di qualcosa da fare per non stare mani in mano, ma non trovo nulla che possa riempire il mio tempo, decido di andare in palestra ad allenarmi un po', e vi trovo Jacob Black intento a fare pesi, bene mi unirò a lui, mi sfilo la giacca della divisa e la sirena suona. Tempismo perfetto. Un collega risponde e dalla radio sentiamo trattarsi di un incendio appartamento sulla 15esima, ha chiamato la vicina di casa, sembra che nello stabile non ci sia nessuno. Tipico. Indosso la giacca della divisa e la mia squadra impiega pochi secondi a partire. Sono in capo del turno C e le responsabilità non sono poche. A sirene spiegate arriviamo in zona, scendo dal camion alzo la testa e osservo. Dall'appartamento al secondo piano esce del fumo nero. Tombola! Emmett e Jacob corrono per le scale con il tubo dell'acqua, dalle radio sento che nonostante i ripetuti richiami nessuno continui ad aprire la porta, strano, le
luci sono accese in tutta l’abitazione. Da caposquadra dovrei essere io a decidere se tirare giù la porta o no. Raggiungo i miei colleghi e busso con forza alla porta, ancora una possibilità, non è mai carino sradicare una. 
"C'è nessuno?apr..."

Non finisco la frase, e non appena la porta di spalanca, l'odore di Champagne sovrasta quello del fumo ed entra nel mio naso, nel
mio cervello.

Bella POV

Oh cazzo! Mi sono addormentata! Qui brucia tutto! Le urla di qualcuno dalla porta sono riuscite a farmi riprendere dallo stato di coma in cui sono caduta. L'odore di fumo è dappertutto! Con rapidità esco dalla vasca prendo un asciugamano, l'accappatoio è troppo distante e corro in cucina. La pentola! Gesti meccanici un cazzo! Ho acceso la fiamma! 
Oddio che faccio? Alla porta un altro urlo.
 
"Pompieri! Aprite"
Siano benedetti i vicini, che per una volta non facendosi gli affari propri mi hanno salvato la pelle,chiamando i vigili del fuoco! Corro dalla porta e questa volta è un'altra voce ad urlare.
 
"C'é nessuno? Apr.." 
Apro la porta e il pompiere non finisce la frase e io non mi ricordo nemmeno più il mio nome. Il suo sguardo entra nel mio. I suoi occhi verdi sono lame che trafiggono i miei. Altri due ragazzi dietro di lui, mi fanno spostare e entrano in casa con il tubo dell'acqua. Per fortuna non deve essere nulla di grave, ma l'odore è fortissimo e comincio a tossire. OcchiVerdi chiama con la radio qualcuno e in pochi secondi un altro ragazzo, che dice di chiamarsi James, mi fa scendere con lui fino alla camionetta. Solo ora mi accorgo di essere coperta solo da un asciugamano. Che figura di merda. 
James, 2 metri di uomo biondo, notando anche lui il mio abbigliamento non consono, mi fa sedere sui gradini del condominio, va dalla camionetta e torna con una coperta e un mascherina con dell'ossigeno, nonostante non tossisca più mi obbliga a respirare. Non so quanto tempo sia passato. Non mi interessa nemmeno. Voglio solo sapere di lui. OcchiVerdi chi sei?

Edward POV

Cerco di recuperare un po' di lucidità ma l'odore di Champagne mi ha ubriacato. Le bollicine sono arrivate dritte al mio cervello. Che meraviglia. La donna più bella che abbia mai visto, mezza nuda, fasciata solo da un asciugamano e profumata di Champagne.
"Cullen ,sei con noi?"
Emmett e Jacob richiamano la mia attenzione non appena hanno finito con l'acqua.
"Tutto bene Edward?" Continua il mio grande amico e collega Emmett mentre scendiamo le scale dell'edificio. Lavoriamo insieme da sempre, non mi ha mai visto reagire così e io non so che dire.

"Em io... Non so, finiamo qui e torniamo in caserma!" 
L'unica cosa da fare è scappare e sono molto bravo in questo. Arriviamo in fondo all'ultima rampa di scale e l'odore di 
Champagne si ripresenta con prepotenza contro il mio naso. Lei è seduta su uno scalino, ha la mascherina per respirare ed è fasciata in una delle nostre coperte. I capelli ancora bagnati, le scendono lunghi sulle spalle, sono mossi, di un castano ramato, chissà se anche loro profumano di Champagne. Tiro un sospiro e mi avvicino. Senza guardarla mi avvio al camion e controllo che sia tutto in ordine. Per completare tutto manca solo una cosa, i dati di Champagne
Nome, cognome. 
Ritorno verso l'edificio e questa volta é lei a guardarmi. Due enormi occhi castani, profondi, mi scrutano e mi sento in imbarazzo come mai in vita mia. Il viso è tondo, ma magro, i suoi lineamenti sono gentili e quel profumo di 
Champagne batte nel mio cervello. Forza Cullen.
"Signorina, mi scusi, dovrei chiederle i suoi dati per la nostra dichiarazione di intervento."

Cerco di essere il più professionale possibile.
"ehm certo. Vuole i miei o del proprietario?" Voglio il tuo nome 
Champagne.
"entrambi" mi ritrovo a dire in un secondo.
 
"Allora, io sono Isabella Swan. La proprietaria è Alice Brandon. C'é tanto danno su? Non mi sono accorta di aver acceso la fiamma e mi sono addormentata." Mi chiede quasi piangendo.
"Signorina Swan, non è moltissimo, però le consiglio di cambiare cucina, non si sa mai."
Che strano parlare con lei. C'é qualcosa di strano, come se fossi appesp ad un filo, come se debba succedere qualcosa che non so.
"Grazie Signor Cullen." Si alza e mi stringe la mano. 
Quel contatto, così unico, così forte. Stringo appena la sua mano e il mio cuore batte impazzito. La coperta, intanto, scivola dalle sue spalle e mi si rappresenta alla vista ancora quella pelle vellutata. Se non vado via rischio di impazzire. Sorrido, mollo la sua presa e richiamo
i miei all'ordine.
"Ragazzi è tutto pronto?" Urlo aiutando Jacob a sistemare l'ultimo tubo. Lei è ancora li, lo sento, la sento. Il suo profumo di 
Champagne è ancora qui, con me.
"Signor Cullen, la vostra coperta!"
Ed é affianco a me, in mezzo alla strada. Con una mano stringe la coperta, con l'altra tiene il telo all'altezza del seno. É incredibile. Come vorrei togliere quell'asciugamano, come vorrei infilare il viso nell'incavo del suo collo. Allungo la mano e prendendo la coperta sfioro ancora una volta le sue dita. Una scossa mi passa fino alla testa e sento che anche per lei è così. Sorrido e ringrazio quando una folata di vento ci travolge e porta in mezzo ai nostri piedi uno di quei cuoricini che sono in città e che tanto odio. Segno del destino? Ci credo poco. Mi abbasso e lo alzo da terra, e senza pensare lo porgo a Isabella.
"Buon San Valentino." Sono le uniche parole che escono dalla mia bocca.

"Edward siamo pronti!" La mia squadra mi fa tornare alla realtà, porto la coperta su una spalla e salto sul camion.

Buon San Valentino Champagne. 

Bella POV


Chiudo il portone di casa alle mie spalle e le uniche parole che riecheggiano nella mia testa sono OcchiVerdi, Cullen e Edward. Dalla targhetta della divisa ho potuto leggere il suo cognome e i suoi colleghi lo hanno chiamato Edward. Edward Cullen, OcchiVerdi. Da patetica come sono, salendo le scale, stringo forte il cuore, dovrei buttarlo via, dopo tutto è solo un pezzo di carta senza alcun valore, ma proprio non ci riesco. Arrivo nel mio appartamento e noto che tutte le finestre sono state aperte, vi è un bel disastro, ma contenuto tra ingresso e cucina, entro in zona pranzo e noto che il fumo e l’odore piano piano stanno scomparendo. Scompaiono tranne il tuo nome nella mia testa Edward Cullen. Mi avvio ai fornelli e il casino che noto mi fa venire voglia di piangere, sono sola, il giorno di San Valentino, con la cucina bruciata, mezza nuda e stringo a me un cuore di carta che mi ha dato uno sconosciuto. No, mia cara Bella, non va bene.
Stringo i pugni e decido che è arrivato il momento di vestirmi. Vado in camera e scelgo la tuta più brutta che il mio armadio possa contenere, la sistemo sul letto e un’idea mi balena nel cervello.
Apro ancora l’armadio e estraggo un vestito nero, corto con la schiena di pizzo che ho comprato pochi giorni prima, prendo collant, tacco e cappotto e comincio a vestirmi.
Voglio uscire di qui. Ormai il mio San Valentino è stato rovinato. Rovinato dalla mia sbadataggine e dai tuoi occhi così verdi.
In pochi minuti sono pronta, un velo di trucco, una phonata ai capelli e niente profumo, ho ancora addosso il profumo di 
Champagne della saponetta, basta e avanza, chiudo le finestre, lasciando solo uno spiraglio per far uscire l’odore di fumo che ancora vi è e esco; c’è un posto dove sono al sicuro quando voglio tirare fuori tutti i pensieri dalla mia testa.

Cammino per alcuni minuti e l’aria frizzante di febbraio entra nelle mie ossa, Seattle è piena di vita stasera, coppie, famiglie e io. Che gioia. Continuo a camminare, ancora un isolato e sono a destinazione. Dai ristoranti esce un vociare sommesso, saranno sicuramente tutte coppie intente a tubare, sbaciucchiarsi e dichiararsi amore eterno che non manterranno. Bella Swan in versione cinica all’ennesima potenza.
Mi stringo dentro al cappotto e sospiro. Chissà se anche tu, OcchiVerdi, mi piace chiamarti così, sei cinico, chissà se sei fidanzato, chissà se sei sposato, chissà se c’è qualcuno che ti aspetta dopo una giornata di lavoro. Scrollo la testa per far uscire questi pensieri e continuo a camminare quando un rumore attira la mia attenzione. Non può essere. È una sirena. Il mio cuore comincia a battere impazzito, che siano ancora loro? Devo ammettere che erano una schiera di pompieri degna di un filmetto di quarta categoria. Uno più grande, grosso, bello dell’altro.
Il biondo che mi ha portato la coperta era di una bellezza indecente, per non parlare dei due ragazzi che sono entrati in casa: un armadio con capelli corti scuri e un ragazzo dall’aspetto più giovane con una carnagione più ambrata, che meraviglia di pelle! E poi lui. Il viso più maturo dei colleghi , alto, magro, con un viso da far svenire; i lineamenti perfetti, i capelli lunghi ma non troppo, color rame, e gli occhi: quegli occhi così verdi.
Basta Bella! La sirena continua ad avvicinarsi e penso che il mio cuore voglia uscire dal petto, svolto l’angolo e la sento sempre più nitida, finalmente la vedo e cazzo!
Un’ambulanza.
Una stronzissima ambulanza.
Un’ambulanza sfreccia di fianco a me, e trattengo una lacrima.
Passo la mano, per asciugare e mi ritrovo davanti al mio posto sicuro. Apro la porta e entro, Riley saprà sicuramente come aiutarmi.
La porta si richiude alle mie spalle e il rumore attira l’attenzione dei presenti, mi osservano e poi ritornano alle loro letture con un bel bicchiere di vino. “Vino e Libri” è l’enoteca/libreria/biblioteca del mio amico Riley, ed è qui che mi rifugio nei momenti di crisi come quello di oggi.
Tolgo il cappotto e mi siedo su di uno sgabello del bancone, Riley mi fa cenno e aspetto che venga a prendere la mia ordinazione. é un caro ragazzo: bello, dolce e sensibile, ma c’è qualcosa in lui che non mi basta. Non c’è mai stata quella scintilla da farmi stare male. Siamo andati a letto insieme qualche volta, ma così da amici, lo so, sembra strano, ma è così.
“Bells, ma non dovevi stare a casa stasera?” Eccolo.
“Se non mi si fosse bruciata la cucina magari sarei rimasta” dico avvilita.
“Cosa è successo?” è spaventato.
“Ma niente di grave. Non mi sono accorta di aver messo una pentola su un fornello acceso, ho fatto il bagno, mi sono addormentata e mi hanno risvegliato i pompieri perché la mia cucina stava andando a fuoco. Ottimo San Valentino, no?” dico sorridendo.
“Non voglio immaginare la reazione di Alice.” Riley, hai perfettamente ragione.
“Già, sarà un bel casino, puoi versarmi un bicchiere di vino rosso, quello italiano, ne ho proprio bisogno!”appoggio la testa sulle mani.
“Non me la racconti giusta, cosa succede Bells?” lui si che mi conosce.
“Beh, i pompieri erano... Che squadra che è arrivata!” e ride.
“Non ci credo, dai il San Valentino migliore nell’immaginario erotico di una donna, e dimmi, si sono spogliati e hanno ballato per te?” continua a ridere.
“Evito di risponderti. Vado a prendermi un libro.”

Mi allontano dal bancone con il mio bicchiere in mano, lo appoggio su un tavolino e vado verso le librerie in cerca di qualcosa da leggere.
Il locale è piccolo, ma le tre pareti non finestrate, quelle che non danno sulla strada, sono completamente riempite da libri, divisi per generi: si va dal fantasy allo storico, dalla saggistica ai fumetti. Di tutto. E io lo adoro per questo. Mi dirigo verso l’ala “rosa” della libreria e sfoglio i libri. Vi sono titoli nuovi, ma nessuno che attiri particolarmente la mia attenzione; amore, amore e amore, adoro leggere libri d’amore, ma in questa strana sera di San Valentino proprio non mi va.
Mi guardo attorno e anche nel locale, ci sono un paio di coppie che parlottano e si sorridono, e nonostante non ami particolarmente queste cose, li invidio. Scelgo a caso un libro, senza pensare a niente altro e torno al mio tavolino.
Bevo un goccio di vino, sospiro e comincio a leggere, ma come prima in strada un rumore colpisce la mia attenzione. 
Di nuovo quel rumore. 
Lascio il libro sul tavolo e corro fuori dal locale, Riley mi chiama, ma non mi fermo. Questa volta sei tu OcchiVerdi. Mi ritrovo in strada, al freddo, senza giacca a guardarmi in giro per sentire ancora quel rumore, lo sento sempre più vicino, mi volto a destra, niente, a sinistra e il cuore impazzisce. In lontananza la camionetta dei pompieri si avvicina. 
Fai che si fermi qui, fai che si fermi qui, fai che si fermi qui!
Mi sento ridicola, anche un po’ sfigata, ma davvero, fa che si fermi qui!

Edward POV

Un altro intervento; la zona è diversa, vorrei tornare da lei, non ho smesso un secondo di pensare a Isabella, i miei colleghi si sono accorti che sono diventato pensieroso e nervoso, e hanno preferito lasciarmi sbollire, ottima idea. Di nuovo sul camion, un’altra chiamata. Un’apertura porta questa volta. Una coppiettina sarà uscita a festeggiare e avrà pensato bene di lasciare le chiavi in casa o qualcosa del genere, ma la gente la testa dove la lascia? Molto probabilmente dove è la mia adesso. In un limbo, in un posto che mi è sconosciuto, un luogo dove non riesci a controllare i pensieri, questi sembrano vagare, ma sanno benissimo dove andare. Un ricordo, un profumo, tutto quello che serve per indirizzarli. Champagne.
James effettua la manovra di accostamento arrivati a destinazione e in pochi secondi tutta la squadra scende.
Come per l’intervento di 
Champagne Emmett e Jacob salgono per primi e io li attendo dal camion per controllare il tutto e coordinare i lavori, con la radio mi spiegano che si tratta di un portone bloccato, hanno le chiavi necessarie per sbloccarlo, un lavoro da poco; decido di non salire e mi appoggio al camion in attesa che scenda uno dei proprietari a darmi dati per la relazione. Scelgo i fogli da compilare e QUEL profumo entra di nuovo con prepotenza nel mio cervello, Non può essere. Mi volto e i suoi occhi sono di nuovo dentro ai miei.
Non ci posso credere, non è una cosa credibile. Come cazzo può essere?
Isabella, 
Champagne è di nuovo davanti a me, il suo profumo di nuovo capace di ubriacarmi.

“Ma, ancora lei?” dico sorridendo “cosa fa, attira le disgrazie?” e non solo, vorrei aggiungere.
Sorride e mi uccide.
“Sembrerebbe, ma non è vero!” e continua a sorridere.
E continua ad uccidermi.
Il respiro accelera, il desiderio è quello di toccarla, di godere del suo profumo.
Fasciata in un vestito nero, corto, con del pizzo, tacchi alti, ancora più bella, che quasi nuda.

Champagne
 tu mi uccidi davvero.
“Sembrerò maleducato, ma cosa fa qui? Casa sua non stava bruciando meno di un’ora fa?”.Dimmi che non sei con qualcuno. Non dirmelo.
“C’era odore di fumo, ero sola e non volevo stare a casa, ero in quel bar e ho sentito un rumore e sa, la curiosità”. È imbarazzata, stringe le mani, e abbassa lo sguardo.
“Un’apertura porta, niente di importante, può andare tranquilla”. Non lo fare, non andare.
“Spero di non rivederla più stanotte, Signor Cullen” sorride e torno in apnea.
“Signorina Swan” non dire altro, non dire che non è lo stesso per te, non dire che non vorresti farla andare via “ buona serata”. Mi allontano e la sento seguirmi. Vuole farmi impazzire?
“Buon San Valentino” mi porge un cuore, un altro cuore che era per terra. Sfioro la sua mano e lo prendo. Un‘altra scossa mi travolge e devo fare qualcosa. Non posso fare come prima, non posso farla andare via, non posso fare finta di niente.
Mi avvicino, mi abbasso e porto la mia bocca all’altezza del suo orecchio.
“Non posso credere che una donna come lei sia sola la notte di San Valentino, se fosse per me, se fosse mia, la terrei rinchiusa in camera con me e mi ubriacherei del suo profumo di 
Champagne tutta la notte”.
Forse ho un tantino esagerato. Qua mi becco uno schiaffo sonoro in faccia, cosa mi è preso? Bella figura da maniaco. Mi sposto e la osservo. È immobile, stringe le mani e con i denti si sta morsicando il labbro inferiore, è ancora più bella, vorrei poter mordere quelle labbra anche io.
La vedo abbassare le spalle e respirare profondamente, il pizzo che le fascia la schiena si rilassa e si contrae, e ho voglia di stringerla, di abbracciarla, di farla mia.

Champagne
 cosa mi hai fatto! È possibile, innamorarsi così di una sconosciuta? È possibile trovare irresistibile un profumo, una donna, senza nemmeno conoscerla? Pensavo di no, ma a quanto pare mi sbagliavo.
“Io, ehm, io, …”. L’ho messa in imbarazzo, non sa cosa dire, sono veramente uno stupido.
“Mi scusi, sono stato maleducato, buona serata”.
Non posso nemmeno salire sul camion e scappare da questa situazione imbarazzante, sto lavorando e non posso farmi travolgere da questa strana circostanza che ho creato io.

Champagne
 è ancora li. Mi guarda, mentre sfoglio i documenti che devo compilare per l’intervento, perché non se ne va?
“Edward, i proprietari non scendono, ho già fatto firmare i moduli, questi sono i dati per la relazione” Jacob mi distoglie dai miei pensieri e si presenta davanti a me.
“Edward?” richiama ancora la mia attenzione.
“ Jake, ho capito, dammi qui!” Prendo il foglio e controllo che abbia preso tutti i dati.
Jacob intanto si avvicina e bisbiglia al mio orecchio.
“Ma, è quella ragazza di prima? Perché è li ferma?” .

Champagne
 sei ancora li. Champagne vai via.
Non rispondo e Jacob si avvicina a Isabella, le sta parlando, lei sorride e risponde.
Cosa le sta dicendo? Di cosa stanno parlando? Posso essere geloso? Sono geloso di un mio collega che parla con una sconosciuta? Se la sconosciuta è lei, è 
Champagne, posso esserlo.
Continuo a osservare di soppiatto e la vedo ancora sorridere a Jacob. Sto impazzendo.
Calma Edward. Calma.
Sbatto con violenza uno sportello del camion e attiro la loro attenzione, la ragazza mi osserva, si avvicina all’orecchio di Jacob, sussurra qualcosa e se ne va, rientra nel bar qui di fronte dal quale è uscita. Ciao 
Champagne, sei andata via. E io sono un povero stupido.
“Cullen!!!” Jacob urla il mio nome.
Jake è il più giovane tra di noi, è inesperto ed è sempre entusiasta ogni volta che si esce per un intervento. Chissa cosa ha visto da farlo urlare così tanto!
“Black, cosa urli! Sono qui, dimmi tutto!”, non appena lo ho sottomano gli do una manata sulla spalla.
“Ecco, è un filino imbarazzante, mah, la ragazza, mi ha detto …” Oh cazzo.
Cosa gli ha detto? Non posso fare figure di merda con i miei colleghi, che razza di caposquadra sarei?
“Jake,forza, parla.” Dico impaziente.
“Beh, mi ha detto di dirti, è un tantino strana questa cosa …” continua a perdere tempo.
“ Ce la fai a parlare?” dico spazientito del tutto.
“Mi ha detto di dirti, testuali parole: lo
Champagne non piace a tanti, anzi in questo momento a nessuno, berlo in piccole dosi non ubriaca, e perché non iniziare a San Valentino”Jacob finisce la frase grattandosi la testa, continua a non capire.
“Grazie Jake, chiudi il camion che partiamo” gli do un'altra pacca sulla schiena.
“No, ma non mi spieghi? Anche io voglio ubriacarmi!” Il solito ragazzino.
“Metti in ordine tutto, se manca qualcosa in caserma, farai il controllo di tutti i mezzi, vedi tu!” Il lavoro peggiore che si possa fare.
“Ok capo!” e scatta a lavorare senza fare altre domande.
Mi sposto per concludere, Emmett mi da il via libera, ma c’è ancora una cosa che devo fare.
“Ragazzi arrivo, un secondo” Mi rivolgo alla squadra e a passi lunghi mi infilo nel bar.
Entro e un piacevole atmosfera mi accoglie, mi guardo in giro, il barista mi saluta, ma non rispondo, dove sei 
Champagne?
Ed eccola, seduta con il volto appoggiato alle braccia sopra il tavolino, mi avvicino e senza che se ne accorga mi affianco ancora una volta al suo orecchio.
“Lo 
Champagne non mi piace berlo a piccole dosi, e, si, la notte di San Valentino sarebbe un peccato non ubriacarsene, ma non si può bere in servizio, mi è vietato, anche se mi sento già brillo. Cosa ne dici di brindare domani?” Bisbiglio, mentre piano piano, Isabella alza la testa.
“Conosco un’enoteca che ne ha di buoni” Mi risponde, guardandomi negli occhi.
“No, grazie, ho trovato quello che mi piace, voglio quello” I nostri sguardi sono ancora più fissi.
“Beh se la mette così, penso che sappia dove trovarlo, a domani allora.” Sorride e si morde ancora le labbra.
Mi avvicino e appoggio il naso al suo collo, respiro e seguo il profilo.
“Si. A domani 
Champagne”. Mi alzo, esco dal locale, salgo sul camion e devo rispondere alle mille domande dei colleghi che ovviamente hanno capito tutto.
Che strano modo di chiedere un appuntamento. Che strano modo di farlo la notte di San Valentino.

Bella POV

È successo veramente a me? Ancora incredula, finisco di bere il contenuto del bicchiere, ho lo sguardo fisso nel vuoto. È successo davvero a me? Peggio che nei romanzetti rosa che amo leggere, molto peggio!
Ho un appuntamento, e lo ho avuto nel modo più strano potessi immaginare: sia benedetta la mia saponetta. Sposto la manica del vestito, mi guardo attorno che nessuno mi stia guardando e mi annuso il polso, io questo straordinario odore di 
Champagne non lo sento, è solo un sentore, non di certo quello che dice di sentire OcchiVerdi. Domani. Ma quando? A che ora? Domani da me. Bene. Perché non ho chiesto altro? Mi sento una ragazzina e tutto ciò è molto imbarazzante.
“Forse questo è quello che ti serve.” Riley mi raggiunge al tavolino con un altro bicchiere di vino. Ottima idea.
“Direi di si, sei il migliore” dico sorridendo al mio amico, che non ricambia, anzi è tutt’altro che sorridente.
“Bella, VOGLIO SAPERE TUTTO!” Ecco il solito Riley, sta urlando per il bar e più rossa in viso di me in questo momento penso non sia esistita mai nessuno.
“Puoi smetterla di fare Alice della situazione?!” Rispondo dandogli un pugno sulla gamba.
Sorride e si siede di fronte a me. Con lui è così, strano che sia, la nostra amicizia è forte, e ci lega, è un grande amico, è stato qualcosa di più due o tre volte, ma è stato divertente per entrambi, nulla di più; lui ha le sue storie e io ho le mie. E questa specie di storia lo interessa,a quanto pare; quante serate passate con compagnia della mia cara coinquilina a raccontarsi pettegolezzi, a riempire di risate serata noiose, e li adoro per questo.
“Bells, su dai non fare la difficile. Ora te la racconto dal mio punto di vista, poi dimmi cosa ne pensi” ho paura “ allora, una ragazza è in un bar, racconta di aver avuto a che fare con una squadra di sexy pompieri, poi all’improvviso il rumore di una sirena, la bella ragazza, corre fuori dal locale e ritorna una decina di minuti dopo con un sorriso compiaciuto sulle labbra, e…”
“Ri, la tu lavori o guardi me?” cerco di interromperlo.
“Fammi finire! Allora la ragazza col sorrisetto compiaciuto, ritorna al suo tavolino, quando un super pompiere dai capelli ramati entra nel bar, si guarda intorno, vede la fanciulla e si dirige verso di lei, le sussurra qualcosa, spero di altamente erotico, nell’orecchio e se ne va. La nostra eroina, alza il viso e la sua espressione ha un mix di shock ed eccitazione. Ho azzeccato tutto vero?” Ok. Ho decisamente paura, meglio non rispondere.
“L’unico arcano ancora da svelare è: cosa mai avrà detto l’avvenente pompiere alla ragazza? Forza Bella, spara tutto.”E torna serio come prima.
Lo guardo in viso e scoppio a ridere, ma come si fa a prendere sul serio una persona che fa questi discorsi?
“Ma tutti strani gli amici io?” cerco di riprendermi dalle risate.
“Isabella, dai!” Ahia, usa la tattica “Isabella”, la usa quando veramente la sua esasperazione/curiosità raggiunge livelli imbarazzanti.
“E va bene! Certo che la privacy con te e Alice non esiste proprio!”
E gli racconto , in modo più approfondito di prima del nostro incontro, del secondo incontro fuori dal locale, delle sue parole, della mia risposta al suo collega e della sua richiesta di un appuntamento, del profumo di 
Champagne. È euforico, è curioso, la sua mente sta correndo a duemila, ne sta pensando una delle sue.
Senza dire nulla, si alza e corre dietro al bancone. Alzo gli occhi al cielo e sento ogni tipo di rumore di bicchieri, bottiglie, posate. Dopo alcuni minuti riappare nascondendo qualcosa dietro la schiena.
Si avvicina e mi svela il mistero. Una bottiglia, una bottiglia di 
Champagne.
“Pensavo stessi complottando qualcosa di più geniale! Non ti sei impegnato molto”
Sorride ed è pronto a spiegarmi la sua idea.
“Bellina cara, allora, io che sono un intenditore, ho riconosciuto l’odore della tua saponetta, ed è sicuramente lui,tieni, offre la casa, sono sicuro che sarà ancora meglio, magari il tuo pompiere userà questa bottiglia per spegnere il tuo fuoco!” Che battuta. Che battuta piena di spirito, siamo veramente simpatici qui.
Alzo ancora una volta gli occhi al cielo, afferro la bottiglia dal collo e la giro come per spaccarla in testa al mio amico, sorrido e penso alla sua frase. Spegnere il mio fuoco. Un brivido percorre la mia schiena, un sospiro nasce e Riley ride rumorosamente.
“Bells ci stai pensando davvero! Alice dove sei” urla tornando al bancone, e decido di sprofondare dalla vergogna nel mio mare, perché no, di 
Champagne.

A domani!
Fatemi sapere se vi piace :)


   
 
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