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Autore: Nimue_    14/02/2012    6 recensioni
Quando le palpebre di Bulma si abbassarono e le sue lunghe dita affusolate le coprirono, Vegeta prese un bel respiro. Rivolse lo sguardo alle stelle e tese il braccio destro, concentrando tutta l'energia sul solo palmo della mano. Attese fino a quando non la sentì formicolare nella pelle, facendogli ribollire il sangue, e infine, individuato un aereo in volo nella notte, la rilasciò.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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stelle cadenti DISCORSO ELETTORALE SAYAN: Vegeta è stato il mio primo amore, il principe azzuro (Sayan) della mia infanzia. A San Valentino la sua presenza si fa sentire, così come l'affetto verso la coppia Vegeta/Bulma. Questa è una sciocchezzuola senza pretese, mi scuso nel caso i personaggi risultino poco IC. Il titolo della storia è la traduzione in giapponese di "Stelle cadenti".

Nagareboshi


Amor che move il sole e le altre stelle.
DANTE ALIGHIERI - Paradiso.

- Donna, sono stufo di stare qui ad aspettare, me ne vado! -
- Pazienza scimmione, non puoi avere tutto quello che desideri con uno schiocco delle dita. - 

Il Sayan incrociò le braccia al petto e borbottò offese sottovoce. Erano ore che si sorbiva le chiacchiere di quell'umana con i capelli strani, le gambe che penzolavano dal tetto della Capsule Corporation e lo sguardo rivolto verso l'alto a scrutare la volta celeste.
- Attenta a come parli, donna. - farfugliò.
- Quando ti deciderai a chiamarmi Bulma? Mi sembra il minimo per una che non solo ti ha accolto in casa sua, ma ti ha anche salvato la pelle! -

- Mh. -
Se non avesse avuto ragione, si poteva star certi che le avrebbe risposto a dovere, ma quella era l'assoluta verità. Dopo essere arrivato sulla Terra infatti, il laboratorio del professor Brief era diventato il suo rifugio, un posto dove gli venivano passate squisitezze di tutti i tipi, vestiti puliti e tè alle cinque di ogni giorno. Lui odiava quella bevanda puzzolente e amarognola, e del resto gliene importava ben poco, ma in compenso, grazie ai Brief, poteva allenarsi con le migliori tecnologie del pianeta, strumenti ai quali nemmeno Kakaroth aveva accesso.
Poi c'era stata la storia dell'esplosione nella stanza di gravità 300, e quella lì si era presa cura di lui tutto il tempo, era rimasta al suo capezzale fino a quando non aveva riaperto gli occhi. Se l'era trovata lì, addormentata e con la faccia spiaccicata sul tavolo, sfinita dopo tutte quelle ore di veglia. Lui si era sentito strano quella volta, come se per qualche secondo non avesse sentito il bisogno di uccidere.
In sintesi quella serata gliela doveva, giusto?
- Sarebbe un peccato, fustone. Una nottata intera senza vedere una sola stella cadente! Mio padre era sicuro che ce ne fosse uno sciame in arrivo nell'orbita della Terra. -
- È stato lo scienziato pazzo a dirlo, questo spiega tutto. - la bocca di Vegeta si tese in un ghigno. Quell'uomo era tanto geniale quanto maldestro.
Bulma emise un lungo sospiro, facendo leva sulle mani per alzarsi, - Va bene, va bene, andiamo a casa, la tua promessa l'hai mantenuta comunque. -
- Aspetta, donna! - 
Che diavolo stava combinando? Sentiva di nuovo quell'insopportabile sensazione, il battito del cuore accelerato e la furia omicida da guerriero ridotta a un pensiero lontano. 
- Io sono il principe dei Sayan, quando dò la mia parola la mantengo a costo della morte! Ho giurato che avrei passato la serata con te, così sia. -
- Non esagerare, non è mica colpa tua se non siamo riusciti a vedere le stelle cadenti. -
Vegeta la tirò per la giacca e la costrinse a tornare seduta, guardandola in cagnesco; non avrebbe accettato altre discussioni, uno come lui detestava ripetersi due volte.
- Vuoi davvero vedere uno sciame di meteoriti, eh? Un gioco da ragazzi, chiudi gli occhi. -
- Ma.. -
- Maledizione, perché voi donne umane fate tutte queste storie? Chiudili e basta, e non cercare di imbrogliare un Sayan. -
- Sarebbe troppo semplice. - la ragazza mise il broncio, come faceva sempre quando era offesa, - siete talmente stupidi. - aggiunse.
- Chiudili e basta! -
Quando le palpebre di Bulma si abbassarono e le sue lunghe dita affusolate le coprirono, Vegeta prese un bel respiro. Rivolse lo sguardo alle stelle e tese il braccio destro, concentrando tutta l'energia sul solo palmo della mano. Attese fino a quando non la sentì formicolare nella pelle, facendogli ribollire il sangue, e infine, individuato un aereo in volo nella notte, la rilasciò. Un'onda luminosa esplose verso il cielo, inseguendo il velivolo a migliaia di metri d'altezza, sempre più in alto fino a raggiungerlo.
Mira perfetta.
- Adesso puoi aprirli. -
La vista di Bulma si aprì sul cielo terso della città, squarciato da scie infuocate. Ne aveva viste tante lei, migliore amica del guerriero più forte dell'universo, ma uno spettacolo simile le era del tutto sconosciuto. Era come se il principe avesse ordinato allo spazio di far piovere stelle, tutto unicamente per lei.
- Vegeta, come hai.. quelle sono stelle cadenti, vere stelle cadenti! Come ci sei riuscito? -
- Non rivelo mai i miei assi nella manica, donna. -
Prima che potesse difendersi, si ritrovò avvinghiato nella morsa stretta di Bulma che gli stringeva le braccia nude intorno al collo. Tentò di non pensare all'effetto che il suo profumo aveva su di lui; lo faceva sentire stordito, gli dava alla testa. Ah, stava diventando un rammollito a forza di passare tutto quel tempo con gli umani!
- Grazie, bel fustone. -
- Oh, taci! -
In un modo o nell'altro si sforzò di non dare troppo peso a quel contatto. Doveva scostarla e farla tornare al suo posto? Magari poteva lasciarla stare, ma solo perché quella sera gliela doveva, giusto?
Ammirò gli ultimi pezzi infuocati scomparire nel buio: la situazione era sotto controllo dopotutto, aveva distrutto un aereo pieno di persone e si sentiva magnificamente, era tornato il Sayan spietato di sempre.
Un dubbio improvviso lo sconvolse. Sì, aveva appena fatto fuori centinaia di umani, ma anche sprecato tutta quell'energia solo per farla contenta. Aveva creato delle false stelle cadenti solo per vederla sorridere, si era ribellato alla noiosa passività dello spazio unicamente per Bulma; aveva anche pensato a lei chiamandola per nome!
- Sai Vegeta, ci sarebbe ancora qualcosa che potresti fare per rendere la serata perfetta. -
Bulma poggiò le mani delicate sulle sue, forti e piene di cicatrici. Le portò ad avvolgerla in un caldo abbraccio, abbandonandosi contro il suo petto scolpito.
Il principe, ancora incredulo, lasciò che le sue braccia la ricoprissero, cercando di moderare la forza per non farle del male. Se avesse voluto ucciderla gli sarebbe bastato aumentare un po' la presa, le avrebbe fracassato le ossa in tanti piccoli pezzi. Gli restava quella come unica consolazione.
Nonostante l'energia scoppiettasse ancora nelle sue membra non lo fece, e si limitò a puntare lo sguardo sugli ultimi frammenti luminosi che andavano spegnendosi nel buio. Poggiò piano il mento sulla spalla di Bulma.
Se solo lo avesse visto Kakaroth, che avrebbe pensato? Lui lo stava facendo perché era un uomo di parola, non perché fosse diventato buono per davvero.
Sì, se la teneva ben stretta solo perché quella serata gliela doveva, giusto?



Note: questa storia nasce grazie ad una splendida fan art della quale, purtroppo, avevo salvato solo un'immagine. Nella fan art Vegeta distruggeva Venere, io mi sono ridimensionata ad un aereo.
Non ci sono molte cose da dire, solo che è ambientata in una qualunque serata dopo l'incidente di Vegeta ( prima dell'arrivo degli androidi).
Ah, un'altra cosa. Perché ho parlato del tè? La signora Brief non fa altro che offrirlo a Vegeta, mi è sembrato divertente fare riferimento a lei.
Ho finito, buon San Valentino a tutti i single!

 



   
 
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