1)Faccia a faccia con la morte

Se ne stava accasciato al suolo, chino sul corpo inerme dell’amico. Piangeva. E, stavolta, era per qualcosa di serio. Strano, vero?
Piangeva e le sue lacrime si mescolavano alla macchia scarlatta sul suolo… Per fare un bell’effetto, l’Autrice decide mi far entrare in scena un bell’acquazzone.
Piangeva e le sue lacrime si mescolavano alla macchia scarlatta sul suolo, bagnato dall’intenso scendere di gocce d’acqua.
«N-non puoi -tipo- lasciarmi, sei troppo importante per me!» urlava scuotendo il debole corpo.
Da quel corpo, seppur morto, parve uscire una lacrima, che gocciolò sulla rosea carne fino a impattare sul duro cemento dell’asfalto.
Era finita. Per loro era finita. Non avrebbe più potuto vedere i suoi allegri occhi azzurri illuminati di verde dalla luce che rifletteva sull’erba. Non lo avrebbe più consolato dalle sue delusioni amorose. Non lo avrebbe più accolto a braccia aperte quando tornava da lui dopo lungo tempo. Non lo avrebbe mai più conciato come voleva.
Resosi conto della dura realtà, Polonia, stavolta in veste di Feliks, si alzò in piedi, passandosi il dorso della mano sugli occhi, cercando di fermare il corso delle lacrime.
Doveva vendicarlo, doveva sapere chi era stato, doveva conficcare quella lama che aveva ucciso il suo amico nel petto del colpevole.
Estrasse dalla tasca il cellulare, pronto a chiamare gli altri. Doveva organizzare un meeting d’urgenza e investigare con qualcuno pronto ad aiutarlo. Doveva chiamare tutti e, avendoli tutti riuniti d’innanzi agli occhi, avrebbe dovuto spiegare loro la situazione.
Va bene, aveva paura degli estranei, ma era una situazione urgente. Se quest’assassino aveva colpito lui, c’era la possibilità che tornasse all’attacco.
Quindi doveva chiamare tutti, doveva smascherare il colpevole, doveva indagare e capire chi aveva ucciso Pony!