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Autore: OurThirteen    15/02/2012    3 recensioni
E se Dean si innamorasse?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Angolo Autrice:
Metto questo angolo prima della storia e non dopo per un buon motivo, allora vi avverto fin da subito che è un capitolo più tosto lungo e che è una storia che ho scritto di getto senza curarmi particolarmente della trama, vorrei avere una recenzione prima di publicare il capitolo successivo altrimenti la finirò qui D: non mi piace continuare storie che vengono igorate, vi chiedo solo una recensione anche negativa basta che ci sia ç_ç


Il senso della vita è dare alla vita un senso 


A little girly? Seriusly?

 

Si svegliarono quel giorno, Sam si svegliò mentre Dean era ancora in dormiveglia, più presto del solito per potersi preparare al meglio per l’imminente partenza che di lì a poco sarebbe avvenuta, preparò i borsoni per entrambi, raccolse i documenti spersi un po’ ovunque per la camera rimproverandosi di non averlo fatto la sera prima,  riordinò i fogli e i libri sul folclore che Dean aveva avuto in prestito per generosa offerta di Bobby, beh la parola prestito per Dean non aveva lo stesso significato segnato nel vocabolario, infatti “prestito” equivaleva a prendere cose senza che la persona altrui se ne accorgersene.

<< Dean ti vuoi alzare! Dobbiamo andare>>
<< Uhm… dove?... ah già paesino sperduto tra i monti e dimenticato da Dio >>
<< Già e se non arriveremo in tempo oltre ad essere sperduto e dimenticato diventerà anche disabitato>>

Sam si passò una mano tra i capelli finendo di raggruppare le ultime cose, certo la sera prima aveva chiesto al fratello di mettere in ordine i propri arnesi ma lui come al solito aveva fatto finta di non sentire.
Dopo aver atteso quegli interminabili minuti necessari per cui il fratello si fosse alzato, lavato e vestito; Sam afferrò i propri borsoni e il devoto computer portatile dirigendosi verso la porta d’uscita di quella misera stanzetta di motel che avevano affittato pochi giorni prima seguito dal fratello che accennava di tanto in tanto, per la via fino alla sua “piccola”, qualche sbadiglio senza curarsi un minimo di nasconderlo sotto una mano.
Sfilò le chiavi da una tasca e le infilò nella toppa della portiera per poi mettere in moto accomodandosi al posto del guidatore lasciando a Sam quello del passeggero, come sempre.

<<  Cos’è che dobbiamo far fuori sta volta? >>
<<  Un gruppetto di vampiri Dean, non sono molti ma bastano per causare scompiglio  >>
<<  Tipo?  >>
<< …Tipo cosa? >>
<<  Tipo sta a chiedere quanti sono Sammy >>
<<  Oh… credo almeno quattro  >>

Dopo questi scambi di parole calò il silenzio tra i due interrotto poi dalla cassetta dei Metallica che Dean aveva prontamente infilato nella radio dopo che Sam aveva finito di parlare.
Non ci fu un gran che di cui parlare durante il viaggio quindi i due si limitarono a fare qualche sospiro, guardare fuori dal finestrino e fare qualche battuta di tanto in tanto.
Si fece pomeriggio forse anche troppo in fretta, in fin dei conti il tempo passato in quell’auto scorreva veloce anche se non si parlava di niente o ci si annoiava, era sempre stato così, era come se si perdessero a fissare i paesaggi che gli si stagliavano contro . 
Quel giorno non avevano fatto colazione e affamati non vedevano l’ora di intravedere l’ombra di un fast-food o di un bistrot  su per la strada, continuarono a guidare con costanza, fino a che sulla strada spuntò la loro salvezza, come diceva Dean che in un attimo si fiondò fuori dall’auto tornando poco dopo con due buste con tutto e di più dentro ma sembrava che non sarebbe neanche bastato per entrambi, infatti Dean spazzolò con poco l’interno della prima mentre Sam aveva ancora in mano un panino.

 

<<  Hey Sammy, i nostri Edward Cullen hanno un nome?  >>
<<  Emm… si sono riuscito soltanto a ricavare il nome del capogruppo, sembra sia un certo Anton e abbia una lunga vita alle spalle >>
<<  Anton è un nome da gay >>

Cominciarono i ragazzi  con sottofondo le risate canzonatorie di Dean,  in quei gironi ridevano davvero raramente ed era felice che ora come ora Dean stesse ridendo di gusto per la prima volta in settimane, troppe morti, troppe uccisioni, troppe famiglie distrutte, troppi bambini volati in cielo prematuramente in parte per colpa loro, se solo fossero arrivati qualche attimo prima, se solo avessero saputo, se solo avessero impedito quelle carneficine che stavano accadendo sotto i loro occhi, se solo ci fossero stati.
I fratelli non facevano altro che rimproverarsi per questo, ma non potevano sapere che dietro c’era un’impresa più grande di loro, più grande di tutti.
Dopo che ebbero finito di ridere e scherzare, mentre Dean estorceva qualche ghiottoneria a Sam, i due decisero di ripartire verso quella piccola cittadina che chiedeva aiuto da lontano.
Dopo aver varcato il grande cancello in ferro arrugginito su cui giaceva un cartellone con scritto “Benvenuti ad ButterflyVillage” ma il paesino era tutt’altro fatto dal nome, si era pieno di alberi e zone verdi tutt’intorno agli edifici ma di farfalle non ce n’era neanche l’ombra, notarono i due mentre erano alla ricerca di un motel in cui potersi riposare.
Dopo aver vagabondato per diversi minuti in cerca di un motel ne trovarono uno, più tosto piccolo ma sembrava l’unico  che potevano permettersi.
Pagarono una stanza per entrambi specificando, Dean specificò, che ci fossero letti ben separati per poi afferrare le chiavi e dirigersi verso il loro luogo di riposo.
Sam infilò la chiave nella toppa per poi buttare i proprio borsoni in un angolo mentre Dean li lanciò con non proprio delicatezza su uno dei due letti.

<<  Dovremmo esplorare questo posto e chiedere in giro di questo tizio >>
<<  Ottima idea Sammy, mi scusi signorina ha per caso visto un vampiro da queste parti? >>
<<  Oh piantala Dean, io vado a dare una controllata in giro  >>
<<  Ottimo io vado a cercare in un bar ci si vede >>
<<  Non ubriacarti chiaro!? Dean!  >>

Gli urlò dietro Sam ma era troppo tardi perché il ragazzo aveva già varcato la porta ed era sgusciato fuori, ma Sam era sicuro lo avesse sentito intimargli contro di restare sobrio, infondo era lavoro questo non un’occasione per rimorchiare giovani bariste ed ubriacarsi in giro ma non era sicuro che Dean lo avesse mai capito,in cuor suo sapeva che sapeva badare a se stesso e che era abbastanza responsabile ma a volta gli sembrava di dover essere lui il maggiore e Dean il fratello cazzone che pensa a divertirsi ma lui gli voleva bene dopo tutto, gli voleva più che bene, avevano condiviso troppe cose, il loro non era un semplice legame tra fratelli no, era molto di più era talmente forte che a volte era l’unica cosa che lo spingeva ad andare avanti con la sua vita, a non rimpiangere di aver mollato gli studi per poter seguire quel cazzone di suo fratello.
Intanto poco lontano dal motel in cui aveva molato Sam, Dean si crogiolava tra gli alcolici del bar, stando attento a non esagerare troppo ovviamente come gli aveva raccomandato Sammy.
Prese a guardarsi intorno preso dalla noia, aveva già chiesto alla barista, di cui era riuscito ad avere il numero, se conosceva un certo Anton, disse che era un amico di un amico e la ragazza sciocca com’era gli credette e gli disse anche che quella sera sarebbe stato lì al locale come tutti i giovedì del resto, per fortuna che era bella pensò lui accennando un mezzo sospiro; ad un tratto sentì un rumore fastidioso, come un fischio.
Era un microfono che era caduto a terra, solo allora si accorse che il bar aveva un palchetto su cui una ragazza aveva fatto cadere appunto un microfono, non avrà avuto più di vent’anni, forse meno ma non riusciva a capire la sua età per il troppo trucco pesante, nero sugli occhi.
Per un attimo gli parve che stesse ricambiando il suo sguardo, quasi con aria di sfida, gli scappò un sorrisetto all’idea gli piacevano le donne forti, intraprendenti ma da quel che vedeva  non era una donna,  non vera e propria sembrava ancora una ragazzina.
Appena gli venne l’idea di chiederle qualcosa si girò di nuovo verso la direzione del palchetto, ma era come se fosse sparita, nel nulla…bah.
Decise di tornare al motel, per fare rapporto a Sam su quello che aveva scoperto, sperando fosse rientrato ovviamente, si intrufolò nella camera di motel come niente fosse mentre il fratello gli faceva distrattamente un cenno di saluto col capo, era troppo impegnato con le ricerche che doveva svolgere per concedersi inutili chiacchiere.

<<  Sta sera al bar qui di fronte Sammy, io te e Anton che te ne pare? >>
<<  Oh l’hai trovato, fantastico, ora vai a trovare anche gli altri o meglio dammi una mano qui, tre casi di dissanguamenti in meno di tre settimane >>
<<  Presunti attacchi animali? >>
<<  Già… >>

Il tramonto arrivò in fretta mentre i due fratelli cercavano di capire al meglio quella situazione,  si infiltrarono negli archivi della polizia, cercarono ritagli di giornali online, quello che potevano insomma, non rimando del tutto delusi infatti, dai rapporti della polizia e dalle foto dei cadaveri allegate avevano dedotto che i vampiri erano più di uno come già sospettavano ed avevano scoperto anche le vittime erano tutte ragazze, probabilmente quell’Anton le corteggiava per poi portarle nella tana del lupo.
Sam attese che Dean avesse finito di vestirsi, come al solito, per poi uscire assieme incamminandosi a piedi verso il locale perché si , Dean aveva accuratamente nascosto l’auto per paura che qualcuno di quei mostri la urtasse, la graffiasse o che le “facesse del male”, certo perché quell’auto ha dei sentimenti propri, a volte pensava che la trattasse come se fosse viva, non aveva mai capito a fondo il perché del suo attaccamento così profondo a quel rottame.
Tutt’intorno all’area esterna del locale si sentiva una lieve musica di sottofondo ma dopo aver avanzato qualche passo verso l’entrata la musica si fece più chiara, o meglio una voce che si faceva largo tra il suono degli strumenti e il vocio della gente, era bella, forte e chiara e Dean sapeva benissimo a chi apparteneva .
Entrato nel locale rivolse subito la sua attenzione vero il palco o meglio, verso la ragazza la cui voce era così bella,così soave, era come se lo stesse stregando dentro anche se sembrava fosse l’unico a pensarla così, infatti molte persone pensavano ai fatti propri senza curarsi del vocio per cui la ragazza era costretta ad alzare la voce per riuscire nel proprio intento, cantare.
Si soffermò un attimo sul suo vestito che lasciava intravedere le gambe ben definite e le rotondità del petto che tanto apprezzava in una ragazza, era rosso, lo stesso rosso delle sue labbra, notò che aveva mantenuto il trucco nero pesante sugli occhi azzurri che risaltavano di più dall’ultima volta che l’aveva vista, cioè poche ore fa, i capelli biondo pallido, davvero pallido ricadevano leggermente arricciati sulle spalle mentre cantava quella melodia, quella cantilena che ripeteva sempre lo stesso ritornello eppure non si stancava mai di sentirlo, era così malinconica, sia la canzone che la ragazza, non si accorse degli attimi che aveva perso a fissare tanta beltà ai suoi occhi ma Sam invece sembrava averci fatto caso.

<<  Dean...Dean!  >>
<<  Cosa! >>
<<  Non avrà più di…di 17 anni insomma,  è una bambina, una perdita di tempo >>
<<  Non la sto fissando okay? Non..non parliamone più, dov’è quel…quell’Anton >>

<<  Non ti ho chiesto se la stavi fissando, il che mi porta a pensare che lo stessi facendo davvero e okay dopo questa non infierirò più >>

Sam rise guardando per la prima volta in forse anni l’imbarazzo del fratello che cercava prontamente di nascondere con battutine e sguardi torvi, era fatto così, non avrebbe mai ammesso di essere stato ammaliato da quella ragazza, che ai suoi occhi non aveva niente di speciale ma a quelli del fratello, probabilmente la pensavano in un altro modo. Non era convinto che la volesse a basta, no aveva visto come una luce negli occhi del fratello, una luce che si era accesa guardando quella ragazza per la prima volta, ma era troppo piccola per lui, lo sapeva che non si sarebbe mai fatto avanti, probabilmente anche per quello.
Si sentiva una fitta al cuore a dover vedere il fratello in quelle condizioni,  Sam credeva nell’amore a prima vista, era quello che aveva unito lui e Jessica ed era certo sarebbe successa la stessa cosa a Dean e quella ragazza se solo l’età non ci avesse messo lo zampino, decise di scacciare quel pensiero come stava cercando di fare Dean convinto che nessuno avesse notato quello successo poco prima.
Dean si incamminò dalla barista di prima cercando di non farsi incantare da quella voce che proveniva poco lontano, reprimendo l’impulso di girarsi a contemplare cotanta perfezione ai suoi occhi.
Si sentiva così sporco, così… depravato, era così sbagliato quello che stava provando ora? Aveva visto uomini più vecchi di lui con ragazzine dai vent’anni in giù eppure si sentiva così sporco, in conflitto con se stesso.
Chiese alla barista del vampiro, lei gli indicò un uomo seduto si spalle poco lontano da loro, sulla trentina circa, leggermente brizzolato e ben piantato, i due fratelli si sedettero ad un tavolo osservandolo, beh Sam lo osservava ma Dean era troppo preso da suoi pensieri per prestare attenzione a quel’uomo, tanto non accorgersi che dopo poco si diresse alla porta sul retro, probabilmente sarebbe rimasto lì impalato se Sam non lo avesse richiamato alla realtà.
Si alzò di scatto dopo esser sceso dalle nuvole, tanto da urtare la sedia su cui era seduto poco prima e farla rovesciare ma sembrava che nessuno gli avesse dato importanza, tranne Sam che accennò una risata portandosi una mano tra i capelli seguendo Dean che forse per l’imbarazzo o forse per l’irritazione di quel momento era filato dritto verso la porta sul retro.
Dopo essersi precipitati con foga verso la porta sul retro notarono l’uomo di spalle che non si degno neanche di voltarsi, tutt’intorno giaceva uno strano silenzio, era cessata anche la musica, era cessata anche quella voce così soave.
I ragazzi non fecero in tempo a finire di guardarsi in torno che subito furono accerchiati da quattro vampiri, uno ovviamente era Anton, Dean sfilò prontamente un paletto da sotto la giacca, stessa cosa che fece Sam ma non rapido come il maggiore, infatti si ritrovò a terra succube di uno di quei mostri, ci mise tutta la sua forza per riuscire a non farsi mordere e a scollarselo di dosso che appena riuscì a tirarsi in piedi lo trafisse dritto a cuore tirandogli un calcio nello stomaco come vendetta, gli sfilò il paletto dal petto correndo ad aiutare il fratello che a sua volta ne aveva ucciso un’altro, una biondina, era la barista, quella puttana faceva il doppio gioco lesse Sam negli occhi del fratello.
Dean si affrettò a cercare di attaccare uno dei due mostri che lo stavano accerchiando mentre Sam cercava di aiutarlo come poteva, su un attimo, un attimo in cui Sam venne sbalzato contro il muro del retro del locale dove nel frattempo era ripresa la musica per cui non si stupì che nessuno non avesse sentito niente, adesso la sua unica preoccupazione era il fratello ma non poteva raggiungerlo con quei due mostri alle calcagna.
Poco prima che venisse sbalzato in aria anche Dean la porta sul retro si aprì e lui non credette ai suoi occhi, era la ragazza, la cantante, cosa ci faceva lì? Se l’avessero attaccata? Si sforzò di rimettersi in piedi dopo esser stato sbalzato contro il muro come Sam ma la testa girava troppo, credette di avere le allucinazioni perché si la ragazza aveva sfilato due paletti di legno dal reggicalze sotto il vestito e stava fronteggiando come se niente fosse i due vampiri che erano più tosto spiazzati dalla situazione, li fece fuori in un attimo, approfittò del momento di confusione per colpire, agile e veloce.
Dean buttò qualche sguardo al fratello, stava bene si ma si teneva un braccio, forse era rotto, la sua espressione sembrava sorpresa almeno quanto la sua.                                                                                                                            

<<  Hey tutto okay? >>

Gridò la ragazza, a sua voce era altrettanto bella anche quando non cantava, pensò Dean, un momento dopo si maledisse per averlo pensato e ringrazio di on averlo detto ad alta voce cercando di mettersi in piedi premendosi una mano sulla fronte e porgendo l’altra a Sam per aiutarlo a rialzarsi, quando lui non l’accettò capì che forse, prima era meglio se chiedesse spiegazioni alla ragazza.            

<<  Chi sei?  E soprattutto cosa sei? >>
<<  Sono quello che siete voi, mi sembra evidente >>
 << Non hai risposto alla mia prima domanda  >>
<<  Chiunque tu voglia che io sia  >>

Oh odiava quel tono impertinente, sembrava simile al suo, ora capiva perché anche Sam lo odiasse, spostò distrattamente lo sguardo su Sam che nel frattempo si era tirato in piedi da solo e che probabilmente si stava ponendo le stesse domande che aveva appena Dean alla ragazza, non fece in tempo a girarsi di nuovo verso essa che se la ritrovò davanti, quasi non gli scappò un gridolino che cercò di reprimere con tutto se stesso, pareva aver funzionato.                                                                         

  
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