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Autore: broken wings    15/02/2012    8 recensioni
« Mamma era più piena d'amore rispetto a papà.
Lui ne cantava, ne parlava, ma non ne ha mai dato, almeno non a me in quanto suo figlio. »
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, John Lennon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina, c'era un compito in classe che recitava nel titolo, scritto con un corsivo grande e calcato: Descrivi tuo padre.

Avevo dieci anni, occhi castani, capelli biondi scuro e non avevo un padre. Che fare? Rilessi la riga più volte, e quando mi accertai di aver letto bene, guardai atterrito l'insegnante, che mi ricambiò con un sorriso tenero quasi compassionevole, a dirla tutta.
Per te è facile, Julian! "Mio padre è il genio del secolo, tutti lo amano, tutti lo conoscono. A che serve descriverlo? E' John Lennon, dannazione, si descrive da solo"
Tutta la classe rise rumorosamente alla battuta del compagno, Max, un indiscutibile idiota. Non faceva ridere. 
Smettila, non importunarlo. riproverò la signorina Dirsty, aggiungendo poi: Se qualcuno ha bisogno di aiuto, ditemelo. Buon lavoro.
Un attimo di silenzio. Mi guardai attorno, avevano già tutti impugnato la matita in mano: c'era anche chi aveva iniziato già a scrivere, chi guardava nel vuoto rimescolando chissà quale ricordo, c'era chi fissava il foglio sbadigliando e che aveva già la gomma da cancellare pronta per essere utilizzata. Io restai immobile. 
Maestra?
Sì, Julian?
Ma.. Il padre da descrivere.. dev'essere per forza il padre di sangue? Io.. io ho due papà. Ma quello che preferisco non è quello di sangue. Posso.. posso descrivere l'altro? 



Da ragazzo c'erano due canzoni che ascoltavo spesso: la prima era conosciuta come Hey Jude, anche se Paul mi ripeteva spesso che il nome originale fosse Hey Jules il quale somigliava più a "Julian", ed era dedicata ad un bel bambino che portava quello stesso nome. Era per me. La gridavo per strada, scrivevo i pezzi di quel brano sui fogli, sui banchi di scuola ed anche nel muro dei bagni. La ascoltavo alla radio con il volume al massimo, la cantavo insieme a mia madre, Cynthia, la donna della mia vita, il mio 90% di famiglia. Uno dei brani più famosi dei Beatles, la band più famosa d'Inghilterra, era dedicato a me. Ero orgoglioso di ogni singola parola che veniva cantata, anche il "Na na na na" finale era un motivo di gioia durante quegli anni. 

Quando Paul me la cantò per la prima volta con la sua chitarra classica in salotto, una mattina di domenica, dopo averlo ascoltato ammaliato lo guardai negli occhi e gli chiesi:
Perché fai questo per me? Perché mi vuoi così bene se neanche mio papà me ne vuole?
Non dimenticherò mai l'espressione che si formò nel suo volto: continuava a sorridere ma i suoi occhi erano lucidi. 
Hei, piccolo. Ascoltami. Tuo padre ti ama.
Ma era una bugia, lo sapevamo entrambi.
Era in momenti del genere, che scappavo in camera e mi ci rinchiudevo per giornate intere.
Accadde con più frequenza, quando il mito musicale sfornò un bambino con la sua nuova moglie, Yoko Ono: Sean Taro Lennon Ono. 
Gli dedicò una canzone. A lui. 
Beautiful Boy.
Rappresentava in poche parole tutto l'amore perfetto che un padre perfetto provava nel suo figlio perfetto. 
Rappresentava tutto ciò che io non avevo mai ricevuto. 
Cantava protezione, cura, affetto. " Prima di attraversare la strada, dammi la mano. Prima di andare a dormire, dì una piccola preghiera. Non aver paura, il mostro è fuggito, lui è in fuga e il tuo papino è qui. "
Avevo tredici anni, c'era qualche ragazza con cui uscivo, fumavo già con gli amici in fondo al quartiere lontano dagli occhi della mamma, e piangevo ascoltando di nascosto una fottutissima canzone. 
Era masochismo. 
Ogni sera mi addormentavo con il volto bagnato eppure mia madre non sapeva neanche che fossi a conoscenza di quella canzone. E invece la ascoltavo in continuazione, come soltanto un'ossessione poteva essere. Mi chiedevo cosa ci fosse di sbagliato in me. Cosa avesse quello Sean più di me, cosa avesse quella cinesina in più di mia madre. 
Per me, Cynthia era la donna più bella della terra, più bella di qualunque ragazza con cui pomiciavo a quindici anni, più bella di qualunque amante con cui John era stato. Era una donna forte, convinta e che sopratutto mi amava. Ero sicuro, e sono sicuro tutt'ora di una cosa, però: io e John non eravamo e non siamo mai stati uguali. Io non avrei mai fatto nulla del genere ad una donna, non mi sarei mai dimenticato di mio figlio, non mi sarei mai potuto perdonare l'amore negato a una famiglia che avevo creato e distrutto da solo. Come poteva cantare d'amore, se era il primo ad averlo tolto a qualcuno? Ad ogni modo, lei mi faceva sentire come se non mi mancasse niente, anche quando avevo un pezzo di cuore che mi avevano strappato via all'età di cinque anni. 
Ricordo poco, se non niente di quei giorni. Ricordo che prima del divorzio, giocavamo in giardino tutti e tre, quasi ogni giorno. Spesso Cynthia rimaneva sdraiata a prendere il sole, allora John mi faceva salire sull'altalena e mi spingeva così forte che credevo di poter essere invincibile. Sono diventato più debole quando poi se n'è andato. Alle elementari mi mettevano tutti i piedi in testa, spesso mi schernivano, ero il figlio rinnegato di una celebrità. Ci poteva essere di peggio?
Alle superiori ho imparato a mettere i piedi in testa agli altri, e nonostante non fossi un ragazzo esteticamente bello, avevo un sacco di ragazzine che mi venivano dietro. Che fosse per il cognome che portavo o meno, non m'interessava. 


Mio padre si chiama Paul McCartney, apparentemente non abbiamo molto in comune, non ci somigliamo affatto e ci scorre addirittura nelle vene del sangue diverso. Ma a chi importa di cosa scorre nelle vene? Lui mi fa sentire come se avessi un vero padre, mi fa sentire amato quando ho bisogno d'amore. Ho la mamma migliore del mondo, è vero, ma una figura femminile non potrà mai sostituire quella maschile, e viceversa. Allora, quando ho bisogno di un papà, ho capito che c'è Paul da qualche parte che sta cantando una canzone per me. Io sono il figlio sbagliato, ho capito anche questo. Non sono giusto per il grande John Lennon, ma Paul si è voluto accontentare di uno come me, e allora se devo parlare di amore paterno, io vi parlo di lui. Dicono tutti che è bello, e allora vi posso assicurare che ho i genitori perfetti. A volte vorrei avere la sua stessa voce, che è a dir poco meravigliosa, ma la mia appartiene all'altro Beatle. Mi accontento anche di questo. 
Purtroppo non ci vediamo spesso, però lui mi promette sempre di venirmi a trovare ogni volta che può, e infatti fa sempre così. A volte mi chiedo come mai lui possa e John no, ma ho imparato che gli adulti sono strani e che da quest'ultimo sopratutto non posso aspettarmi grande cose. Voglio dire.. Mamma si è aspettata di far crescere una famiglia con lui, ed è rimasta delusa. Come posso io pretendere che mi venga a trovare? Lui è sempre impegnato. Lui è John Lennon. 
E comunque, giusto per precisare, Paul è tanto talentuoso quanto John, però Paul ha tempo per me. E non abbiamo neanche lo stesso sangue. Però trova sempre del tempo per me. 
Paul mi dice di non essere pessimista, di non aver paura, di non deluderlo. Dice che chi fa l'indifferente rende soltanto il suo mondo ancora più sciocco. E quando sento il dolore, devo calmarmi e non devo caricarmi tutto il mondo sulle mie spalle. Dice che per trasformare una canzone triste in una migliore, devo prima lasciarla entrare nel mio cuore.  
Io vorrei soltanto fargli capire che con una canzone, un pomeriggio passato insieme una volta ogni tanto, e un abbraccio sempre pronto per me, è riuscito ad essere il mio padre perfetto. D'altronde non ho mai chiesto troppo. Ma dare tutto questo ad un bambino, era già troppo per qualcun altro.

Quando tolsi gli occhi dal foglio, notai che la maestra aveva gli occhi completamente rossi, ma poi aggiunse che ero andato fuori tema e che il mio brano aveva troppi errori grammaticali. Non ero mai andato bene a scuola, e forse in questo, ma soltanto in questo, ero uguale a John Lennon.

 




Allora, è la mia prima storia riguardante i Beatles, spero vi piaccia. Tengo a precisare che non ho nulla contro John Lennon, non odio Yoko Ono (soltanto perché "odiare" è una parola immensamente grande) e non ho grandi preferenze tra John e Paul. La verità è che Julian mi ha sempre colpito, e l'atteggiamento che suo padre ha avuto nei suoi confronti è qualcosa di duro da digerire per me, figuriamoci poi per lui che l'ha vissuto in prima persona. Ho provato ad immedesimarmi in quegli anni (secondo me terribili) che deve aver vissuto. 
Questo è il mio punto di vista anche se nel complesso è una storia davvero accaduta. 
Con questo brano non intendo tuttavia offendere in alcun modo i personaggi.
Accetto critiche purché costruttive, grazie per la lettura. Aspetto recensioni :)
Nella foto: Julian Lennon e Paul McCartney

   
 
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