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Autore: telesette    15/02/2012    0 recensioni
Una potente organizzazione criminale, conosciuta col nome di A.L.B.A., minaccia dure rappresaglie contro il Giappone e le autorità non sanno come far fronte al pericolo. L'ufficiale Gai Maito propone tuttavia di reinserire nei ranghi tre giovani ex-cadetti dei reparti speciali, così da disporre di una squadra competente e inarrestabile...
Genere: Azione, Comico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Neji Hyuuga, Rock Lee, Tenten
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Riunire tutti e tre i membri della Squadra Gai, dislocati in varie parti del mondo, non fu affatto facile. Tuttavia gli incaricati del governo giapponese riuscirono a contattarli e a spiegargli chiaramente la situazione. Se avessero accettato l'incarico, una volta reintegrati nei ranghi dell'esercito, sarebbero stati schierati in prima linea per fronteggiare la minaccia che incombeva sull'intera nazione. Ovviamente tutti loro nutrivano un forte risentimento verso i loro superiori ( in particolare verso quella vecchia conoscenza del Primo Ministro Danzo Shimura ), ai quali dovevano il loro ingiusto congedo, ma l'attuale problema era troppo serio per potervi anteporre i propri rancori personali. Secondo le istruzioni, ognuno dei tre doveva recarsi immediatamente al Comando Centrale, attendendo agli ordini del Colonnello Hatake, e insieme avrebbero ricostituito la loro vecchia squadra.
Tre aerei partirono quello stesso giorno, ognuno da provenienze diverse e tutti diretti all'aeroporto di Tokyo. Si trattava di aerei privati, in uso esclusivo agli agenti del governo federale, e i passeggeri che recavano a bordo non erano certo dei semplici turisti...

***

Aeroporto Militare di Tokyo - ore 06:25

- Eccoci arrivati, signor Xiaolong - esclamò uno degli accompagnatori di Rock Lee.
- Finalmente - fece l'altro, stiracchiando le braccia con un forte sbadiglio. - Dopo tutto quello stare a sedere, ho bisogno di sgranchirmi... Dov'è che dobbiamo andare, adesso?
- Beh, l'uscita dall'aeroporto è da quella parte - rispose l'altro, indicando la fila degli edifici alla loro destra. - Dopodiché la macchina che ci attende fuori ci porterà da...
- Okay, perfetto, vi aspetto alla macchina allora!

Così dicendo, Rock Lee buttò le palme delle mani in avanti e si mise a fare la verticale.

- Si... Signor Xiaolong, cosa... Cosa sta facendo ?!?
- Un po' di allenamento, che diamine - ribatté l'altro, come se si trattasse di una cosa assolutamente normale. - Non ne potevo più di starmene rattrappìto, ho bisogno di muovermi per restare in forma!
- Ma... Ma...

Inebetiti e confusi, con gli occhiali da sole calati lungo il naso, i due agenti federali videro Rock Lee "correre" sulle mani più velocemente di quanto loro potessero fare a piedi.

- Per favore, ci aspetti - strillarono entrambi, cercando invano di tenere il suo... passo da allenamento!

***

Aeroporto Militare di Tokyo - ore 07:49

Una volta scesa dall'aereo, reggendo la sua grande sacca cilindrica a tracolla ( la quale ovviamente conteneva il suo arsenale privato ), Tenten si lasciò scortare tranquillamente dai suoi accompagnatori federali. Mentre procedevano verso l'uscita dell'aeroporto, uno dei mezzi cingolàti di servizio passò loro accanto. A causa di un malaugurato errore però, il manovratore scivolò fuori dal cabinato e la macchina puntò dritta senza controllo verso l'addetto ai serbatoi...

- Attenzione - urlò il manovratore, cercando di avvertire l'altro prima che fosse troppo tardi.

Resosi conto del pericolo imminente, l'uomo cercò di allontanarsi immediatamente; purtroppo, a causa della sorpresa e dell'agitazione, finì per inciampare contro uno dei tubi del carburante e si ritrovò con la caviglia tragicamente intrappolata.

- Oh no, è spacciato!

Per il poveretto ormai non c'era più scampo: il cingolàto lo avrebbe schiacciato prima di andare a schiantarsi sull'aereo e, a meno di non avere le ali, nessuno poteva accorrere e salvarlo così da una fine orribile...
Con rapidità e sangue freddo incredibili, Tenten sfilò la calibro 45 dalla fondina di uno dei federali e si accinse a fare fuoco contro il mezzo meccanico. Nessuno ebbe modo di rendersi conto della velocità dell'azione ma, dopo aver mirato accuratamente ai cìngoli, Tenten sparò cinque o sei colpi in rapida successione nello stesso identico punto. La cinghia di trasmissione andò in pezzi, il mezzo deviò bruscamente dalla sua traiettoria e andò a schiantarsi completamente a meno di quattro metri dall'uomo in pericolo e dall'aereo alle sue spalle.

- Non... Non credo ai miei occhi - esalò appena uno dei federali, sfregandosi le palpebre.
- Datemi un pizzicotto, io... Io sto sognando...

Tenten soffiò sulla canna dell'arma con noncuranza e la restituì per l'impugnatura al suo legittimo proprietario.

- Tenga - esclamò tranquilla. - Le consiglio di farla controllare però, c'è qualcosa che non va nel carrello!
- Gra... Grazie - balbettò l'altro con un filo di fiato.

Mentre gli addetti alla manutenzione correvano a soccorrere l'uomo paralizzato accanto all'aereo, e a rimuovere i rottami del cingolàto distrutto, Tenten proseguì assieme ai due federali verso l'uscita come se nulla fosse accaduto.

***

Aeroporto Militare di Tokyo - ore 08:02

- Siamo un po' in ritardo - esclamò Neji, dando un'occhiata all'orologio. - Dovevamo essere a Tokyo due minuti fa!
- Ha ragione, è colpa del fuso orario, mi dispiace!
- Beh, a quanto pare, la competenza dell'esercito giapponese NON è affatto cambiata negli anni...

Incassando malvolentieri quel gelido appunto, i due incaricati governativi si accinsero a scortare lo Hyuga verso l'uscita dall'aeroporto.

- Andiamo - disse uno di loro, tossendo nervosamente. - C'è una macchina che ci attende per raggiungere il Comando Centrale, non perdiamo altro tempo...

BOOOMMM !!!

- Sommo Budda, cos'è stato ?!?

Nel sentire quella violenta esplosione sopra le loro teste, i due federali sollevarono lo sguardo verso la torre di controllo. Qualcuno aveva fatto esplodere un ordigno a orologerìa, provocando la distruzione di una piccola parte dell'edificio ( fortunatamente senza né morti né feriti ), e un attimo dopo la voce dell'altoparlante risuonò lungo le piste di atterraggio all'esterno.

- Questo è un comunicato ufficiale - urlò qualcuno, in evidente stato di agitazione. - La sala-comandi e tutte le linee di comunicazione, a partire da questo momento, sono sotto il controllo di un terrorista armato... Costui sostiene di aver piazzato altre cariche per tutto il perimetro dell'area, e minaccia di farle esplodere se le autorità governative non riconosceranno ufficialmente la caduta di questa base per mano nemica!
- Non è possibile - esclamarono i federali. - Come avrebbero fatto a disseminare così tante bombe, senza che nessuno se ne accorgesse?
- Esattamente allo stesso modo in cui un terrorista armato si è potuto tranquillamente intrufolare nella sala-comandi e far scattare il primo detonatore - osservò Neji impassibile. - Se la sorveglianza non gode di particolare efficienza, chiunque può piazzare delle bombe e attendere il momento opportuno per portare a termine un piano prestabilito!
- Ma questo è un aeroporto militare - ribatterono i due. - Dalla sala-comandi, si ha accesso anche al pannello di controllo per gli aerei da combattimento autoguidati... Se quel pazzo decide di farli alzare in volo, l'intera città verrà distrutta nel giro di due ore!
- Anzitutto vediamo di ragionare con ordine - tagliò corto Neji, con voce autoritaria. - Il terrorista al momento è nella sala-comandi: dunque si sarà barricato dentro e ha anche degli ostaggi; se è da solo, l'unica soluzione è "fingere" di assecondarlo e fargli abbassare la guardia... Da che parte si accede alla torre di controllo?
- Venga, le facciamo strada!

Troppo agitati per discutere, i due federali si affidarono completamente alla presenza di spirito del giovane ex-ufficiale e lo guidarono all'interno dell'aeroporto. Qui si imbatterono nel personale stravolto: ovunque correvano ordini e disposizioni, allo scopo di circondare l'edificio, ma si trattava di una procedura senza alcuna possibilità concreta di successo; il terrorista si era chiuso dentro la sala-comandi di un aeroporto militare, con tre persone in ostaggio e la possibilità di inviare nel cielo cittadino un'intera squadriglia di caccia; la situazione era disperata e, qualunque schieramento avessero posto all'esterno dell'aeroporto, non vi era alcuna via d'uscita.

- Com'è la situazione finora? - domandò Neji, rivolgendosi all'ufficiale incaricato di stabilire le trattative.
- E lei chi è? - rispose l'altro sgarbatamente. - Siamo in stato di emergenza, i civili non possono stare qui e...
- Se crede, possiamo parlarne dopo davanti all'Alto Comando... Oppure lasciare che un pazzo decida da un momento all'altro di utilizzare aerei da combattimento per scatenare un'ecatombe sulla città!
- Ma come si permette ?!?
- Per favore, tenente, fate come dice - intervenne uno degli agenti federali di scorta, porgendo all'ufficiale un documento.

Nel vedere la firma del colonnello Hatake, il tenente cambiò di colpo espressione.

- Un... Un permesso speciale del governo - balbettò incredulo.
- Altrimenti conosciuto come: "autorizzazione governativa ad assolvere ogni tipo di funzione politico/amministrativa", sia civile che militare, che garantisce a chi ne è in possesso la libertà di agire come meglio crede - puntualizzò Neji, aggiustandosi il nodo della cravatta. - E' sufficiente, per chiederle di aggiornarmi sui dettagli, o preferisce chiedere accertamenti al Comando Centrale?

Il tenente inghiottì amaro ma si sforzò di mantenere la calma.

- Sappiamo che è solo - rispose. - E' riuscito ad introdursi nell'aeroporto, travestito da addetto alla manutenzione, e pare che abbia collocato diverse bombe come quella esplosa poco fa!
- Avete cominciato a cercarle?
- Sono stati mobilitati gli artificieri, in questo momento stanno perlustrando l'edificio e...
- Come si accede nella sala-comandi?
- Vi è un'unico accesso, ovviamente - fece notare il tenente, indicando la porta alle sue spalle. - Il meccanismo è ad apertura automatica e la porta è fatta in fibra corazzata, trasparente e anti-proiettile; i codici di accesso sono stati modificati, dopo che il terrorista vi si è barricato dentro, stiamo cercando di individuarli ma...
- Mi dica - lo interruppe lo Hyuga, grattandosi il mento pensieroso. - E' ancora in funzione il sistema di difesa interno del server: quello che impedisce di attivare le sequenze di volo dei veicoli autoguidati, senza disporre delle password ?

L'altro lo guardò sbalordito.

- Ovviamente sì - esclamò. - Anzi, è proprio quello che vuole: minaccia di uccidere gli ostaggi e di far saltare il resto delle bombe, se non potrà disporre di quegli aerei nelle prossime due ore!
- Okay, d'accordo - concluse Neji, sollevando lo sguardo deciso. - Ditegli che sta venendo qualcuno a sbloccare il quadro di difesa del computer, in questo modo sarà lui stesso ad aprire la porta!
- E' impazzito ?!?

Senza neanche rispondergli, Neji si avvicinò davanti alla porta della sala-comandi. Il tenente lo guardò sgomento, incapace di capire che diavolo avesse in mente, ma subito si riscosse bruscamente.

- Che cosa ha intenzione di fare? - esclamò. - Lei non ha le password di sicurezza per accedere al computer!
- Ma lui non lo sa - sottolineò Neji semplicemente. - E vi ho appena detto di comunicargli che sta venendo qualcuno a sbloccare il pannello di controllo, non che questo "qualcuno" sia in grado di sbloccarlo realmente!

Al tenente ricadde la mandibola in avanti.

- Ma se il terrorista lo scopre, farà...
- Si muova, invece di blaterare - concluse Neji seccato. - Ero atteso al Comando Centrale e, dal momento che sono già in ritardo, il minimo che può fare è attenersi alle mie istruzioni senza farmi perdere tempo!

Ancora una volta il tenente inghiottì senza ribattere e, dopo aver acceso il microfono collegato con la sala-comandi, fece quanto Neji gli aveva detto. La porta si aprì sul lato, permettendo così a Neji di accedere nella stanza, e si richiuse quasi subito. Dal momento che il terrorista teneva gli ostaggi sotto tiro, nessuno dei soldati fu in grado di intervenire.

- Che razza di... - commentò il tenente tra i denti. - Spero tanto che quel figlio di puttana là dentro faccia almeno una cosa buona, e che gli pianti una pallottola in testa a quello stronzo!

Neji entrò tranquillo nella sala-comandi, con le mani elegantemente infilate nelle tasche della giacca, e si rese conto subito della situazione. Il terrorista era in piedi davanti al computer, stringendo un tizio inerme con la pistola puntata alla gola, e nell'altra mano teneva quello che sembrava essere il detonatore delle bombe; gli altri due ostaggi erano legati mani e piedi e accovacciati sul pavimento.

- Voglio il controllo degli aerei negli hangar - disse subito il terrorista, puntando la pistola contro Neji. - Fai presto, niente scherzi, inserisci subito le password !!!

Neji strinse gli occhi bianchi ma, nonostante il tono minaccioso e lo sguardo implorante dell'ostaggio, non si mosse di un solo centimetro.

- Che cosa aspetti ?!? - ruggì il terrorista. - Ti ho detto di fare presto!
- Mi permetto di farti notare che, se tu e quel poveraccio non vi spostate dal computer, io non posso certo digitare le password col pensiero - osservò Neji, agitando ironicamente le dita della mano destra.

Per tutta risposta il terrorista si fece da parte con l'ostaggio, tenendo Neji accuratamente sotto tiro, e ripeté il suo ordine.

- Ti conviene muoverti - esclamò. - Ho un forte prurito alla mano, quando stringo quest'affare... e se mi scatta un dito, questi merdosi li faccio fuori uno ad uno!

Senza dire una parola, Neji si avvicinò al computer e cominciò a digitare alcuni numeri e lettere a casaccio. Naturalmente sapeva come neutralizzare quell'esaltato, ma doveva fargli abbassare il più possibile la guardia per non rischiare di ferire gli ostaggi.

- Sinceramente sono sorpreso - mormorò Neji, assicurandosi ovviamente che l'altro sentisse. - Come terrorista, non sei poi molto sveglio...
- Che vuoi dire, stronzo?
- Mi riferisco al fatto che, come tuo potenziale ostaggio, sto digitando le password... Ma tu, come terrorista, dovresti assicurarti che io stia facendo tutto correttamente!
- Mi prendi per il culo ?!?

In men che non si dica, il terrorista lasciò andare l'ostaggio e attraversò la stanza in un lampo per afferrare Neji al braccio e premergli la canna della pistola contro la tempia sinistra.

- Se provi a fregarmi, prima ti scarico questa nel cervello e poi faccio saltare tutto in aria!
- Per adesso hai fatto saltare solo i miei orari - sottolineò Neji gelido. - E io detesto fare tardi ad un impegno!

Nello stesso momento, Neji dette un rapido colpo al detonatore che l'altro stringeva in mano lanciandolo in alto. Prima che l'altro se ne rendesse conto, lo Hyuga lo colpì simultaneamente allo stinco e sull'avambraccio per fargli perdere l'equilibrio e disarmarlo allo stesso tempo; l'uomo urlò di dolore ma, disarmato e barcollante com'era, si ritrovò col braccio piegato dietro la schiena e la testa sbattuta violentemente contro il pannello di metallo accanto al computer; a quel punto Neji recuperò in fretta la pistola, puntandogliela poi contro la nuca, e con l'altra mano recuperò al volo il detonatore mentre quest'ultimo era ancora per aria.

- Ehi tu, che cosa aspetti - esclamò Neji, rivolgendosi dunque all'unico degli ostaggi rimasto libero. - Andiamo, slega i tuoi compagni e apri la porta... Non posso certo restar qui tutto il giorno!
- S... S... Sì, certo...

Quando il tenente e i suoi uomini presero finalmente in consegna il terrorista, non riuscivano a credere che quello spocchioso damerino fosse riuscito dove un'intera divisione militare si era trovata del tutto impotente. Dal canto suo Neji era solo fortemente irritato per il contrattempo e, controllando nuovamente l'orologio, si rivolse severo ai suoi due accompagnatori.

- Non so voi, signori - esclamò, spolverandosi le maniche della giacca. - Ma vi suggerisco di trovare una buona scusa, per giustificare questo ritardo al Comando Centrale!

( continua )

Angolo dell'Autore
dopo lunghe assenze, finalmente ho trovato l'ispirazione giusta per riprendere questa fanfiction lasciata in sospeso. Adesso devo solo riprenderne altre cinquantacinque o giù di lì... XD
P.S.
ho una brutta notizia per i lettori e per le lettrici:
so che è "doloroso" da accettare ma, dopo lunghe e attente riflessioni, ho deciso che... PUBBLICHERO' FANFICTION ANCORA PIU' DEMENZIALI !!!
^__^ Alla vostra salute
Pròsit...

NOTE:
"Autori per il Giappone" è un'iniziativa di sostegno organizzata dall'autrice Lara Manni
Per saperne di più, visitate questo link:

http://www.autoriperilgiappone.eu/

Un piccolo contributo per una grande opera a beneficio di molti...

"I Ragazzi di EFP hanno scritto i racconti di “Niente è come prima” con un atto esplicito di fiducia nella possibilità di raggiungere altri coetanei, offrendo loro un motivo di indagine interiore. Generosi e speciali, con un gesto inaspettato hanno deciso di devolvere una parte del ricavato della vendita ad ADSINT che rivolge una particolare attenzione alle nuove generazioni con le loro esigenze e i loro sogni. Complici di un dono: quello dei pensieri, quello del sangue."
Giovanna Ferrante
Direttore de “il Globulo” Veicolo di informazione di ADSINT – Associazione Donatori di Sangue Istituto Nazionale Tumori

   
 
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