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Autore: Djali    15/02/2012    25 recensioni
“La mamma mi ha anche detto che tu sei il principe dei Sayan.” disse infine.
Vegeta sentì un moto di orgoglio, primordiale e inestinguibile, dentro al petto poderoso. “Infatti è così.” confermò.
La bambina alzò sul viso del padre gli occhi sognanti: “Quindi questo fa di me una principessa?”
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bra, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ehi, papà!” fece la vocina squillante e appena arrogante di Bra, mentre la piccola saltava sul divano per accoccolarsi accanto a suo padre.
Vegeta posò gli occhi color antracite sul viso di sua figlia e per l’ennesima volta si stupì della tenerezza che quella piccola presenza suscitava nel suo animo di guerriero. “Che c’è?”
“Sai, mentre ti allenavi la mamma mi ha raccontato un po’ di storie.”
“Ma davvero?” la assecondò lui, in realtà poco interessato. Se dieci anni prima suo figlio Trunks gli avesse rivolto le stesse parole, probabilmente lo avrebbe liquidato con un E che dovrei farci? . Era davvero cambiato.
“Sì. Mi ha detto che una volta hai salvato mio fratello che era rimasto imprigionato nella testa di un brutto mostro rosa.”
Vegeta annuì, vagamente stupito che quella storia fosse tornata a galla. Ricordava come fosse stato ieri il suo viaggio insieme a Karoth nel corpo di Majin Bu. Trattenne un brivido disgustato al ricordo di quei viscidi umori, di quei succhi gastrici appiccicosi e di quegli abnormi, rivoltanti vermi. “Sì, è successo davvero.”
“Sei stato davvero grande! E poi mi ha raccontato di come vi siete conosciuti.” proseguì la bambina.
“Ah!” fece Vegeta, vagamente imbarazzato. Quelli erano ricordi altrettanto vividi eppure così diversi. Gli pareva di sentirli rinverdire ogni volta che posava gli occhi su quella bambina, che così tanto assomigliava a sua madre nell’aspetto e nei modi. A volte era affettuosa e dolce come solo i terrestri sanno essere.
Bra fece l’occhiolino, prendendo una delle grandi mani del padre fra le sue. “Mi ha detto che ti ha sempre trovato bellissimo, nonostante all’inizio facessi il possibile per sembrare un cattivone!”
A Vegeta sfuggì quasi una risata. Un cattivone. Non era sicuro che quella fosse la migliore definizione per il guerriero che era stato da ragazzo. Non seppe se sentirsene divertito o offeso.
“E tu che ne pensi?” chiese senza una vera ragione. Era divertente sfidare l’intelligenza e la vivacità di quella bambina e sondare le sue risposte nei terreni più disparati. Aveva tutta l’intelligenza dei suoi genitori, la creatività di sua madre e la caparbia sagacia di suo padre, pensò Vegeta con un brivido di orgoglio. Era vero, quella bambina in tante cose somigliava anche a lui.
La piccola strinse più forte le dita del principe fra le sue, piantandogli in viso quegli occhi di zaffiro che Bulma le aveva trasmesso: “Io penso che tu sia il più bel papà del mondo. Mamma dice che da giovane eri un po’ diverso, ma io non riesco a immaginarti ancora più bello di così.”
Ecco qualcosa che ha ereditato dalla nonna materna , si disse Vegeta trattenendo stavolta una smorfia. I suoi zigomi si arrossarono. Imbarazzato cercò di sfilare la mano dalla presa della bambina, facendolo apparire un gesto casuale, ma lei intrecciò ancora più saldamente le piccole dita attorno alle sue. Abbassò i grandi occhi azzurri sulle unghie del padre e sulle sue nocche temprate da miliardi di pugni e sembrò esitare.
“La mamma mi ha anche detto che tu sei il principe dei Sayan.” disse infine.
Vegeta sentì un moto di orgoglio, primordiale e inestinguibile, dentro al petto poderoso. “Infatti è così.” confermò.
La bambina alzò sul viso del padre gli occhi sognanti: “Quindi questo fa di me una principessa?”
Stavolta, il gesto con cui Vegeta sfilò la sua mano dalla presa di sua figlia fu deciso e repentino. Incrociò le braccia sul petto. “Tsk! Certo che no! Il trono dei Sayan si è estinto insieme a mio padre. E poi…” esitò per qualche secondo ma infine lo disse: “E poi, se anche esistesse, tu non ne saresti degna.”
La piccola Bra trasalì, indurendo il visino in una smorfia furiosa. Ecco l’espressione che si era dipinta sul volto di Bulma, quella volta di tanti anni prima, in cui lui era andato ad allenarsi nella Gravity Room nonostante fosse ferito e gravemente provato. Ma quella bambina aveva anche sangue di Vegeta nelle vene. Non la vide abbassare la testolina, dispiaciuta, ma digrignare i denti e e sbattere i pugni sul possente ginocchio paterno.
“E perché no?” sbraitò la piccola con il tono più duro di cui era capace.
Stavolta, Vegeta si costrinse a non lasciarsi intenerire. “Perché tu non combatti. I veri Sayan combattono.”
La bambina sporse le labbra in un broncio adirato e poi saltò giù dal divano. “Bah, sei cattivo.” brontolò voltando le spalle a suo padre e muovendo qualche passo. La figlia di qualcun altro sarebbe andata via piangendo, ma non Bra. Lei si voltò a fulminarlo con un’ultima occhiataccia. “La mamma mi ha anche detto che eri maleducato e acido e in gran parte ancora lo sei. Sai, ha proprio ragione!”
Usare quel tono con lui? Con il principe dei Sayan? Chi altro avrebbe osato?
Con i pugni posati sui fianchi, la piccola Bra tornò a voltarsi e uscì dal soggiorno, con la camminata fiera di suo padre ma ancheggiando appena, nel modo femminile che aveva imparato da sua madre. Vegeta guardò la sua piccola schiena allontanarsi e, contro la sua volontà, un sorriso gli increspò le labbra.
Bra era la sua principessa. Ma non glielo avrebbe mai detto.

   
 
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