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Autore: JoJo    16/02/2012    0 recensioni
Sono tanti i piccoli momenti che colorano una storia d'amore. A volte sono insignificanti, talmente ancorati alla quotidianità da risultare banali, altre volte invece segnano la vita di una coppia per sempre. La fortuna di Spencer Reid è che grazie alla sua memoria eidetica non ne dimenticherà mai nemmeno uno. (Raccolta di missing moments della mia raccolta 49 ways to live.)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Spencer Reid
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '49 ways to live'
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[pre Deadly Wrath]

Quando uscirono dal cancello di quella villa diroccata Alaska aveva ancora gli occhi spalancati per lo stupore “L'hai sentita?” domandò, facendo qualche passo veloce in avanti per superare Reid.
Il profiler alzò un sopracciglio, mentre la osservava camminare all'indietro davanti a sé “Cosa?”

Quella sensazione.- specificò lei con un tono quasi cospiratore- Di non essere soli. Di essere in presenza di un'entità soprannaturale.”
No. Direi di no.” rispose Spencer scuotendo piano la testa.
La ragazza lo fissò incredula “Davvero?Strano.”

Tu sai che i fantasmi non esistono, vero?” le ricordò Reid, stupito da quell'entusiasmo e quell'ingenua fiducia verso ogni parola detta dall'anziana padrona di casa che sosteneva che quella casa fosse infestata da numerosi ectoplasmi.
Certo che esistono.- ribatté invece Ross con sicurezza- Un sacco di persone li hanno visti.”
Spencer alzò le mani, iniziando a gesticolare come suo solito mentre parlava “In realtà nessun fenomeno paranormale si è mai realizzato in un ambiente protetto e controllato, quindi, non esistendo alcuna prova per questi eventi, dubito seriamente siano qualcosa di più oltre al frutto dell'immaginazione di persone troppo suggestionabili.”

Solo perché una cosa non può essere provata non significa che non sia vera.” disse tranquillamente Alaska che, al contrario del nuovo amico, era da sempre convinta che ogni cosa fosse possibile.
Mi sembra strano sentire una frase del genere da una persona come te.” ribadì di nuovo il giovane profiler.
Ross aggrottò la fronte “Davvero?Perché?”

Perché sei una scienziata e in quanto tale dovresti credere ai fatti e a ciò che ha una spiegazione scientifica provata.” rispose Reid sicuro. Con le sue numerose lauree e l'approccio scientifico che aveva usato, sin dall'infanzia, per studiare ciò che lo circondava, era difficile per lui pensare altrimenti.
Le prove sono importanti, ma non sono tutto.- rise l'antropologa, che non sembrava intenzionata ad abbandonare la propria posizione- Perché non dovrei credere ai fantasmi?”
Spencer rimase leggermente spiazzato da quella domanda che, a suo parere andava oltre ogni logica “Perché non ne hai mai visto uno, ad esempio.”

Ma ci sono un mucchio di persone che dicono di sì.”
Ma non ci sono prove concrete.- corrugò di nuovo la fronte Spencer- Potrebbero essere allucinazioni, bugie inventate per attirare l'attenzione oppure il frutto della fantasia di una personalità suggestionabile. Il più delle volte sono frutto di una compensazione sensoriale quando ci si trova in un ambiente in cui non riusciamo a vedere bene a causa del buio.”
Oppure potrebbe essere la verità.- sorrise la ragazza- Mi piace credere che esistano i fantasmi, o le fate o il mostro di Lochness o un leprecauro che custodisce una pentola d'oro alla fine di un arcobaleno. Ti apre gli occhi su tutte le cose che possono ancora essere scoperte. È questo che facciamo noi scienziati, giusto?Scoprire cose nuove.”
Reid si ritrovò a sbattere le palpebre, riflettendo su quelle parole “Non l'avevo mai vista in questo modo.” commentò con un mormorio, ma Alaska sembrava stare già pensando ad altro mentre cercava con foga qualcosa prima nelle tasche del suo cappotto giallo con maniche a sbuffo e poi nella sua voluminosa borsa di feltro rosso.

Ah-ah!Trovata!- esclamò trionfante, sventolando fra le mani un foglio di quaderno stropicciato- Controlliamo la nostra lista.”
Spencer si ritrovò ad annuire immediatamente. Come aveva scoperto una volta sceso dall'aereo, Alaska aveva pensato molto al week-end che avrebbero passato insieme, tanto che, non appena il profiler gli aveva annunciato di aver prenotato un volo per Baltimora, aveva stilato una fitta lista di attività che gli sarebbe piaciuto svolgere con il suo nuovo amico.

Colazione con i muffin migliori della città?” domandò quindi l'antropologa con voce frizzante, mentre spulciava l'elenco.
Fatto.” confermò Reid, ancora appesantito da quella colazione dato che Alaska gli aveva detto che Mangiare solo un muffin quando erano così buoni era un crimine contro l'umanità.
Giro al mercato dei fiori?” chiese di nuovo la mora, rivolgendogli un sorriso radioso.
Fatto anche quello, così come la visita alla villa infestata dai fantasmi.” asserì di nuovo Spencer, indicando con un dito la margherita gialla che la ragazza aveva ancora fra i capelli.
Ross tornò a rivolgere lo sguardo cristallino alla propria lista “E' un vero peccato che tu non sappia andare in bici, altrimenti avremmo potuto fare un giro al parco. Ma, questo ci ha dato l'occasione di aggiungere insegnare a Spencer ad andare in bicicletta alla lista di domani.- disse soddisfatta prima di domandare- Farci fare caricature dagli artisti di strada?”

Fatto.- annuì Reid, scostandosi dal volto dei ciuffi ribelli- Qual è la prossima attività che avevi pensato?”
Alaska si fermò di botto, fece una piroetta su se stessa e allargò le braccia “Questa!”
Il giovane genio si ritrovò ad aggrottare la fronte, mentre fissava una grossa insegna colorata che recitava At Bob's Pet Place “Che cos'è questo posto?”

Un rifugio per cani.” annunciò con estrema euforia la ragazza.
Oh.- fu tutto quello che riuscì a dire Spencer, prima di aggrottare ulteriormente la fronte- E cosa dovremmo fare qui?”
Ross sorrise di nuovo “Facciamo un po' di coccole a quei cuccioli e ne portiamo qualcuno a fare un giro!”
Dall'interno dell'edificio Reid poteva sentire l'abbaiare sporadico di qualche cane “Non credo che sia una buona idea.”

Perché?”
Io non piaccio molto ai cani.” spiegò, memore di come gli animali sentissero sempre il suo disagio in loro presenza.
Mi risulta difficile credere che tu possa non piacere a qualcuno: sei adorabile.”
A quelle parole Spencer si sentì arrossire fino alla punta delle orecchie “Uh, beh...Ecco, io...”

Dai, entriamo!” esclamò, tirandolo con sé oltre il portone rosso rame.
Convincere Alaska della sua incapacità a trattare con animali di qualsiasi genere era stato impossibile: l'antropologa era schizzata da una gabbia all'altra, con la sicurezza di chi svolge quell'attività regolarmente e, dopo aver selezionato i cani che secondo lei avevano l'aria più triste e quindi il maggior bisogno di un giro all'aperto, gli aveva consegnato dei guinzagli fra le mani e lo aveva guidato al parco più vicino. E così, ora Spencer Reid stava passeggiando con un vecchio bulldog dall'andatura ciondolante a un lato, e un cocker spelacchiato e un cucciolo sovragitato di bastardino dall'altro.

Visto?- richiamò la sua attenzione l'antropologa- Questi tesorini sono degli angioletti.”
Reid abbozzò un sorriso tirato mentre osservava uno degli animali portati da Alaska strattonarla con forza.
“Sì, certo.- balbettò incerto- Tu...uhm, tu hai animali?”“Solo un pesce rosso brontolone.- sbuffò risentita la giovane- Il mio appartamento è troppo piccolo per un cane e io preferisco quelli di taglia grossa.”

L'avevo immaginato.” sorrise Spencer, indicando con un cenno del capo i tre grossi cani che la ragazza teneva al guinzaglio, tutti molto grandi, incroci fra terranova, cani lupi e mastini.
Quando raggiunsero l'area dedicata ai cani del parco e si sedettero una volta lasciati correre liberamente gli animali, il profiler si voltò verso Ross “Perché fai tutto questo?”

Cosa?” ribatté lei, mentre guardava ridendo i cani che si rincorrevano.
Tutte queste cose.- specificò quindi Reid- Da quando sei venuta a prendermi all'aeroporto siamo schizzati di qua e di là come delle trottole impazzite senza fermarci un attimo e da come ti comporti sembra che questa sia la tua routine quotidiana.”
Alaska si voltò verso di lui di scatto, una luce brillante negli occhi color cielo “Facciamo un gioco.”

Un gioco?” ripeté il giovane, spiazzato da quel repentino cambio di argomento.
Sì.- confermò Ross entusiasta- Inizi tu! Devi immaginare che la tua banca abbia deciso di premiarti ogni giorno con 86.400 dollari, però tu puoi usarli solo nel corso della giornata stessa altrimenti ti verranno portati via. Quindi, ogni giorno ti ritrovi questi soldi e devi spenderli immediatamente anche perché non sai quando la banca deciderà di smettere di farti questi versamenti. Che cosa faresti?”
Metterei i soldi su un altro conto?” tentò lui, dopo qualche attimo di riflessione.
L'antropologa scosse la testa “Non puoi, sarebbe contro le regole.”

Io...uhm...Non so, suppongo che comprerei cose che non potrei permettermi altrimenti.- decise quindi Reid, dopo averci pensato un po'- Sai, cose che facciano felice me e i miei amici o la mia famiglia...E poi aiuterei delle persone che ne hanno più bisogno, dato che è impensabile che io possa spendere tutto quel denaro in un solo giorno solo per dei capricci personali.”
Alaska gli rivolse un sorriso raggiante “Ma, Spencer, noi abbiamo già una banca che ci offre tutto quel credito.”

Sì?” Spencer aggrottò le sopracciglia, non capendo bene cosa intendesse.
Il tempo.- gli rivelò quindi la ragazza- Quelli sono i secondi che ci sono dati ogni giorno. E, così, mi ritrovo a pensare: che senso ha aspettare per fare qualcosa, oppure fare progetti e non realizzarli?Per ben due volte nella mia vita ho rischiato che questa banca mi togliesse questo regalo e quindi so come sia prezioso, capisci?Come posso non approfittarne ogni giorno facendo tutto quello che mi passa per la testa?”
Spencer aprì la bocca per cercare di balbettare una risposta, ma Alaska puntò gli occhi cerulei dietro di lui “Bravissimo, Billie!Hai trovato uno scoiattolo!”
Anche lui si voltò, ritrovandosi quindi a guardare il bulldog inseguire goffamente il roditore.
Rimasero in silenzio per un po' dopo quella conversazione, anche se non poteva dirsi un vero silenzio dato che Alaska continuava parlare con i cani, di tanto in tanto, incoraggiandoli e sussurrandogli parole dolci e senza senso. Per tutto il tempo Spencer non poté fare a meno di osservarla, incuriosito come quando cercava di comprendere una nuova equazione particolarmente difficile. Come poteva quella ragazza, la stessa che era stata rapita e torturata da bambina e che aveva rischiato di morire per mano di uno psicopatico solo poche settimane prima, vivere la propria vita con una leggerezza tanto disarmante?Era davvero possibile che lei, un'antropologa forense che come lui era sempre in contatto con ciò che di più terribile poteva offrire il genere umano, avesse ancora un incommensurabile desiderio di fiducia nei confronti dell'umanità?
Reid si morse il labbro inferiore, meditando su quegli argomenti, e a momenti nemmeno si avvide del telefono della ragazza che aveva iniziato a squillare e del fatto che lei aveva risposto con un gioviale “Ross.”
La osservò ascoltare chiunque l'avesse chiamata con attenzione e quando riattaccò non riuscì a frenare la propria curiosità e domando “Che c'è?”

Un corpo è stato portato a riva dal fiume.” spiegò quindi Alaska.
Spencer realizzò immediatamente cosa ciò volesse dire “Oh. Quindi devi andare?”

Già.- annuì rassegnata l'antropologa- È colpa della stagione, la neve e il ghiaccio si sciolgono e vengono a galla i resti che fino a questo momento sono rimasti sommersi e nascosti.”
Sembra che la primavera non sia una bella stagione per gli antropologi forensi.” commentò quindi il profiler, con un sorriso educato sulle labbra.
Alaska si strinse nelle spalle “Lo sarebbe se la gente smettesse di uccidere i propri simili.”

Non me ne parlare.- borbottò lui, facendo roteare i grandi occhi scuri- Allora, sarai impegnata per il resto del week-end?”
Dipende dalla gravità del caso, ma Davon ha una stretta politica del non rimandare a domani quello che puoi fare oggi.” lo informò quindi Ross, mentre si alzava e metteva via le proprie cose.
Capisco.” annuì piano Reid, alzandosi a sua volta.
La giovane sbuffò sonoramente “Uffa, non è giusto. Volevo portarti in un negozio che ho scoperto, uno che vende accessori per prestigiatori: ti sarebbe piaciuto un sacco.”

Tieni.- disse subito dopo, quando il ragazzo non aveva ancora ribattuto, posandogli in mano un enorme mazzo di chiavi e i collari dei cani- Sai dove abito, vero?”
Spencer aggrottò la fronte “Sì, ma...”

Dobbiamo fare il sopralluogo e l'analisi preliminare la inizieremo domani, non dovremmo metterci troppo.- spiegò quindi velocemente Alaska, interrompendolo- Mentre io sto con Davon tu puoi riportare i cuccioli al canile e poi andare alla biblioteca che ho scritto sulla nostra lista: l'adorerai, te lo assicuro, è la più grande e fornita dello Stato. E quando hai finito puoi tornare a casa mia ad aspettarmi.”
A casa tua?” ripeté stupito il profiler.
Ross gli sorrise “Certo. Tu credevi davvero che ti abbia invitato qui per farti andare a dormire in un'anonima camera d'albergo?Sarei una pessima persona, se permettessi una cosa del genere. Ho un divano letto a casa, un sacco di dvd e cibo spazzatura preso apposta per l'occasione. Ci aspettano dei pigiama party fantastici.”
Lo stupore sembrò essersi impossessato del giovane genio che riuscì solo a balbettare “M-ma io...Non pensavo...Insomma, noi ci conosciamo da poco e non sai nemmeno se puoi fidarti di me e...”

Sei così buffo, dottor Reid.” disse a mo' di saluto la ragazza, prima di avviarsi a passo leggero verso l'uscita del parco con un sorriso spensierato sul bel volto.

Tesoro!Sono a casa!” chiamò Alaska, richiudendosi la porta alle spalle mentre scimmiottava una delle tante battute zuccherose che aveva sentito dire in qualche vecchia sitcom sentimentale.
Dall'interno dell'appartamento non arrivò alcun suono in risposta al suo trillo gioviale così, mentre gettava con poca cura il proprio cappotto su una sedia dell'ingresso e le chiavi di casa nella vaga direzione del tavolino su cui si trovava lo svuota-tasche, l'antropologa decise di parlare di nuovo “Oh, Spenceeeeeeeer?Vuoi giocare a nascondino?”
Le parole le morirono in gola non appena mise piede nel proprio salotto, per trasformarsi poi sulle sue labbra in un sorriso dolce.
Spencer era semi-sdraiato sul divano, la testa appoggiata ad un bracciolo. Una gamba penzolava inesorabilmente, quasi rischiando di sbilanciarlo, come se si fosse addormentato mentre era ancora seduto e non avesse avuto nemmeno il tempo di sdraiarsi propriamente. Fra le mani stringeva ancora possessivamente il libro Elementi di antropologia forense che probabilmente aveva trovato in qualche scaffale e di cui aveva già letto più della metà.
Un sorriso le si allargò sul volto, mentre copriva con una coperta di pelo sintetico arancione fosforescente l'esile figura del giovane profiler. Gli passò una mano fra i capelli, troppo tentata per frenare quell'istinto, e sospirò rumorosamente.

Accidenti, dottor Reid. Ci metti davvero poco a far innamorare una ragazza di te.”


   
 
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