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Autore: kymyit    16/02/2012    1 recensioni
Non è proprio horror, ma neppure particolarmente idiota come fic... è solo che... beh, giudicate voi la cosa. Questo stralcio di demenza racconta dell'enorme spavento preso da Yamato dopo aver visto IT, il giorno del suo compleanno, e di come Piemon abbia deciso di fargli una sorpresa poco gradita, ma per la prima volta senza "cattive" intenzioni.
Genere: Comico, Horror, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Piemon/Piedmon, Yamato Ishida/Matt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Two Lonely Stars'
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NOTE: Questa storia fa riferimento al film e al libro IT, se siete come me, non leggetela (a me basta il minimo riferimento per tremare come una foglia, ma sono masochista, suppongo, quindi...). Il linguaggio che ho usato è abbastanza normale perché non mi piacciono i termini volgari, ma in un punto compare una parolaccia *musica drammatica* concedetemi la licenza poetica di scriverne ogni tanto U_U
Non è colpa mia, comunque, eh!
Seriamente, io ho iniziato a leggere quel libro, mi ha abbastanza turbato, ma anche affascinato... forse ho bisogno d'uno strizzacervelli anche io... Alla fine questa storia è uno sfogo personale XP
Ho messo il rat arancione perché nonostante il finale idiota, beh, può rievocare momenti di terrore Q_Q (parlo per le persone sensibili, io vi ho messe in guardia, anche se la fic alla fine è una scemata)

°


Teoricamente non dovevano fargli né caldo ne freddo certi film, insomma, dopotutto era quasi di casa in una sorta di parco dei divertimenti dell’orrore, perciò che motivo aveva di temere zombie, mummie, demoni, vampiri, licantropi, bambole e clown assassini se proprio il suo “uomo” era uno di questi?
Nessuno, no?
Però, forse aveva bisogno di qualcuno che, con molta calma e gentilezza, gli aprisse la testa e desse una bella ripassata al suo cervello.
-Sono cose finte, nate dalla fantasia di qualcuno.- chissà poi perché la voce che immaginava potesse parlare alla sua materia grigia, fosse quella di Taichi. Lo immaginava paziente col suo cervello fra le mani, intento a cullarlo e consolarlo come si fa con i bambini.
-E anche se fanno paura, non sono reali.-
Aveva una forza di persuasione notevole, il prescelto del Coraggio – una definizione, una spina in più nel fianco per lui – forse era proprio per questo che era riuscito a costringerlo a guardare quel maledetto film con lui.
Yamato aprì recalcitrante il rubinetto, quasi aspettandosi che una testa impiastricciata di cerone sbucasse fuori e gli gridasse oscenità del tipo –Lo vuoi un pompino, ragazzina? Un pompino gratis.-
Eh, sì, alla fine si era lasciato di nuovo suggestionare, non avrebbe dovuto cedere a Taichi, non avrebbe dovuto farsi raccontare le differenze fra libro e film, non avrebbe dovuto lasciarsi convincere dal suo sguardo da cerbiatto morto e soprattutto non doveva guardare IT!
Bevette un sorso d’acqua per rilassarsi, ripetendosi mentalmente un mantra totalmente inutile.
“E’ tutto finto, è tutto finto, è tutto finto, è tutto finto…” per diversi minuti, poi visto che invece di placargliela, l’ansia gliela stava facendo venire, decise a “malincuore” di buttarsi direttamente fra le braccia del suo di pagliaccio assassino. Doveva solo trovare una buona scusa per presentarsi da lui senza fargli capire che aveva paura.
Stava valutando le varie ipotesi quando si accorse di alcuni palloncini attaccati alla porta della maniglia della sua stanza e sbiancò. Sentì il sangue gelarsi nelle vene e perse la sensibilità alle gambe, tant’è che dovette reggersi al lavello per non cadere a terra come un sacco di patate.
La porta si aprì piano e una mano guantata fece capolino.
“E’ tutto finto, è tutto finto, è tutto finto, è tutto finto…” si ripetè mentalmente, si pizzicò, ma ottenne solo di arrossare la guancia gelida. “Merda, merda, merda…” poteva difendersi, dopotutto era quello che sapeva fare meglio, doveva difendersi!
Allungò il braccio per afferrare il coltello da cucina e –SORPESA!- esclamò Piemon serafico –Buon complean… perché mi stai puntando contro quel coltello?!-
Yamato rimase sconcertato e il silenzio calò nella stanza. Il prescelto scivolò lentamente con la schiena sedendosi a terra, non sapeva se ridere o piangere per la grandiosa figura di merda appena fatta.
Alla fine rise di un’ilarità isterica e Piemon lo fissò preoccupato per qualche secondo per poi annunciare, serio -Yamato, noi dobbiamo parlare.-



   
 
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