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Autore: Albicocca    16/02/2012    8 recensioni
I should, I should oh, I should have kissed you
I should, I should oh, I should have kissed you
I should, I should oh, I should have kissed you
I should, I should oh, I should have kissed you
[…]
If I could replay
I would have never le you go.

-
Buon compleanno a te, mon amur (?) **
A parte le buffonate, dedico questa cosa a quella santa di Nicole che mi supporta, mi sopporta e dopo vari mesi ancora non mi ha sputato in faccia per quanto sono deficiente.
Ti adoro, bella faiga
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Scialve (?) :33
Non dico tanto, non dico troppo, solo; questa è per te, Niki **
Non odiarmi, ok? Ok.
(http://www.youtube.com/watch?v=fjMUd_6aHNs ormai se non li metto da per tutto non sono io, ASCOLTATE MENTRE LEGGETE, GRAZIE!)
 
 
 
 
 

I SHOULD’VE KISSED YOU.

 
 
 

Is your heart taken?
Is there somebody else on your mind?
I’m so sorry, i’m so confused
Just tell me, am I out of time?

 
 
 
Si poteva dire fosse uno scenario perfetto.
Lui, lei, un porticato. Tanti fiori vario pinti a decorarlo.  
Peccato che la scena fosse simile –troppo per lui- ad un film d’amore con un finale triste.
Lei piangeva, e le lacrime ogni tanto scendevano rigando le sue guance arrossate per l’imbrazzo –o forse rabbia?-, mentre il suo sguardo verdazzurro era fisso sul pavimento in legno.
Lui non sapeva che fare, non era mai stato in quella situazione, non si era mai innamorato e malediceva ogni volta il fatto che quella benedetta ragazzina dai capelli neri fosse spuntata nella sua vita, come un uragano, scombussolandola in modo irreversibile. E pure era… felice, in un certo senso.
Ma –in tutti i mondi, in tutti i luoghi, nella sua vita, in ogni momento della sua vita c’era uno stupido ‘ma’ a rovinare tutto- lui era anche un bastardo. Un bastardo che soffriva come un cane –e ciò era strano per un tipo come lui- perché lei, la ragazza che amava, amava un altro. E lui era un bastardo perché il tizio che piaceva a lei era uno dei suoi migliori amici che, pure, ricambiava il suo amore.
Ciò gli ricordava troppo la trama di un telefilm americano. Un fottutissimo telefilm americano.
E ora il suo cuore era stato preso da qualcun altro? Sì.
E ora c’era qualcun altro nella sua mente? Sì.
E ora lui si sentiva confuso, guardandola stringere i pugni cercando di trattenere la rabbia che le ribolliva nelle vene.
Era in ritardo? Sì, ma aveva ancora il coraggio di chiedere.
E lo fece, facendo uscire quelle parole come un flebile sussurro gelido come il vento di dicembre, che ormai regnava intorno al suo cuore.
“Dimmelo. Sono in ritardo, vero? Sono ancora in ritardo?”
Lei annuì, alzando lo sguardo e puntandolo in quello di lui, azzurro e freddo come il ghiaccio.
La folata di vento che seguì e il rumore di un portone sbattuto e –forse- chiuso per sempre si sentirono, anche a distanza di anni.

 
Is your heart taken?
How do you feel about me now?
I can’t believe I let you walk away
When, when I Should Have Kissed You

 
 
Due anni.
Erano passati due fottuti anni da quando il tutto era successo e lui adesso camminava per quella città che tanto amore e dolore gli aveva procurato.
Di certo, dopo essersi quasi ammazzato il fegato –sempre se si poteva-  bevendo litri e litri di alcool per superare il dolore, un giro turistico, come lo aveva chiamato quella testa di pomodoro di Hiroto, per Inazuma-cho serviva a rimetterlo in sesto.
Sì, come no. In quel momento rimpiangeva l’ospedale di Tokyo.
Si chiedeva come l’amore potesse portare alle persone un dolore enorme, quasi a farle cadere in depressione, quasi a cercare la voglia di morire, di farsi accogliere dalla morte.
Se lo chiedeva da quando era finito in quell’ospedale, tra l’odore di medicinali e morte.
Sicuramente quello che era successo aveva fatto rimanere senza parole sia Kiyama e Midorikawa, visto che entrambi conoscevano il suo temperamento. Un temperamento che forse era stato spazzata via da una semplice quindicenne –ormai diciasettenne-.
Scosse la testa, non doveva pensare a lei, né ai suoi occhi, né ai suoi capelli, né alla sua voce, né al suo sorriso.
Peccato che ogni volta che ci imponeva di non pensarci, ci pensava di più.
Era una maledizione.
Si malediva.
E sei lei adesso aveva il cuore spezzato? Per cosa, di certo non amava lui.
E adesso lei cosa provava verso di lui? Probabilmente odio.
Non poteva credere, non ci credeva che l’aveva lasciata andare. Non ci credeva.
Davanti all’amore, forse tutti diventano un po’ codardi, ma lui era stato uno di prima categoria.
Non l’aveva baciata.
E forse non avrebbe mai avuto l’opportunità di farlo.
L’opportunità di poggiare le sue labbra su quelle di lei, quelle labbra che sapevano –nella sua fantasia- di cioccolato.
Si odiava, si malediva e odiava il suo cuore per essersi innamorato.
Come diceva sua madre: “Più stai lontano dai sentimenti, meglio è. Sono capaci di far diventare persone che conosci da una vita completamente diverse. Non innamorarti, è pericoloso.”
 

 

I should, I should oh, I should have kissed you
I should, I should oh, I should have kissed you
I should, I should oh, I should have kissed you
I should, I should oh, I should have kissed you

[…]
If I could replay
I would have never let you go.

 
 
Ma quel pensiero non lo lasciava in pace.
Non l’aveva baciata.
Non l’aveva baciata.
Non l’aveva baciata.
Non l’aveva baciata.
Era come una tortura. Una tortura che uccideva dentro, che annientava piano piano.
Si alzò di scatto dal divano e uscì.
Non sopportava più quella voce che veniva dal suo cuore, che da due anni a quella parte non faceva altro che rimproveralo per essere stato così codardo.
E se poteva ripeterlo, questa volta non l’avrebbe lasciata andare; l’avrebbe strinta a sé, abbandonando quella corazza gelida che nel tempo lo proteggeva.
Percorse un tratto di strada e poi si ritrovò di nuovo su quel porticato, quel maledettissimo porticato.
Bussò, impaziente.
Lei arrivò.
Bella come sempre.
Semplice come sempre.
I suoi occhi erano sgranati, forse dalla sorpesa.
Ma lui non perse tempo. Si avvicinò a lei e la baciò, stringendola a sé, rabbrividendo al contatto delle sue labbra gelide con quelle bollenti di lei.
“Fuusuke…?”
“Non ti ho baciato in passato, l’ho fatto adesso.”

 
 
 
 
 

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CAROTE :°D
*spupazzatutteinunabbracciosoffocante*
Come mi siete mancate, mie adorate carote!
Cioè, da quando che non pubblico qualcosa? Da quando?
Non contate CA (viva gli acronimi!) visto che è una fic ha scritta a quattro mani **
Approposito! Giuro che appena ci riesco, rispondo alle vostre recensioni, lo so vi sto facendo attendere ma sto avendo una settiamana piena, sia a scuola che a casa. E poi c’è Sanremo :D
E anche Marika è impegnata u.u
Diciamo che la scuola ci sta distruggendo, o almeno a me :°°
Devo fare ancora inglese :°°
Comunque vi starete chiedendo che è questa cosa qui sopra qui, proprio qui *indica con la manina*
E’ un regalo.
Sì, un regalo schifoso lo so, ma non ho potuto fare di meglio.
Oggi è il compleanno della mia adorata Nicole, cioè, di quella Torta al Cioccolato vivente (?) e io me ne stavo dimenticando :°
Io e le date dei compleanni non andiamo d’accordo. Mi dimentico sempre quando è nato qualcuno, infatti per miracolo mi sono ricordata che sabato è il compleanno di mia madre :D
Oppure… ciao.
Va be’, va be’.
Comunque è una FuusukexNicole, forse, non lo so. E’ una song-fic (ma va là?) e la canzone è… tenera quanto bella quanto straziante quanto ritmatica, va bene, avete capito. E se non avete capito vi dico che parla di un ragazzo innamorato di una ragazza e ha perso l’opportunità di baciarla ad una festa (?) e quindi si dispera.
Io, ovviamente, lo, come dire, interpretata a modo mio, e alla fine è uscita ‘sta cosa. Aggiungo che non è intera, ho solo perso parte del ritornello e la strofa finale **
Sinceramente non mi piace e sono sicura che Nicole mi vomiterà in faccia quando la leggerà ma ci tenevo a scriverle qualcosa per il suo compleanno, anche perché avrei voluto passarlo con lei (?)
Sì, ok, ora vado a commuovermi da sola :°
Magari ascoltando More Than This. *w*
Sì, che bello *w*
Ok, no.
Ah sì, se aspettate un mio aggiornamento di Revenge, mi dispiace infrangere (?) i vostri sogni (??) ma non ho un briciolo di ispirazione, ma chiamatemi dea (?) sto lavorando ad una nuova storia, che forse pubblico alla fine di febbraio inizio marzo quindi non dovete aspettare molto. :)
Sì, si vede come sono concentrata a portare a termine le mie storie (?) :°D
Va bene, spero di vedere una misera recensione che mi dica che faccia schifo, grazie *//*
Vi voglio bene carote, e tornerò presto, è una promessa!
Tutte/i: PUOI ANCHE NON TORNARE.
E io torno lo stesso u.u
Bye, meine chicas (?)
Ok, vomitatemi in faccia il cotechino nonno nanni, su! D:
Un abbraccio,
la vostra Mum Carrots, Miam <3
   
 
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