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Autore: Hao49    16/02/2012    2 recensioni
Noia. Solo questa parola poteva descrivere lo stato in cui versava ora Ichigo appoggiato alla ringhiera del tetto della sua scuola. La sua scuola. Quella che di lì a poco non lo sarebbe stata più. Già perchè quello era l'ultimo giorno che avrebbe trascorso in quel liceo di Karakura....
Spoiler per chi non ha ancora finito la saga degli Arrancar.(il resto è completamente inventato)
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kurosaki Ichigo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I PERSONAGGI NON SONO MIEI. APPARTENGONO A TITE KUBO. QUESTA STORIA NON è SCRITTA CON FINI DI LUCRO, MA SOLO PER PURO PIACERE PERSONALE.

L’ULTIMO GIORNO DI LICEO

 

Noia.

Solo questa parola poteva descrivere lo stato attuale in cui versava  Ichigo appoggiato alla ringhiera del tetto della sua scuola.

La sua scuola. Quella che di lì a poco non lo sarebbe stata più.

Già, perché quello era l’ultimo giorno che trascorreva in quel liceo di Karakura, poi si sarebbe trasferito a Tokyo per studiare medicina come Ishida ed Inoue,mentre Tatsuki e Keigo sarebbero andati a Kyoto per frequentare l’università di scienze motorie, Mizuiro avrebbe rivolto la sua attenzione agli studi legali ad Osaka e Chad si sarebbe messo a fare il buttafuori in una delle discoteche del quartiere dei divertimenti per mettere da parte i soldi per trasferirsi definitivamente in Spagna dove avrebbe ereditato la casa della madre e presosi cura della nonna materna.

Insomma le loro strade si stavano per dividere; niente più battaglie insieme, niente picnic sull’erba con Renji e Rukia, che tra l’altro si erano messi insieme 3 settimane prima, niente di niente insomma, ma avrebbero mantenuto i contatti, questo era sicuro. Era triste, Ichigo, ma più di tutto era immensamente annoiato.

Anche dal tetto si sentivano le voci amplificate dei microfoni e dei personaggi che lì vi si alternavano, ora, ad esempio, era il turno del presidente del comitato studentesco e dei ragazzi diplomanti, Ishida Uryu, poi sarebbe toccato al preside che avrebbe fatto l’appello e consegnato i diplomi.

Ichigo avrebbe voluto rimanere lassù ancora un po’, ma sbuffò e scese di controvoglia recandosi in palestra. Arrivò appena in tempo per il suo nome, non perché fosse lontana, ma quanto perché se la prese comoda e il suo nome era il 16°(diplomi dati in ordine di ultimo concorso interno). Fece buon viso a cattivo gioco, sorrise, prese il diploma e uscì per aspettare gli altri che non tardarono più di tanto essendo tutti nella rosa dei  30 studenti più bravi della scuola.

Ishida fu il primo, era arrivato 17°, seguito a ruota da Inoue, 20°, Mizuiro, 24°, Tatsuki, 25°, Chad, 26°, e Keigo, 30°. Inoue gli si avventò addosso, ma si staccò quasi subito, e di comune accordo decisero di cominciare ad avviarsi per evitare la calca di fine cerimonia; Ichigo fu il primo ad avviarsi in quanto aveva  percepito una reiatsu familiare, ma che non doveva trovarsi lì.

Per un attimo pensò che la sua mente gli avesse fatto uno scherzo di pessimo gusto, d'altronde non era mai stato bravo a percepire la Reiatsu e in tutto quel tempo non era certo migliorato; ma quando appoggiato al muro subito fuori il cancello notò il proprietario dell’energia spirituale capì che neppure lui poteva sbagliarsi da così poco lontano.

Il ragazzo dai capelli blu aveva quel ghigno beffardo che lui si ricordava e lo salutava come se non fosse per nulla strano che si trovasse in quel posto e non dove Ichigo pensava di averlo lasciato

- Yo, Shinigami –

- CHE CAZZO CI FAI QUI, TU?! –

La risposta-domanda di Ichigo fu talmente potente che riuscì a raggiungere il gruppo di amici a 10m di distanza che sentendolo gridare si precipitarono al cancello arrivando appena in tempo per vedere una figura  dai capelli blu che alcuni riconobbero come il 6° Espada e ne ebbero la conferma quando Ichigo ancora incredulo annuì boccheggiante.

Arrivato a casa il neo-diplomato fu coinvolto nei soliti giochini del  padre e da una piccola festa in suo onora organizzata dalle sorelle; nel pomeriggio ricevette telefonate di complimenti da parte di Urahara, Rukia, Renji, il capitano Ukitake. Ma fu soprattutto quella che arrivò in serata, a sorpresa, a farlo particolarmente felice anche se lì per lì non ne comprese il motivo.

Quando il telefono squillò sua sorella Yuzu si precipitò a rispondere chiamandolo poi a gran voce dicendo che era un suo amico. Ichigo scese le scale a due a due, come suo solito, e in batter d’occhio era nel salotto con la cornetta del telefono in mano

-  Ehi, 16°. Ti aspetto al Karaku-Cho tra mezz’ora. Vedi di venire.-

Il suo interlocutore Ichigo lo aveva riconosciuto subito e la proposta lo lasciò senza fiato ma rispose subito 

- E spiegami perché cazzo lo dovrei fare. Comunque come cazzo hai avuto il mio numero?-

La risposta di Grimmjow non si fece attendere e fu chiara e semplice e non arrabbiata come il neo-Shinigami a tempo pieno si aspettava

- Uno vorrei parlarti di una cosa che non posso dirti al telefono. Due, mi è bastato controllare l’elenco telefonico-

Ichigo si rassegnò. Con lo sguardo comunicò a Yuzu di non preparare per lui e poi tornò a riferirsi al ragazzo dell’altro capo della cornetta

- Tra mezz’ora-

Puntuale come un orologio svizzero Ichigo era davanti al Karaku-Cho e vagava con lo sguardo alla ricerca di Grimmjow trovandolo appoggiato con le spalle ad un palo della luce. Corse verso di lui salutandolo, mai si sarebbe aspettato di incontrarlo fuori da una battaglia e non potè fare a meno di pensare che se le persone cambiano allora lo potevano fare pure gli Hollow.

Erano passati 2 anni dall’ultimo scontro tra i due e la prima cosa ovviamente che chiese Ichigo fu di sapere come avesse fatto a salvarsi ricevendo per tutta risposta un “ho la pelle dura io” ironico. Fino a qualche anno fa si sarebbero messi a combattere ora cenavano tranquillamente in un ristorante di sushi  ricordando i vecchi tempi.

Quando uscirono dal ristorante Ichigo si ricordò che Grimmjow gli aveva detto che doveva dirgli qualcosa di importante, ma ancora non l’aveva fatto. Lo guardo dubbioso ed interrogativo del ormai 18enne non sfuggì al 6° Espada che camminò fino ad un punto isolato in riva al fiume per parlargli

- Ti avevo accennato ad una cosa al telefono. Beh … quello che volevo dirti a dir la verità erano due le cose. La prima è che vorrei vivere qui nel mondo umano e ho bisogno di un aiuto per inserirmi la seconda è che  vorrei vivere qui ----

La suoneria del cellulare di Ichigo ruppe l’atmosfera che si era creata facendo sfuggire a Grimmjow un grugnito di disapprovazione tanto che lo Shinigami si affrettò a chiedere scusa e a rispondere in fretta.

Ishida lo aveva chiamato per un piccolo problema con una 20ina di Menos

- Perché non mi avete avvertito prima?! – chiese infuriato usando il suo distintivo da Shinigami per separare anima e corpo

*Perché pensavamo di cavarcela da soli e prima che tu lo chieda ho messo una barriera anti-Reiatsu così che nessuno potesse avvertire l’energia si ‘sti Menos* si sentì rispondere.

Ichigo chiuse il telefono in faccia ad Ishida e anche se un po’ controvoglia chiese a Grimmjow di guardare il suo corpo e promettendo che sarebbe tornato presto; il blu tra uno sbuffo ed un sospiro acconsentì quasi prendendo a calci lo Shinigami per istigarlo ad andare e tornare velocemente.

Appena arrivato pel di carota notò una brutta situazione che cominciò a smorzare con un Getsuga Tensho. Ma più ne distruggevano più ne spuntavano e anche Ichigo si ritrovò in difficoltà finche un Cero Regio non sconvolse l’ambiente andando a colpire un punto preciso in mezzo a quel “mare” di Menos e facendo spuntare dal sottosuolo un E-NOR-ME Menos Grande. Colui che aveva lanciato il Cero si affrettò a correggerli come se avesse letto loro nel pensiero   

- Non è un Gillian è un Adjuchas. Nasconde la sua Reiatsu con quella dei tanti Menos che crea dal suo corpo e che usa come scudi. Ora attaccatelo o creerà altri Menos e non la finiremo più – disse con aria d’insofferenza.

Ichigo l’unico che si fidava delle sue parole preparò il suo colpo più potente e prima di lasciarlo partire si fermò per un’osservazione

- Spero per te che tu non abbia lasciato il mio corpo in riva al fiume- con queste parole Ichigo disintegrò l’Adjuchas e,mentre Ishida toglieva la barriera, ad uno ad uno sparirono anche i Menos creati.

Il gruppo si salutò ed Ichigo, tornato nel suo corpo, e Grimmjow poterono finalmente chiudere quella serata. Grimmjow sul tetto dove aveva lasciato il corpo del 18enne e la sua giacca di pelle per evitare di rovinarla quando sparò il Cero concluse il discorso interrotto sulla riva del fiume

- La seconda cosa che volevo dirti è che voglio vivere in questo mondo con te, Ichigo Kurosaki – le sue parole crearono una certa incredulità nell’altro che lo lasciò continuare spegnendo nel contempo il cellulare – Quello che voglio dire è che ho avuto tempo di pensare e di fare chiarezza nei miei sentimenti e mi sono reso conto che tu per me sei molto importante- si fermò di nuovo passandosi una mano tra i capelli, afferrando Ichigo per un braccio e tirandolo verso di sé continuò – Diamine non sono bravo a parole-

Il bacio di Grimmjow non incontrò alcuna resistenza e si approfondì in una secondo. Ichigo lo lasciò fare capendo solo in quel momento perché il suo ritorno lo aveva reso così felice.

SE È VERO CHE UNA PERSONA SI RENDE CONTO DI QUANTO SIA IMPORTANTE UN’ALTRA SOLO QUANDO LA PERDE, È  DOPPIAMENTE VERO CHE UNA SE NE ACCORGE ANCORA DI PIÙ QUANDO LA RITROVA DOPO TANTO TEMPO.

   
 
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