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Autore: Vahly    23/09/2006    6 recensioni
Nonostante il titolo, non è una death fic... Una one shot introspettiva, dal punto di vista di Draco, sulla relazione di quest'ultimo con Harry Potter.
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash, Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AMORE E MORTE
CAPITOLO UNICO

DRACO P.O.V.




Sei qui, fra le mie braccia, e stai dormendo profondamente. Sono quasi due mesi che ci vediamo, probabilmente una delle mie relazioni più lunghe… forse questo dipende dal fatto che con te non è un gioco. Non te l’ho mai detto, ma non lo è mai stato per me. E chi l’avrebbe mai immaginato? Draco Malfoy che si prende una cotta per niente di meno che Harry Potter…
È strano, sai? Mentre ti vedo così rilassato, mentre cerco di tranquillizzarmi a mia volta ascoltando i battiti del tuo cuore, il mio volto poggiato sul tuo petto che si alza ed abbassa ritmicamente, tutto ciò che riesco a pensare è che vorrei rimanere con te per sempre… E vorrei poterti considerare solo mio…
Era un pomeriggio di fine settembre, quando ci siamo messi assieme, lo ricordo perfettamente. Avevi litigato con Weasley, e ti eri rifugiato nella torre di astronomia, per pensare. Sai, io ci andavo abitualmente, per sfuggire un po’ alla mia vita, per stare un po’ da solo. Ma quel giorno non sarebbe stato così… Rimasi molto sorpreso nel trovarti in quel luogo, da solo, con lo sguardo fisso nel vuoto mentre guardavi fuori dalla finestra. Sentii qualcosa stringermisi in petto, qualcosa che oramai avevo imparato bene a riconoscere, ma che continuavo a negare a me stesso.
Già da un po’ avevo capito che ciò che provavo nei tuoi confronti non era odio, che il fatto che cercassi di attirare la tua attenzione, di riversare su di te la mia rabbia ed il mio rancore non dipendeva dal fatto che fossimo nemici dichiarati. Volevo solo stabilire un qualunque tipo di contatto con te. Ed oramai avevo compreso che mi faceva male capire quanto in realtà tu mi disprezzassi. Non volevo che continuassi a guardarmi con quegli occhi freddi.
Così, quel pomeriggio, quando ti vidi affacciato a quella finestra, mi avvicinai lentamente e ti posai una mano su una spalla. Sapevo che non era tutto a posto, oramai avevo imparato a leggerti dentro.
Tu ti voltasti di scatto, e mi guardasti sorpreso, allora io ti sorrisi e ti chiesi “Qualcosa non va?”
La tua espressione fu davvero impagabile. Un po’ perplesso, mi domandasti “E tu sei sicuro di sentirti bene? È la prima volta che mi parli civilmente…”
Io ti guardai divertito, e scossi la testa ridacchiando e pensando al nostro primo incontro, quando ancora non eravamo due studenti di Hogwarts, ma solo due ragazzini imbarazzati che si provano la loro prima divisa. “Non proprio la prima volta…”
“A cosa devo tanta gentilezza?”
Io allungai una mano, un po’ incerto. “Tregua?” Domandai.
Ti vidi socchiudere gli occhi, per riflettere, e soppesare l’offerta. Era difficile, vero? Io, la tua nemesi, il ragazzino stronzo e viziato che ti aveva sempre aggredito, volevo far pace con te… Infine, però, prendesti la tua decisione.
“Tregua.” Mormorasti semplicemente, mentre mi afferravi la mano.
“Bene.” Risposi io, sorridendoti più apertamente. Leggevo la confusione nei tuoi occhi, ma forse anche qualcos’altro. Cos’era? Sembrava quasi… speranza. Una sottile speranza ed anticipazione, come se avessi intuito che cosa sarebbe successo dopo. O forse ero io a sperare così tanto che la cosa andasse oltre, da leggere segnali laddove non ce n’erano… Forse, semplicemente, eri sollevato per il fatto di avere un tormento in meno. È così? che cosa provavi, allora, Harry? Non me l’hai mai detto, ma se mi hai concesso un’altra possibilità, se siamo arrivati fino a qui, deve esserci qualcosa.
Parlammo di tutto e di niente, tu ti sfogasti per la litigata con Weasley, ti si leggeva negli occhi quanto stavi male.
“Come mai avete litigato?” Ti domandai più preoccupato per te che curioso.
Tu alzasti le spalle, poi mi rispondesti, “Beh, in realtà non so se è il caso di parlarne…”, e ti voltasti a guardarmi. Ti fidavi di me, Harry? Non credo. Dopo gli anni precedenti, era difficile anche solo pensare una cosa del genere. Ma per qualche motivo, proprio mentre stavo per dirti che non era necessario che tu mi rispondessi, che se non volevi per me andava bene, mormorasti imbarazzato: “Gli ho detto una cosa di me… che lui non ha accettato. Il fatto è che… che sono gay, ed ora mi guarda come fossi un appestato. Non lo sopporto.”
Ti fissai a bocca aperta. “Sei cosa?”
Distogliesti lo sguardo. “Che c’è, ora tornerai ad odiarmi? Non importa, non posso cambiare ciò che sono. Ci ho provato, ma è stato inutile… se qualcuno non può accettarlo, non è un problema mio.” Trattenevi le lacrime, era chiaro, e forse lo avevi fatto per troppo tempo.
“Harry…”, mormorai, poggiandoti una mano sulla spalla per rassicurarti, ‘stavolta senza toglierla “Va tutto bene. Tranquillo. Ci sono passato anch’io, ti capisco…” La tua espressione cambiò. Eri molto più che stupito. “Tu… tu sei…”
Io annuii.
“Da quando?” Domandasti.
Io ridacchiai. “Non lo so. Da sempre, suppongo… ma sono stato solo con un paio di ragazzi. Ho provato con le ragazze, ma è stato inutile e mortificante.”
Sorridesti. “Già… anch’io sono stato con un paio di ragazze, ma non è servito a molto. È stato un disastro… ho sempre pensato che forse semplicemente non erano giuste per me, ma poi ho cominciato a capire… ho avuto una relazione con un mio compagno di casa, e mi ha schiarito molto le idee.”
“Un tuo compagno di casa, hai detto?” domandai interessato “Non è Ron, per cui… sarà mica imbranato-Paciock?”
La cosa dovette divertirti molto, perché scoppiasti in una risata fragorosa e cristallina. “No, ti prego! Che schifo! No, no… è stato Seamus Finnigan. Non so nemmeno perché ti sto dicendo tutte queste cose…”
Forse perché al contrario di quanto credevo, ti fidavi di me. O forse perché semplicemente avevi bisogno di qualcuno con cui sfogarti, qualcuno a cui appoggiarti. Ed io avevo tutta l’intenzione di sostenerti finché ne avessi avuto bisogno.
“Finnigan?”
“Già”, annuisti, “Siamo stati assieme un mesetto, ma poi ha capito di amare Dean Thomas. È stato un colpo terribile per me, ho passato tante di quelle notti in bianco… e Ron era preoccupato a morte, non capiva cosa mi stesse succedendo. Ero davvero a pezzi… voglio dire, è già dura rendersi conto di essere gay e di non averlo mai capito, ma essere mollati appena si comincia ad accettare la cosa… Così ho detto tutto a Ron, tre giorni fa. E sono tre giorni che evita accuratamente di rivolgermi la parola.”
Non doveva essere stato facile per te. Stronzo di un Weasley… ma si può essere tanto ottusi? È vero, anch’io avevo avuto le mie belle discussioni con i miei amici, ma non erano mai arrivati a togliermi il saluto.
“È normale”, tentai di rassicurarti, “Quando l’ho detto a Blaise, per poco non sveniva. E Vincent si è messo a piangere dicendo che gli dispiaceva per me. Dagli tempo, vedrai che le cosa si aggiusteranno…”
“Grazie…” mormorasti, mentre una lacrima solcava le tue gote arrossate, subito seguita da altre. Eri bellissimo, anche mentre piangevi, e soprattutto facevi sentire il bisogno di proteggerti. Ti abbracciai d’istinto, e tu ti irrigidisti un attimo… ma subito dopo, sentii le tue braccia avvolgermi saldamente la vita, mentre ti lasciavi andare al pianto. Ogni tanto singhiozzavi, ma oramai non te ne curavi più. Era incredibile il modo in cui ti eri abbandonato a me… non riuscivo a credere che ti fossi lasciato tanto andare.
Quando finisti di piangere, ti allontanai e con una mano ti asciugai delicatamente le guance ancora bagnate.
“Scusami…” dicesti sempre più in imbarazzo “non so cosa mi sia preso…”
Io scossi la testa, deciso. “Non ce n’è bisogno. Se stai male devi sfogarti, non puoi tenerti tutto dentro. E se hai bisogno di me, io sono qui.”
Tu ti limitasti ad annuire, poi io raccolsi tutto il mio coraggio, e provai a chiedertelo. “Così, ora sei single… sai, anch’io non mi vedo con nessuno. Che ne dici se…” Il tuo sguardo era sbalordito. Per un attimo mi domandai se saresti scappato via urlando, ma poi vidi l’espressione dei tuoi occhi addolcirsi.
“È una proposta?”
“Beh, più o meno. Giuro che non ti mollo su due piedi come quel demente di Finnigan.” Dissi tutto d’un fiato. Si notava il fatto che mi sentivo le guance in fiamme, e che avrei voluto sprofondare sottoterra? Chissà cos’hai pensato, cos’hai provato, quando ti ho risposto. Chissà per quale motivo hai deciso di accettare il mio amore… escludo il fatto che mi ricambiassi. Non dopo quello che ti era successo con Finnigan… forse avevi solo bisogno di qualcuno accanto. Stavo forse sfruttando la tua debolezza? È stato così? mi odierai per questo, quando capirai di non amarmi, di non volermi, quando ti renderai conto di ciò che ho fatto?
Forse sarà così. Ma la gioia che ho provato quando posando il pollice sulle mie labbra per accarezzarle, hai mormorato: “Va bene… proviamo” vale comunque qualunque prezzo.
Io tolsi la tua mano lentamente, per poi baciarti. Non rispondesti subito, ma ti ci volle poco per lasciarti andare, ancora, con me.
Non mi hai mai chiesto il perché del mio gesto, perché ho voluto far pace con te, perché ho voluto stare con te. Ma d’altra parte, io non ti ho mai detto che ti amo. Un po’ me ne pensto, ma so che è giusto così. tu non ti sei messo con me per amore, ma per avere un conforto. Conforto che hai sempre trovato, tra le mie braccia, anche dopo che aver fatto pace con Weasley, anche dopo aver saputo che Finnigan e Thomas si erano lasciati… cosa che mi ha fatto pensare molto, e mi sono più volte chiesto se potevi provare qualcosa per me se il fatto di non essere subito corso a cercare il tuo ex-fidanzato potesse voler dire che mi preferivi a lui. O forse il tuo era solo orgoglio…
In breve, i nostri pomeriggi assieme sono diventati un appuntamento abituale, e le serate erano sempre più intense e focose. Non avrei mai immaginato che preferissi sottometterti, sai? La cosa all’inizio ti imbarazzava molto, ma alla fine la nostra intesa sessuale aveva raggiunto livelli per cui tutto era concesso, e non servivano parole per capirci. Spesso ora ti fermi a dormire nella mia stanza, da quando Vincent e Gregory escono per stare con le rispettive ragazze e restano con loro tutta la notte. E nonostante io non ti abbia mai parlato dei miei sentimenti, o chiesto nulla dei tuoi, sono felice. Sono felice di stare con te, di vederti dormire tra le mie braccia, di poter essere la causa del tuo sorriso… e mi sento uno stupido perché oramai so che questo non potrà durare.
Presto si avvicineranno le vacanze di Natale, e mio padre mi ha comunicato la sua intenzione di farmi prendere il marchio.
Sono preparato fin da piccolo a questo, ma quando ho letto la sua lettera mi è sembrato di vedermi crollare il mondo addosso. Perché, mi chiedevo, perché? Perché ora, ora che finalmente potevo essere felice?
Harry… so che quando avrò il marchio non vorrai più vedermi. Mi considererai un debole, o un traditore. Ma non posso ribellarmi, non voglio perdere la stima di mio padre… ho faticato molto per conquistarla, non hai idea di quanto ho sofferto per lui, per far sì che fosse fiero di me. E non posso scegliere tra te e lui, ma anche se ti amo, sento che questa è la cosa giusta da fare… è la mia vita, il mio destino, ciò per cui sono nato. Solo, avrei sperato arrivasse il più tardi possibile. E spero che un giorno tu potrai perdonarmi, perché sei l’unica cosa che conti davvero per me. Mi chiedo spesso perché non mollo tutto per seguirti, per combattere al tuo fianco… perché? Forse perché so che non avrei il tuo appoggio, perché non ammetteresti mai la nostra relazione davanti a tutti. Perché sarebbe troppo difficile per me combattere contro tutto ciò che sono e che sono stato, perché ho paura che abbandonando la mia maschera scoprirei solo quanto sono vuoto dentro. Forse perché ho paura che se mi lascerai sarò veramente solo, o perché semplicemente sono talmente abituato all’idea di essere destinato a seguire tu-sai-chi, e di dover essere un mangiamorte, che se l’abbandono non so più chi sono veramente.
E mi chiedo… mi chiedo, quando mi chiederanno di far fuori qualcuno… quando tu sarai un auror come hai sempre sognato, e mi punterai la bacchetta contro… Sarò davvero capace di uccidere? Sarò capace di essere io la ragione per cui una vita viene spezzata, per cui la risata di qualcuno non aleggerà mai più nell’aria ed i suoi occhi saranno spenti per sempre?
Sarò capace di dirti semplicemente addio e di vedere il tuo corpo cadere a terra con un tonfo sordo, senza sangue, ma il volto per sempre immobile, il respiro cessato, il battito del tuo cuore oramai solo un lontano ricordo? Riuscirò a togliere la vita all’unica persona che abbia veramente mai amato?
… Non credo. Non posso… ma so già che a lungo andare, se non eseguirò i suoi ordini, Lui mi punirà, forse con la morte. E so già che sarai pronto a tutto come auror, che per combattere per quelli che sono i tuoi valori, per ciò che ritieni giusto, forse non esiterai a difenderti, a scagliare il tuo avada kedavra contro di me. Ma sai una cosa? Se sarai tu, ad uccidermi, allora va bene. Se sarà il tuo, l’ultimo viso che vedrò, non sarà un problema.
So accettare il mio destino, e gli andrò incontro a testa alta. Oramai non posso più cambiare… nemmeno per te, Harry.
Ma non voglio che tu mi odi, non sopporterei di vedere ancora quei tuoi occhi gelidi guardarmi con disprezzo e rabbia. Non so che cosa fare, mi sento perso, ed oramai sono diventato inutile anche per te.
Non hai più bisogno di alcun conforto, hai ripreso in mano le redini della tua vita, ma se anche dovessi star male non sarei più in grado di aiutarti, perché sto troppo male dentro per riuscire anche solo a dirti che tutto andrà bene.
Non è così, non sarà così…
E tutto ciò che ho sono solo queste ultime notti con te, finché non arriveranno le vacanze. Poi, ti dirò addio… ma non voglio farlo ora, voglio potermi scaldare tra le tue braccia ancora per un po’, voglio potermi sentire tuo fino all’ultimo istante possibile.
Ti do un bacio sulle labbra, e tu ti muovi nel sonno, mentre scanso i capelli dalla tua cicatrice.
Trattenendo le lacrime sussurro “Ti amo, Harry…” sapendo che forse non te lo dirò mai mentre sei sveglio, e che forse non udirò mai queste parole uscire dalle tue labbra.
Ma va bene, sul serio.
Mi stringo addosso al tuo petto, ed ascolto il battito del tuo cuore, mentre socchiudo gli occhi per tentare di dormire.
Sarà un’altra notte in bianco, forse, ma se sei al mio fianco posso sopportare anche questo.
Buonanotte, amore mio.
Finché possiamo ancora stare assieme…




NOTE DELL’AUTRICE

Allora… che ne pensate?
È una specie di esperimento, una cosa che mi è venuta in mente stamattina, mentre spazzavo il terrazzo. Quando devo fare qualcosa che non mi piace o mi annoia, comincio mentalmente a ripassare cose che già so, come le materie scolastiche o altre nozioni di vario genere (non perché mi serva, visto che mi sono diplomata quest’anno e ancora non vado all’università, ma è una specie di vizio…). Così mi sono messa a pensare a storia dell’arte, ed in particolare a Schiele, autore che non abbiamo studiato (e che tra l’altro nella mia classe ero l’unica ad apprezzare) ed al tema dell’amore e morte. Da qui non so come sono passata ad Harry e Draco, e questo è quello che ne è uscito. Non so quanto la morte c’entri in tutto ciò, ma visto che tutto è partito dal titolo, ho deciso comunque di non cambiarlo.
Spero che vi sia piaciuta, fatemi sapere…
Ah, e per chi segue le mie fanfic… ho quasi terminato il nuovo capitolo di “An angel from the sky” ed ho iniziato quelli di “Vacanze babbane” e (finalmente) quello di “Sweet Christmas”. Per le Sirius-Remus ci sarà un po’ da aspettare, così come per “Solo tu nei miei pensieri”. Sono un disastro e non rispetto mai i tempi, chiedo umilmente perdono.
Un bacione a tutti,
Vahly.




   
 
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