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Autore: Filira    16/02/2012    5 recensioni
{ShikaIno♥ - Giallo - Malinconico}
La mattina del funerale di Sarutobi Asuma, Ino e Shikamaru affrontano la lenta presa di coscienza della morte del loro sensei.
"Non siamo eterni. – sussurra a se stessa con un filo di voce – Non siamo destinati a vivere per sempre."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Morning


I fiori, che Ino intreccia convulsamente da qualche minuto, sono costantemente inumiditi dalle silenziose lacrime che, prepotenti, sgorgano dagli occhi blu della giovane kunoichi.
“Non siamo eterni. – sussurra a se stessa con un filo di voce – Non siamo destinati a vivere per sempre.”
Appoggia la piccola coroncina di fiori candidi sul bancone, e si abbandona alla stanchezza, sedendosi esausta sul freddo pavimento del negozio. Il nero della sua veste contrasta prepotentemente con il malsano pallore del suo viso, che istintivamente cerca rifugio in quella stoffa color antrace. Vorrebbe poter fermare le lacrime, perché all’accademia Ino ha imparato che un ninja non piange, che una kunoichi nasconde ed annulla i propri sentimenti. Ma a scuola nessuno le ha insegnato cosa sia la perdita di una persona, la perdita del proprio Sensei. Stringe forte le braccia intorno al petto Ino, frenando l’impeto di urlare, e facendosi sfuggire dalla mascella contratta solo un sussurrato “Non è giusto.”
 
Il sapore acre del fumo della prima sigaretta della giornata invade la bocca di Shikamaru, mentre con passo lento e strascicato il giovane cammina per le strade quasi deserte di Konoha. L’aria frizzante della mattina accarezza leggera i lineamenti contratti del ragazzo, che nervosamente rotea gli occhi cerchiati da occhiaie profonde, quando il suo sguardo incrocia quello statico di un sorridente Asuma, stampato su di una sgualcita fotografia attaccata ad un palo. “In memoria”, recita una scritta sotto il piccolo ritratto del suo sensei. Shikamaru ignora il brivido che si fa strada fra i suoi muscoli, scosta pigramente un ciuffo di capelli dalla fronte e sbuffa con fare plateale quando si accorge di aver abbondantemente sorpassato il negozio degli Yamanaka.  Conta le mattonelle della strada, guarda distrattamente il cielo limpido; cerca ossessivamente un modo per tenere occupata la mente.
Quando entra e scorge la bionda chioma di Ino-chan, farfuglia distrattamente un “Ino” di saluto, cercando con lo sguardo la figura rotonda e familiare di Choji. “Ci aspetta direttamente lì.” Sussurra la ragazza da dietro il bancone, slacciando il piccolo grembiule da lavoro e sistemando le pieghe del vestito nero. Poi inchioda gli occhi arrossati dal pianto a quelli stanchi del giovane Chūnin. “Tu come stai Shikamaru?”
 
“Bene”.
Ino è oramai abituata alle riposte brevi di Shikamaru. Sa bene che il compagno non è estroverso né particolarmente affabile. Eppure sorride amaramente, quando sente il tono laconico e distaccato di Shikamaru. Si accosta a lui lentamente, tirandogli poi il piccolo codino, come era abituata a fare da bambina, quando Shikamaru insultava Sasuke e Ino lo rimbrottava con quel suo fare risoluto.
“Shikamaru-kun – gli dice, affettuosa – sai che non sei bravo a dire le bugie, vero?”
Lui la guarda perplesso, anche perché quel suo fare così infantile e stranamente affabile cozza rumorosamente con gli occhi rossi dal pianto e il colorito troppo bianco del suo viso. Decide di  non farle notare quanto i suoi sforzi di alleggerire la sua sofferenza siano vani, e le rifila una gomitata scherzosa, apostrofandola poi con fare annoiato “Ino-chan, come bluffo io non bluffa nessuno.”
Ino lo guarda; osserva il mozzicone pendere, consumato, fra le labbra appena schiuse, le spalle ricurve e le mani perennemente nelle tasche. Lo guarda, e più lo fa più capisce che Asuma-sensei, dovunque sia, deve essere davvero orgoglioso di lui, di loro. E di sicuro – pensa Ino – starà sorridendo in quel modo orgoglioso e protettivo che la rassicurava tanto.

“Dobbiamo andare.” Ino è cosciente che non possono più rimandare, che dovranno affrontare la realtà. Perché Asuma stavolta non torna, perché è morto davvero. Ino strofina la mano bianca sugli occhi umidi, cercando di nascondere al ragazzo il momento di debolezza.
“Andiamo.” Le fa eco Shikamaru, portando una mano sulla spalla della compagna, mentre tenta di soffocare l’inquietudine che, prepotente, cresce nel suo giovane petto.









A/N:
Beh, eccomi qui! Direttamente dal fandom di Dragon Ball ecco a voi FIlira.. Sono stata abbastanza in crisi con lo scrivere in queste settimane, quindi non sa quanto in realtà sia buono questo scritto, che comunque segna il mio debutto su questo fandom, quindi direi che ne sono abbastanza orgogliosa! ^^ Che dire, spero che questo piccolo spaccato con lievissimi accenni di ShikaIno vi sia piaciuto.
Ja ne, Filira Chan ;)
   
 
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