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Autore: GallagherBlack    17/02/2012    2 recensioni
Ho passato la vita a farmi domande. A tormentarmi, in un certo senso.
Non sono mai stato sicuro di ciò che avevo intorno, né certo delle risposte che da solo mi davo, ai quesiti che in silenzio mi porgevo in continuazione con una certa sete di vere risposte.
Alcune di esse sono arrivate, certo. A volte con personali riflessioni, altre con semplici fatti.
Altre non mi hanno soddisfatto a pieno, ma con il tempo ho imparato ad accettarle per come erano, rendendomi conto che forse ero io che vedevo il mondo in modi piuttosto inverosimili e contorti , rispetto a come realmente era. Possiamo dire che in certi casi, anche se con parecchia riluttanza, mi sono semplicemente arreso alla realtà.
E' una cosa orribile da dire quanto da vivere, ma a volte non si può fare altrimenti.
Ma alcune di quelle domande, le più infide, se posso definirle così, si sono fatte strada tra i miei pensieri fin troppe volte per contarli, tanto da darmi pace solo rare e neanche molto soddisfacenti volte.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Ho passato la vita a farmi domande. A tormentarmi, in un certo senso.
Non sono mai stato sicuro di ciò che avevo intorno, né certo delle risposte che da solo mi davo, ai quesiti che in silenzio mi porgevo con una certa sete di vere risposte.


Alcune di esse sono arrivate, certo. A volte con personali riflessioni, altre con semplici fatti.

Altre non mi hanno soddisfatto a pieno, ma con il tempo ho imparato ad accettarle per come erano, rendendomi conto che forse ero io che vedevo il mondo in modi piuttosto inverosimili e contorti , rispetto a come realmente era. Possiamo dire che in certi casi, anche se con parecchia riluttanza, mi sono semplicemente arreso alla realtà.
E' una cosa orribile da dire quanto da vivere, ma a volte non si può fare altrimenti.

Ma alcune di quelle domande, le più infide, se posso definirle così, si sono fatte strada tra i miei pensieri fin troppe volte per contarli, tanto da darmi pace solo rare e neanche molto soddisfacenti volte.

Certo, ero solo un ragazzino ai tempi, ma come, mi chiedo, sia possibile che un solo dodicenne possa quasi impazzire, per pensieri che pochi uomini adulti, maturi e finiti, possono affrontare con un certo impegno?
Ma io, a differenza di questi, pochi anni dopo ho avuto una fortuna.
Una fortuna che però non è arrivata completamente da sola.
Basti dire che se mi metto in testa qualcosa, di rado non la ottengo. Ma qui entra in gioco la mia abilità non nell'intestardirmi in modo da potermi definire “viziato”, ma da poter apparire agli altri qualcuno per cui portare un minimo di rispetto.
Il fatto che io faccia tutto di testa mia, ecco, dà un vantaggio al tutto.

Ed è grazie a questo che sono riuscito a rispondere ad una delle domande che più mi tormentavano, se non la più grande.
Era quella che la notte mi teneva sveglio, con gli occhi sbarrati ed un'amarezza in bocca difficile da dissipare anche con i pensieri più dolci e felici che potessi concedermi.
Nulla.
Solo tormenti e delusioni.

Non che lo facessi di proposito. Erano semplicemente risposte di cui sentivo una spontanea necessità. È poi così sbagliato, in fondo?
Ed essere riuscito a rispondere al quesito che più di tutti mi tormentava, amaro e fastidioso, ancora oggi mi rende pieno d'orgoglio.

Ebbene, ecco ciò che da tempi mi tormentava, la domanda che una sera come tante prese a farmi sorgere dubbi su dubbi e parecchia angoscia: se davvero è possibile come si narra, come si può dominare la morte?

Non solo trovai una degna risposta, a questa terribile e piuttosto inquietante domanda, ma riuscii addirittura a viverla.

Non sono certo che sia chiaro. Non lo è stato neanche per me, in verità.
Quindi, credo che sia meglio presentare prima me, che la mia storia.

Il mio nome è Lorcan Rookwood . Ho superato la maggiore età da anni, ma non ritengo necessario precisare quanti ne siano passati.
La mia famiglia è di nobile stirpe. Siamo tutti, tranne qualche cugino qua e là, purosangue.
Sì, esatto, purosangue.
Significa che il nostro sangue non è mischiato a quello babbano. Neanche in parte, almeno per quanto riguarda me. O come preferiscono dire parecchi zii, non è sporco.
Siamo tutti maghi. E maghi abili.

La prima cosa che ci insegnano, è che l'essere purosangue ci porta direttamente ad essere superiori agli altri, a qualsiasi persona/ animale/ vegetale/o essere vivente si riferisca la parola “gli altri””.
Non sono mai stato amato dalla mia famiglia, semplicemente per il fatto che i miei ideali sono sempre stati differenti dai loro. Ma in realtà non è neanche così.
Non appoggiavo le loro idee ma non la pensavo neanche diversamente.
Semplicemente, il fattore “essere superiore a qualcuno” mi è sempre stato indifferente.
Non mi vedevano sotto una luce che loro potevano definire “cattiva”, ma neanche sotto la migliore. E per me andava benissimo così.

Ho frequentato Hogwarts ai tempi, anche se con scarso entusiasmo, e non ho mai confessato a nessuno che prima di capitare a Serpeverde come tutti si aspettavano, il cappello avesse preso in considerazione di assegnarmi alla casa di Corvonero. E dopo ancora, a quella di Grifondoro.
Questo non l'avrebbero mai accettato.
Mai. Avrei potuto fare le valigie e dimenticarmi di loro, e sarei stato solo uno sgradevole ricordo nelle loro menti, ingombrante e di cui si sarebbero certamente sbarazzati volentieri, pur non potendo.

Ma la mia storia, non ha a che fare con Hogwarts, tanto meno su dove sarei andato se fossi capitato alla casa che i miei ritenevano sbagliata.
Tratta di come io sia riuscito ad ottenere un risultato che pochi sarebbero riusciti a raggiungere, anche i più abili e scaltri nelle arti magiche.
La buona sorte può avermi assistito, ma non ha fatto certo da protagonista alle mie avventure, nelle quali sono parecchie volte caduto in mano alla sventura, tra l'altro.

Ma cosa ho fatto? Di cosa io posso essere talmente orgoglioso? In cosa posso essermi imbattuto, per parlare in un simile modo?

Ebbene, nulla di tutto ciò che forse starete pensando.

Perché io, dopo anni di ricerca e lotte per i miei obbiettivi, sono riuscito ad essere qualcosa in più che un semplice mago: io, Lorcan Aron Rookwood, fui e ancora sono, il Padrone della Morte.

 

 

 

|| Gallagher-time*

Buongiorno! Finalmente torno a scrivere, ah, che gioia!
Ma no, non credete che la storia di Rose sia finita lì, sto ancora lavorando ad una buona continuazione.
Ma nell'attesa, vorrei proporvi una nuova FF, ideata interamente da me.
Il personaggio di Lorcan è ovviamente inventato, ma ci ho lavorato per molto tempo.
Andando avanti si racconterà la storia di come lui è diventato.. beh, ciò che è.
Spero che apprezziate, sono un po' dubbiosa, ma tenevo a scrivere questo inizio da parecchio.
Beh, che dire, spero che vi sia piaciuto!

A presto;

Gallagher 

  
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