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Autore: Kagome    10/04/2004    4 recensioni
Un hanyou, Inuyasha, principe degli Youkai. Una fanciulla, Kagome, principessa degli Umani. Una profezia della sfera dei quattro spiriti collega le loro esistenze al destino dei loro rispettivi regni. Sono nemici... Si conosceranno? Si odieranno? Si innamoreranno? Fanfiction AU principe/principessa basata sulla falsariga di "Fantaghirò, persona bella".
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Kagomirò

Autore: Kagome

 

Scritto da Giulia “Kagome”

Pubblicato per la prima volta su http://www.fanfiction.net il 2 aprile 2002

Pubblicato in Italiano la prima volta su http://www.inuyasha.it il 16 giugno 2002

Nota Legale:

Non sono Rumiko Takahashi, Inuyasha non mi appartiene, quindi non rompete le scatole, non ho soldi per pagarvi :D

Il Manga di Inuyasha è © 1996/2002 Takahashi Rumiko, Shogakukan, Edizioni Star Comics

L’Anime di Inuyasha è © 2001/2002 Takahashi Rumiko, Sunrise, Yomiuri TV, Dynamic Italia

Non ho neppure i diritti di Fantaghirò… ma chi si ricorda a chi appartengono?

Capitolo secondo: Matrimoni combinati.


Il suono sinistro dell'acciaio sibilò alla sua destra. Si protesse con una mossa istintiva del braccio, e continuò ad attaccare in quella direzione. I suoi occhi erano carichi di odio e desiderio di vendetta. Non l'avrebbe avuta vinta. Non questa volta, non contro di lui.

Continuò ad attaccare. La furia cieca che lo animava lo portava a colpire, e colpire ancora, quasi senza rendersi conto di che cosa stesse facendo.

Ecco… la lama della sua katana(5) affondò nelle carni dell'avversario. Un grido strozzato, l'espressione sorpresa nel volto dell'uomo che si accasciava, e poi più nulla. Percepiva l'odore del sangue nelle sue narici: si, lo aveva abbattuto.

L'ebbrezza della vittoria lo attraversò come una scarica di adrenalina, facendolo fremere e rabbrividire. La sua gioia montante esplose in un grido, selvaggio, barbarico, animalesco. Ora che era stato inebriato dall'odore del sangue, ora che la sua spada si era finalmente nutrita, non avrebbe lasciato alcun conto in sospeso. Si avvicinò fulmineo, pronto ad affondare di nuovo la sua lama nel corpo inerme dell'uomo di fronte a lui. L'aveva stordito poco prima, ed era sicuro che ora, liberatosi dell'altro avversario, l'avrebbe fatta finita.

La risposta del monaco fu improvvisa. La katana si abbatté contro il bastone sacro, tenuto orizzontale; il giovane assunse una posa raccolta e difensiva, inginocchiandosi, poi si alzò di scatto. Urlò, e avanzò resistendo alla sua veemenza, e parando ogni suo fendente con una mossa del bastone di Buddha.

Non era possibile, lo stava mettendo in difficoltà. Cercò di resistere all'impeto del monaco, e di rispondere ai suoi colpi con altrettante stoccate, ma il giovane iniziò a pronunciare un incantesimo mentre ruotava il suo bastone a mulinello per difendersi.

"Miroku! Maledetto, che intenzioni hai?" urlò tra un attacco e l'altro, mentre si rendeva conto, con stizza, di ansimare. Non riusciva a sopportare la sua debolezza. Il monaco terminò di parlottare a occhi chiusi e gli lanciò in faccia un ofuda(1), che appena toccò la sua pelle prese fuoco.

Con un movimento della mano sinistra, si rimosse l'ofuda ancora infuocato dalla fronte, ma si rese conto all'improvviso che qualcosa non andava: non riusciva più a vedere con nitidezza, e i suoi pensieri si erano fatti confusi.

"Maledizione a quel monaco di merda!" pensò, mentre le sue sensibili orecchie canine si muovevano, nel percepire un rumore alle sue spalle. Tre youkai si stavano avvicinando, con le spade sguainate. Nell'accorgersi che li aveva notati iniziarono a urlare e presto gli furono addosso.

Si rendeva perfettamente conto che i suoi sensi erano ancora sconvolti dall'incantesimo del monaco, ma decise di contrattaccare in ogni caso. Non voleva essere sconfitto, non quel giorno, non in quel modo.

"Madre!" pensò, e assunse una posizione difensiva raccolta per evitare danni maggiori. Deviò il colpo del bastone sacro con una precisa parata, mentre sentiva il sibilo di un'altra katana avvicinarsi alla sua sinistra. Si mosse istintivamente e parò il colpo: l'acciaio si abbatté contro il suo braccio; per fortuna indossava il pesante abito rosso intessuto con la pelle di un hinezumi(2), o avrebbe rischiato di perdere l'arto.

Parò altri due attacchi con la sua spada trasformata, ma si accorse troppo tardi che Miroku aveva pronunciato un altro incantesimo, e che un nuovo ofuda aveva colpito la lama di Tessaiga. La katana perse la sua trasformazione, e all'improvviso si rivelò ancora più inutile del solito.

Resistendo al desiderio di buttarla via e di utilizzare le lame del suo sangue per distruggere tutti i suoi avversari, l'hanyou si accasciò al suolo, cogliendo di sorpresa il suo avversario, che si aspettava un attacco frontale. Sgusciò sotto di lui e colpì con un preciso fendente i lacci dell'armatura nemica, spezzandone diversi. Un terribile clangore accompagnò la caduta di parte della protezione, mentre l'altra restava appesa e inservibile, utile solo a infastidire il suo proprietario e impedirgli i movimenti. Lo youkai osservò stupito la sua protezione in terra: quell'attimo gli fu fatale, e si accorse troppo tardi della lama di Tessaiga che penetrava il suo torace.
Sputando sangue crollò al suolo, cadendo proprio sul suo nemico.

Inuyasha si tolse di dosso il cadavere dell'avversario, che aveva finito con il macchiare di sangue il suo kariginu preferito. Il suo sguardo passò con disgusto sulla macchia carminia, mentre le sue orecchie si muovevano in direzione del lieve rumore che aveva percepito. Gli occhi ancora fiammeggianti d'ira incontrarono quelli gelidi e freddi del suo nuovo interlocutore.

"Vedo che ancora non sei riuscito a padroneggiare la tecnica di Tessaiga… Sei davvero un essere insignificante, nostro padre ha commesso un errore. Tessaiga doveva essere destinata a me. Non a una nullità che la tiene in mano come una zappa e non ha abbastanza forza da usare il suo terribile potere."

Mentre parlava, con tono freddo e con irritante sicurezza, il bellissimo youkai dai profondi occhi dorati e dai lunghi capelli argentei si era avvicinato, lentamente, a ognuno degli avversari che il fratello aveva steso. Guardandoli con un moto di disprezzo, aveva estratto una spada che portava al fianco sinistro, e li aveva colpiti, uno alla volta, riportandoli in vita e guarendo le loro ferite.

"Nobile Sesshoumaru, non dovete essere così duro con il principe Inuyasha. Si stava battendo bene, e ha messo tutti in grande difficoltà…" intervenne Miroku notando che il suo avversario di poco prima cominciava a ribollire. "Dovrò ricordargli che è bene mantenere la calma in ogni situazione. Gli insegnerò qualche tecnica di concentrazione e rilassamento… anche se temo che saranno fatiche sprecate." convenne subito dopo, sospirando e scuotendo il capo.

"Si stava battendo bene…" un sorriso di scherno comparve sul volto del giovane youkai; "Non farmi ridere, pezzente di un monaco. Se si fosse davvero battuto bene avrebbe dovuto sconfiggere tutti questi avversari con un solo fendente, grazie al potere della zanna di nostro padre."

"Che cazzo dici stronzo! Questa spada è talmente arrugginita che non taglierebbe manco il burro!"

"La spada è potente se la mano che la brandisce è potente. Tessaiga può distruggere cento youkai con un colpo solo. Se tu non sei in grado di padroneggiarla al meglio, dovresti rinunciare e cederla a chi possa usarla come si deve." Gli occhi del principe Sesshoumaru si riempirono d'ira.

"Cioè a te? Keh! Non dire stronzate… ma se non riesci nemmeno ad avvicinarti a questa spada? Non è certo colpa mia se il tuo odio per gli esseri umani impedisce alla tua mano di superare la kekkai(3) di Tessaiga!" un'aria strafottente si diffuse sul volto del giovane vestito di rosso.

"Inuyasha… se vuoi combattere e finire i tuoi giorni una volta per tutte sappi che sono sempre disponibile;" un lampo verde illuminò la mano destra di Sesshoumaru. I suoi occhi si infiammarono di rabbia, ma subito dopo si calmarono, e tornarono i glaciali laghi dorati di sempre. Con una calma irritante ripulì l'elegante kariginu bianco e violetto, che si era sporcato di terra mentre era passato per il campo di esercitazione per resuscitare i servitori. Il giovane principe rimosse con cura ogni briciolo di polvere dal suo abito, sistemò la leggera armatura che amava indossare e passò una mano sulla folta criniera che ornava la sua spalla. Poi si voltò, e fece cenno al fratello di venire con lui. "ma in realtà ti stavo cercando perché nostro padre deve parlarti. Quindi seguimi subito e non fiatare."

"Keh… perché cazzo dovrei obbedire ai tuoi ordini? Oggi è il mio compleanno. Papà mi ha consentito di passarlo come mi pareva, e quindi non vedo la ragione per la quale dovrebbe mandarmi a chiamare… e poi da te… che cos'è, l'ennesimo trabocchetto per rubarmi Tessaiga?" il ragazzo pose automaticamente la mano sull'elsa della sua katana.

"Tzk… sei solo un perdente… come puoi supporre che io, il grande Sesshoumaru, possa ordire degli inganni per rubare la tua spada? Hai ben detto tu stesso che non posso toccarla. Non vado di certo a sprecare il mio prezioso tempo in inutili complotti. Nostro padre ti deve parlare di qualcosa che non può rimandare a domani."

"E di che cosa si tratterebbe, che non può attendere qualche ora? Avevo promesso a Miroku di andare con lui a cavalcare dopo l'esercitazione." Inuyasha incrociò le braccia e il suo piede destro, nudo per comodità durante il combattimento, iniziò a tamburellare sul terreno. La sua aria di attesa infastidiva Sesshoumaru, e Miroku cercò di aggiustare tutto.

"Principe Inuyasha, se vostro padre deve parlarvi non ho problemi ad attendere che abbiate terminato il colloquio. Tanto più che il combattimento di poco fa… è stato molto spossante, e avrei bisogno di un bagno. Quindi andate a parlare con vostro padre, e non preoccupatevi di me." Il monaco notò con piacere che il ragazzo, alle sue parole, si era calmato. "Io sono solo un ospite in fondo… abuso della vostra gentilezza e in cambio vi ho potuto offrire solo la mia amicizia e la mia competenza religiosa."

"Bah… se proprio ti senti così stanco allora ti lascerò andare a riposare… voi esseri umani siete proprio smidollati…" visibilmente seccato, iniziò a seguire il fratello che si era già avviato verso il palazzo. "però ricordati, Miroku, che subito dopo il tuo bagno andremo a cavallo!"

"Intesi!" Miroku vide il suo giovane amico allontanarsi controvoglia, trascinando i piedi in una camminata che non si addiceva certo a un principe del suo rango. Sospirò, e si diresse verso i suoi alloggi, per rilassarsi un po'.

In fondo non aveva mentito a Inuyasha, il combattimento di poco prima era stato davvero stancante, e ora sentiva gli abiti appiccicati addosso e non avrebbe resistito tutto il pomeriggio senza un buon bagno.

"Quel ragazzo è davvero una furia della natura. Nei suoi occhi poco fa, mentre combattevamo, ho letto un odio e una ferocia senza pari… chissà se riuscirà mai a farla esplodere e a poter affrontare Naraku?" il monaco entrò nelle sue stanze, quindi nel bagno. Stranamente l'acqua era già calda, come se qualcuno avesse presupposto la sua stanchezza e avesse deciso di dargli conforto. Di sicuro Inuyasha, mentre si recava dal padre, aveva ordinato un bagno per lui… il monaco sorrise. "In fondo ha dei lati piacevoli. Anche se vuole apparire scontroso e irascibile ha un buon cuore."


OoO


"Hiraikotsu!" La bellissima fanciulla dai lunghi capelli corvini lanciò un enorme boomerang. Il primo bersaglio lo colpì subito, un altro immediatamente dopo. Poi il boomerang descrisse una traiettoria a dente e girò verso la sua proprietaria, colpendo il terzo oggetto poco prima che uscisse dal suo campo di azione, per poi tornare, docile, tra le sue mani.

"Principessa Sango! Complimenti, ha colpito tre bersagli lanciati in tempi diversi. E' davvero una campionessa con l'Hiraikotsu!" il suo istruttore si congratulava con lei, battendo le mani per l'ammirazione. Il limpido sorriso della fanciulla fece palpitare perfino il cuore dell'anziano maestro, e gli fece rimpiangere di non avere una trentina di anni in meno e un rango principesco… per poter ambire alla sua mano.

Sango salutò gentilmente l'uomo estasiato, posò l'Hiraikotsu, e si avviò nelle sue stanze, per farsi un bagno e cambiarsi. Mentre si incamminava verso i suoi appartamenti, sentì all'improvviso qualcosa colpirla in testa. Alzò gli occhi: stava passando proprio sotto l'enorme albero sacro che troneggiava al centro dei giardini del palazzo. Seduto su uno dei rami del Goshinboku(4), quello che aveva tutta l'aria di essere un ragazzino le lanciava in testa alcune ghiande.

"Kagome-chan! Che cosa ci fai lì? Smettila di comportarti come una selvaggia, sei una principessa! Vieni giù." Urlò, mettendosi le mani nei capelli per proteggerli. Ma sembrava che la sua interlocutrice non avesse la minima intenzione di seguire il suo consiglio. "Kagome-chan! Ti prego vieni giù… se per caso nostro padre dovesse scoprire che ti sei arrampicata di nuovo, ti punirebbe anche oggi."

"Non mi importa!" urlò lei, continuando a lanciare le ghiande. Sango si spazientì.

"Insomma, non sei più una bambina! Oggi hai compiuto sedici anni! Alla tua età una signorina inizia a pensare ai ragazzi, e non si mette più le braghe come un moccioso per arrampicarsi e fare stupidi scherzi! Vieni subito giù, oppure non ti consentirò di allenarti con Hiraikotsu!"

La minaccia ebbe finalmente l'effetto voluto, e Kagome scese dal ramo. Sango scrollò il capo, disapprovando il penoso spettacolo che si mostrò ai suoi occhi: la ragazza di fronte a lei… se si poteva definire una ragazza… aveva i capelli in disordine e gli occhi rossi. Indossava una camicia di seta un po' sgualcita e molto ampia, in modo da coprire le sue forme, e un paio di braghe di foggia maschile, che non le arrivavano neppure al ginocchio e le lasciavano le gambe scoperte. Tra le mani, stringeva un voluminoso libro… a giudicare dalla copertina sembrava chiaro che fosse un qualche romanzo rosa… Sembrava il figlio di un servo, non una principessa di sangue reale.

La sua sciattezza contrastava enormemente con l'elegante bellezza della sorella: pur se stanca per l'allenamento appena concluso i lunghi capelli neri raccolti in una coda e la raffinata tuta nera, che avvolgeva perfettamente il suo corpo mettendo in risalto le generose forme, la rendevano forse ancora più bella. Le guance arrossate e gli occhi scintillanti davano all'insieme un tocco di selvaggia leggiadria.

"I ragazzi… non sai pensare a nient'altro tu vero? Hai saputo che nostro padre ci ha combinato un incontro con dei principi? A quanto ho saputo i principi sono tre, quindi ci andrebbe di mezzo perfino Rin-chan, che è ancora una bambina! Non ti sembra una pazzia?"

"Se nostro padre ritiene che sia ora di sposarsi, avrà le sue ragioni. E poi conta che per quanto riguarda Rin-chan l'incontro è previsto solo come una proposta di fidanzamento a lungo termine. Non si deve sposare così giovane!" Sango sbuffò. Nemmeno lei era molto felice di questa proposta di matrimonio. Era giunta da due fratelli del regno degli youkai: a quanto pare il sovrano di quel regno aveva intenzione di stringere un'alleanza con loro e aveva deciso di far sposare i suoi figli con le principesse del regno degli Umani. I fratelli però, a quanto pare, erano due. Nulla si sapeva riguardo a chi fosse il terzo… Sango non aveva mai nemmeno visto il viso dei giovani che avrebbe dovuto incontrare. Ma purtroppo ribellarsi non era la soluzione migliore…

"Kagome-chan, ti prego di riflettere. Sai bene che anche io non sono d'accordo su questo matrimonio combinato. Ma se nostro padre ha deciso così… non possiamo farci niente. E' lui che decide in fondo."

"Si… è lui che decide in fondo. Come quando ha deciso di ripudiare nostra madre per mettersi con quella… donna. L'unica cosa buona di questo matrimonio è stata Rin-chan, che è davvero un amore. Però la mamma ha tanto sofferto…" anche Sango abbassò il capo al pensiero. Qualche anno dopo la nascita di Kagome, la loro mamma si era scoperta di nuovo incinta. Purtroppo, però, una complicazione durante la gravidanza aveva ucciso il bimbo prima di nascere. Proprio quella volta che era un maschio, ciò che loro padre desiderava tanto. E purtroppo… il dottore aveva reso noto che la Regina non avrebbe più potuto avere figli.

Sua Maestà aveva quindi deciso che quella donna era un essere inutile: l'aveva relegata negli appartamenti delle figlie, ripudiandola, e prendendo un'altra donna in sposa. Da costei, però, aveva avuto solo un'altra figlia, Rin. Sembrava che la maledizione di Tsubaki fosse, in fondo, veritiera. E ora l'uomo avrebbe voluto come minimo trovare dei principi molto potenti con i quali accasare le sue figliole. E per farlo non teneva per niente conto dei loro sentimenti.

"Principessa Sango, principessa Kagome;" le due ragazze si voltarono di scatto. Una serva si inchinava di fronte a loro, e le osservava con occhi piuttosto ansiosi. "volevo riferirvi che i principi che Sua Maestà ha invitato verranno qui oggi. Vi prego di andare a cambiarvi e di recarvi subito dopo nella sala del trono." La giovane si inchinò nuovamente e poi si allontanò.

"Non possiamo farci niente, Kagome-chan… però visto che ci siamo, cerchiamo almeno di presentarci al meglio. Ti aiuterò ad abbigliarti per l'incontro: devi essere bellissima."

"Sango-chan, io non mi voglio sposare… non con un matrimonio combinato, senza amore. Ti prego… cerca di capire almeno tu!" nonostante le sue proteste, però, alla fine la ragazza seguì la sorella abbastanza docilmente. Sango sorrise nell'ascoltare le sue ragioni. Un matrimonio per amore… sarebbe stato così bello! Sospirò languidamente al pensiero di un bel giovane, dalle forti braccia e dai possenti muscoli che l'abbracciasse e baciasse. Aveva anche lei letto i libri che la sorella stava leggendo. Sognare un amore romantico era proprio di tutte le fanciulle. Ma in fondo… i principi che ha scelto nostro padre non possono essere poi così male… pensò mentre entrava nelle sue stanze, trascinandosi appresso la sorella.


OoO


Miroku si spogliò e poi entrò nella sala riscaldata. Con enorme sollievo lasciò cadere le sue stanche membra nell'acqua, calda al punto giusto. Il dolce tepore e il rilassamento dei muscoli, stimolava il suo cervello a vagare. Osservò con malinconia il palmo della sua mano destra. Nemmeno mentre faceva il bagno aveva rimosso la protezione che lo copriva e il rosario con il quale l'aveva sigillato. Passandoci la mano sopra poteva percepire uno youki(4) provenire dalla sua mano, e un brivido gli passò per la schiena al ricordo della sua maledizione.

Il giovane monaco non poteva non essere grato a Inu-Taisho e alla sua famiglia. Era stato qualche anno dopo la morte di suo padre che, alla disperata ricerca dell'essere che odiava più di sé stesso, era stato trovato dal principe Inuyasha.

All'epoca era poco più che un adolescente, un ragazzino di quindici anni, quasi morto di fame e terrorizzato da un taglio al palmo della mano destra che avrebbe fatto allargare il Kazana, la sua maledizione. Miroku ricordava ancora il dolore che aveva provato quando, per difendersi dall'attacco di uno youkai mangusta, aveva risucchiato quell'essere e anche i suoi taglienti arti all'interno della sua mano. Non se n'era avveduto sul momento… aveva da poco abbandonato la dimora del suo maestro per ricercare la sua vendetta, ed era ancora inesperto.

Per fortuna il principe Inuyasha, passeggiando per i boschi, aveva percepito il suo odore e gli aveva prestato soccorso. Se non fosse stato per lui, sarebbe molto probabilmente già morto.

"Il kazana… il mio grande youki, ma anche la mia maledizione. Un giorno finirò risucchiato dal mio stesso potere se non riesco a distruggere Naraku. Quel Naraku… che ha anche ucciso la madre di Inuyasha." Il ragazzo si alzò, e andò a lavarsi i capelli e a insaponarsi per bene, risciacquandosi accuratamente prima di sprofondare di nuovo nell'acqua bollente. Sospirò di piacere quando, dopo essersi immerso del tutto, fece riemergere la testa. Si, stava benissimo ora, ed era tutto merito di Inu-Taisho.

"Che cosa hai scovato oggi, essere insignificante?" il giovane youkai dagli occhi dorati e dai lunghi capelli argentei apostrofava con stizza l'hanyou che accorreva, da un cespuglio.

"Aniki(8)… c'è un tipo laggiù, sta male…" rispose il ragazzino trafelato, cercando di trascinare il fratello per il braccio. Tanta era la sua preoccupazione, che non si avvide della botta che questi gli rifilò, e si ritrovò per terra.

"Per quale motivo dovrei perdere tempo? Vai a chiamare un servo" il giovane hanyou aveva le lacrime agli occhi nell'incrociare lo sguardo freddo e spietato del ragazzo più grande. Ma subito dopo uno youkai adulto si avvicinò ai due, e schiaffeggiò violentemente il maggiore, guardandolo con biasimo.

"Sesshoumaru. Quante volte ti devo dire che non bisogna ignorare le richieste di aiuto?"il giovane guardò quello che doveva essere il padre con disprezzo, e si allontanò.

Quello youkai, che somigliava così tanto in aspetto al ragazzo più giovane che aveva schiaffeggiato, emanava un'aura di regale calma, che si può ottenere solo quando sei in pace con te stesso e sei conscio della tua potenza. Doveva di sicuro essere un taiyoukai. Osservò con uno sguardo indecifrabile l'altro ragazzo, che tirava ancora su col naso, e gli chiese dove avesse visto una persona in difficoltà.

Così mi trovarono. Ero davvero conciato male… stavo cercando di lasciarmi morire. Il taglio alla mano aveva allargato il foro chiamato kazana, la maledizione che tanti anni prima un terribile youkai aveva inflitto a mio nonno… e a tutta la sua discendenza maschile. Solo perché, a detta sua, gli "stava antipatico". Quell'essere crudele e spietato, Naraku, era colui che dovevo uccidere se volevo restare in vita.

Ma il dolore che provavo alla mano mi aveva fatto uscir fuori di testa. Temevo che ci mancasse poco, che molto presto il kazana mi avrebbe inghiottito… era meglio, a quel punto, lasciarsi morire che finire a quel modo.

Per fortuna Inu-Taisho riuscì a far curare il mio foro del Vento… e anche il mio spirito. Quando riferii che il mio nemico era un certo Naraku poi, padre e figlio mi offrirono collaborazione. Soprattutto lui… Inuyasha.

Sono davvero felice di averlo conosciuto. Può sembrare schivo e sgarbato… anche io lo credetti tale all'inizio. Ma quando riuscii a penetrare, con grande sforzo, le sue difese… trovai un amico meraviglioso. Spero di poterlo consigliare per il meglio, e vederlo felice prima che…


OoO


"Sposarmi? Non ne ho la benché minima intenzione, papà!" la voce del giovane hanyou risuonò limpida nella grande sala del trono.

"Spiegami una ragione valida per la quale, a diciassette anni compiuti, non dovresti pensare al matrimonio. Io sto solo cercando di provvedere al tuo futuro, figlio mio…" il padre osservò con sguardo pensieroso il cocciuto ragazzo che lo fronteggiava.

"Sesshoumaru ha molti anni in più di me, ma non ti sei mai curato di trovargli una moglie del cazzo. Perché dovresti prenderti tanto a cuore il futuro mio e non il suo? Io voglio diventare un grande guerriero e andare a distruggere Naraku!"

"Prima di tutto questo è un discorso che vale anche per tuo fratello. Pure per lui è giunto il momento di pensare al matrimonio. Ma non c'è tutta questa fretta: Sesshoumaru è il mio figlio maggiore. Anche se dovesse sposarsi a ottant'anni, o non sposarsi affatto, non avrebbe problema alcuno essendo il mio erede diretto. Invece tu… sei un cadetto. Devi sposarti per avere una posizione, e io devo impegnarmi a trovarti una sposa che non solo ci consenta di ottenere una buona alleanza ma consenta anche a te di avere un futuro come Re di un paese."

Lo youkai continuava a fissare il ragazzo di fronte a lui: stava lottando per ottenere una libertà che sarebbe diventata la sua rovina. Vedeva le sue labbra tremare, e i suoi pugni stringersi per la rabbia. E ne conosceva benissimo la ragione.

"So che vorresti distruggere Naraku, quell'essere che ha ucciso tua madre davanti ai tuoi occhi. Che cosa credi, anch'io vorrei vendicare Megumi. Ma quel bastardo è un osso troppo duro per te. Sto cercando di allearmi con i regni vicini… soprattutto quello degli Oni (7), che ha qualche altro conto da regolare con lui, e con quello degli Elfi. Tuttavia la trattativa è ancora lunga… e non posso rischiare a mandarti da solo. Sei giovane, inesperto…" e un hanyou (6) terminò mentalmente. Non voleva far cenno alla differenza tra i suoi due figli per aver ragione. C'era già Sesshoumaru che si dilettava abbastanza nel ricordare al fratello quanto fosse inferiore. Ma Inuyasha non era affatto inferiore, nel cuore di suo padre…

"Papà hai rotto con il tuo pietismo di merda. Dì chiaro e tondo che non vuoi mandarmi in guerra perché sono un maledetto hanyou! Dici tanto di volermi bene e di non considerarmi inferiore a 'quello là'… ma in realtà è quello che pensi! Piantala con questa pietà del caz…" lo schiaffo lo colse di sorpresa. Alzò gli occhi, che teneva chiusi, e incontrò il gelido sguardo di suo fratello Sesshoumaru.

"Padre, come puoi consentire a quest'abominio di parlarti così." Il giovane principe si voltò verso il padre, e vedendo che non aveva avuto una reazione di difesa, una volta tanto, si sentì in diritto di continuare. "Inuyasha… sei un ingrato. Nostro padre sta cercando di trovarti una sistemazione che non lo faccia sfigurare e che ci consenta di creare una solida alleanza. Dovresti prostrarti ai suoi piedi e venerarlo per la sua incredibile bontà. E invece che fai? Gli urli in faccia impropèri che sarebbero consoni al linguaggio del volgo. Mi meraviglio di te… pur essendo uno schifoso hanyou hai sempre ricevuto un'educazione simile alla mia!"

L'occhiata carica di rabbia che Inuyasha lanciò al fratello provocò una fitta profonda al cuore del padre. Il ragazzo passò lo sguardo da Sesshoumaru a Inu-Taisho, poi, senza dir niente, si asciugò gli occhi, e si allontanò, sbattendo la porta. Il Re delle Terre dell'Ovest sospirò stancamente nel vedere quella reazione. Inuyasha non avrebbe mai capito…

Miroku aprì gli occhi. Si accorse che l'acqua aveva ormai perso il suo tepore: chissà da quanto tempo era a mollo… guardò con interesse le dita della mano sinistra, la pelle si era raggrinzita per colpa dell'acqua. Si, di sicuro era rimasto lì troppo a lungo.

Si alzò, e si vestì, con calma, uscendo subito dopo dalla sala da bagno. Sussultò nel vedere Inuyasha che, mestamente, sedeva sul suo letto. L'aria cupa e rassegnata del ragazzo lo preoccupò: stava per domandargli che cosa fosse successo quando il ragazzo lo prevenne.

"Sposarmi… vuole farmi sposare, hai capito?" la sua voce era piatta, quasi incrinata. Poi si alzò, e lentamente lasciò che la sua rabbia esplodesse. "Sto pensando al tuo futuro, ha detto. Futuro del cazzo! Chi cazzo vuole che quello stronzo si metta a decidere della mia vita! La mia vita mi appartiene, decido io se voglio sposarmi e con chi!" prese la spada che teneva alla cintola, regalo di suo padre che rendeva il fratello tanto invidioso. La gettò in terra e la calpestò. Poi la lasciò lì, uscendo sulla balconata dell'appartamento di Miroku, a guardare il paesaggio.

"Inuyasha… perché non andiamo a fare quella passeggiata a cavallo che avevamo progettato? Secondo me hai bisogno di rilassarti." Miroku gli si avvicinò, e gli mise una mano sulla spalla. Inuyasha la scansò, ed evitò di guardarlo. Sembrava osservare con enorme interesse un punto lontano, all'orizzonte. "Ma ti ha già combinato un incontro? Chi è la fanciulla? Sai per caso se è carina?" chiese il monaco con tono scherzoso.

"Non lo so. Ha solo detto che alla mia età, essendo un cadetto, sarebbe meglio pensare al matrimonio. Io mi sono incazzato e poi me ne sono andato." Si girò a guardare l'amico, che lo osservava con fare divertito. Quell'espressione non gli piaceva affatto, lo rendeva nervoso. "E tu smettila di guardarmi a quel modo. Anche se lui avesse già scelto la puttana da farmi sposare… anche se fosse la donna più bella del mondo… non accetterei mai. Io voglio ottenere la mia vendetta, e tu lo sai benissimo."

"Si, lo so Inuyasha. Anch'io voglio vendicarmi di Naraku, e tu dovresti saperlo meglio di chiunque altro." Il giovane osservò di nuovo con preoccupazione il palmo della mano destra mentre continuava a parlare; "Però devi convenire con me che noi due da soli non potremmo mai sconfiggere quel mostro. E poi…" Inuyasha si voltò a guardarlo con occhi fermi e risoluti. Il monaco sospirò: sapeva benissimo che cosa stava passando per la testa del suo amico in quel momento. Anche se era certo di non poterlo uccidere da solo preferiva morire nel tentativo che restare lì senza far niente.

"E poi?"

"E poi… almeno sapessimo dove si trova, forse potremmo fare qualcosa! Non avendo idea di dove si trovi il suo palazzo… tu sai che, quando mi trovasti cinque anni fa, io ero alla ricerca del palazzo di Naraku no?" mentre il monaco parlava, Inuyasha aveva allargato gli occhi, e subito dopo si era incupito. Fece cenno di si col capo, tristemente. "Beh, ero partito più di sei mesi prima dal santuario del mio maestro. E non ero ancora riuscito a trovare nulla. Senza una traccia e senza un esercito, rischieremmo di cercare inutilmente per sempre… o almeno finché la mia mano mi consentirà di vivere."

"E che cazzo mi consigli di fare? Dovrei sottostare docilmente a una vita pianificata da mio padre? Non ho bisogno di una femmina che giri per le mie stanze o che mi scaldi il letto. Le donne sono inutili…"

"Mfh… dici questo perché sei ancora un ragazzino, Inuyasha." Miroku sorrise alle parole del suo giovane amico. "No, no… non mi guardare così. Posso assicurarti che le donne sono tutt'altro che inutili. E poi… anche loro spesso sanno combattere, sai? Ho sentito addirittura dire che le figlie del Re degli Umani sono addestrate a combattere per temprare il corpo e lo spirito. Certo… non potresti mai essere sconfitto da loro in battaglia. Ma si sanno difendere senza problemi. E pare siano molto graziose."

"Keh… pervertito di un monaco, tu non sai pensare ad altro… credi che non sappia che tutte le serve del palazzo si lamentano delle tue 'toccatine innocenti', se non di peggio?"

"Suvvia, non te la prendere con me… molte delle serve sono davvero graziose… e io devo mettere al mondo un figlio al più presto, per avere una discendenza se per caso questa mano dovesse…" il monaco si bloccò quando il suo amico gli prese la mano tra le sue, e lo fissò con occhi decisi.

"Se questa mano dovesse… che? Io non ti permetterò di essere risucchiato dal kazana. Sei un consigliere troppo valido…" il giovane abbassò gli occhi, arrossendo un po' "… e un amico troppo importante per me. Non lo capisci che voglio distruggere Naraku anche per liberarti da questa maledizione del cazzo? Perché cazzo dovrei starmene qui a farmi mettere il guinzaglio finché c'è quello stronzo in circolazione? Io non voglio perdere il mio migliore amico-il mio unico amico-come ho perso mia madre… senza lottare!"

"Ti ringrazio, mio principe. Ma ora penso sarebbe meglio avviarci, se vogliamo fare quella cavalcata…" Inuyasha notò che il giovane era molto turbato da quello che aveva detto. Non ebbe il cuore di continuare il discorso, e accettò il suo consiglio.

Dizionario Jap:

ofuda = sono quei fogli di carta che vengono utilizzati dai monaci buddisti per pronunciare gli incantesimi.

hinezumi = ratto di fuoco. E' il "materiale" con cui è realizzato l'abito di Inuyasha anche nel manga originale. Quello che è più forte di un'armatura.

Goshinboku = albero sacro. Nel manga originale è quello al quale è rimasto attaccato Inuyasha per 50 anni.

Youki = potere magico, normalmente quello degli youkai. (da non confondere con youkai = demone)

katana = spada giapponese (nel caso che qualcuno non lo sapesse)

hanyou = ovviamente mezzo-demone

Oni = diavolo

Aniki = fratello maggiore (Otoutou è invece il fratello minore)


Nota dell'autrice:
Allora? Che ve n'è parso di questo capitolo? Come pensate stiano sviluppandosi gli avvenimenti? Cominciate a vedere qualche somiglianza con Fantaghirò o continua a sembrare totalmente differente la storia?
Che ne dite dello stile? Vi è piaciuto il combattimento all'inizio? ^_^ e che cosa pensate succederà nel prossimo capitolo?
Ricordate che PRETENDO commenti, oppure il capitolo 3 tarderà ad arrivare come tutti gli altri… quindi, lettori avvisati… non scordatevi di scrivere il commento se avete letto il capitolo :) io il mio dovere di scrittrice l'ho fatto. Ora tocca a voi…

   
 
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