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Autore: SusiGio    17/02/2012    2 recensioni
Piccoli episodi di incontri con i One Direction.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Mi raccomando non arrivare in ritardo”. Un messaggio di Liam mi incitava a sbrigarmi. Uscii dal bar e attraversai le strisce pedonali per dirigermi all'ingresso della metro. Avendo diciotto anni ero abituato a muovermi con la mia macchina o con il bus dei 'One Direction' dipendeva dalla situazione. Ormai ero famoso e potevo permettermi tutto e non prendevo la metro da quasi due anni. Per varie sfortune la macchina era dal meccanico e potevo andare all'incontro con i ragazzi solo con un mezzo comune. Da brava e quasi esperta persona famosa avevo messo gli occhiali da sole, lo scalda collo tenuto fino a sopra la bocca e cappuccio tirato sul capo. Potevo passare per un terrorista, ma se non volevo essere assalito da centinaia di fan urlanti dovevo prendere certe precauzioni.
Scesi le scale molto in fretta, saltando qualche gradino,  potevo comunque essere riconosciuto da qualcuno. Arrivato alla fermata mi sedetti sulla panchina, arrivava fra cinque minuti.
Se c'era qualcosa che mi mancava del prendere la metro era guardarmi attorno e vedere la gente davvero passarmi a fianco. Mi piaceva immaginare la vita delle persone che non conoscevo. Chi correva per andare dai propri figli, o ragazzi che non avevano niente che li aspettava a casa e si godevano la dolce tranquillità dello stare da soli. Mi girai per vedere chi fosse seduto nelle panchine a fianco alla mia.
Vidi una ragazza bionda concentrata a guardare il suo telefono e lo muoveva a destra e sinistra. Mi incuriosì e abbassai gli occhiali per guardare meglio, così riuscì a distinguere le figure nello schermo.
Conoscevo e adoravo quel gioco, diventava una droga. Ad un certo punto sentì il rumore tipico che avvisava l'arrivo della metro, la ragazza non accennava a muoversi. Feci per alzarmi ma poi mi risedetti. Ero curioso.
Continuai a guardarla, aveva le cuffie nelle orecchie, forse ascoltava una mia canzone ed era andata anche a un mio concerto, e ora non sapeva che le ero a fianco. Ormai chi non mi conosceva? Nel Regno Unito tutti guardavano X-Factor e avevano visto la nostra scalata al successo o almeno leggevano i giornali.
La metro se ne era andata da un pezzo quando la ragazza alzò la testa allargando le mani, come se avesse la tentazione di lanciare il cellulare sulle rotaie.
Poco dopo si guardò intorno, come se si fosse accorta in quel momento di essere lì. Appena mi vide mi sentì quasi in imbarazzo. Forse pensava che fossi un pazzo, quanto sole poteva esserci lì sotto?
Poi rivolse lo sguardo verso gli orari e si mise ad aspettare. Quando si spostò i capelli all'indietro notai la felpa con la scritta 'VAS HAPPENIN'. Avevo indovinato, era una nostra fan. Un sorriso spuntò sul mio viso.  Mi sorprendeva ancora vedere delle persone che spendevano i propri soldi per comprare delle magliette con le nostre facce, il nostro primo album o per andare ai concerti. Quest’ultimi erano la parte più bella della nostra nuova vita, cantare era stata la mia più grande passione sin da piccolo e ora era il mio lavoro. Mi ricordo ancora la faccia di mia madre che mi aspettava nel backstage dopo il nostro primo concerto. Quel giorno stavo andando a casa del nostro manager perché ci aveva detto -Devo farvi un annuncio importante riguardante l'America ma non c'è niente di certo ancora.-
La prima cosa a cui avevo pensato era a un tour, ma non eravamo neanche arrivati primi in classifica nel Regno Unito figuriamoci in America. Eppure ero in ansia, ci speravo. Se avevo capito qualcosa del mio nuovo lavoro era che o la nostra fama cresceva o sarei tornato a lavorare in una panetteria.
Poi mi venne un'idea carina. Dalla borsa che mi portavo dietro presi un foglio e una penna. Se due anni fa mi avessero chiesto un autografo avrei scritto il mio nome formando uno sgorbio, ora la mia firma era calcolata, ricercata. Avevo scritto esattamente queste parole, 'Scommetto che il mio record è maggiore. Spero che il nostro primo album ti piaccia, Harry Styles'
Piegai il foglio e mi alzai. Mentre facevo la fila per entrare nel vagone  la ragazza ricevette un colpo da un signore sgarbato e la borsa le cadde dalla spalla. Mi china e la raccolsi mettendoci dentro il bigliettino.
-Tieni.-
-Oh, grazie mille!- sorrise, sorpresa da un atto di gentilezza.
Una volta salito mi sedetti in fondo dove ero meno visibile agli occhi della ragazza. Ero curioso di sapere cosa avrebbe fatto. Si sarebbe messa a piangere? O più semplicemente l'avrebbe creduto uno scherzo ? Mentre rovistava nella borsa prese il mano in foglio, se lo rigirò fra le mani e poi lo aprì. Vidi le sua faccia farsi incredula, quando alzò il viso guardò verso di me e fece un sorriso come dire “ecco dove ti ho già visto”. Non urlò, non pianse semplicemente si avvicinò a me un po’ barcollante e mentre mi abbracciava disse “Thank you”.
Avevo reso felice una nostra fan su quattro milioni e più.
Ora quante ne rimanevano?
Una volta uscito dalla metro mi diressi a piedi verso l’appartamento del nostro manager. Presi l’ascensore fino a salire all’ottavo piano, suonai il campanello e una volta salutati i ragazzi mi scusai per il ritardo.
-Ora che siamo tutti presenti posso annunciarvi la buona notizia.- si zittì per creare un po’ di suspense e poi ricominciò a parlare –Preparate le valige perché aprirete i concerti dei Big Time Rush!-
-Non ci credo!- Louis si alzò esultando, Niall e Liam si guardarono increduli.
- Si va in America.- Zayn abbracciò l’uomo che in mezzo alla stanza ci guardava orgogliosi.
Presi il cellulare e feci velocemente il numero di mia madre. Mi rispose preoccupata che fosse successo qualcosa e la rassicurai. Una volta che le ebbi detto la novità si mise a piangere dalla gioia.
-Sono così orgogliosa di te, lo sai? Non importa quanto famoso diventerai per me sarai sempre il mio piccolo Harry.-
-Ti voglio bene mamma.-
-Te ne voglio anche io figlio mio.-
Riagganciai pieno di gioia, ora era tutto nelle mie mani. 
  
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