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Autore: Zomi    17/02/2012    6 recensioni
Robin amava la Biblioteca del suo paese.
Era il suo piccolo angolo di paradiso. Lo slanciato edificio beige che si affacciava sulla strada principale della città, sopra ad una piccola collinetta circondata da alberi, raggiungibile solo dopo aver percorso una lunghissima salita, era il suo rifugio. Il solo luogo, dove si sentisse a proprio agio in ogni momento e situazione. Gli scaffali alti e scuri, custodi di mille saperi e conoscenze, la accoglievano sempre sorridenti...
Genere: Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nico Robin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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ANGOLO DELL’AUTORE:
A Robnichan07: scrivendo il commento a “Gocce d’amore”, mi ha fatto il più bel dono di sempre… Grazie mille sorellona!!!

Zomi
 

P.S.: mi scuso per gli innumerevoli errori grammaticali di “San Valentie Day”, tanti, troppi, da paura… Sorry!!!!!!!!!
 
 

UNA BIBLIOTECA DI GUAI

 
 
Robin amava la Biblioteca del suo paese.
Era il suo piccolo angolo di paradiso. Lo slanciato edificio beige che si affacciava sulla strada principale della città, sopra ad una piccola collinetta circondata da alberi, raggiungibile solo dopo aver percorso una lunghissima salita, era il suo rifugio. Il solo luogo, dove si sentisse a proprio agio in ogni momento e situazione. Gli scaffali alti e scuri, custodi di mille saperi e conoscenze, la accoglievano sempre sorridenti, invitandola a sfamare quel suo appetito di sapere che sempre la coglieva nelle sue giornate. Anche quel giorno, Robin, dopo la scuola, aveva deciso di trascorrere il pomeriggio nella Biblioteca civica, abbandonandosi completamente tra le pagine crespe e ruvide di qualche bel libro d’avventura o negli scritti di un romanzo storico.
Addossò la sua bicicletta azzurra lungo la ringhiera, incatenandola a una sbarra e recuperando dal porta pacchi i libri che aveva preso in prestito la settimana prima. Con sorriso dolce e sguardo amabile, oltrepassò la porta d’entrata, percorrendo poi il breve corridoio che la condusse fino al bancone d’ingresso.
Lì, oltre l’alta sponda della scrivania, timbrava a gran ritmo una piccola donna dalla chioma bionda, raccolta in un elegante e composto chignon, e dalla cui punta del naso pendevano un paio di occhiali rosa.
-Buongiorno signorina Califa…- salutò educata, la giovane ragazza.
La bibliotecaria, richiuso un volume appena timbrato con forza per segnarne la restituzione, alzò lo sguardo sull’esile e slanciata figura femminile che l’aveva salutata.
Una ragazza sorridente, dagli enormi e calamitaci occhi azzurri, la guardava bonaria, appoggiando una decina di libri sul bordo rialzato della scrivania. Portava i capelli neri lunghi e lisci, sciolti dietro la schiena. La leggera maglia blu primaverile, sottolineava il fisico attraente e armonioso della sua giovane età. Ricambiando il sorriso, Califa raccolse i libri posati sul bancone, avvicinandoseli per registragli.
-Ciao Robin… Anche oggi qui?- chiese gentilmente.
-Ho finito presto i compiti, e dato che la mia amica Nami aveva altri impegni, ho deciso di venire qui…- spiegò la mora, appoggiandosi al tavolo, intrecciandosi tra le dita una ciocca di capelli.
-Capisco…- sorrise la bibliotecaria, timbrando esperta i cartoncini di entrata-uscita dei libri riportati, a fondo volume. Robin aspettò che finisse il suo lavoro, prima di eclissarsi tra gli scaffali ricolmi di libri. Si guardò attorno, sorridendo per il silenzio e la calma che aleggiava nell’edificio. Oltre a lei e alla bibliotecaria, solo altre tre persone erano presenti nella sala, muovendosi silenziose nei vari corridoi, consultando i libri e riponendoli, ordinatamente, nel loro posto. La grande vetrata dietro la scrivania di Califa, illuminava serena l‘intera biblioteca, permettendo alla luce del sole di penetrare in essa e di galleggiare flebile tra le alte librerie.
-Ecco qui…- mormorò la bionda bibliotecaria, spostando in parte i libri -… ti serviva qualcosa?-
-Si… vorrei sapere se sono arrivati quei nuovi saggi di storia di cui ti avevo chiesto…- sussurrò delicata Robin, cercando di rispettare la sacra legge del silenzio della Biblioteca. Con un sorriso bonario, la binda donna, ticchettò agile le dita sulla tastiera del computer che le era acanto, ricercando nel enorme archivio cibernetico la lista dei nuovi arrivi. Consultò con occhio veloce la schermata lucente, per poi annuire affermativa a Robin.
-Sono nel reparto dei romanzi storici… sono certa che, oramai, conosci la strada a memoria…- rise nel indicarle con un cenno della mano un corridoio, e sistemandosi gli occhiali sul volto. La mora sorrise, e si incamminò lungo il corridoio centrale della sala. Svoltò, sicura, a destra di uno scaffale massiccio e scuro, per poi aggirarne un altro e ritrovarsi davanti a un grande e rettangolare tavolo. Attorno ad esso, una decina di sedie era messa a disposizione per i visitatori, per poter consultare e leggere i libri. Superato il ripiano, la ragazza si avvicinò a una libreria straripante di voluminosi libri. Con mano leggera, fece scorrere le esili dita sul dorso dei tomi, leggendone a fior di labbra i titoli e ricordandone a memoria il contenuto già assimilato in giorni precedenti, passati con proprio quei testi. Giorni, e gironi, passati a leggere, studiare, consultare e amare quelle pagine ingiallite dal tempo, ma ricche di dati e nozioni che rapivano per ore e ore la mora ragazza, portandola in luoghi e tempi lontani.
Ridacchiò, ripensando alla sua migliore amica Nami: -Prima o poi…- la prendeva in giro bonariamente -… un principe azzurro uscirà fuori da uno di quei libri e ti rapirà del tutto…-
Sorridendo, prese un libro dallo scaffale e si sedette su una sedia del tavolo. Già, prima o poi, sarebbe stata risucchiata completamente da quei libri e dai loro personaggi. Forse, come proprio Nami ironizzava, un giorno di quelli, da un libro di favole, un aitante principe dagli occhi neri e sorriso solare, l’avrebbe presa con se e portata nel suo regno.
Con sorriso dolce sulle labbra, aprì il volume e si immerse nelle scure e invitanti parole, abbandonando del tutto al realtà e lasciandosi trasportare in paesi lontani e misteriosi.
Aveva appena raggiunto metà libro, quando un movimento insicuro e lento, entrò nel suo campo visivo. Un ragazzo, più o meno della sua età, si era affacciato nella piccola saletta in cui stava leggendo, piegando il capo in entrambe le direzioni, evidentemente in cerca di qualcosa. Curiosa, Robin, alzò lo sguardo in sua direzione. Lo vide grattarsi la chioma nera e sbuffare imbronciato. Sorridendo, la ragazza, lo osservò attenta.
Era un bel giovane, con grandi occhi neri e viso aperto, una zazzera nera scompigliata e una piccola cicatrice a mezza luna sotto l’occhio sinistro.
Alto e dal fisico allenato, lo notava dalla statura eretta e slanciata, metteva in bella mostra le sue spalle robuste e forti, che scendevano in muscolose braccia celate da una blusa rossa a mezze maniche, terminanti poi con due calde e accoglienti mani. Quelle mani, all’apparenza così morbide e forti, incuriosirono molto la ragazza. Aveva sempre voluto un ragazzo che riuscisse a farla sentire protetta e amata anche solo tenendola per mano, e quelle mani protettrici e calde, sembravano perfette per quel compito.
-Ehm, scusa…-
Robin sussultò nel sentire la sua voce squillante e radiosa. Distolse lo sguardo dalle sue mani, e lo spostò sul suo volto. Arrossì, quando vide aprirsi sul quel bel viso chiaro e luminoso, il più bel sorriso che mai avesse visto. Era splendido, raggiante, luminoso e sincero.
Quel incurvarsi felice di labbra, la imbarazzarono, facendole perdere del tutto la calma e il suo solito contegno. Arrossì, senza riuscire a fermarsi e a pronunciar parola.
-Ciao…- disse gioioso il ragazzo -…mi chiamo Rufy. Puoi darmi una mano?-
Robin deglutì impacciata.
Rufy. Rufy. Rufy.
Era il più bel nome che avesse mai sentito. Risuonava di forza, coraggio, libertà e speranza. Un suono meraviglioso che le sembrò perfetto per quel ragazzo tanto affascinatane.
-Ehi… tutto ok?-
Scossa da quella visione, Robin cercò di ricomporsi. Si passò una mano tra i capelli color ebano e sbatté un paio di volte gli occhi.
-Si, tutto bene…- mormorò a mezza voce -…io mi chiamo Robin… come posso aiutarti?-
Cercò di sorridergli nel modo più naturale possibile, ma si sentì impacciata e poco naturale. Rufy, sembrò comunque non accorgersene.
-Devo fare una ricerca su l’antica Roma… sai dirmi dove trovo un libro che mi aiuti?- chiese sempre sorridendole. Lei annuì e, alzando un dito verso uno scaffale poco più indietro di lei, sussurrò: -Su quella libreria troverai tutto ciò di cui hai bisogno…-
Il moro le sorrise, facendola sussultare ancor di più per la sua spontaneità e bellezza.
-Grazie, Robin… molto gentile…- ringraziò, per poi correre verso lo scaffale.
Con il cuore agitato e la mente frastornata, Robin cercò di distogliere lo sguardo da quel giovane che ora si arrampicava sulla libraria alla sua sinistra, aggrappandosi alle mensole e facendo leva sulle braccia tese verso l’alto. Con un sospiro, volse lo sguardo sul volume che stava consultando. Girò una pagina distrattamente, senza sapere esattamente che stesse leggendo. Quel ragazzo l’aveva totalmente ammaliata. Non le era mai successo di venire così rapita da una persona, che per di più nemmeno conosceva. Forse, forse era lui il principe che Nami tanto sperava la rapisse, per farle provare un po’ di vera vita. Tremante, alzò di nuovo lo sguardo sul moro.
Quello, appeso per una mano a una mensola di libri, si dondolava come una scimmia cercando di raggiungere un volume che sporgeva dagli altri. Un leggero sorriso sfuggì a Robin, prima che un urlo sorpreso la fece traballare sulla sedia che occupava.
-Ma che stai facendo?!?- gridò improvvisamente Califa, arrivata nel corridoi per riporre al loro posto alcuni libri.
-Ehm… mi servirebbe quel libro e allora io…- si grattò il capo, confuso, il ragazzo.
-Qui non siamo allo Zoo!!!! Non ci si arrampica sugli scaffali come scimmie!!!!- continuava a urlare, con tono di voce abbastanza basso, la bibliotecaria.
-E lo so!!! È una biblioteca questa… Lo Zoo è dall’altra parte della città!!! Comunque a me servir…-
-Scendi da lì, subito!!!! Se ti serve un libro e non ci arrivi, usi la scala!!!!!!!!!!!!!- gridacchiò sbiancando Califa e con braccio dritto e inviperito, indicava una scala a mobile con ruote, appoggiata su uno scaffale lì vicino.
-AH!!!! Ecco a che serviva la scala!!!! Pensavo la usasse per togliere le ragnatele alte!!!- scese con un balzo a terra Rufy, sorridente.
Robin si coprì il volto ridacchiante con il libro che stava leggendo, asciugandosi qualche piccola lacrimuccia che le scivolava dagli occhi. Sbuffando irritata, la bibliotecaria, si diresse con i suoi libri, verso altri scaffali. Con aria innocente, Rufy seguì la bionda donna scomparire dietro una libreria, per poi arrampicarsi ancora sul mobile dei libri e acciuffare veloce il testo che gli serviva.
-Ecco fatto…- ghignò soddisfatto. Fissò la copertina dubbioso, per poi avvicinarsi ancora alla gentile ragazza mora che era lì con lui.
-Robin…- la chiamò -… ma Roma, dov’è?-
Quella, sorridente e a modo, si alzò dal tavolo a cui sedeva e gli si avvicinò.
-Lungo la seconda fila di scaffali, sulla destra, vi sono gli atlanti e i libri di geografia. Lì troverai tutte le informazioni che ti servono… Comunque, Roma è in Italia, nella regione del Lazio…- spiegò serafica.
-Grazie mille…- scattò correndo il moro e, frenando bruscamente con la suola delle scarpe da ginnastica, sterzò lungo il corridoio di libri indicategli. La ragazza tornò al suo libro di storia. Si, quel ragazzo le piaceva sempre di più, minuto dopo minuto.
-EHI!!!!!!!!! BIBLIOTECARIA!!!!!!!!!!!-
Sentì gridare. Sorridente, si affacciò nel corridoio centrale della sala. Rufy, eretto e sorridente in piedi della via, gridava a gran fiato, non rispettando la regola del silenzio della Biblioteca. Robin rise per il suo carattere così ingenuo e simpatico.
-Qui è vietato urlare!!!!- lo ammonì Califa, sistemandosi gli occhiali calati dal naso per lo spavento preso nel sentire gridare nella sua silenziosa libreria.
-MA SE NON URLO COME MI SENTE?!? COMUNQUE QUI NON C’E’ LA SCALA: COME CI ARRIVO AI LIBRI IO?!?- continuava a urlare il moro.
-Shhhhhh!!!!!- lo zittì sibilando la donna, cercando di mantenere i nervi saldi e avanzando a passo di marcia verso lo scellerato urlante –Vai a prendere la scala nell’altro scompartimento…-
-GUSTO!!!!!- ridacchio Rufy, e correndo si precipitò nella saletta in cui Robin lo guardava divertita.
-Non si corre!!!!!- gridacchiò isterica la bibliotecaria.
-UFFFF!!!!- sbuffò Rufy, sorridendo in saluto a Robin, e correndo di nuovo verso la sezione geografia, munito però di scala.
La mora restò ferma sull’orlo della libreria, aspettandosi di vederlo tornare con il suo bottino di cultura. Sorrise, convincendosi che avrebbe potuto chiedergli di bere qualcosa insieme, una volta finita la sua ricerca in Biblioteca. Arrossì e si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Lei che proponeva a un ragazzo di bere qualcosa?
Di solito se ne stava in disparte, silenziosa e invisibile, aspettando che fossero i ragazzi a farsi avanti e chiederle di uscire o di bere assieme. Eh si, quel Rufy l’aveva proprio conquistata.
Sorridente, si alzò sulle punte delle scarpe, per scorgere la mora capigliatura di Rufy davanti al mobile dei libri. Non riuscì a vederlo però. Si sporse ancor di più dalla sezione di storia, muovendo un passo nel corridoio che collegava tutti i settori. Sentiva, proveniente dallo scaffale dei libri di geografia, un gran sbuffare e uno strano scricchiolio. Improvvisamente, vide una libreria dondolare pericolosamente, per poi cadere all’indietro e urtare un altro scaffale di libri dietro a essa. Quello perse l’equilibrio come l’altro mobile, e cadette all’indietro, urtando a sua volta un’altra libreria, che oscillò e precipitò all’indietro imitando gli altri compagni mobili. Un altro, un altro ancora, un terzo e di nuovo un altro scaffale di libri seguirono l’esempio del primo, cadendo all’indietro e contagiando in una specie di domino gigante, tutte le librerie della Biblioteca, finché anche l’ultimo scaffale di libri non si sdraiò a terra sconfitto e interrompendo quella valanga di mobili e libri, in un assordante tonfo al suolo.
A bocca aperta, Robin aveva seguito il susseguirsi di cadute e ora cercava con lo sguardo chi mai avesse provocato tutto ciò. Pochi metri davanti a lei, da una nebbia di polvere e pagine di libri svolazzanti nell’aria, una figura tossicchiava, alzandosi da terra.
-Uhm… forse ho capito perché non ci si deve arrampicare sulle librerie…- tossicchiò divertito Rufy, emergendo dal polverone e spolverandosi i vestiti dal pulviscolo che gli era caduta addosso. Saltellando tra le macerie degli scaffali e cercando di non calpestare nessun libro aperto al suolo, si avvicinò raggiante a Robin, che rideva a crepa pelle di tutto quel trambusto. Possibile che un solo ragazzo potesse creare tutto quel caos?
-Oh, ma che bellissimo sorriso hai…- le corse incontro, sorridendole.
La ragazza cercò di calmarsi, ma non riusciva a smettere di ridere. Prese fiato, tra una risata e l’altra, e una volta riacquistato un po’ di contegno, gli sorrise felice.
-Sai, credo di aver combinato un bel guaio…- ghignò divertito il moro, grattandosi il capo polveroso -…poco male. Ehi, ti va di ebre qualcosa assieme?-
Robin sorrise radiosa.
-Volentieri… ma la tua ricerca sull’antica Roma?-
-Oh, bhè quella… la scaricherò da Internet dopo, e comunque un 4 in più o in meno in storia non mi preoccupa mica…-
Robin ridacchiò, accettando la mano offertale dal moro. Appena la sfiorò, potè sentirne l’immenso calore e forza. Una strana sensazione di felicità e protezione l’avvolse, facendola arrossire. Rufy, raggiante, si incamminò con lei tra gli scaffali ribaltati e i libri divelti a terra, scavalcando qualche sedia ribaltata e alcuni tavoli capovolti.
-Mi piace il tuo sorriso… e anche i tuoi bellissimi occhi azzurri…- l’aiutò a scavalcare una libreria rovesciata.
-Anche a me piace moltissimo il tuo sorriso…- arrossì lei, sentendo il muscoloso braccio di Rufy circondarle le spalle e la mano libera accarezzarle il viso.
-DOVE CREDI DI ANDARE, KAMIKAZE DELLE BIBLIOTECHE CIVICHE?!?- emerse da una montagna di libri svolazzanti Califa, facendosi strada tra gli scaffali a terra, alzandoli e buttandoli in parte –TU RESTI QUI A RIORDINARE!!!!-
-Ma ormai è orario di chiusura della Biblioteca… ed è vietato restare all’interno dell’edificio dopo l’orario di chiusura…- intervenne saggia Robin.
-Vero…- sorrise il moro, prendendole la mano e correndo fuori dal palazzo. La bibliotecaria restò senza parole a fissare il vuoto lasciato dalla fuga dei due, circondata dal marasma che poche ore prima era una Biblioteca.
-Mi sei piaciuta fin dalla prima occhiata…- rideva Rufy, pedalando forzuto sulla bici di Robin, giù per la discesa che portava alla Biblioteca.
-Anche tu… il tuo sorriso mi ha conquistato subito…- ammise, rossa d’imbarazzo, Robin, seduta sulle sue gambe e stretta al suo collo. Sorrideva felice, spensierata e per niente impaurita di essere ormai sulla lista nera di Califa, e che molto probabilmente da quel giorno in poi non avrebbe più potuto mettere piede in Biblioteca perché complice di quel uragano di ragazzo.
Non le importava. Perché ormai il suo principe dagli occhi profondi e lucenti e dal sorriso raggiante, era arrivato, e da lì in poi, i libri di favole e storie varie non le sarebbero più serviti. Da lì in poi, l’unico romanzo che avrebbe letto tutto d’un fiato sarebbe stata la storia della  sua vita con Rufy. Un bellissimo romanzo d’amore e d’avventura. 

   
 
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