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Autore: Erica_e_Laura97    17/02/2012    4 recensioni
Sembrava una bella serata a casa di Ducky, quando all'improvviso, arrivò lui. Chi sarà mai?
Genere: Comico, Demenziale, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ehi siamo tornate con un'altra storia, sempre molto comica! Spero che vi piaccia e soprattutto vi auguriamo di divertirvi molto nel leggerla anche se non è un granchè.

 


 - … ma non ditelo a Vance! - sussurrò Laura. La squadra dell’NCIS era riunita attorno alla scrivania di DiNozzo, ed era evidente che stavano complottando qualcosa. Infatti, il Direttore se ne accorse subito.
 - Ehi, che state facendo, lì? - chiese, avvicinandosi - Non è che state organizzando un festino senza invitarmi, eh? - scherzò, sorridendo da solo alla sua battuta. Che tristezza. Ziva tossicchiò colpevole, mentre McGee abbassava lo sguardo.
 - No, certo che no! - si fece avanti Laura. - Non potremmo mai! I nostri festini non sarebbero gli stessi senza di lei, signor Direttore! - sorrise, un po’ rossa. Vance si sciolse davanti a quella dichiarazione; e poi, Laura era la sua preferita, nonostante si arrabbiasse sempre a causa delle sue molte assenze ingiustificate. - D’accordo! Ma niente più chiacchiere, adesso. Al lavoro! -
 Il team sospirò di sollievo ed ognuno tornò al proprio posto. Stavolta c’era mancato davvero poco!
 
***
 
- La prego, signora! Lo faccia per me, per noi… lo faccia per i bigliettoni che le ho posato sul tavolo! Per favore! - supplicò Laura.
 Era a casa del Direttore, una villetta a due piani molto lussuosa, e stava pregando la moglie di Vance di trattenerlo a casa, quella sera. È vero, non sapeva della festa, ma non si poteva mai sapere, le precauzioni non erano mai troppe. Guardò l’orologio scocciata: era tardi, e lei aveva ancora un mucchio di cose da fare. Doveva ancora mettersi il vestito e aggiustare il trucco.E la signora stava facendo un mucchio di storie.
 - Insomma, non ci vuole molto! S’infili un vestito carino, seduca suo marito e passi una serata tra cena romantica, candele, idromassaggio e… be’, insomma, mi ha capito. Praticamente la sto pagando per divertirsi! - sbottò la ragazza.
 - E d’accordo - cedette la signora. Così, mandata Laura a prepararsi, l’avvenente – più o meno – signora Vance corse a prepararsi. Indossò il suo vestito preferito, rosso, al ginocchio, con una grande scollatura, appartenente all’epoca in cui era ancora una bella donna affascinante e desiderabile. Le andava un po’ stretto, e di certo non le stava bene come una volta: quando era giovane, le scendeva dritto e perfetto sul corpo magro, ma ora che era ingrassata di qualche chiletto la stoffa aderente le metteva in risalto la ciccia. “Non ha importanza, Vance mi troverà comunque bellissima” pensò, e consolata da questo pensiero diede il tocco finale legandosi i capelli, indossando una collana di perle e calcando un po’ troppo la mano con matita e rossetto. Così, quando il Direttore generale dell’NCIS tornò a casa, trovò sua moglie seduta sul bracciolo della sua poltrona, con le gambe incrociate e la collana di perle tra i denti, nel disperato tentativo di apparire seducente.
 - Oh, mio Dio! - esclamò il pover’uomo, terrificato.
 - Lo so - ridacchiò la moglie, che evidentemente credeva di aver fatto colpo - Incredibile, vero? Mi sta ancora d’incanto! - si alzò e sfilò davanti allo sguardo inorridito del marito, con tanto di pose sexy e piroette.
 - Amore, cerca di essere ragionevole… - tentò Vance - Non hai più l’età per metterti queste cose, ed io… - ma non riuscì a finire. La moglie si scagliò contro di lui con una tiritera indicibile, sembrava non riuscisse a smettere di parlare e sbraitare, e urlare, e colpevolizzarlo di qualcosa di cui Vance, in quel casino, non riuscì a capire bene cosa.
 C’era solo una cosa da fare: scappare. Vance aprì la porta di casa e si precipitò fuori, appena in tempo per evitare la moglie che, infuriata, prendeva la scopa per cacciarlo fuori. E menomale che, quando la moglie gli urlò che “neppure i tuoi amici ti vogliono! Ti odiano! Laura mi ha pagata perché t’intrattenessi qui, mentre loro festeggiavano senza di te!” lui era ormai lontano, e non sentiva.
 
***
 
Mentre Vance tentava di mettere quanto più spazio possibile tra sé e sua moglie, a casa di Ducky le cose andavano a gonfie vele. Tony stava chiacchierando col dottor Mallard di certi vecchi film, Abby e McGee si scambiavano paroline dolci all’orecchio mentre, con grande imbarazzo del piccolo Tim, lei proponeva qualche scusa da dire per potersi rifugiare in camera da letto Quando a Ziva e Laura, stavano discutendo se fossero meglio le scarpe da ginnastica o quelle col tacco. Ziva era dalla parte delle scarpette, perché diceva che erano più comode, anche in caso si venisse aggredite e bisognasse difendersi. Laura argomentava dicendo che un bel tacco nell’occhio del presunto malfattore sarebbe stato più che perfetto.
 I drink erano ottimi, Gibbs ne beveva uno dietro l’altro – e infatti dopo un po’ iniziò a sorridere a tutto e tutti - Sembrava il festino perfetto, quando, d’un tratto, la quiete fu interrotta dal campanello.
 - Vado io - disse Ducky - è sicuramente il fattorino della pizza! -
 - wow si mangia... Ducky tutto a posto? Perchè non apri la porta? -
Ducky dava le spalle alla porta, e sembrava davvero terrorizzato. I suoi cadaveri avevano un colorito migliore.
 Mosse più volte le labbra, spaventato, poi riuscì a dire solo una parola: - Vance -
 Fu come se avesse detto che la casa stava prendendo fuoco. Ci fu un attimo di silenzio attonito, in cui tutti si guardarono atterriti. Poi, scoppiò il panico. Abby prese il suo McGee per mano e lo trascinò al piano di sopra. Laura corse a nascondersi, e lo stesso fece Tony, che trovò rifugio dietro l’enorme televisore a schermo piatto del dottore, e dove trovò con sua immensa felicità una collezione di film d’epoca davvero bellissima. C’erano pezzi rarissimi che lui non era ancora riuscito a trovare. Si mise in silenzio a leggere i titoli e le trame, nonostante le conoscesse a memoria, mentre la sua amata Ziva si nascondeva in un armadio un po’ piccolo. Ma lei era un ninja, abituata da piccola a stare negli spazi più angusti, e non ebbe troppi problemi ad infilarsi lì dentro. Gibbs, un po’ brillo, ma non troppo, si nascose tra la legna. E, incredibile ma vero, da lì non lo vedeva nessuno.
 Fu solo quando tutti ebbero trovato un nascondiglio sicuro, che Ducky andò ad aprire.
 - Vance, che sorpresa! Come mai da queste parti? - fece affabile.
 - Be’? Dove sono gli altri? - chiese, adocchiando Palmer, che non aveva avuto la decenza di nascondersi. - Prima mia moglie, poi i miei dipendenti… mi odiano tutti? - si chiese, intuendo la verità.
 - Ti sbagli, sai! Non c’è nessuno qui, a parte me ed il signor Palmer - sorrise Ducky. - Lui è venuto qui perché io… io… sto male - inventò, colto da un’improvvisa ispirazione  - Molto, molto male. Davvero. Sto male, ho la tosse - tossì - Visto? Tosse! Sì, una tosse davvero brutta. Io odio la tosse. Davvero. Sì. - Tossì ancora svariate volte, per dare veridicità a ciò che diceva.

 Era quasi fatta. Il direttore stava per scusarsi dell’interruzione ed andare via, quando…
 - Non posso crederci! - esclamò Tony, da dietro a TV  - Incredibile! 1947! Ducky, come hai fatto a trovarlo? È impossibile, un pezzo da collezione unico! Wow!...Oh, ehm, salve direttore. Come mai da queste parti? - accortosi del disastro provocato, Tony, quel cretino, saltò fuori dall’angolino in cui si era nascosto per stringere la mano al direttore.
 - Tony! Cosa ci fai qui? - chiese quello.
 - Assolutamente niente. È che, vede, io… -
 - Lui mi aiuta a spolverare. Sa, gli acciacchi dell’età non mi permettono di arrivare fin lì. - s’intromise Ducky.
Tony annuì sorridente. - E adesso, se volete scusarmi, torno al mio lavoro. …Incredibile, è del 1947! Incredibile… - si accoccolò nuovamente davanti ai film, dando, senza volerlo, le spalle a Gibbs. Il quale, notando il collo scoperto del ragazzo, non riuscì a trattenersi: si sporse a dargli uno scappellotto, ma per farlo cadde a terra con tutta la legna e i resto appresso.
 - Gibbs!- fece il direttore, sempre più sorpreso.
 - Sceglievo della legna. Sa, per la mia nuova barca. - si giustificò subito quello in tono burbero. Cavolo, mentiva con gran facilità, quell’uomo. E forse fu proprio per questo che Vance gli credé. Di nuovo, stava per andarsene, quando dall’armadio in fondo alla stanza si sentì un suono, soffocato, seguito da un gran baccano: Ziva era caduta, e con lei tutto l’armadio.
Si precipitarono tutti lì.
 - “Oh, no, tra poco mi scopriranno!” - pensò Laura, atterrita. Iniziò così a gattonare verso la cucina, in silenzio, sperando che nessuno la vedesse. Fortunatamente, era piccola, magra ed agile, e nessuno la notò. Sgattaiolando via, sentì la patetica scusa di Ziva, che diceva - … gli stavo aggiustando l’armadio… era un po’ rotto… lo facevo sempre, al Mossad… - Come no! Ziva al Mossad aggiustava armadi e sedie rotte, certo! E lei invece addestrava foche marine. Ma per favore!
 Non aveva importanza. Vance, incredibile ma vero, se l’era bevuta, e forse ora sarebbero riusciti a festeggiare in santa pace.
 Laura c’era quasi. Era a pochi metri dalla cucina, quando… dannazione, era inciampata! Come si poteva inciampare gattonando?! Eppure, lei c’era riuscita. Il suo tacco a spillo si era incastrato nel filo di una lampada.
 “Dannazione, Ziva aveva ragione a proposito delle scarpe! Quelle col tacco sono un disastro!” pensò.
 - Laura! - il direttore credeva ormai di essere fuori di testa. - Ma… ma che…? -
La ragazza aprì la bocca per replicare, ma non ce ne fu alcun bisogno: dal tetto, incredibilmente, cadde il letto della stanza da letto.
Come piovuto dal cielo.
Ormai certo che fosse tutto un orrido incubo, o di essere in preda alle allucinazioni, Vance urlò. Perché, steso sul letto, vestiti ma non troppo, c’erano McGee ed Abby sopra di lui, sbigottiti, che si guardavano attorno spaesati. Con un mezzo sorriso, Tony si chiese se erano già venuti al dunque ed avevano finito, o se dovessero ancora cominciare. Chissà.
 - Basta! Ne ho abbastanza! Cos’è questa storia? Mia avevate detto che i rumori del piano superiore erano dovuti ai cani! - il direttore esplose. Tony sorrise; se avevano dovuto dare spiegazioni per rumori sospetti, allora erano già arrivati al dunque, i due ragazzini. E bravo McGee, gli avrebbe chiesto tutti i dettagli, anche se sapeva che non gliel’avrebbe detti mai.
 - Ma è così! - improvvisò Abby. - E’ così, lo giuro! Eravamo di sopra con i cani. Stavamo… stavamo… - guardò Timmy chiedendogli aiuto con lo sguardo.
 - Stavamo per fare il bagno ai cagnolini. Sì, è… è per questo che non abbiamo le maglie. Voglio dire, non pensate che… non mi permetterei mai, lei mi ha costretto, perché insomma, voglio dire, in casa d’altri è… cioè, voglio dire, lei mi ha costretto a fare il bagno ai cani, non a… - rinunciò con un sospiro. Tony scoppiò a ridere.
 - Ad ogni modo - Abby riprese in mano la situazione  - Stavamo facendo il bagno ai cani, siamo tornati in camera da letto per riprendere i vestiti e ci siamo buttati sul letto, sfiniti. E i cani si sono gettati sul letto con noi, sa com’è, e il troppo peso ci ha fatti cadere di sotto. -
 - Sì, è andata così - sospirò McGee.
 - D’accordo, quand’è così… vi credo! L’importante è che nessuno si sia fatto male e, soprattutto, che non abbiate fatto festini senza invitarmi! Ma so che non lo fareste mai… sarebbero davvero squallidi se non ci fossi io, no?! - disse Vance.
 - Proprio così! - lo rassicurò Laura - E adesso, torni a casa, si faccia una camomilla e si riappacifichi con sua moglie.-
 - Come fai a sapere che…? -
 - Intuito femminile! E ora, vada.-
Spinto Vance fuori da casa, tutti tirarono un sospiro di sollievo. Si guardarono attorno, la casa era un disastro: pezzi di tetto ovunque, il letto a terra, la legna sparsa sul pavimento e l’armadio rotto.
Laura si gettò sul letto, guardò la stanza disastrata e, lentamente, iniziò a ridere per l’assurdità dell’accaduto. Pian piano, tutti iniziarono a ridere a crepapelle. Non si sa chi cominciò, ma d’un tratto si ritrovarono tutti immersi in una pioggia di piume, prendendosi a cuscinate. Persino Duckie e Gibbs giocavano. Nella confusione, Tony prese il suo prezioso film del 1947 e se l’infilò nella tasca del cappotto, poi, sorridente più che mai, si aggiunse alla battaglia.
 E quella fu ricordata come la più bella festa di tutti i tempi.
 
FINE

Si si si... lo sappiamo è un pò stupida come storia ma è pur sempre divertente no!? Vorremmo ringraziare Gmat e Gaietta16 per le loro splendide recensioni e speriamo di riceverne tante altre. Un bacio da Erica e Laura! <3
  

  
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