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Autore: MouMollelingua    18/02/2012    5 recensioni
Un amore impossible, quello che state per leggere.
Inizia tutto così, con una civetta bianca innamorata di un gufo idiota, che non la ricambia, perchè lui, ama un altro gufo.
Una specie di triangolo, si può definire.
Sì, questa è la storia di Edwige, Leotordo ed Errol, la storia di un amore impossibile.
*
"Non è come sembra!" cinguettò Leotordo.
"Io ti amavo! E ti amo ancora!" beccò Edwige, indignata.
"Edwige, stai calma! Ci stavamo solo..." Errol stava cercando di far ragionare la civetta.
"Vi stavate solo beccando!" lo interrompè Edwige.
"Smettetela di cinguettare, pennuti idioti!" sbraitò Ronald, con la lettera in mano.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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UN AMORE IMPOSSIBILE.

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La civetta bianca guardava spensierata oltre la finestra di casa Dursley, nella stanza di Harry Potter.
Voleva uscire da quella dannata gabbia puzzolente.
Desiderava fuggire da Privet Drive, e volare in contro al suo vero amore, che probabilmente stava pensando a lei, alla Tana.
Emise un cinguettio felice a quel pensierio.
Edwige con il becco cercò di spaccare l'apertura della gabbia, ma invano.
Presa dalla disperazione, provò a liberarsi per almeno altre sei volte, e all'ultima, riuscì a infrangerla senza bisogno della chiave.
Si posò sul davanzale della finestra, e si preparò per il viaggio fino alla Tana.
Improvvisamente, la porta della camera si aprì, facendo entrare una figura smilza, alta e occhialuta.
Harry Potter spalancò gli occhi, notando il suo animale libero.
"Hai già fatto metà del lavoro, porta questa lettera a Ron" le disse, allacciandole al collo una pergamena ingiallita.
Dopo averle dato qualche carezza sulla testa piumata, si librò in aria.
Il vento le scompigliava dolcemente le penne bianche.
Il fruscio della brezza le faceva sentire un senso di libertà mai provata, e, come tutte le civette che si rispettino, sorrise con il suo becco.

-

Eccola lì, dopo un lungo giorno di viaggio, vide all'orizzonte la casa Weasley, con il camino fumante.
Raggiunse l'abitazione, entrando - sbattendo contro il vetro - dalla finestra della stanza di Ronald.
Ancora rincitrullita per la botta presa, consegnò malamente al ragazzo dai capelli rossi la lettera, dirigendosi con le sue zampette verso il letto, sul quale appoggiava Leotordo, il suo amore.
Ma il gufo non era da solo.
Stava 'beccando' - ovvero 'baciando' in gufese - l'altro gufo Wealsey, Errol.
La civetta osservò la scena, con il cuoricino che si stava frantumando.
Leotordo nemmeno si accorse della sua presenza, e lei dovette cinguettare in segno di disapprovazione.
I due gufi di staccarono, e Errol assunse un'espressione di finta innocenza, senza guardare negli occhi ambrati di Edwige, la quale era ferita, ma, alzando il petto, si finse fiera e orgogliosa.
"Non è come sembra!" cinguettò Leotordo.
"Io ti amavo! E ti amo ancora!" beccò Edwige, indignata.
"Edwige, stai calma! Ci stavamo solo..." Errol stava cercando di far ragionare la civetta.
"Vi stavate solo beccando!" lo interrompè Edwige.
"Smettetela di cinguettare, pennuti idioti!" sbraitò Ronald, con la lettera in mano.
Edwige si voltò, aprì le ali e non volle mai più vedere Leotordo e Errol.
Sparì dalla vista dei due gufi, ancora imbambolati per ciò che era appena successo.
Edwige si era sbagliata sul conto del gufo, lo credeva diverso.
A Hogwarts ci avrebbe provato con Oscar, il rospo di Neville. O magari Grattastinchi, il gatto di Hermione, o perfino Crosta, il topo di Ron.
Insomma, aveva molte risorse!

E' altamente demenziale, lo so.
Dai, però è divertente!
Recensite se vi ho fatto almeno sorridere!
   
 
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