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Autore: Shadowolf    19/02/2012    3 recensioni
Pairing: Eduardo Saverin/Mark Zuckerberg
È così che Eduardo lo trova, quando torna nella camera dove è appena avvenuta una piccola magia che sa di innovazione, e di futuro, indubbiamente. Anche se li caccerà entrambi in un mare di guai, e lui già lo sa.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sono quasi le sette di mattina quando Mark finalmente crolla, la luce del primo sole che entra appena dalla tapparella dimenticata mezza chiusa, il giorno precedente. Si addormenta con le braccia incrociate sulla tastiera del proprio laptop, ovviamente, la testa poggiata in maniera del tutto naturale su di esse. A guardarlo sembra un bambino delle elementari. E forse in fondo lo è.
Ed è così che Eduardo lo trova, quando torna nella camera dove è appena avvenuta una piccola magia che sa di innovazione, e di futuro, indubbiamente. Anche se li caccerà entrambi in un mare di guai, e lui già lo sa. Perché nonostante la maggior parte delle volte rimanga zitto, Edoardo capisce Mark più di quanto gli dimostri apertamente. Ormai si sente a suo agio in quelle vesti, un po’ come se fosse il suo personale e tutto umano angelo custode.
Gli si avvicina in silenzio e lo scrolla leggermente per le spalle, sussurrandogli piano.
‹‹ Ehi... Mark, andiamo... Andiamo a letto, su... ››
Tutto ciò che riceve in cambio è un semplice e breve grugnito. Ride in silenzio, e scuote la testa, consapevole che ormai non c’è storia, Mark è andato.
‹‹ Okay, okay, ho capito... ›› borbotta tra sé, mentre sposta leggermente indietro la sedia e prende a tirarlo piano per le braccia, sempre con la massima delicatezza di cui è capace. Ha imparato a proprie spese che svegliare bruscamente Mark equivale a condannarsi da solo ad almeno un’ora di monologo senza una direzione apparente da parte dell’altro. E dopo un’intera nottata passata insonne, questa è l’ultima cosa che vuole.
Lo solleva con cautela e per un momento teme il peggio quando sente un altro grugnito, così rimane per qualche secondo fermo immobile, per assicurarsi che l’altro stia ancora dormendo. Quando ne è assolutamente sicuro, comincia a camminare, mettendo lentamente un passo dietro l’altro, fin quando non raggiungono finalmente il letto. Sempre prestando la massima attenzione, Eduardo lo fa prima sedere, e poi stendere completamente, il sudore che comincia ad imperlargli appena la fronte, neanche stesse districandosi tra dei raggi laser di un forziere.
Quando infine porta a termine l’ennesima missione, si lascia andare sul materasso a sua volta, poggiando la schiena contro il muro per rifiatare un attimo. Getta una rapida occhiata all’amico e sorride piano scorgendo i suoi tratti completamente rilassati ora, come forse avviene soltanto quando dorme.
‹‹ Dormi bene, Mark... ›› gli sussurra poi, prima di alzarsi e cominciare a guadagnare l’uscita della camera. È ormai quasi sull’uscio quando la voce dell’altro lo richiama, facendolo anche sobbalzare un pochino. Si gira verso di lui, e gli sorride, anche se l’altro non può vederlo, perché rimane con gli occhi chiusi.
‹‹ Ce l’abbiamo fatta, eh, Wardo? ››
‹‹ Sì, Mark. Ce l’abbiamo fatta. ››
‹‹ ... Grazie, amico. ››
‹‹ Di nulla, Mark. Quando vuoi. ››
‹‹ ... Buonanotte, Wardo. ››
‹‹ Buonanotte. ››
Se ne sta lì ancora per qualche attimo, il sorriso sempre sulle labbra. Poi quando l’altro si riaddormenta, dandogli le spalle, si volta di nuovo e ritorna nell’altra stanza. Prende un post-it e ci scrive su una semplice frase, poi se ne va.
“Grazie, geniaccio.”

   
 
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