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Autore: S u n n y    19/02/2012    2 recensioni
Niccolò è perfetto, perfetto di quella imperfezione umana che ti attrae come una calamita; a me somigliante di una somiglianza quasi tossica.
Non è tanto importante come sia fatto esteriormente, ma cosa mi dice, come mi parla, le sensazioni che mi dà. Tra di noi c'è qualcosa, qualcosa di una palpabile sintonia, risate a mezz'aria e la complicità di due bambini che si incontrano al parco.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Marco, per il buon umore.

Buon Viaggio.

Ad Artur, non so perché.

Ad Alessio, per tanti motivi.

A Claudio, perché mi capisce.

Vi voglio bene, a tutti voi,

pezzi della mia esistenza,

senza i quali non sarei la stessa.

 

 

 

-M'innamoravo di tutto-

 

 

Quando ero piccolo, m'innamoravo di tutto, correvo dietro ai cani.

Coda di Lupo – Fabrizio De André

 

 

 

Non so com'è successo, ma ad un certo punto sono grande.

Il tempo scorre e -sbam- ho diciotto anni.

Non che diciotto siano tanti, intendiamoci, ma sono troppi per vivere di espedienti, abbastanza per fare un viaggio da sola e troppo pochi per avere un figlio.

Certo che scorre il tempo.

Tempo fa giocavo con le bambole ed adesso gioco con il cuore, il mio però, quello altrui è sempre troppo prezioso.

L'altro ieri imbastivo un “Tea” di plastica con le mie amichette ed oggi mi innamoro del ragazzo a cui piace la mia migliore amica.

Assurda la vita, è?

Non che sia proprio amore, figurarsi, io che “non so l'amore vero che sorriso ha” - tanto per dirla alla Mia Martini – non posso innamorarmi, innamorarsi è rischioso, io sono per le cose che mi danno una certa sicurezza. No, niente del genere; mi piace, ecco, mi interessa, non mi dispiace.

Ma, vedete, io sono una specie di cupido, faccio e disfaccio i sentimenti altrui, do un mano di qui ed una di là, incentivo la nascita di coppie e dispenso consigli, predicando tanto bene e razzolando tanto male. Io sono “inadatta all'innamoramento”, ecco.

Avete presente lo stereotipo dell'Amica-Simpatica nei film americani?

Quella che aiuta il figo di turno a conquistare l'Amica-Bella (ma tanto intelligente) mentre lei si becca l'Amico-Sfigato-Nel-Club-di-Scacchi?

Ecco, io sono così: ho l'etichetta dell'Amica-Simpatica stampata in fronte.

Non fraintendetemi, mi piacciono gli scacchisti, solo che a volte anche a me piacerebbe sentirmi apprezzata anche da qualcun altro.

Non dico innamorarmi, ma per una volta vorrei semplicemente piacere a qualcuno che non sputa quando parla, o che non inciampa stando fermo o che non sta chiuso tutta la sua vita a giocare ad uno stupido videogioco, in fondo, non è chiedere tanto.

È chiedere qualcuno come Niccolò.

 

 

*

 

Niccolò è perfetto, perfetto di quella imperfezione umana che ti attrae come una calamita; a me somigliante di una somiglianza quasi tossica.

Non è tanto importante come sia fatto esteriormente, ma cosa mi dice, come mi parla, le sensazioni che mi dà. Tra di noi c'è qualcosa, qualcosa di una palpabile sintonia, risate a mezz'aria e la complicità di due bambini che si incontrano al parco.

Non dico che siamo anime gemelle, a queste cose non c'ho mai creduto. Insomma, come fai a conoscere la tua anima gemella in un mondo tanto vasto?

Forse ognuno di noi è predisposto per più di un'anima gemella, più di una persona al mondo che è lì per te; forse è solo una questione di calcolo delle probabilità, come dice Pascal.

Io e Niccolò siamo diversi, diversi quanto basta per essere simili, compatibili. Niccolò è scomodo e a me sono sempre piaciuti quelli scomodi, quelli che non puoi amare perché sono troppo lontani, lontani in un universo diverso; un universo di poche parole, sentimenti contrastanti, adolescenziali e totalizzanti.

Io, che senza parole non ci rimango mai, che di totalizzante non ho praticamente niente e che l'adolescenza l'ho vissuta troppo presto – lo dico sempre che ho 35 anni d'età effettiva - sono riuscita a fregarmi con le mie stesse mani.

Ho un bisogno patologico di Niccolò, un bisogno umano. No, niente del genere “una scopata e via”: io Niccolò lo abbraccerei. Abbracciare, nel suo termine puro e casto, senza scendere con le mani sul sedere o cercare le sue labbra in un fugace attimo di follia.

L'abbraccio di Niccolò è speciale: è difficile da trovare, perché non va mai cercato; ti impregna i vestiti del suo odore, della sua risata musicale, delle mani grandi.

E la mia anima si gonfia, fino a scoppiare.

 

*

 

 

Non mi ricordo come ho conosciuto Niccolò, né dove.

In realtà so che lui è un grande amico di Alessio, il mio migliore amico, quindi presumo di aver conosciuto Niccolò in qualche serata tutti assieme, con il classico “amici-di-amici”, solo che non ricordo dove, come o quando.

Niccolò è entrato strisciando nella mia vita, piano, senza far rumore e così da un giorno all'altro mi rendo conto che ho smesso di chiedermi il perché e ho cominciato a darlo per scontato.

Così non ho più ricordi senza Niccolò, non ho più sabati sera senza di lui, o cene, o serate divertenti, o sbornie tragiche, o fotografie allucinanti, senza Niccolò.

Io è Niccolò siamo diventati patologicamente inseparabili, il prolungamento mentale l'uno dell'altra. Lui è un antro tranquillo, una specie di oasi felice in cui il tempo si ferma e siamo io e lui. E basta.

Vedete la mia vita è affollata di gente, una specie di Fifth Avenue a New York, perché più gente aiuti meno pensi a te stessa ed io ho capito che sono incapace di farmi aiutare; bravissima a risarcire le ferite altrui, ho questo grande deficit: non so farmi curare.

Io confido nel tempo e spero che le ferite si cicatrizzino da sole.

Niccolò è come me. Impossibile da curare - una specie di rebus in cui sbagli sempre le parole, un cubo di Rubik - ma ha la capacità di risarcire le ferite della gente, anche quelle che sembrano impossibili.

Lui ti ascolta e, incredibilmente, ti capisce.

E poi è bello, bello da morire, con quei capelli biondi e le labbra carnose. Bello di quella bellezza quasi acerba, inconsapevole, portata con nonchalance.

Insomma, Niccolò mi piace; lui mi rende felice e mi fa ridere.

Ripensandoci Niccolò ha un difetto: è innamorato della mia migliore amica. Come dargli torto: Luisa è bellissima, è intelligente ed è magnetica. Ripensandoci forse è lei la mia anima gemella - no, non gemella da sposare - gemella come sorella di complicità, d'ideali, di parole.

Io e Luisa siamo cresciute insieme, cambiate insieme, è diventata quello che io sono diventata e non ci sono abbastanza parole per descrivere quello che siamo.

Eppure ha volte Luisa mi spaventa: una parte di me sa che io non sarò mai all'altezza di lei, lei che conquista tutti, con quei mezzi sorrisi e le parole pesate con il misurino. Luisa è quello che io non sarò mai; lei è donna, una di quelle femme-fatali che si trovano nei libri con cui sono cresciuta, lei conquista al primo colpo, senza se e senza ma, e a volte io mi sento così piccola in confronto a lei, lei che pare così perfetta.

Forse è invidia la mia, io che mi scopro e mi faccio scoprire con tanta facilità; io che sono un libro aperto e che sono tanto fragile, che curo gli altri per non curare me stessa.

Io con qualche chilo in più ed un sorriso spontaneo sulle labbra, io e le mie crisi di pianto, perché a me piangere piace, mostrarmi umana piace, mi fa sentire viva.

Io sono l'amica-simpatica, quella da andare quando non si conquista l'amica-bella, il rifugio dalle sofferenze.

Non mi compatisco però, a me piace il mio ruolo, perché a differenza di Luisa, io vedo le sfaccettature, le difficoltà, i sentimenti delle persone; Luisa guarda la loro falsa perfezione e si innamora delle idee.

 

 

*

 

Niccolò è innamorato di Luisa, ma Luisa ha paura di essere felice e quindi non lo ricambia. A volte la odio, perché per lei è tutto così facile, non ha bisogno di faticare, eppure ha paura, paura dei sentimenti, dell'amore, della felicità.

Io invece, che nuoto sempre contro corrente - una specie di salmone – devo farmi in quattro per raggiungere tutto quello che ha lei. Insomma, Niccolò è così giusto; perché diavolo non può essere felice per una volta?

Niccolò sarebbe giusto per chiunque, ma specialmente per lei, perché lui è reale, non è un'idea, una proiezione sfuocata della perfezione, di cui Luisa va tanto in cerca.

Così io, che riesco sempre a trovarmi in strane ed ambigue situazioni, metto una buona parola di qui, una buona parola di qua, dispenso belle parole e cerco di far scoccare la scintilla. Certo è che non faccio miracoli, e mentre sono troppo occupata a curare il cuore degli altri, il mio comincia ad incrinarsi.

Niccolò non si è mai accorto di niente, in realtà e neanche Luisa, che capisce solo quel che vuol capire, magari sono solo una brava attrice. Nella nostra storia non ci sarà mai una svolta positiva, ne sono sicura, sarò semplicemente l'amica-simpatica, perché non posso essere altro, così mi accontento.

Niccolò mi è seduto vicino e non è mai stato più bello di così, con quegli occhioni nocciola e le labbra carnose, da mordere; mi è seduto vicino e mi parla di lei, con gli occhi sognanti, pensando che possa capirlo. Io non lo ascolto, Niccolò lo sa, lo percepisce, così si ferma, mi guarda, mi comprende, magari fa solo finta.

-Cosa c'è che non va?-

C'è ho paura, perché credo di amarti. Credo, perché non lo so, perché l'amore mi fa male, mi fa sempre male, perché mi sento sempre così poco. E' un sentimento strano, così avvolgente e così totalizzante, che io non lo capisco, e lo sai Nicco, a me non piacciono le cose che non si possono studiare, razionalizzare, capire al primo colpo.

C'è che ti amo – Dio, è così assurdo dirlo - . Mi sono fregata con le mie mani, Nicco, perché mentre cercavo di farti amare da un'altra mi sono innamorata io, come quando ero bambina, che m'innamoravo di tutto, con quello sguardo vispo e l'anima candida.

Era tutto più bello, tutto più dolce, con un pizzico di amaro che ti resta in bocca e le idee che volano via, quelle che sono ottime, ma non fai mai in tempo ad appuntarti.

Mi hai fatto tornare quando ero bambina, che era semplice, non c'era niente da capire, persino i sentimenti erano comprensibili e le scelte più facili.

Ma io sono un'adulta Nicco, e non posso innamorarmi più di tutto, il tutto è troppo grande ed irrazionale. Devo scegliere – dannazione è così difficile – ed andare avanti.

-Va tutto bene, sono soltanto stanca, continua pure.-

Senza rendermene conto scelgo, e vado avanti.

 

 

 

 

 

Chi cerca trova”: non ho più voglia di cercare, anzi, voglio essere trovato. Voglio sapere che ci sia qualcuno che addirittura perda tempo nel trovare un chiunque come me.

I’ll be an owl ’n what a drag on Facebook

   
 
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