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Autore: almosthero    19/02/2012    4 recensioni
Tutto questo tempo per dirvi semplici parole e ora?
Ora niente, due corpi giacciono inermi in questo squallido appartamento.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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I personaggi non mi appartengono, tutti i diritti vanno a chi spettano!
È la mia prima FF in questa categoria, quindi abbiate pietà di me, gentili lettori!
L'idea mi fluttuava per la testa da diverse settimane e finalmente in questi ultimi giorni sono riuscita a metterlo giù. Spero di essere stata all'altezza del compito!
Suggerimenti, modifiche, pensieri positivi come negativi sono ben accetti!
Grazie a coloro che leggeranno, grazie mille!
Spero davvero sia di vostro gradimento!

Ci rivediamo a fine lettura!
Sabri.



Uno, due, tre anni sono passati dal giorno in cui persi il mio... migliore amico.
Non riesco a capacitarmi di come io sia riuscito a sopravvivere fino ad adesso senza di lui. 
Forse il cambiamento di casa, forse la perdita dei contatti che mi ricordassero... lui.
 
 
 
Uno, due, tre taxi mi sfrecciano davanti prima di decidermi e prenderne uno.
Sto prendendo in considerazione l'idea più folle che sia mai passata per la mia testa,
e per questo mi sto maledicendo.
 
 
 
Uno, due, tre rintocchi mi ricordano che sono le 15.00 di una inutile e monotona domenica di novembre.
Il mio corpo urla di dolore ogni volta che quel fottuto cucù segna le ore, 
anzi, ogni cellula del mio corpo urla di dolore ad ogni ora da quel giorno. Accidenti.
Anni, ore, minuti passati da inferno. 
E così sarà per sempre.
Finché la morte non verrà a bussare la mia porta e come un angelo mi porterà nelle braccia di Sherlock.
 
 
 
Uno, due, tre semafori rossi cercano di fermare la mia folle corsa in taxi.
Cosa sto facendo? 
Mi sto facendo influenzare dalle emozioni, dai sentimenti.
Non è da me.
Non sono io.
Cos'hai fatto di me, John Watson?
Cosa ne hai fatto del Sherlock Holmes che era in me?
Mi hai travolto e stravolto, distruggendo quello schermo che mi rendeva immune ai sentimenti.
Sei entrato nei più profondi meandri della mia mente, mai deturpata da pensieri inutili o frivoli.
Sei forse un'eccezione? Sì, maledizione, sì.
E forse ora sto sbagliando.
O forse no.
Solo il tuo volto potrà togliermi questo dubbio.
Dubbio?
Sì, dubbio. Non sono più quel Sherlock Holmes. 
Non sono solo più una mente investigatrice, ma un uomo, come tu mi hai fatto comprendere.
E ora non sono più sicuro di niente, sommerso dai dubbi.
Cos'hai fatto di me, John Watson? Cosa?
 
 
 
Uno, due, tre passi mi portano verso la poltrona, comoda ma vuota.
Quando ho tempo cerco sempre di ricordarmi di... lui. Sh-Sh-She-rlock.
Nemmeno la mia mente riesce a scandire il suo nome per intero, senza interruzioni.
I miei occhi si velano di tristezza, il battito del cuore si fa veloce, le mani tremano e la spalla ricomincia a far male.
Deglutisco.
Quel suo corpo perfetto, slanciato e asciutto...
Quelle sue mani delicate...
John? John Watson? Riprenditi. Hai forse perso l'uso della ragione?
Sì, per la miseria!
Da quando non c'è più qualcosa è cambiato in me. O cresciuto. E mi distrugge, mi distrugge le membra.
Non faccio altro che ripercorrere tutti i minuti, le ore, i giorni che ho passato con... lui.
Spremo ogni cellula del mio quasi mai utilizzato cervello per ricordare. Ricordarmi di... lui.
La sua splendida immagine è ogni giorno più sbiadita, la sua voce si va a confondere con quella di Le-strade o My-cr-oft o...
MALEDIZIONE! Nemmeno il nome di coloro che stavano vicino a Sherlock riesco a pronunciare tutto d'un fiato.
Perché?
Perché mentre penso ai loro nomi, come un flash, l'immagine di Sherlock si fa spazio nella mia mente e una lacrima scende sulla mia ruvida guancia, facendomi singhiozzare in silenzio.
MALEDIZIONE, MALEDIZIONE, MALEDIZIONE!
 
 
 
Uno, due, tre ed ecco che il taxi si ferma lì, 
dove avevo giurato tempo prima che non sarei mai più tornato: Baker Street 221B.
Una voce familiare si fa largo nella mia mente: “Per la miseria Sherlock! Cos'hai fatto?!”
È la voce di John, nitida e scontrosa di quando compivo i miei soliti, per lui strani, esperimenti in casa.
Cosa sto facendo?
Mi sto accoltellando da solo.
Perché mi ferisco così? Cosa mi sta succedendo?
Scrollo i pensieri formatisi nella testa e dico all'autista di proseguire verso la prossima destinazione.
 
 
 
Uno, due, tre biscotti presi con il mio tea pomeridiano. Di fronte a me vedo la sedia vuota. Ed un bicchiere di tea fumante davanti ad essa.
Perché mi faccio del male?
Perché continuo nonostante sappia faccia dannatamente male?
Stupido, stupido, stupido.
Serro i pugni tanto che le nocche si fanno bianche.
“John? John, rilassati.”
Sherlock?! Mi guardo attorno, ma niente, come al solito.
Ecco, è la voce di Sherlock che prende possesso della mia percezione della realtà per un momento, poi svanisce.
Bevo il tea bollente tutto d'un sorso e poi mi lascio cadere sulla sedia.
 
 
 
Uno, due, tre metri mi dividono da... lui. John. Il mio forse unico vero amico. Il mio assistente. Il mio...
Sherlock, svegliati! Cosa mai stai facendo?!
Stai esponendo te stesso e John a seri pericoli!
Lo sai che ti sta seguendo, Moriarty, e ti distruggerà una volta per tutte.
Oh sì, Sherlock, convinciti che sia morto, ma lo sai che in fondo non è così.
LO SAI.
E sai che i suoi scagnozzi ti stanno addosso: dietro, davanti e di fianco a te.
Perché lo stai facendo, eh, Sherlock? Sai come andrà a finire.
Smettila, smettila, smettila! 
Prendo la testa tra le mani e respiro profondamente.
Dannati pensieri.
Dannati sentimenti.
Dannato John.
Dannato me.
 
 
 
Uno, due, tre scricchiolii su per i gradini delle scale. Ho di nuovo dimenticato le chiavi fuori dalla porta dimenticando di chiuderla? E quel rompi palle del mio vicino sta salendo per avvisarmi, come al solito?
Mi alzo dalla poltrona e mi avvio verso la porta per accoglier...
 
 
 
“Ciao, John”
“SHERLOCK?!”
 
 
 
È forse la mia immaginazione? 
Ho forse perso completamente l'uso della ragione?
Sbatto uno, due, tre volte le palpebre, ma lui è lì.
Allora stropiccio uno, due, tre volte gli occhi, ma lui è ancora lì.
La mia vista viene così offuscata dalle lacrime e dalla rabbia.
Non capisco. Co-Co-Cosa...
 
 
 
Qualche lacrima riga il suo viso perfettamente sbarbato.
Ha una smorfia arrabbiata e ferita sul volto.
Ha forse capito che sono davvero io?
Sì, i pugni prendono il posto delle mani tremanti. Le nocche bianche risaltano sulle sue mani rosee.
 
 
 
“John, perdonami
“PERDONARTI?!”
“Lasciami parlare. L'ho fatto per proteggerti dall'inevitabile. Da...”
“Sherlock io-io.. Ti amavo e... Ho passato giorni urlando di dolore per... Te... E...”
“John, perdonami. L'ho fatto perch.. Io... Ti a-a-ma-vo e... Ti a-a-mo.
 
 
 
Prendo una rincorsa verso di lui, pronto a dargli un pugno in faccia.
Lo amo, con tutto me stesso.
Non l'avevo capito fino a quel fatidico giorno, quando mi ha detto addio.
Le sue lacrime erano forse vere? 
No, non credo.
Lui non era e non è un uomo, era ed è una mente.
Come posso amarlo? 
Come hanno potuto delle false parole accrescere il mio amore per lui?
Mi aveva ingannato. MI HA INGANNATO.
Era vivo e mi aveva fatto soffrire per minuti, ore, giorni, anni...
Come può una persona così... Interessarmi e... Piacermi?!
Perché?!
Ma mi ama davvero, ora, in questo preciso istante?
Vedo dipingersi sul suo volto una smorfia di dolore, le lacrime sgorgano da quei suoi occhi blu ghiaccio.
Lui, fatto di marmo, impassibile, una mente, piange?
 
 
 
Non sa quello che sta per accadere, pover'uomo.
Non impedisco l'evento che so accadrà.
Perché?
Perché ormai l'ho fatto.
Oh, Sherlock, perchè?
Un colpo parte, lo sento prima che si infranga sulla finestra.
Ed ecco che un proiettile irrompe nella stanza e finisce dritto a perforare la sua dolce nuca.
Mi cade privo di vita davanti ai miei occhi, tra le mie braccia.
Perché?!
Perché ho deciso di venire qui?!
Mente diventata inutile controllata dai sentimenti, ecco cosa.
Controllata dal cuore, dalle emozioni, da tutto ciò che non volevo.
Un secondo colpo penetra nella stanza.
Sorrido, chiudo gli occhi e tenendo John tra le braccia aspetto la mia fine.
La fine di Sherlock. Oh Moriarty, ora sarai felice.
O no?
Certo che no, non avrai più la tua nemesi.
Non avrai più me.
Non avrai più nessuno con cui giocare.
E allora, mi ucciderai o il colpo è per John?
Per far gridare ancora il mio cuore di marmo?
Per far vedere che alla fine sono un uomo anch'io, vulnerabile?
Mi giro verso il proiettile che si muove come a rallentatore e so per certo che nella sua traiettoria non ci sono io.
Moriarty, sei prevedibile.
Troppo prevedibile.
Tsk, continui a volerla vinta.
Sorrido, ancora.
Mi muovo leggermente in avanti e...
 
 
 
Uno, due, tre colpi.
Uno, due, tre scagnozzi.
Uno, due, tre...
Uno, due, tre proiettili per John.
Ah, no!
Sherlock, Sherlock, Sherlock!
Primo proiettile: John.
Secondo proiettile: Tu, perché l'hai fatto?
Terzo ed ultimo proiettile: tra te e John.
Tra i vostri cuori, vicini l'un l'altro.
Tra le vostre anime, lacerate e ferite.
Tra i vostri sentimenti, mescolati in un'unica cosa.
Tra di voi, tra l'amore che provavate a vicenda.
Tutto questo tempo per dirvi semplici parole e ora?
Ora niente, due corpi giacciono inermi in questo squallido appartamento.



 
 
Bozze:
“Ti amo, John.
SH"
A: sconosciuto
Inviato: /

 
Allora, ve l'aspettavate una fine così o no?
Spero non cadiate in una depressione cronica dopo aver letto perché dopo mi sentirei davvero in colpa!
Già ci si mette la serie a farci piangere fontane di lacrime, poi se mi aggiungo anche io con questa storia è la fine!
Ditemi tutto ciò che vi passa per la testa, tutto è ben accetto!
Grazie per aver tenuto botta ed averlo letto tutto! :')
Sabri.
  
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