Americano
stava per
iniziare un nuovo noiosissimo anno. Kurt cercò di non
pensarci, per evitare di
deprimersi ancora prima di aver varcato la soglia del liceo McKinley.
Aveva
scaricato da Internet il programma del primo giorno di scuola: aveva
letteratura, due ore di matematica, un’ ora di ginnastica,
calcolo e infine
spagnolo insieme al professor Schuester.
Già
sapeva
che l’ ora più leggera sarebbe stata l’
ultima. Come inizio non era certo dei
migliori.
Si
avviò
verso la scuola, pregando di fare un piccolo incidente, di rimanere
bloccato o
di essere la vittima di un attacco alieno. Ma non accadde niente e in
meno di
un quarto d’ora si ritrovò nel parcheggio del
liceo.
Ancora prima
di entrare incontrò Rachel e Mercedes. Entrarono insieme, ma
subito constatarono
che avevano solo l’ ora di calcolo tutti e tre insieme,
mentre a matematica era
in classe con Rachel.
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La giornata
passò molto lentamente, e Kurt fu costretto a rispondere a
mille domande che si
assomigliavano tutte: come sono andate le vacanze? Avete fatto i
compiti? Avete
letto qualche libro? Vi siete riposati?
Si
stupì di
quanto i professori fossero meccanici. “Forse sono dei
saiborg con delle
domande prestabilite che… ma che sto pensando?”
L’
ultima
ora fu veramente un sollievo. Il professor Schue cercava goffamente di
formulare delle frasi in uno spagnolo quasi corretto. Cinque minuti
dopo l’
inizio della lezione, qualcuno bussò flebilmente, poi si
affacciò un ragazzo
moro, il quale si avvicinò con impaccio alla cattedra.
La classe
era ammutolita per la curiosità. Il ragazzo X,
così lo soprannominò Kurt finché
non conobbe il suo nome, parava pianissimo, la sua voce era
praticamente un
sibilo, per non farsi sentire. Schuester disse qualcosa poi si rivolse
al resto
della classe.
-Ok, chicos!
–disse con tono allegro l’ insegnante
–Lui è Blaine Anderson, un nostro nuovo
acquisto. –scherzò dando una pacca sulla spalla
destra del “nuovo acquisto”.
–Blaine, siediti pure accanto a…
-guardò i
posti vuoti per decidere –A Kurt. –
Blaine
guardò in giro per la classe, in cerca di un aiuto per
capire chi fosse Kurt,
finché non vide che c’era un solo posto vuoto.
Kurt
abbozzò
un accenno di sorriso: il nuovo ragazzo gli ispirava simpatia, in
più non si
poteva dire che fosse male…
-Ciao,
sono Kurt, piacere. Sei nuovo della
scuola? Come ti trovi? –disse il soprano tutto d’
un fiato. Era risaputo quanto
Kurt parlasse veloce, ma non si era mai reso conto di quanto potesse
essere
difficile capirlo; almeno fino a quel momento.
Il moro
sorrise e disse –Sono Blaine. – allungò
la mano e Kurt la strinse con forza. Solo
dopo si ricordò di avere fatto delle domande, le quali erano
state ignorate
completamente.
“Due
sono le
opzioni: o è scemo, o è maleducato. O
entrambe” pensò Hummel cercando di
ricordarsi il suo cognome. –Blaine Anderson, giusto?
–chiese con incertezza.
In
verità,
Kurt aveva pronunciato il suo nome “all’
inglese” cioè aveva detto Endersen,
così Blaine intervenne con una
correzione –Si pronuncia Andàrson.-
poi
divenne improvvisamente tutto rosso e aggiunse. –Sorry… -
Sembrava
sinceramente imbarazzato, così spostò lo sguardo
davanti a sé e finse di ascoltare
con attenzione una lezione completamente sgrammaticata sui verbi
regolari e le
loro coniugazioni.
Intanto Kurt
si accorse che c’era qualcosa di strano in quella parola:
nella sua mente rimbombava
una lettera. Il suono era martellante.
RRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR
Era stranito
ed imbarazzato allo stesso tempo. Imbarazzato perché il
campo visivo del suo
compagno rimaneva forzatamente spostato verso la cattedra
- Allora
ragazzi,
prendete appunti, por favor: il
passato remoto del verbo cadere è yo
cales…
- disse il professore.
Kurt stava
prendendo appunti, a differenza di Blaine che non aveva nemmeno un
foglio
davanti.
Il soprano
stava per scrivere ciò che aveva detto Schuester, quando
sentì una voce sussurrargli
all’ orecchio –Yo
caì. –Kurt
sussultò, e vide Blaine che proteso verso il suo quaderno.
Schuester,
avendo sentito la correzione che aveva fatto Blaine, si
fermò di colpo mentre
le sue guance s’ imporporavano.
-Come hai
detto? –chiese Kurt, non appena il professore ebbe
ricominciato. –Ho detto:
yo caì. Il professore ha
sbagliato. –non
ci volle molto per crederci: era risaputo che Schuester non sapesse
effettivamente lo spagnolo, infatti Santana aveva abbandonato il corso,
dedicandosi ad economia domestica.
Poi
un’ idea
brillò nella mente di Kurt.
–Da
dove vieni? –domandò inclinando la
testa.
–Puerto Rico.
–Blaine sorrise -Ecco
perché prima non ti ho risposto, perché
non aveva capito bene che avevi detto. –il suo compagno di
banco sorrise e
chiese scusa, provando a parlare il più lentamente
possibile.
-Come mai
non c’era nessuno accanto a te? –chiese
candidamente il nuovo arrivato. –Ecco…
diciamo che prevalgono due motivi. Il primo: sono gay. –Kurt
guardò il ragazzo,
sperando che non se la prendesse, o che non chiedesse al professore
cambiare
posto.
Non ci fu
nessuna reazione.
-Secondo:
-continuò –faccio parte del Glee Club. -
Blaine
spalancò gli occhi e chiese quasi con
paura –Qué? – a
questa domanda Kurt
scoppiò a ridere. –E’ il coro della
scuola! –Blaine si rilassò
impercettibilmente.
-Credevo che
fosse quasi una setta satanica.
–confessò
Blaine.
–Ho la faccia da satanista? –chiese Kurt
fingendosi offeso. –No! –si affrettò a
dire Blaine –Però mi stavi dicendo
perché
non c’era nessuno accanto a te, così ho pensato
che fossi un tipo strano o
pericoloso… -Kurt sorrise poi colse l’ occasione e
chiese –Senti, Blaine Andàrson…
ho detto bene? –Blaine annuì
–Potresti
entrare anche tu nel Glee. Nel coro, non nella setta… per
quella ci vorrà un po’
più di tempo, mi dispiace. – il moro rise.
Kurt non
sapeva nemmeno se fosse capace di cantare, ma non aveva molta
importanza, lo
voleva nel Glee, anche perché i membri scarseggiavano e la
loro presenza alle
competizioni era sempre da discutere.
-Mi
piacerebbe! –esultò Blaine –Adoro
cantare, solo che non ho mai cantato in un
coro. –quel ragazzo era la manna divina.
-Che musica
ascolti? –chiese Kurt, interessato. –Mi piace Pink,
ha stile; ma la mia
cantante preferita è sicuramente Katy Perry.
– a queste parole, Kurt risentì quel
suono rimbombargli nella scatola
cranica.
RRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR
Proprio in
quel momento suonò la campanella.
–Allora, Blaine
domani vieni a fare l’
audizione, d’ accordo? –il ragazzo
annuì, guardando con disappunto la
differenza di altezza tra lui e l’ altro ragazzo. Arrivarono al parcheggio, e
quando furono
sul punto di separarsi Blaine gli stampò un sonoro bacio
sulla guancia.
Kurt
spalancò
gli occhi, rimanendo fermo davanti alla sua macchina. Poi
sospirò e si disse “Già…
gli ispanici molte volte si salutano
così…”
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Buongiorno a
tutti!
Spero vi sia
piaciuta. È la prima long fic che pubblico,
perciò siate clementi.
Fatemi
sapere cosa ne pensate! Grazie
per aver
letto.
<3
Margy <3