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Autore: Albascura_    25/09/2006    6 recensioni
Severus. Un uomo freddo e distaccato. I suoi sentimenti sono sinceri, ma non sarà mai pronto ad ammetterlo.
Hermione. Una ragazza innamorata e fragile, incapace di distinguere tra scelte giuste o sbagliate.
Lui la illude, la delude, la mortifica, la fa sentire speciale.
Ma si arriva a un punto in cui un uomo deve prendersi le sue responsabilità, e capire che i propri bisogni e il proprio appagamento non valgono la vita della donna che si ama.
Ciao!!! Eccomi qua con una nuova One-shot che avevo progettato da tempo, ma che sono riuscita a realizzare solo adesso, dopo aver letto "Il grano in erba", il mio nuovo libro preferito. il capolavoro di Colette mi ha ispirato molto, aiutandomi a dare vita a questa storia molto, ma molto diversa dal mio solito standard.
Appunto per questo, spero e desidero ricevere tanti commenti, anche critiche!
Bacini, la vostra Vavvy! =)
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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She’s only 18

She’s only 18

La vedo correre per i corridoi freddi e vuoti, con i libri di scuola stretti al petto.

La gonna a pieghe della divisa si fa di anno in anno più corta, mostrando le gambe magre, che nascondono in sé la forza mascolina di un muscolo giovane e vivace.

La guardo correre e cerco di comparare la ragazzina degli anni precedenti con la giovane donna che ho di fronte.

E cerco invano di convincermi che non la amo.

I capelli corti le svolazzano attorno come la criniera di un leone, indomabili riccioli bruni che è impossibile tentare di lisciare o acconciare.

Ha le mani e le guance annerite dal sole, il collo bianco come il latte sotto i capelli, il sorriso impacciato, la risata squillante.

Un corpo magro e flessuoso, che (cerco di convincermi) non ha niente di femminile, un seno solo accennato, forme acerbe che temono di rovinare la perfetta purezza di quel fisico di bambina.

No, Hermione non è bella. Non lo è affatto.

E io non la amo. È solo che… lei è mia.

*

Vapori tutt’altro che profumati affiorano dal suo calderone, le goccioline di sudore che imperlano la sua fronte e inumidiscono i suoi capelli turbano appena la serena concentrazione del suo viso, l’assorta meditazione del suo sguardo, l’espressione corrucciata del suo volto, accentuata dal labbro inferiore leggermente sporto verso l’esterno.

Weasley le fa un complimento per il colore e la consistenza perfetti della sua pozione.

Hermione gli risponde con uno sguardo vivace, molto femminile, e sorride.

La bocca purpurea si dischiude tra una fila compatta di denti forti e bianchissimi, le iridi, dolci e intense come cioccolato fondente, sfumate come il duro legno massello, brillanti come un tronco d’albero riflesso sulla superficie di lago ghiacciato, si velano di ciglia scurissime e sottili, tanto da lasciarmi abbagliato.

- Non si distragga, signorina Granger - la riprendo con tono piatto.

Mi lancia un occhiata che mi lascia senza fiato, carica di significati che solo noi possiamo interpretare e capire.

Io non la amo. Non posso amarla. Ha solo diciott’anni, cazzo.

*

La notte. La notte ci avvolge nella sua morsa, rassicurante e fresca, che come un Mantello dell’Invisibilità ci nasconde dagli occhi indagatori del mondo, ci protegge dai pregiudizi e dalle critiche delle persone ipocrite che non riescono ad accettare che non sempre la vita è come si spera che sia.

Arriviamo al nostro rifugio, la dura roccia della torre più alta del Castello di Hogwarts.

Solo qui ci sentiamo al sicuro.

Mi siedo di fianco a Hermione, che mi appoggia la testa sulla spalla.

Sembra sfinita e chiude subito gli occhi. Le sue guance abbronzate, rosee e tonde, spolverate di efelidi fulve, vellutate da un accenno di peluria di una soavità lattea, dal mattino erano impallidite, e così la sua bocca fresca, sempre un po’ screpolata, come un frutto morso dal calore del giorno.

Durante la cena, si era alzata dalla grande tavola dei Gryffindor, percorrendo con il suo passo fiero e risoluto la sala grande, per poi sparire in un corridoio buio.

Mi alzai, forse troppo fulmineamente, dal mio posto nel tavolo degli insegnanti, per raggiungerla in un’aula vuota.

Li, abbandonato il suo solito atteggiamento intelligente, cocciuta e dolce era scoppiata in lacrime, lasciandosi andare a confessioni disperate e a constatazioni piene di odio per l’avvenire irraggiungibile, la fuga impossibile, la rassegnazione inaccettabile.

Aveva gridato - Ti amo! - come si dice - addio - e - Non posso più lasciarti – con gli occhi pieni di orrore.

Adesso, Hermione sospira e riapre gli occhi senza sollevare la testa.

- Ti peso, Severus? –

le faccio segno di no, ammirando, così vicini ai miei, quegli occhi di un castano che, palpitando tra le punte scure delle ciglia, mi intenerisce sempre di più il cuore.

Mi accorgo che Hermione mi sta scivolando via dalla spalla.

Con un movimento lento, impercettibile, volontario, scivola a occhi chiusi sul piccolo gradino di pietra, cercando di raggiungere i piedi che già in precedenza penzolavano nel vuoto.

Io ho capito, ma non tremo. Anzi, considero l’opportunità di ciò che Hermione tenta di fare e stringo il braccio intorno alle sue reni per non staccarmi da lei.

Stringendola contro di me, sperimento la realtà ben viva, elastica, la vigorosa perfezione di quel corpo di ragazza pronto ad obbedirmi nella vita, pronto a trascinarmi con sé nella morte…

“Morire… e perché?... No, non ancora”

per la prima volta sono solo a decidere la sorte di entrambi, libero di abbandonarmi con Hermione al vuoto o di aggrapparmi con lei alla sporgenza della roccia…

stringo più forte Hermione cingendole la vita, isso il suo corpo grazioso che si fa pesante e la incito chiamandola per nome:

- Hermione, su! –

Ritto in piedi la sovrasto, ed Hermione, guardandomi, mi vede risoluto, impaziente, e capisce che l’ora di morire è passata.

Grida: - Non mi ami abbastanza, Severus, non mi ami abbastanza! –

Faccio per parlare, ma taccio, perché non ho niente di nobile da confessare.

“Forse non la amo tanto” penso “ma lei è mia!”

*

Tutti i giorni si susseguono uguali, senza uno scopo, senza una speranza, se non quella di incrociare casualmente i suoi occhi innamorati per i corridoi, se non quella di poterla abbracciare in segreto, se non quella di poter baciare quelle labbra rosse e screpolate.

Ma cosa ho fatto io per meritare l’amore, per causare dolore e disperazione, in una giovane e promettente donna, che potrebbe avere il mondo ai suoi piedi, una vita felice e senza problemi?

Il mio cuore è così duro ed egoista da pensare solo ai miei sentimenti e al mio compiacimento, e non al futuro e alla spensierata felicità di cui la sto privando?

Chi mi da il diritto di approfittarmi così dell’ingenuità di una ragazzina?

Ha solo diciott’anni. Solo diciott’anni e tutta una vita davanti. Tutta una giovinezza che con il mio immaturo ed egoistico sentimento le sto impedendo di godersi.

Cazzo, mi faccio schifo da solo. Ha solo diciott’anni.

*

È troppo giovane, troppo inesperta per capire la gravità dell’errore che sta commettendo stando con me.

Troppo innamorata per scegliere usando la ragione.

Troppo persa in questo sentimento tanto intenso per rendersi conto che le ho procurato solo sofferenze e angosce, solo inutili preoccupazioni e supplizi.

Sforzandomi di ricordare, non riesco comunque a distinguere un solo momento in cui l’ho vista felice, neanche un istante in cui sorrideva di un sorriso sincero.

È dunque questo, l’amore?

Solo un susseguirsi instancabile di fallimenti e rimpianti?

Solo dolori e ferite inguaribili infondo al cuore?

Solo errori e traumi che un’intera vita non può cancellare?

Allora non vale la pena di amare.

Non vale la pena di vivere per soffrire.

Facciamola finita. Adesso.

Almeno tu potrai vivere, Hermione.

Vivere senza il peso di un amore troppo difficile da sopportare.

Senza l’ignobile fardello che è amare un povero vecchio.

Vivi Hermione. Vivi anche per me.

Perché io ho fatto la mia scelta.

La mia vita non vale la metà della tua. Una metà che ti ho già risucchiato con un sentimento impuro.

Adesso lo so. Ti ho amata davvero. E ti amerò sempre.

Vivi, Hermione. Almeno tu, vai e vivi.

Il cielo è nero intorno a me. Il vento gelido mi taglia il viso.

Solo un passo. Un passo verso il vuoto. Un passo che non ho avuto il coraggio di compiere con te.

Ma che sono pronto a compiere per te.

Addio.

   
 
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