Hermione
says “Hello”
“Fottuto
dal dovere pensare di dover avere”
[Ligabue – Ci sarà un bel souvenir]
Basta, non
ne poteva più.
Tutti i
giorni Ron la faceva disperare, letteralmente diventare matta.
La
trattava con una carineria assurda, che non era per nulla
adatta a lui.
La cosa
che più la irritava è che si comportava così solamente perché Harry gli aveva
detto
“Se litigate ancora una volta, giuro che ti appendo a testa in giù dall’anello centrale del campo di
Quidditch.” E se come minaccia non era abbastanza,
aveva aggiunto “L’anello di Serpeverde!”
il tutto con una lucina sadica negli occhi. Negli ultimi tempi era meglio non
scherzare troppo con la (poca) pazienza del ragazzino sopravvissuto. E Ron non era così stupido da non capirlo.
Così Hermione
per evitare le sue dolci attenzioni fasulle era fuggita in sala grande per
studiare.
Era quasi
il tramonto di un sabato pomeriggio e gli studenti di Hogwarts erano in giro
per il castello, a divertirsi, perché le vacanze Natalizie erano alle porte e nessuno
aveva voglia di fare i compiti in un’atmosfera di gioia e tranquillità simili.
Tutti
tranne Hermione “secchionazza”
Granger, come si era sentita definire alle sue spalle da Lavanda, quella
stupida oca che limonava con Ron a minuti alterni.
Lei non
poteva permettersi di non fare i compiti, seguiva talmente tanti corsi che un
minuto fuori posto nella sua tabella di marcia le avrebbe
scombussolato i prossimi vent’anni. Lei stessa
ammetteva di avere una vita piuttosto impegnata,
ma le piaceva così. Neppure un momento libero, così avrebbe negato a sé stessa
la possibilità di fermarsi a pensare.
Pensare a quanto fosse tutto così triste, benché illuminato dalle luci
Natalizie.
Con un uno
dei suoi migliori amici che non era proprio un
migliore amico e l’altro che cercava di non essere assassinato ventiquattrore
su ventiquattro.
Ad un
certo punto Hermione sentì passare delle persone davanti al portone della sala
grande.
A
giudicare dalle divise erano delle Grifondoro come lei, ma dovevano essere più
piccole, perché si rese conto di non averle mai notate.
Senza
volere, una parte del suo cervello si mise ad ascoltare quello che le ragazze
stavano dicendo.
“Pensate che mi inviterà
al ballo di Natale? Oh mio dio, sono così ansiosa” disse una ragazza bionda con vocetta semi isterica.
“Non preoccuparti, tu gli piaci, ti inviterà sicuramente!” le rispose una delle tre brunette, con tono
rassicurante.
“Sapete, non
voglio diventare un’illusa… come la nostra Caposcuola! Santo Cielo! Ma avete visto la Granger? Tutto il tempo a sbavare dietro a
quel Weasley, capisco che sia carino, ma è il ragazzo di Lav! Dovrebbe darsi un
contegno! Cioè, io non sbaverei mai dietro a Kevin, se
stesse con un’altra!”
Hermione sbuffò, tizie come quelle non dovevano avere il diritto di
esistere a suo parere.
Ma una
lavanda gastrica di fatti propri? Avevano passato il limite, ora si sarebbe
alzata e gliene avrebbe dette quattro!
Ma
prima che potesse anche solo posare la piuma con cui stava scrivendo, Hermione
sentì una voce e dei passi familiari avvicinarsi alle ragazze.
“E così non avete niente di meglio da fare che
sparlare di una caposcuola, eh Moore? Magari dieci punti in meno a Grifondoro
ti faranno perdere questa abitudine.” Disse Draco
Malfoy, con la sua voce arrogante.
“Ma..-!” le
deboli proteste delle ragazze vennero stroncate sul nascere da quello che
Hermione immaginò fosse lo sguardo “Te-ne-tolgo-altri-cinquanta” del
serpeverde.
Così
Hermione sentì dei passi allontanarsi e quelli di un’unica persona entrare
nella sala e avvicinarsi nel posto in cui lei era seduta.
Draco
Malfoy si sedette a cavalcioni sulla panca, accanto a lei e alzò un
sopracciglio.
“Eri qui
dentro e lei hai sentite, perché non hai fatto nulla,
Granger?” le chiese.
“Perché mi hai preceduto Malfoy.” rispose
lei con semplicità, continuando a scrivere. “Che
dovrei fare ora? Ringraziarti per aver difeso il mio onore?”
“Non
essere sciocca. Sai benissimo che avevo solo voglia di togliere dieci punti a
Grifondoro” le replicò il biondo, piccato.
“In questo
caso, mi rimangio il grazie che stavo per dirti”
Draco si
alzò e le si mise alle spalle, prima che Hermione
potesse impedirglielo le passò una mano trai capelli “Sei intelligente,
Granger. Non c’è solo Weasley. Ciao, Granger”
E così
com’era venuto, Draco Malfoy se ne andò in silenzio.
Il sabato
successivo Hermione entrò in sala grande e si sedette
a cavalcioni sulla panca vuota di Serpeverde, tranne che per un ragazzo biondo.
“Ciao,
Malfoy”.
*Fine*
Non so
perché ho scritto questa piccola shot. Forse per autoesaltazione personale in
vista del mio compleanno. Niente da dire: Quei due personaggi insieme mi
affascinano. Sono entrambi intelligenti e carismatici, penso che sia divertente
vederli interagire, non trovate?
Maho.