Crossover
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Autore: isina17    25/09/2006    0 recensioni
Come un gruppo di amiche appartenenti a categorie di enti magici differenti trovano l' amore tra Demoni,Angeli,Conti,Equivoci, Vampiri,Veleni e... *rullo di tamburi* le Boozye! (Buzi) Cosa sono?..... il vostro Peggiore Incubo! scherzi apparte, leggetela! -RILETTA-RIPENSATA-RISCRITTA-
Genere: Romantico, Comico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Film
Note: Alternate Universe (AU), Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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DANNI IN BUONA FEDE

Ana in questo momento era la ragazza più felice del mondo.

Circa 2 ore fa era entrata nell’ aula di disegno e dopo essersi messa al suo posto davanti a uno dei tanti cavalletti messi in cerchio al centro della stanza e aver attaccato il suo foglio e tirato fuori il proprio materiale, era stata informata dal suo professore che quel giorno, e per tutta la settimana, avrebbero disegnato un modello.

Ovviamente, visto che non potevano avere dei modelli professionisti, avrebbero scelto la persona che doveva posare per loro tra i partecipanti al corso.

Ora, diciamocelo chiaramente, nessuno propenso a migliorare le proprie doti artistiche avrebbe voluto passare una settimana intera, ore e ore, a posare per i propri compagni di classe.

Di conseguenza, non c’ era nessuno disposto ad offrirsi volontario.

-Dovrò rimediare- pensò Ana guardandosi intorno, e proprio alla sua sinistra individuò la sua preda.

Davanti al cavalletto accanto a lei, si trovava uno dei ragazzi più belli che Ana avesse mai visto,

O meglio detto, con termini che la stessa ragazza ha usato - cito testualmente- un fiho da paura.

Insomma, quel povero ragazzo non aveva idea di quello che, a sua insaputa, la losca Boozye-Guard aveva in serbo per lui.

Come per renderle le cose più facili, il professore aveva trovato un metodo per scegliere chi avrebbe dovuto posare, veramente ideale.

“Allova vagazzi, pev sceglieve il nostvo modello, peschevete da qvesto sacchetto, dei foglietti numevato. Successivamente, la nostva Ana qui, peschevà da quest’ altvo sacchetto, un altvo foglietto numevato. La pevsona con lo stesso numevo del foglietto pescato da Ana, dovrà vassegnavsi a posave pev noi. Ova, siamo tutti d’ accovdo?”

A questo punto, nella classe ci fu un si generale. Anche perché, nonostante l’ aspetto apparentemente pacifico del professore, se arrabbiato poteva diventare una vera belva. E nessuno lo voleva contraddire. E poi c’ era solo una possibilità su trenta che uno venisse scelto. La classe era molto numerosa.

Ad ogni modo, Ana, prima di pescare dal primo sacchetto ,aveva tolto la barriera spirituale che bloccava i suoi sensi premonitori e si concentrò sulle proprie sensazioni per tentare di avere una visione su quale numero pescare.

Non appena toccò uno dei foglietti all’ interno della busta, le apparve il numero che avrebbe poi pescato nel secondo sacchetto. Il numero tre.

-Perfetto- pensò Ana sorridendo mentre finiva di estrarre il suo foglietto dal primo sacchetto

-Come il numero delle Boozye. Dunque, ora non mi resta che fare in modo di far pescare il tre a questo pezzo di gnocco alla mia sinistra, ma come faccio?-

Per un qualche scherzo del destino ( ma chi vogliamo prendere in giro? È colpa mia!! È colpa mia!! Forza, al mio tre: chi è l’ autrice sadica? Buahahaha )

Insomma, per un qualche scherzo del destino, il numero che Ana aveva appena pescato dal primo sacchetto, era proprio il tre.

-Oh Yes!!-

Così, senza perdere altro tempo e prima che il professore la chiamasse a sorteggiare il fatidico numero dal secondo sacchetto, la ragazza prese una delle matite appuntate che aveva sul bordo inferiore del cavalletto e spostandosi alle spalle del ragazzo predestinato lo colpì con la matita sul suo fondo/schiena. Tutto questo prima che potesse leggere il biglietto.

Ovviamente, il poverino, colto di sorpresa, fece cascare per terra il foglietto che teneva in mano, con su scritto il suo numero, e approfittando della situazione, Ana, scambiò il suo numero tre, con quello del ragazzo. Allontanandosi, poi, quasi alla velocità della luce per non essere scoperta.

Subito dopo, la ragazza, si fiondò in direzione del secondo sacchetto, estrasse il fatidico numero e lo mostrò, saltellando, al suo professore, il quale, dopo averlo letto, richiamò l’ attenzione della classe.

“Pevfetto vagazzi, il numevo estvatto, e qvindi qvello covvispondente alla pevsona che dovvà favci da modello è il numevo”

A questo puntò tutti gli studenti trattennero il respiro e pregarono con tutta la propri anima che il numero estratto non fosse il loro.

Tutti tranne Ana ovviamente, che aveva un aria talmente compiaciuta che se avesse sorriso anche solo un millimetro in più, probabilmente le si sarebbe spaccato il viso.

“Nove!” urlò il professore.

Ana scattò in direzione del suo professore.

“Cosa?! NO!”

“Schevzavo! Ha ha ha”

Li prese in giro il docente, ridendo, e la povera ragazza alla quale, apparentemente, era toccato il numero nove, per poco non svenne.

“Il numevo è il Tve! Chi ha pescato il numevo tve si faccia avanti!”

A quel punto, il ragazzo tanto ambito dalla mente perversa della Boozye-Gurd, iniziò a camminare verso il suo professore quasi tremando.

Comunque, nessuno sano di mente avrebbe potuto dare torto ad Ana per aver preso di mira proprio quel ragazzo. Era particolarmente bello.

Aveva dei capelli biondi, leggermente ondulati, abbastanza lunghi, degli occhi azzurri da brivido

( in senso buono) e un fisico perfetto. Come biasimarla?

Insomma, adesso il poverino era in trappola e non c’ era nulla che potesse fare.

-Come sono stata brava- si auto complimentò Ana che stava praticamente appiccicata al ragazzo, facendo finta di ascoltare quello che diceva il professore.

“Cavo vagazzo, come ti chiami?” gli chiese il docente non poco soddisfatto del fatto che fosse toccato proprio a questo ragazzi modellare.

Voleva che fosse un bel modello, e in questo caso, si può dire che la fortuna era stata pienamente dalla sua parte. (in realtà era solo colpa della brama maniacale di Ana per i bei ragazzi, ma questo lui non lo sapeva)

“Sono Eros” si presentò il ragazzo con una voce a mala pena udibile.

Non voleva ASSOLUTAMENTE fare il modello, ma non aveva il coraggio di contraddire il suo professore.

“Bene, appoggia tutto il tuo mateviale sul tuo cavalletto mentve io spiego ad Ana qui qvello che devi fave, e poi lei lo spiegevà a te d’ accovdo?” e senza aspettare una risposta, diede una spinta ad Eros indirizzandolo verso il suo cavalletto dove doveva rimettere a posto tutto il suo materiale, visto che non gli sarebbe servito.

Povero Eros.

La sua mattinata era cominciata veramente male.

Dopo essersi separato da Michael e Cain, era andato subito nell’ aula di disegno, dove sperava di passare 3 ore in tranquillità, e invece era andato tutto storto.

Non solo era stato colpito con una matita proprio sul suo fondo-schiena da chi sa quale pervertito, ma adesso doveva pure fare da modello per una settimana intera! E come se non bastasse, a un certo punto aveva anche percepito un aura insolita nell’ aula, come di un altro ente magico, che però aveva subito rialzato una barriera così da non essere scoperto.

Non è che la cosa lo preoccupasse più di tanto, ma preferiva sapere se e quali fossero le entità magiche con cui doveva avere a che fare.

-Ma, sarà meglio non pensarci- Si disse Eros che, dopo aver finito di mettere via tutto il suo equipaggiamento e averlo appoggiato in fondo all’ aula dove teneva anche la sua borsa per andare ,più tardi, a fare tiro con l’ arco , tornò a camminare in direzione della ragazza che gli aveva indicato il professore, la quale, senza un motivo in particolare, lo stava guardando sorridendo in modo maligno e compiaciuto.

Lì per lì, il ragazzo, nel vederla con un espressione simile si bloccò di colpo, ma lei non gli diede nemmeno il tempo di decidere se scappare correndo dall’ aula o restare, che aveva gentilmente preso la decisione per lui e lo aveva raggiunto.

Dopo di che, lo aveva afferrato per la parte frontale della camicia e lo aveva tirato giù fino a quando non avevano quasi i nasi che toccavano.

Eros pensò che stava quasi per baciarlo quando, sempre sorridendo, gli disse soltanto una parola:

Spogliati”.

Al povero angelo gli ci vollero almeno 15 minuti buoni per recuperare dallo Shock, durante i quali, però, Ana non aveva perso tempo, e prendendo nuovamente l’ iniziativa, lo aveva praticamente svestito quasi del tutto, e portato al centro della stanza.

-M guardalo poverino quanto è rimasto shockato….bah, sai quanto mi importa, purchè si faccia a modo mio..hehe-

È qui che potete notare la vena Boozye dell’ Ana, non si fermano davanti a niente o nessuno ( a meno che non sia Kira) pur di ottenere quello che vogliono.

E in questo caso, lei voleva Eros, il quale, dopo che, appunto, la ragazza lo aveva lasciato

-letteralmente -in mutande, si era finalmente ripreso dal suo Shock.

“Ma sei impazzita?”

Il ragazzo aveva cercato in vano di fermarla dall’ intento di spogliarlo del tutto, con poco successo però, aveva una presa ferrea.

“No! Il professore ha detto che devi posare nudo! Non sarò certo io a disubbidirgli…” gli aveva risposto Ana, sempre sorridendogli ma senza guardarlo negli occhi. (Stava guardando da altre parti ^_^!)

“Ma io non voglio! Nessuno aveva detto che avrei dovuto spogliarmi!”

“Oh piccino! Non ti aveva detto nulla nessuno?” gli disse Ana con tono dolce toccandogli la guancia.

“Ma allora come facciamo? Ah! Io ho un idea…Non me ne frega NULLA!!”

Ed Ana, a quel punto, gli saltò letteralmente addosso.

Eros, che sarebbe stato più che capace di fermare l’ attacco della Boozye-Guard, era rimasto bloccato perché colto alla sprovvista, e adesso stavano rotolando lungo il pavimento dell’ aula.

Questo fino a quando non arrivò il professore, che lasciò ad Eros la possibilità di tenere un asciugamano legato in vita, e ad Ana quella di scegliere la prima posa in cui disegnarlo.

Così, dopo circa due ore che stavano disegnando, Ana era la persona più felice del mondo.

Al contrario, Eros, aveva quasi il fumo che gli usciva dalle orecchie per la rabbia, visto che ogni volta che tentava di lanciare un occhiataccia omicida ad Ana, la ragazza gli rispondeva soffiando un bacio nella sua direzione e facendogli l’ occhiolino.

Insomma, il nostro povero angelo aveva dovuto passare tre ore infernali.

Quando finalmente suonò la campanella che segnava la fine della lezione, corse praticamente fuori dall’ aula per rivestirsi in bagno, lasciando entrambe le sue borse vicino alla porta.

Ora, Ana, da ragazza beneducata che è, aveva avuto la brillante idea di mettersi a rovistare fra le sue cose, una volta che tutti furono usciti. E dopo aver trovato l’ arco, visto che Elisa le aveva insegnato come fare, lo aveva montato.

E fu così che Eros la trovò, un volta tornato in classe.

Con Ana che mimava una scenetta del cartone Disney di Robin Hood.

-Questa è tutta matta- pensò osservandola abbastanza divertito mentre restava a guardarla dalla porta dell’ aula, adesso Ana stava recitando qualcosa sulle linee di “Muori! Principe Giovanni!”

-Peccato che sia un caso da manicomio, è pure carina-

Avrebbe continuato ad osservarla ancora per un po’, se non fosse per il fatto che una frecce gli era appena passata a circa 2 millimetri dalla guancia e tagliandogli un ciocca di capelli.

“Ups” esordì la vocina dolce di Ana che si era messa a ridere nell’ aver visto l’ espressione sconvolta del ragazzo.

Eros , al contrario, non ci trovava niente da ridere.

“Ma allora sei veramente pazza! Per poco non mi uccidevi! Che volevi farmi un buco in testa!? Però hai una buona mira, ci sei arrivata vicinissima”

Ana rise. “Veramente, non ti avevo nemmeno visto, io stavo mirando al cavalletto…”

Gli rispose la ragazza indicando un cavalletto dalla parte opposta di dove si trovava Eros.

-Ok, è pazza e ha la mira di una strabica…peggio di così non poteva andare-

I suoi pensieri vennero interrotti dalla visione della ragazza che tirava fuori dalla sua faretra una altra freccia. Era tutta d’ oro con le alette e la punta azzurre.

-Oh No… dimmi che non ha preso quelle frecce-

“Hei! Ti chiami Ana giusto? Senti, non puoi usare quelle frecce!”

Le disse Eros camminando verso di lei dopo aver staccato dalla cornice della porta la freccia con la quale per poco non lo aveva preso in pieno.

Questa, al contrario di quella che aveva Ana in mano adesso, era tutta nera con la punta e le alette rosse.

“Come hai fatto a montare il mio arco? Fai parte del Club?”

“Io? Fare parte del Club di -tiro con l’ arco-? No..No… ma una delle amiche che viene qui all’ università con me è nel Club.. Forse la conosci, è parecchio brava. Comunque è lei che mi ha insegnato come montarlo.”

Eros la guardò in modo scettico.

“Allora ho un idea!” Gli disse Ana saltellandogli in contro. “Tu mi insegnerai a tirare!”

Era più un esclamazione che una domanda. Anzi, era un ordine, ed Eros non sapeva se ridere o arrabbiarsi.

-Ma mi sta prendendo in giro?-

“Allora? Quando cominciamo?” insistette Ana sventolandogli la freccia che aveva in mano sotto il naso.

-Evidentemente No… ma come faccio a sbarazzarmi di lei senza offenderla?… ho passato troppo tempo con Michael, mi sta attaccando le sue cattive maniere… ci vorrebbe una ragazza che fosse cocciuta tanto quanto lui. Ma quello non è il problema. adesso devo solo farmi ridare le mie frecce e il mio arco… focalizza Eros.-

“Scusami ma, non hai detto che anche una tua amica tira con l’ arco?”

“Beh si..”

“Allora fatti insegnare da lei e rendimi le mie frecce!”

“No.”

“No cosa?”

“No lei non mi insegna e no, mi tengo le tue frecce perché sono molto più belle.”

Gli rispose Ana tranquillamente, come se fosse stata una cosa ovvia.

“E perché non ti insegna?”

-Ma cosa sto facendo?! Perché mi interessa?-

“Bè perché in meno di mezz’ ora sono riuscita a perdere 42 frecce..no 43!”

A questa risposta Eros si mise a ridere, perdere delle frecce non era mai piacevole.

“Ha… poverina! Gliele hai perse tutt- PERSE?!? RIDAMMI LE MIE FRECCE!!”

Al solo pensiero che quella ragazza potesse perdere le sue armi, Eros era rimasto sconvolto.

Del resto, quelle che Ana, a sua insaputa, aveva adesso in mano non erano frecce qualunqui, ma le sue frecce di Odio e di Amore.

Erano fondamentali per lui, visto che se non fosse diventato abbastanza bravo non avrebbe mai potuto diventare il Cherubino ufficiale, il vero angelo dell’ Amore.

Non poteva ASSOLUTAMENTE permettersi di perderle.

Così, si lanciò in direzione della ragazza, con l’ intento di recuperare le sue adorate frecce, ma aveva solo finito per scontrarsi con una barriera, visto che Ana, prevedendo la sua mossa, aveva innalzato un campo di energia.

-Ma cosa diavolo!-

Il povero angelo non aveva idea di quello che era successo. E adesso si trovava per terra perché respinto dallo scudo.

Quando mise insieme le cose era scioccato.

-Ma allora è lei l’ ente magico che ho percepito tre ore fa!-

I suoi pensieri vennero interrotti da una risatina acuta da parte della ragazza.

“Pensavi veramente di cogliermi alla sprovvista? Tu non hai idea di con chi hai a che fare:”

Gli disse Ana con tono apparentemente dolce. In realtà era chiaro come il sole che lo stava minacciando. Eros però non volle farsi spaventare.

“Dimmelo tu allora! Cosa sei? So bene che un essere umano normale non può creare una barriera spirituale.”

Le chiese l’ angelo che intanto le si stava avvicinando spinto sia da una voglia notevole di farle del male, visto che lo aveva fatto arrabbiare, che dalla sua curiosità.

“Non sono affari tuoi” gli rispose disinvolta la ragazza, ormai dimenticatasi del tentato-attacco.

Era troppo occupata ad esaminare la freccia dorata che aveva in mano.

“E comunque non capiresti…” aggiunse sotto voce. Eros la sentì comunque.

“Tu credi?”

“Bè, si. È raro che uno non mi creda pazza per quello che dico..”

-Solo per quello che dici?- Pensò Eros tra sé e sé , non osando però dirglielo a voce alta.

“Mi prometti che non lo dirai a nessuno e che non riderai di me?”

Adesso Ana lo stava guardando dritto negli occhi e gli parlava in modo serio.

“Ma si! Certo, te lo prometto..”

“Non ti credo.”

“Ma me lo hai chiesto tu!”

“Ho cambiato idea.”

“Oh per l’ amor di Dio! Cosa devo fare con te?!”

Eros era veramente sfinito. Non si sentiva così mentalmente frustrato dall’ ultima volta che aveva giocato a scacchi con Cain ( che tra l’ altro era stata la prima e l’ ultima. L’ unico che forse poteva tenere testa al Conte in fatto di giochi di strategia era l’ “Infermiere” = Lo so, mi odierete per questo, ma ancora non vi dico chi è questo “infermiere“ hi hi hi non è ancora il momento! ^_^)

Aveva l’ impressione che stesse litigando con una bambina piccina.

“Facciamo così! Io ti rendo il tuo arco e le tue frecce e ti dico cosa sono, e tu mi insegni a tirare con l’ arco.. Ok?”

Lì per lì, l’ angelo non aveva assolutamente idea di cosa fare.

-Non che abbia molta scelta, ho l’ impressione che se rifiuto me le farà mangiare le mie frecce…

Ma magari non sarà tanto male come credo, carina è carina… e poi sembra anche simpatica.

Se non fosse che ha un po’ di manie a pazza isterica, sarebbe proprio il mio tipo..

Vabbè, io mi butto-

E senza ripensarci un secondo le strinse la mano.

“Mi posso fidare di te? Non è che poi vai via e non ti rivedo più?”

Gli chiese Ana che adesso trovava Eros ancora più interessante di prima, non solo era bello, bello e ancora bello, ma aveva avuto una pazienza inaudita con lei. Non le era mai successo.

“Ma certo che ti puoi fidare di me!” le rispose il ragazzo sorridendo.

“Guarda, in segno della mia buona fede ti lascio la mia catenina. Se poi non ti dessi lezioni, puoi tenerla! Tra l’ altro, è di oro bianco, quindi ha anche un certo valore economico”

E senza aspettare , si sfilò una delle catenine dal collo, e la mise in mano ad Ana, che da brava Boozye che è, anche se solo in parte, nel sentir parlare di denaro, e nel vedere oggetti luccicanti, non fece domande e accettò felicissima la catenina che le aveva appena dato Eros.

“Adesso passami la mia roba che dopo la pausa pranzo devo andare a fare tiro con l’ arco”

“D’ accordo, tieni” e sempre sorridendo, Ana gli passò entrambe le sue borse, l’ arco e le frecce.

Dopo di che fece per uscire dalla porta.

“Ana!” all’ ultimo momento, Eros la fermò chiamandola per nome.

“Si?”

“Non mi hai ancora detto cosa sei? E come faccio a ritrovarti? Ci sei domani?”

Ana gli sorrise dalla porta.

“Credo proprio che ci rivedremo molto prima di domani, e a proposito di quello che sono… beh….io sono una Boozye-Guard”

E ridendo, scomparì in corridoio.

Eros rimase lì per almeno 10 minuti, tentando di capire cosa glia aveva detto.

Aveva già sentito quel nome da qualche parte, ma proprio non gli veniva in mente dove .

-Accidenti, eppure mi sembrava fosse una cosa importante, e poi cosa voleva dire con “credo proprio che ci rivedremo molto prima di domani?” non abbiamo altre classi insieme…

Meglio non pensarci và, ora, dopo la pausa pranzo vado al Club e poi cerco Cain e Michael-

Era a metà strada tra dove si trovava adesso e la porta quando la cosa lo fulminò.

-Michael, Boozye, Demoni, Kira-

-Oh No… Michael mi ammazza, sono mesi che tenta di capire cosa stà tramando suo fratello, e l’ unica cosa che siamo riusciti a capire è che ha creato una nuova specie di demoni, chiamati Boozye.

A quanto pare ci deve essere un’altra entità chiamata Boozye-Guard, e io l’ ho appena lasciata andare…..

Michael mi ammazza.

Povero Eros, non aveva idea di cosa lo aspettava… beh, nessuno aveva idea di cosa sarebbe successo… tranne Ana ovviamente.

Che gusto c’ è nell’ avere la capacità di vedere il futuro quando poi non la puoi usare?

Insomma, la nostra cara Boozye-Guard sapeva già che da questo giorno in poi, le cose non sarebbero più state le stesse… in senso buono…credo.

 

 

Ja Ne!

Z.Z.

 

A/N: Vi è piaciuto questo capitolo?

Credo sia uno molto divertente!

Non vi spaventate, ma Ana è veramente così…haha

Stò anche pensando ad un nuovo “CHIACCHERANDO”… a me piacciono molto..

Per favore, se leggete, lasciatemi un commento! È molto importante per me, e tutti i vostri consigli sono benaccetti!

Besitos

Z.Z.

 

 

  
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