A te, perchè non fai altro che guardare!
  

Il numero 12 di Grimmauld Place è immerso nel silenzio più completo, perfino Kreacher è silenzioso e non se ne sta andando in giro borbottando. Per Remus, che è già sveglio nonostante fuori non si ancora sorto il sole, questo silenzio innaturale è doloroso. Sirius non c’è più, è morto. Un altro dei Malandrini se ne è andato per sempre, Remus ha perso un altro amico. Chissà se Peter lo sa, soprattutto Remus si chiede cosa abbia pensato Codaliscia non appena ha saputo della morte di Felpato, ma in fondo Minus li ha traditi nel momento in cui ha fatto in modo che James e Lily venissero uccisi. Remus reprime a stento le lacrime, sa di non essere solo, eppure il vuoto lasciato da Sirius è incolmabile, inevitabilmente si è portato vi una parte di lui attraversando il Velo, un parte estremamente importante. Remus è stato lacerato, spezzato, ucciso, dalla scomparsa di quel cane; niente è simile al dolore che sente, neanche nelle notti di luna piena prova tanto, non credeva di poter provare un sentimento tanto forte per la morte dell’amico, in fondo aveva già perso James, per anni aveva creduto che Minus fosse morto, eppure il dolore per Sirius sembrava non aver fine. Neanche Nymphadora, la sua Tonks, era riuscita a consolarlo nelle settimane che erano passate dalla Battaglia al Ministero, non trovava più conforto nelle sue braccia. Non aveva versato una lacrima, non che non volesse, ma sapeva che Sirius l’avrebbe odiato per una cosa del genere; eppure nonostante reprimesse le lacrime non riusciva a non pensare a ciò che avevano passato insieme, da quando erano ad Hogwarts fino ai giorni passati a Grimmauld Place.
“Remus?” domandò una voce dal basso. Nymphadora era arrivata, tentava di tenergli compagnia, di non farlo cadere in depressione, probabilmente tentava di non fargli fare un gesto estremo, come togliersi la vita. Effettivamente era così, Tonks era l’unica che riuscisse a tenerlo in vita. Remus la raggiunse, la prese per mano, la condusse in cucina, lei armeggiò per un po’ ai fornelli e poi gli porse una tazza di the. Remus sorrise e la tirò a sé, la fece sedere su di lui, lei si voltò e colpì la tazza che cadde a terra e finì in frantumi sul tappeto logoro. Nymphadora baciò Remus con voglia, cercò di trasportare anche Remus nel vortice di passione che aveva preso Tonks, ma Remus era passivo, subiva e basta, poi si staccò bruscamente dalla ragazza, in cerca di ossigeno. Aveva il fiato corto, voleva che Tonks lo baciasse di nuovo, eppure si sentiva in colpa, Tonks era il suo oblio, ma anche la sua ancora. La sua perdizione e la sua vitalità. Lei si avvicinò di nuovo e lo baciò, stavolta non si fece trasportare, ma si fece trasportatore; si staccarono di nuovo, l’impeto era stato talmente forte che aveva spezzato il fiato ad entrambi.
“Sirius …” sussurrò lui sulle labbra della ragazza, lei impallidì e sgranò gli occhi.




Angolo autrice:
Ok, lo ammetto, dovevo ascoltare la spiegazione di fisica, ma la voglia di scrivere era troppo forte. Dopo due storie slash su Sherlock, me ne sono uscita con questa, io che sono fortemente convinta della coppia Remus/Tonks. Effettivamente questa non è slash, eppure il suo sussurrare Sirius alla fine mentre bacia Tonks, non mi convince proprio... Lasciate un commentino ad una povera pazza? Grazie! (: