Tennis no Oujisama: Mitsukawabi Gakuen
Prologo
Tirava una leggera brezza, quel pomeriggio,
tipico di quel periodo autunnale che indicava la fine dell'estate.
Le foglie stavano già iniziando a mutare il
colore e a depositarsi sul terreno che circondava gli alberi, gli uccelli
avevano iniziato a migrare verso luoghi più caldi, mentre altri animali si
preparavano per il letargo.
In un piccolo parco della città, si trovava un
campo da tennis circondato da una piccola boscaglia che in quel periodo era più
splendida che mai, almeno per Kunimitsu che in quel
momento si stava allenando.
Quel posto su di lui aveva sempre avuto un
effetto rilassate, adorava stare in quel campo, sopratutto in quel periodo
dell'anno, che era quasi deserto come quel giorno. Spesso quando era afflitto
da indecisioni, il silenzio che lo circondava quel luogo, aveva la capacità di
aiutarlo nelle sue decisioni.
In quel periodo era terribilmente confuso, non
sapeva infatti quale liceo scegliere, mancava ancora un po' per la fine
dell'anno scolastico ma non aveva ancora le idee chiare sul futuro. Quasi tutti
gli altri membri del club di cui era capitano avevano deciso in quale
iscriversi, ma lui non aveva ancora preso una decisione, sapeva solo che voleva
continuare a giocare a Tennis quindi cercava un istituto che avesse una buana squadra.
Il corpo del ragazzo era ormai segnato dalla
fatica, aveva perso il conto di quanto si fosse allenato. Decise di fare una
piccola pausa per riprendere fiato.
Si avvicinò alla panca dove precedentemente
aveva poggiato la sua borsa, prese dall'interno la borraccia iniziando a bere
il liquido che conteneva.
Non c'era niente di meglio dell'acqua dopo un
intenso allenamento, tutte le energie perse sembravano essergli tornargli
magicamente. Avrebbe potuto continuare ad allenarsi, ma decise di lasciar
perdere ammirando il bellissimo scenario che lo circondava, adorava la natura e
quel luogo era uno dei più belli che avesse visto.
Incominciò a pensare al suo futuro, le sue
intenzioni erano quelle diventare professionista e uno dei modi migliori per
farlo era quello di iscriversi in un buon club, se avesse avuto le idee più
chiare sarebbe stato molto più semplice.
Sempre dalla borsa perse alcuni fogli di carta,
fascicolati assieme da lui stesso, erano tutte le informazioni sui club di
tennis delle scuole superiori che era riuscito a recuperare. Le aveva lette
tante di quelle volte che aveva imparato tutto a memoria, la quantità di campi
di ogni istituto, che tipi di allenamenti facessero, come fossero organizzato.
Rileggere on gli bastava per poter fare una scelta.
Keigo stava tornando a casa,
l'autista era andato a prenderlo come ogni giorno di fronte ai cancelli della Hyoutei.
Si era seduto sui sedili posteriori dell'auto,
incrociando le braccia e accavallando le gambe. Quel giorno era più stanco,
stressato e irritato del solito, le attività del club stavano diventando sempre
più pesanti da gestire da solo, sopratutto visto che chi come lui frequentava
il terzo anno doveva anche pensare agli esami di fine anno. Come se non
bastasse un'altra ragazza gli aveva dichiarato il suo amore, la quinta quella
settimana beh non gli dispiaceva essere nei lori pensieri, d'altronde lo sapeva
di essere un bel ragazzo, ma non aveva tempo in quel momento per avere una
storia d'amore, e questo sembravano non volerlo capire stressandolo ancora di
più di come già non lo fosse.
Per rilassarsi incominciò a guardare fuori dal
finestrino, non è che c'era molto d'interessante, l'unica cosa che riuscì ad
attiralo fu un parco.
Decise di fermarsi per un po', magari stare da
solo l'avrebbe fatto rilassarsi, disse all'autista di fermarsi facendogli
sapere che l'avrebbe chiamato quand'era ora di tornare a casa.
Mentre passeggiava, intravide qualcosa, un campo
da Tennis notando qualcuno allenarsi, gli ci vollero pochi secondi per
riconoscere Tezuka.
“Ah... Tezuka si sta
allenando?” pensò mentre un sorriso comparve sul volto del ragazzo.
Pensava di approfittare del momento per poter
studiare meglio lo stile dell'altro. Decise di affrettarsi, visto che un
occasione come quella non sarebbe ricapitata tanto facilmente.
Arrivò pochi minuti dopo. Non che si aspettasse
di vedere molto all'inizio, ma di certo non credeva che in quel lasso di tempo
l'altro avrebbe interrotto i suoi esercizi.
Non gli servì a nulla rileggere quei fogli, la
sua indecisione continuava a persistere. Finora era sempre riuscito a prendere
una decisione da solo per quanto fossero difficili, ma stavolta non ci
riusciva.
“Sarà meglio andare a casa.” pensò guardando il
cielo. “Si sta facendo tardi.”
Restò un altro paio di secondi osservando lo
spettacolo sopra la sua testa, le nubi si spostavano mosse dal vento,
desiderava che quella brezza portasse via tutta la sua confusione assieme a
quelle nuvole.
Sospirò mentre iniziò a riporre tutto nella
propria borsa, per prima cosa si assicurò che la borraccia fosse chiusa bene e
che non perdesse acqua, poi posò i fogli, l'asciugamano con la quale si era
appena asciugato. La racchetta la lasciò per ultima com'era sempre solito fare
per essere la prima cosa che avrebbe preso una volta negli spogliatoi della Seigaku.
Era rimasto immobile osservando Tezuka, gli era bastato un solo sguardo per capire che
qualcosa non andava in quel ragazzo. Dalla loro partita aveva capito che
l'altro non era un tipo che lasciava trasparire le proprie emozioni e che
avesse un forte autocontrollo.
Non che gli interessasse del suo stato, ma c'era
qualcosa nel suo rivale, qualcosa che sembrava attirarlo in una maniera
insolita. Non sapeva spiegarsi esattamente cosa stesse provando, era come
incantato da quel ragazzo. Senza che se rendersene conto, si ritrovò di fronte
a lui.
Tezuka era ancora intento a
sistemare le sue cose nella sua borsa, doveva solo riporre la racchetta, cosa
che avrebbe fatto se non avesse visto l'ombra di una persona che oscurava la
zona.
Il ragazzo si domando chi potesse essere e
quando fosse arrivato. Era certo di essere stato sempre solo quel pomeriggio
fino a quel momento.
Non aveva nessuna idea di chi fosse, era sicuro
che nessuno dei suoi conoscenti frequentasse quel posto. Si voltò per vedere
chi era.
Non poté far al meno di notare la divisa della Hyoutei e gli occhi blu del capitano del club di Tennis che
si trovava poco distante da lui.
“Cosa ci fa qui?” pensò Tezuka.
Era la prima volta che vedeva Atobe in quel parco, non pensava che lo frequentasse.
Immaginò che probabilmente anche lui era volesse allenarsi circondato in quel
silenzio rilassante.
« Yo Tezuka!» salutò il suo rivale.
« Ciao Atobe. »
ricambiò.
Keigo iniziò ad avvicinarsi
alla panca dov'era seduto l'altro, Kunimitsu per
educazione spostò la borsa in modo che l'altro se avesse intenzione di sedersi
potesse farlo e fu quello che fece.
Non chiese il permesso al rivale, d'altronde
invitato direttamente ad accomodarsi al suo fianco.
Riuscivano ad avvertire entrambi una forte
tensione che impediva a tutte e due di rompere il ghiaccio.
Tezuka non era mai stato un
tipo molto loquace e non sapeva quali argomenti interessavano al suo rivale,
non poteva certo dirlo di conoscerlo bene, l'unico in comunque che gli veniva
in mente al momento era il tennis.
« Ti va una partita Tezuka?
» Anche Atobe non sapeva esattamente cosa dire e l'unica
cosa che riuscì a chiedergli fu quello di sfidarlo ad una partita a tennis.
« Ok... »
Atobe si stava scaldando
aspettava solo l'arrivo del rivale, fortunatamente aveva portato la sua con se,
mentre l'altro prese la sua. L'altro non tardò e dopo poco raggiunse anche lui
il centro del campo.
« Al meglio di un set? » chiese Atobe « Va bene? »
« Sì. » rispose l'altro.
« Inizio prima io. » A Tezuka
quella non era sembrato affatto una domanda.
« Ok » disse dandogli la sua palla da tennis.
“Chissà se è guarito.” pensò.
Batté il servizio, lanciando la palla di fronte
al rivale, dal modo in cui l'aveva fatta tornare da lui, riuscì a capire che
l'altro intendesse fare sul serio quella sera. Era un colpo preciso, diretto
verso la parte opposta del campo. Per uno forte come, il migliore, non fu
affatto difficile rispedirla da Tezuka calibrando la
potenza della pallina in modo da fargli capire che anche lui avrebbe dato il
meglio di se per vincere.
Quella partita era proprio quello che ci voleva,
sentiva che tutto lo stress che aveva accumulato in quel periodo iniziava
lentamente a svanire, quel ragazzo era uno dei più forti tennisti che avesse
conosciuto. Aveva già avuto occasione di battersi con lui durante il torneo
Nazionale, dopo una durissima lotta, era riuscito a vincere, anche se dubitava
dell'esito se l'altro non si fosse infortunato.
Il Match non ebbe vincitori, il cielo stava
ormai oscurando e continuare oltre senza una luce, perché quel campo non
conteneva illuminazione artificiale, sarebbe stato difficile se non impossibile
anche per due come loro, quindi interruppero la loro partita al punteggio di
3-3
Atobe in quella partita aveva
capito che anche Tezuka era nella sua stessa
situazione, gli era bastato solo osservare le sue spalle tese per capire che
anche lui era stressato. Il rivale era il capitano della Seigaku
e forse anche lui stava passando quel momento di stressante.
Keigo era seduto sulla
panchina osservando Kunimitsu intento a sistemare le
cose nella sua borsa.
« Hei Tezuka! » fece per attirare l'attenzione del rivale che si
voltò sentendo chiamare il suo nome. « Hai già deciso dove andare il prossimo
anno?»
Tezuka che in quel momento
stava bevendo dalla borraccia, rischiò di farsi andare l'acqua di traverso.
Non riusciva a credere alle sue orecchie,
possibile che avesse capito la sua indecisione? Lo spirito di osservazione di Atobe si spingeva davvero fino a quel punto?
« Non ho ancora preso una decisione definitiva.
Tu hai già scelto? » chiese lui
« Andrò alla Mitsukawabi
Gakuen.* » disse con un aria fierissima.
« Quella Mitsukawabi?
» chiese Tezuka osservandolo
« Certo! » fece lui « Molti professionisti hanno
frequentato quella scuola. »
“Certo, è vero... ma avevano tutti parenti già
affermati, o venivano da famiglie altolocate ” pensò Tezuka.
« Tu cosa farai? »
« Io? Ho intenzione di continuare col tennis
e... »
« Allora perché non vieni anche tu? »
« Eh... preferisco una scuola normale... »
La Mitsukawabi Gakuen era stata fondata agli inizi degli anni 60 da un tennista
che dopo il suo ritiro dedicò al sua vita alla formazione di nuovi talenti. Non
era mai stata accessibile a tutti, solo i membri dell'alta società potevano
frequentare quei corsi, e non tutti potevano però farcela, perché le selezioni
per farne parte erano durissime, infatti tutti gli studenti dovevano vincere
dei tornei per poter essere ammessi.
Non gli sembrava affatto strano che Atobe decidesse di frequentare proprio quella scuola, uno
come lui poteva permettersi un lusso del genere.
« Potresti vincere la borsa di studio sai? »
Aveva sentito che il nuovo preside, in carica da
ormai quattro anni, in quel lasso di tempo osservando i migliori tennisti
finanziava i loro studi tramite delle borse di studio per permettere anche a
ragazzi comuni di potersi iscrivere.
« ...mi stai sopravvalutando.»
« No ti sopravvaluto, conosco le tue capacità e
so che riusciresti a farcela.»
Atobe si alzò in piedi
avvicinandosi al rivale, sfiorando la sua spalla
« Ti aspetto al torneo per la Mitsukawabi. Ciao! » disse Atobe
allontanandosi.
Non sapeva a volte cosa prendeva a quel ragazzo,
da quello che aveva appena detto sembrava quasi che volesse frequentare la sua
stessa scuola.
« Ci vediamo.» disse Tezuka
prendendo la borsa mettendola sul braccio* destro
tornando a casa sua con la sua indecisione.
NOTE
Non conosco bene lo sviluppo di prince of tennis, non avendo
ancora visto gli OAV o terminato la lettura della prima serie del manga.
Inizialmente ero anche indecisa se scrivere
questa storia, appunto perché non conosco bene alcuni personaggi e tutte le
sfumature dei loro caratteri, però alla fine ho deciso di iniziarla ugualmente.
*三川日学園: 3, fiume, sole/giorno
Ci ho pensato molto a lungo e ho scelto dei Kanji che
conoscevo e poi mi sono studiata tutte le pronunce scegliendo quelle per me
sembravano più orecchiabili assieme.
* So che gli sportivi cercando di non sforzare
il braccio che usano, visto che Tezuka è mancino la
porta sul destro, ho anche controllato nel manga per averne conferma.*