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Autore: Soffiablabla_    21/02/2012    4 recensioni
Quello sarebbe stato il suo terzo anno, e gli sarebbe stato permesso partecipare alle gite a Hogsmeade nei finesettimana.
"Vedi di non sprecare il tempo a comprare insulsi dolcetti o stupidi scherzi preconfezionati" aveva detto suo padre in tono severo quando lui gli aveva chiesto di firmargli il permesso.
Poco male, avrebbe mandato Tiger e Goyle a fare scorte di dolci, e per gli scherzi... beh, per quelli lui preferiva di gran lunga il fai-da-te.
Abbassò gli occhi e lo sguardo gli ricadde sul vasetto di gel. Automaticamente allungò una mano per prenderne un po', ma poi si fermò, distratto da un ricordo risalente al suo primo giorno di scuola di due anni prima.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Draco Malfoy entrò tranquillamente nella sua camera con addosso solo un accappatoio,
e i capelli bagnati che gli ricadevano sugli occhi grigi.
Aprì l'armadio e con accurata lentezza scelse un paio di costosi pantaloni neri
dal taglio elegante e una camicia di un bianco perlaceo; li indossò e adagiò sul
letto un maglione blu scuro che avrebbe messo dopo. Si portò davanti allo specchio
e si guardò soddisfatto: come era successo i due anni precedenti, avrebbe 
indubbiamente fatto un figurone il suo primo giorno di scuola, poichè aveva 
trascorso tutta l'estate ad esercitarsi, al fine di assumere un portamento regale
come quello di suo padre. Non vedeva l'ora di arrivare ad Hogwarts, quello sarebbe
stato il suo terzo anno, e gli sarebbe stato permesso partecipare alle gite a 
Hogsmeade nei finesettimana.
"Vedi di non sprecare il tempo a comprare insulsi dolcetti o stupidi scherzi 
preconfezionati" aveva detto suo padre in tono severo quando lui gli aveva chiesto 
di firmargli il permesso.
Poco male, avrebbe mandato Tiger e Goyle a fare scorte di dolci, e per gli scherzi...
beh, per quelli lui preferiva di gran lunga il fai-da-te.
Abbassò gli occhi e lo sguardo gli ricadde sul vasetto di gel. Automaticamente 
allungò una mano per prenderne un po', ma poi si fermò, distratto da un ricordo
risalente al suo primo giorno di scuola di due anni prima.
"Non importa che siamo al primo anno" stava dicendo Draco a Vincent e Gregory 
"non appena mi vedranno salire su una scopa mi pregheranno in ginocchio di far
parte della squadra di Quidditch!" concluse convinto, gli altri due annuirono un po'
perplessi. Goyle stava per aggiungere qualcosa, ma le parole gli morirono in gola 
sentendo la porta dello scompartimento spalancarsi.
"Scusatemi, per caso qualcuno di voi ha visto un rospo?" una ragazzina bassa e con 
i denti sporgenti attendeva educatamente una risposta con una mano ancora sulla
maniglia, aveva dei folti capelli ricci e scuri che le incorniciavano il viso
roseo, i suoi grandi occhi castano-dorati scrutavano l'ambiente curiosi.
"Un rospo?" chiese Tiger con sguardo stralunato. "Sì, un rospo! E' l'animaletto di 
un ragazzo che sii chiama Neville, lo ha smarrito e ha chiesto a me di aiu... Oh
Santo Cielo!" esclamò ad un certo punto voltandosi verso Draco, come se si fosse 
accorta di lui solo adesso "si può sapere che accipicchia hai sulla testa?"
"Acci...cosa?" chiese Draco, portanndosi le dita sulla nuca leggermente allarmato.
"Mio Dio, lì sopra ci sarà come minimo un quintale di brillantina!" aveva continuato
con voce acuta.
"Pensa al tuo cespuglio, castoro!" rispose Draco indignato, come si permetteva
quella piccola insolente ad oltraggiare il meticoloso operato che aveva eseguito
sulla sua bionda chioma?
La bambina arrossì e abbassò lo sguardo.
"Non abbiamo visto nessun rospo!" annunciò Tiger
"Già, nessuno!" convenne Goyle con fervore.
Quei due avevano tutta l'aria di chi era orgogliosamente riuscito a risolvere
il più ostico dei rompicapi, come se non si fossero neanche accorti del breve 
scambio di battute.
"Oh, bene, ehm... allora non importa. Buona giornata!" borbottò la bambina, poi 
richiuse la porta con una certa fretta e sparì nel corridoio.
"Sembra simpatica, vero Draco?" disse allegramente Goyle.
Draco non rispose, si alzò e uscì dallo scompartimento, ignorando la domanda di
Greg.
Per un attimo la paura di non riuscire più a trovarla lo invase, non la conosceva
nemmeno, eppure quella testina ricciuta e saccente l'aveva attirato oltremodo. 
Poco dopo la vide davanti ad una finestra intenta ad osservare il suo riflesso,
mentre con le mani cercava di appiattire il volume dei suoi capelli.
"Ehi!" gridò nella sua direzione. La ragazzina si voltò e arrossì ancora,
mordendosi il labbro inferiore.
Draco sorrise appena e si avvicinò a lei "ehm... come hai detto che ti chiami?" 
chiese.
"Non l'ho detto affatto" rispose lei con aria altezzosa.
"Beh, allora dimmelo adesso" sbuffò Draco, quante storie per un nome!
"No, prima dimmi il tuo" rispose diffidente. Permelosa, la tipa, constatò Draco.
"Io sono Malfoy. Draco Malfoy" era fondamentale specificare come prima cosa che
apparteneva ad una delle più ricche e antiche famiglie di maghi purosangue.
"Io sono Hermione Granger, molto piacere!" esclamò con un sorriso lei, 
che sembrava dimentica del battibecco di poco prima.
Si strinsero la mano e Draco provò uno strano solletico all'altezza dello stomaco 
quando le dita di Hermione toccarono le sue.
"Allora, ehm... sei del primo anno?" le chiese.
"Già, e lo sei anche tu, vero?"
"Già"
Si sorrisero ancora, un po' imbarazzati da quella cordiale conversazione, così 
diversa dalla precedente.
"Hermione, l'hai trovato?" la voce di un bambino paffuto li raggiunse dall'altro
capo del corridoio.
"No, Neville, non ancora!" rispose Hermione girando la testa.
"Adesso devo andare, ci vediamo presto, Draco!" disse poi guardandolo negli occhi, 
e corse via."A presto, Hermione" mormorò tra sé Draco, e con aria particolarmente
felice tornò nel suo scompartimento.
A lei non piacevano i capelli col gel, pensò Draco ritornando al presente e
fissando le gocce che gli cadevano sul collo. Chiuse con decisione il barattolo
e con un asciugamani cercò di asciugarli rendendoli più scombinati possibile.
Potter e Weasley, quei due idioti, avevano sempre i capelli arruffati e i vestiti
spesso sporchi di fango a causa delle loro eroiche imprese.
Forse era per questo che la Granger stravedeva per loro, anche se Draco non sarebbe
mai arrivato a sporcare i suoi preziosi indumenti per compiacerla.
Compiacerla... da quando gli importava di far bella figura con lei?
Da quando l'hai conosciuta, rispose una vocina nella sua testa, che cercò
prepotentemente di ignorare, convincendosi che i capelli in quel modo se li era
fatti solo perché piacevano a lui.
"Draco, sei pronto?" lo chiamò sua madre da dietro la porta.
"Sì, mamma, ho quasi fatto" rispose.
Tornò a guardarsi soddisfatto le ciocche di capelli che gli coprivano per intero
la fronte, decidendo che, sì, a LEI sarebbero piaciuti. Si infilò il maglione di 
cachemire e poi il cappotto nero, scese le scale fischiettando sommessamente, si sentiva felice e speranzoso.
"Si può sapere che cosa hai fatto ai capelli?" tuonò suo padre non appena 
arrivò in salotto. Draco guardò nervosamente il baule che era già stato portato da
un elfo davanti la porta, stava per rispondere, ma sua madre lo precedette:
"Trovo che così gli stiano molto meglio, Lucius" sibilò verso il marito.
Senza aggiungere altro, Lucius afferrò il braccio di suo figlio Smaterializzandosi.
La stazione di King's Cross era come sempre affollatissima, silenziosamente e 
a testa bassa, la famiglia Malfoy raggiungeva il muro tra i binari 9 e 10 e senza
dare nell'occhio attraversava la barriera magica.
L'Hogwarts Express sbuffava rumorosamente sollevando grandi coltri di fumo 
grigiastro, Draco istintivamente cercò con lo sguardo Hermione, ma quando la vide
l'aria gioiosa che lo aveva accompagnato per tutta la mattina svanì all'istante.
Rideva insieme a Potter e Weasley, e naturalmente non lo aveva degnato di uno
sguardo, probabilmente non si era neanche accorta del suo arrivo.
In mano teneva una gabbia nella quale un grosso gatto rosso, al contrario della
sua padrona lo scrutava attentamente con i suoi grossi occhi gialli. 
Rosso, ma allora è una fissa! pensò esasperato Draco, ricambiando lo sguardo 
ostile dell'animale.
Quello non sbatteva neanche le palpebre e sventolava la coda in modo decisamente 
sinistro, Draco gli fece una smorfia.
Il gatto gli soffiò inviperito verso di lui e si rigirò nella gabbia per mostrargli
il suo didietro con fare altezzoso.
Draco adesso fissava la sua coda che continuava a muoversi lenta e inquietante.
  
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