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Autore: WriteForLove    21/02/2012    3 recensioni
"Io raccolsi la bottiglia di Vodka che aveva lasciato sul pavimento e mandai giù il contenuto in pochi sorsi, l'alcool non mi avrebbe guarito le ferite del cuore ma le avrebbe disinfettate per una sera"
La breve storia di una ragazza e del bassista del suo cuore.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storia scritta di getto questa notte alle 01:48, non so cosa ne è uscito fuori, non ho voluto rileggerla per non modificarla o cancellarla direttamente, quindi ecco a voi il mio sclero delle due di notte! 


L'alcol non mi guarirà le ferite del cuore ma le disinfetterà per una sera.



Erano all'incirca le sette di sera di una torrida giornata di Giugno, il sole stava iniziando a tramontare, tingendo di caldi colori dorati tutto il panorama della città. Nel mio piccolo appartamento al quarto piano il caldo era quasi insopportabile, tanto che mi trovavo a girare per casa in reggiseno e shorts di jeans, tanto ero sola. Tutto infatti mi sarei aspettata tranne il campanello che suonava. Sorpresa e convinta che fosse la mia coinquilina, tornata un giorno prima dalle vacanze andai ad aprire sorridente. Appena aprii la porta il mio sorriso si spense. Davanti a me si trovava un ragazzo magro, alto e biondo, non proprio ciò che mi aspettavo. Sospirai -Duff, che ci fai qui?- lui mi guardava con occhi vuoti -Avevo bisogno di vederti- in quell'istante, a quella informazione capii era successo qualcosa. Lo lasciai entrare e si diresse verso il divano di pelle bianca lasciandocisi cadere sopra automaticamente. Mi sedetti accanto a lui e poggiando la testa sulla mano gli posi la fatidica domanda -Allora? Che è successo sta volta?- il suo sguardo divenne duro in un istante -Lauren- il mio cuore perse un battito, lo sapevo, era lei, sempre e solo lei. -che ha fatto?- -si è scopata Axl- sgranai gli occhi -Cosa?- -sì, quel fottuto rosso sel'è portata a letto per un mese intero e non ha neanche avuto le palle di dirmelo, ho dovuto beccarli insieme oggi pomeriggio facendo la figura del coglione!- si stava alterando e l'ultima cosa che volevo era una scenata di rabbia nel mio salotto, così posai una mano sulla sua e iniziai ad accarezzargliela piano con le dita -Stai calmo, respira, cos'hai fatto quando li hai scoperti?- avevo paura che la cosa fosse degenerata, ma ovviamente mi sbagliavo, arrivare alle mani non era nello stile di Duff -Ho gridato a lei che è una puttana e a lui che è uno stronzo e poi me ne sono andato al bar, a bere- con questo capii l'odore di alcol quasi insopportabile che emanava, gli sorrisi comprensiva -e poi?- -E poi sono venuto qui, non sai quanto avrei voluto tornare indietro e spaccargli la faccia, ma è pur sempre il cantante della mia fottutissima band e non posso ammazzarlo proprio ora che iniziamo ad avere successo, anche perchè sennò Slash mi ammazza e quella pecora di Steven mi incula..- risi dei suoi discorsi ormai sconclusionati e lui si zittì, accarezzandomi una guancia -Sei proprio bella mentre ridi sai?- arrossii e il muro che mi ero costruita crollò. La sua mano scese ad accarezzarmi il collo, la spalla, il seno fino a fermarsi sul fianco e attirarmi a lui con prepotenza. Le nostre labbra si incontrarono e lui iniziò il suo estenuante gioco, per poi insinuare la lingua nella mia bocca in una danza vecchia quanto il tempo stesso. Dopo non sò quanto tempo si staccò e io guardai i suoi occhi felini accesi di desiderio -Michael tu ami Lauren, non credo sia giusto- sembrò di nuovo indurirsi -Non è mai stato un problema prima d'ora,no?- non riuscii a replicare, aveva ragione, ero stata io la prima a decidere che le cose dovevano andare in quel modo e non potevo cambiare idea da un momento all'altro senza un motivo, anche se in realtà il motivo era che mi ero perdutamente innamorata di quella pertica ossigenata. Vedendo che non rispondevo mi diede un altro caldo bacio -Ti aspetto di là- e detto questo si alzò e si avviò verso la mia camera da letto. Io raccolsi la bottiglia di Vodka che aveva lasciato sul pavimento e mandai giù il contenuto in pochi sorsi, l'alcool non mi avrebbe guarito le ferite del cuore ma le avrebbe disinfettate per una sera. Mi alzai e lo raggiunsi in camera. Lo spettacolo che mi trovai davanti mi fece mancare il fiato, Duff aveva abbandonato a terra i pantaloni di pelle, gli stivali e la maglietta e si trovava steso sul mio letto fissando il soffitto, fasciato solo da un paio di aderentissimi boxer neri che facevano risaltare la sua carnagione pallida. La luce che filtrava dalle persiane abbassate, unita al caldo rendeva tutto quasi surreale, ambrato come in un sogno esotico. Chiusi la porta e mi tolsi gli shorts e restando in intimo mi posizionai accanto a lui. Iniziai ad accarezzargli il petto scolpito fino ad arrivare all'elastico dei boxer. Il biondo ebbe un fremito e voltò il viso verso di me, gli occhi da gatto brillanti e maliziosi. Si avvicinò e abbracciandomi iniziò a baciarmi e a mordermi le labbra. mi fece sdraiare completamente e si posizionò sopra di me, tra le mie gambe aperte. Nel momento in cui la sua bocca famelica si immpadrònì del mio collo l'alcol esplose nella mie vene andandomi al cervello. Tutto divenne confuso e le sensazioni amplificate, sentivo la sua lingua percorrere il mio corpo, le sue mani che mi spogliavano e la sua eccitazione premere contro di me. Mentre i nostri bacini si strusciavano frenetici persi ogni freno inibitore e gli strappai via anche quel lembo di stoffa che ancora lo copriva. Tornò a baciarmi la bocca e con un movimento dolce ma deciso entrò in me. Da quel momento fu l'estasi più totale, sembravamo fatti per completarci, eravamo una la continuazione dell'altro. Con le mani sulla sua schiena lo graffiavo e lo stringevo a me per sentirlo mio, almeno per una notte. Continuammo così per ore fino a quando, sfiniti, non ci addormentammo. Mi svegliai il mattino dopo, ancora abbracciata a lui. Sorrisi nel guardarlo, era splendido, come un angelo dannato. Poco dopo si svegliò e mi salutò con un sorriso e un bacio. -Vado a preparare il caffè- mi disse alzandosi e dirigendosi verso la cucina, dopo aver di nuovo indossato i suoi miniscoli boxer. Mentre i postumi della sbornia iniziavano a farsi sentire, delle urla arrivarono dalla cucina. Mi avvolsi velocemente nel lenzuolo e corsi a vedere -Duff ma che..- non finii mai quella frase. Attorno al grande tavolo c'erano Duff e Pierre, il mio ragazzo. -Pierre che, che ci fai tu qui?- il moro era furente -Cosa ci faccio io qui? Sapevo che Jenna sarebbe tornata sta sera e volevo farti una sorpresa e stare un po' insieme da soli, ma a quanto pare la sorpresa l'hai fatta tu a me!- non sapevo cosa dire, quindi rimasi in silenzo. Pierre si voltò verso l'altro ragazzo -E tu devi essere Duff non è così? La sua coinquilina mi ha parlato di te, ma pensavo che la sua cotta per te si fosse spenta o che avessi almeno la decenza di non scoparti una ragazza fidanzata!- con un solo sguardo Michael lo pietrificò -Non sapevo che fosse fidanzata, a quanto pare non sei così importante per lei- si voltò e tornò in camera. Pensavo che Pierre mi avrebbe insultata ma invece si limitò a guardarmi e a sospirare -ha ragione lui, io non conto abbastanza per te. è di lui che sei innamorata, del tipo ribelle e fuori dagli schemi. Beh, auguri, io me ne tiro fuori- detto questo se ne andò lasciandomi impietrita. Ormai le parole mi erano morte non in gola, ma direttamente nel cervello. Duff tornò da me, vestito e pronto -Beh io vado- lo guardai con gli occhi pieni di lacrime -Grazie honey, sei stata davvero d'aiuto. Mi dispiace per quel tipo ma vedrai che tornerà e comunque era troppo senza palle per te- continuai a guardarlo senza dire niente, lui mi baciò su una guancia e mettendosi gli occhiali da sole mi diede le spalle e uscì di scena con un ultimo -Alla prossima Honey!- e la porta che sbatteva. Rimasi alcuni minuti ferma a fissare il vuoto, poi urlai, urlai con tutto il fiato che avevo in corpo. Urlai perchè avevo fatto un'enorme cazzata, urlai perchè era vero, avevo sempre preso in giro Pierre, urlai perchè amavo Michael, lo amavo davvero e non avevo avuto il coraggio di dirglielo, urlai perchè sapevo che lui stava tornando da Lauren, urlai perchè sapevo che la volta dopo le cose sarebbero state uguali, urlai perchè la ferita del mio cuore si era riaperta e faceva dannatamente male.


Se, stranamente, vi è piaciuta, commentate. Se non vi è piaciuta, commentate lo stesso e fatemi sapere perchè!
Con affetto


WfL
   
 
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