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Autore: Shnusschen    21/02/2012    2 recensioni
Mentre gioca col nipote in una giornata di neve, Andromeda Tonks ripensa alla sua infanzia, quando giocava serena con le sorelle e gli orrori della guerra e dei tradimenti erano ancora lontani.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorelle Black, Teddy Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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-Guadda Nonna! È tuuuto bianco!
Andromeda alzò gli occhi dal lavoro a maglia e guardò il piccolo Teddy che, col viso schiacciato contro la finestra, osservava incuriosito i fiocchi di neve vorticare nell’aria e imbiancare il cortile  attorno alla casetta.
-Sì tesoro. È tutto bianco perché c’è la neve.-gli rispose. A mezz’aria accanto a lei i ferri continuavano a lavorare dando forma ad una sciarpa nei colori di Grifondoro.
-Ti va di uscire a giocare con la neve?
Il bambino rise e corse fuori, felice. Andromeda si alzò lentamente dalla sedia e seguì il nipotino in cortile, mettendogli intorno al collo la sciarpa non ancora terminata per non fargli prendere freddo. Teddy intanto osservava deliziato i piccoli fiocchi bianchi vorticargli attorno e cercava di acchiapparli. Ad un tratto fece una buffa faccia concentrata; un secondo dopo i suoi riccioli erano del colore della neve.
Andromeda sorrise. Quell’angioletto era così simile alla sua Dora. Anche lei la prima volta che aveva visto la neve si era fatta venire i capelli bianchi…
Ma adesso la sua adorata bambina non c’era più, era stata uccisa da sua sorella.
Il dolore, mai del tutto sopito, tornò vivo e feroce nel cuore di Andromeda. Era troppo accettare che fosse stata sua sorella ad uccidere sua figlia.
Anche perché quando pensava a Bellatrix non riusciva a vederla come la pazza assassina che era diventata da adulta ma  come una bambina dai riccioli neri che giocava felice nella neve la Vigilia di Natale.


Il fuoco scoppiettava nel camino del grande salone dove la famiglia era riunita.
Druella ricamava mentre Cygnus stava studiando dei registri. Per le tre ragazze era il momento dedicato allo studio della storia della famiglia ed erano dunque impegnate nella lettura di grossi tomi.
Andromeda però continuava a dimenarsi inquieta sulla sedia, spostando lo sguardo dalla finestra all’orologio e viceversa.
-Piantala di agitarti!- le sibilò sua sorella.
-Ma Cissy guarda, nevica!
Anche Bellatrix alzò lo sguardo alla finestra:-Nevica alla vigilia! È perfetto!- fece con gli occhi luccicanti di eccitazione.
-Smettetela di parlare!- le rimproverò Narcissa- se nostro padre vi sente ci farà passare la notte su questi tomi.
La pendola nell’angolo battè i rintocchi. Druella Rosier alzò lo sguardo dal suo ricamo:
-Potete andare.- disse rivolta alle figlie.
Le tre ragazze s’inchinarono e uscirono dal salone. Appena fuori portata d’orecchio cominciarono a correre, eccitate.
-C’è la neve! La neve!- gridò Narcissa
-Ma tu non eri quella più interessata ai libri? La prese in giro Andromeda.
Bellatrix e Narcissa risero e Andromeda si unì a loro. Sempre ridendo giunsero nell’atrio del Manor, dove venenro bloccate da Cyrus, il capo degli elfi domestici.
-Dove stanno andando le Padroncine?- fece la creaturina inchinandosi.
-Andiamo a giocare con la neve!- rispose Andromeda eccitata.
-Non sono affari tuoi, elfo!- rispose contemporaneamente Narcissa. Bellatrix non rispose neanche, schivò l’elfo domestico che aveva davanti e corse fuori dal portone.
-Cyrus, nostro padre ha detto che eravamo libere di andare. Lui è impegnato a controllare i vecchi registri, ma se vuoi puoi andare a chiederglielo. Noi ti aspetteremo qui.. Narcissa sorrise alle parole della sorella, sapendo perfettamente come avrebbe reagito l’elfo.
La creaturina infatti, terrorizzata all’idea di interrompere il lavoro del Padrone, si fece da parte. Ridendo, le due sorelle attraversarono il portone e uscirono nel parco.
La neve cadeva a fiocchi grandi e lenti, che danzavano nell’aria prima di posarsi al suolo, dove già si era formato uno spesso strato bianco.
Narcissa cominciò a fare giravolte, ridendo. Era bellissima con le ciocche di capelli biondi sfuggite alla treccia agitate dal vento e i fiocchi di neve che la incorniciavano. Sembrava un angelo.
Andromeda era incantata a guardarla. Adorava sua sorella e aveva sempre ammirato la sua grazia e la sua bellezza.
Intanto Bellatrix aveva raccolto una manciata di neve e, approfittando della distrazione della sorella, gliela tirò. Andromeda strillò, colpita in pieno viso, e subito raccolse un po’ di neve per rispondere al fuoco. Lei e Bellatrix ingaggiarono una battaglia con le palle di neve, coinvolgendo anche Narcissa.
Le tre ragazze corsero per ore nella neve sempre più fitta, colpendosi e ridendo spensierate.
Infine, esauste, si lasciarono cadere sul suolo candido, tenendosi per mano.
-Facciamo gli angeli di neve- propose Bellatrix.
Andromeda guardò le sorelle accanto a lei: erano tutte scarmigliate, con i capelli pieni di neve, i vestiti fradici e il viso rosso per il freddo e la gioia. Anche lei doveva apparire così.
-Vi voglio bene ragazze. Su, facciamo tre angeli uniti, come noi.


-Nonna, sembra un anzoletto, guadda! Nonna? Dai nonna guadda.
Andromeda si riscosse dalle sue memorie e abbassò lo sguardo verso il nipote che indicava entusiasta una forma tutta storta nella neve.
-Sì tesoro. Sembra proprio un angioletto.
-Lo fai anche tu?
-Certo piccolo mio. Ti voglio tanto bene. Facciamo un angioletto insieme.
Incurante dei dolori che le vecchie ferite le provocavano si distese nella neve insieme al nipotino e, come tanti anni prima, fece un angelo nella neve insieme a qualcuno che adorava.
   
 
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