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Autore: isachan    26/09/2006    13 recensioni
Riflessioni di Akito^-^ l'ho scritta in un'oretta quindi non sarà il massimo, però commentate!!!
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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WITH YOUR SMILE.

 

Non ho mai creduto di essere una persona buona. Quello che la gente ama definire, per l’ennesimo luogo comune, un “ bravo ragazzo”.

Mai. Assolutamente mai la gente ha pensato questo su di me. Mai la gente, quando passeggiavo per le strade, con la mia solita aria da  “ che cazzo c’hai da guardare..?”, mi ha riservato un sorriso.

E, d’altronde, che pretendevo..? Io, con i miei silenzi e i miei sguardi scuri.. con il mio egoismo e la mia assoluta indifferenza verso il mondo.. che cazzo pretendevo…?

Non lo so. Non so bene che cosa provassi quando la gente mi riservava quello sguardo.. ricordo che lo sentivo. Me lo sentivo addosso ed era così freddo da far venire i brividi. Devo aver persino tremato, qualche volta…

Disgusto, disapprovazione… quasi… vergogna… Era questo che esprimevano quei dannatissimi sguardi…? Io credo di si. Ho imparato a riconoscere quello che celano gli occhi di una persona… forse proprio perché io, io per primo, mi sono sempre espresso solo e tramite loro.

Qualche volta mi è capitato di guardarmi allo specchio e di provare pena per me stesso.

Mi è capitato di guardare i miei occhi e di non trovarci nient’altro che rabbia e solitudine.

Lo sguardo che vedevo riflesso, non era quello di un bambino di dieci anni.

Dentro quelle sfumature, non c’era la spensieratezza e la gioia che ha un bambino a quell’età. Che DEVE avere un bambino a quell’età.

In realtà, un bambino a quell’età dovrebbe avere molte cose.

Come l’affetto incondizionato di una famiglia, come un abbraccio caldo dove potersi rifugiare ogni volta che il mondo fa troppa paura… o come un sorriso… un semplice, semplicissimo sorriso per farti sentire un po’ meno solo.

Cosa c’è di strano in questo…?

Sono sempre stato convinto di non aver ricevuto nessuna di queste cose per il semplice fatto di essere un piccolo demonio.

Non perché ero un bambino dispettoso che rubava la merenda al suo compagno di banco o che buttava le carte nei capelli della compagna seduta di fronte.

Non era questo quello che facevo.

Passavo le mie giornate cercando di fare del male a qualcuno. Chiunque fosse, non aveva importanza. E, non solo, VOLEVO fare del male.

Per questo, rubavo, fumavo e facevo continuamente a botte.

Perché la mia rabbia sembrava placarsi, anche se per poco, ogni volta che le mie mani colpivano qualcuno. Ogni volta che sanguinavano, in seguito alle mille ferite riportate durante le mie risse.

Si… era terribilmente piacevole la vista del sangue. Così come era terribilmente piacevole vedere la paura negli occhi di coloro che avevo di fronte.

Eppure… eppure ora credo che queste mani avrebbero smesso di fare del male, che queste ferite avrebbero smesso di sanguinare se solo un’altra mano le avesse accarezzate con dolcezza.

Credo che io, io stesso, sarei stato diverso, forse migliore, se solo due braccia mi avessero stretto forte, ogni tanto…

Sento che non avrei fatto così male se solo, quando sentivo la rabbia montarmi dentro, qualcuno mi avesse fermato.

E l’affetto di una madre avrebbe potuto cambiare la mia vita.

Una madre… la stessa madre che non mai avuto.

Posso affermare di aver vissuto nell’arco dei miei 8-11 anni in mezzo ad una strada. E non perché io non avessi una casa o non avessi una famiglia. No. Una casa ce l’avevo eccome. Così come avevo una famiglia.

Un padre e una sorella…

Però… c’è stato un periodo in cui quasi non ricordavo come fosse fatta la mia casa, tanto odiavo andarci.

La odiavo. La odiavo perché sapevo che, se solo fossi rientrato, avrei visto la rabbia negli occhi di mia sorella e la tristezza, mista ad un mal celato rimpianto in quelli di mio padre.

Ora… io mi chiedo… che senso aveva la mia vita…?

Ripensandoci, ancora oggi, non mi stupisco del fatto che, più volte, ho pensato al suicidio.

Poi.. però.. poi è cambiato qualcosa e la mia vita, la mia vita che avrei buttato al vento in un istante, si è tinta di nuovi colori.

Perché alla fine, quel sorriso è arrivato anche per me.

Quella mano dolce, ha accarezzato le mie, guarendo ogni ferita…

Quelle braccia tanto esili e fragili quanto calde e rassicuranti, mi hanno stretto forte, dandomi un calore di cui non immaginavo neppure l’esistenza….

Perché, alla fine, qualcuno mi ha guardato negli occhi e, urlando, mi ha detto…: “ Akito.. Basta così!”

… perché alla fine qualcuno mi ha fermato.

Sana… la mia piccola, cocciuta e testarda ragazzina… mi ha dato un motivo per credere ancora nella vita… e lo ha fatto in modo così naturale, da far apparire il mondo un posto accogliente nel quale vivere…e non un posto freddo dal quale scappare…

Mi capita spesso di pensare a lei e a quello che ha fatto per me.

Se mi sentisse, mi sorriderebbe amabilmente e mi direbbe.. “ Ma io non ho fatto niente di particolare, Akito…”

Certo… per lei magari sarà così. Però… però lei non sa quanto quel semplice, semplicissimo sorriso, abbia avvolto il mio cuore con una soffice coperta calda, risvegliandolo dal freddo letargo in cui si trovava da ben 11 anni…

E nella mia vita, Sana è stata la cosa migliore. L’unica cosa bella, dopo mille e mille sconfitte.

Non gliel’ho mai detto… mai. Quanto io le sia riconoscente. E, conoscendo il mio carattere chiuso ed introverso, non credo lo farò così presto…

Però magari lei ha capito… magari lei lo sa… magari l’ha letto nei miei occhi, l’ha visto nei miei gesti, nella mia timidezza, quanto sia importante per me… quanto io la ami…

Prima che lei entrasse nella mia vita come un tornado, mi capitava spesso di guardare invidioso, la gente passeggiare allegramente e di desiderare qualcuno accanto.

Bè ora, ora passeggiando per le strade, mi basta guardarmi accanto per vedere il suo viso sorridente. E non mi sento più così solo. E la rabbia che avevo dentro si è sciolta come la neve di fronte a un caldo sole estivo.

E, chissà, magari un giorno sparirà anche questa folle timidezza che sento ogni volta che mi sta vicino, e forse, riuscirò finalmente… a dirle.. “ Grazie..!”

 

 

 

   
 
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