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Autore: telesette    21/02/2012    5 recensioni
[Magica Magica Emi]
Per un motivo o per l'altro, Ronnie sembra aver notato qualcosa di strano tra Emi e la piccola Mei. Tutto lascerebbe supporre che sia riuscito a scoprire il segreto della maga. Ma sarà veramente così, oppure...
Genere: Comico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Magica magica Emi (魔法のスターマジカルエミ Mahō no suta majikaru emi, letteralmente, La stella della magia Magical Emi), è una serie televisiva animata prodotta in Giappone nel 1985 e adattata successivamente in un manga composto da 3 tankōbon. In Italia la serie è stata trasmessa per la prima volta nell'agosto del 1986 su Italia 1.

Magica Magica Emi - Sigla Italiana (HQ)
( clicca qui per guardare )

Il segreto è in pericolo?

Testo di: telesette
Immagini tratte dal blog di Fatina Sexy su:
http://www.fatinasexy.it/public/2011/

Strano!

Ultimamente Ronnie aveva cominciato a notarlo e, per quanto la cosa gli suonasse incredibile, non poteva fare a meno di pensare a tutta quella straordinaria quantità di coincidenze. Apparentemente tra Mei ed Emi non sembrava sussistere alcunché eppure, giorno dopo giorno, Ronnie aveva sempre più l'impressione che entrambe avessero parecchio in comune... E non si trattava certamente del talento per i giochi di prestigio. Da un lato Mei: vivace, spensierata, giocosa, e molto moltosuscettibile; dall'altro Emi, sotto parecchi aspetti, sembrava rispecchiare perfettamente la personalità della prima. 
Beh, certo questo non voleva dire assolutamente nulla ( milioni di persone si assomigliano senza nemmeno conoscersi ), tuttavia Ronnie aveva sempre più la sensazione che tra loro ci fosse una specie di legame. 
"Magica Emi" era senza dubbio una ragazza dotata di presenza e fascino particolari; invece senza trucco e senza costumi di scena, sembrava proprio una ragazzina ingenua e distratta. Ogni volta che la guardava, Ronnie aveva la sensazione di trovarsi di fronte una bambina piuttosto che una sua coetanea. Anche se non sapeva come spiegarselo esattamente, Ronnie era sempre più colpito dal fatto che gli occhi di Emi sembravano brillare allo stesso identico modo dei grandi occhioni della sua piccola amica Mei, ed era perlomeno strano in effetti.

- Emi, scusa, posso parlarti un momento?
- Mhm - fece la ragazza stupita - C'è qualcosa che non va?
- No, niente, è solo...

Sempre più confuso dall'assurdità stessa dei pensieri che gli affollavano la mente, Ronnie non sapeva neanche come e in che modo rivolgerle alcuna domanda. Ovviamente non poteva certo dirle qualcosa come: "Emi, non è che per caso tu e Mei siete... ?" Se le avesse detto veramente così, lui stesso si sarebbe convinto di aver ricevuto troppi colpi in testa durante i suoi allenamenti di pugilato. Eppure, ora che la guardava meglio, la somiglianza era a dir poco straordinaria: la forma del viso, lo stesso sguardo... A parte il colore degli occhi e dei capelli, Sembrava proprio di trovarsi davanti Mei con quattro o cinque anni di più.

- Sei sicuro di stare bene, Ronnie? - domandò lei perplessa. - Hai una faccia...
- Come ?!? No no, sto benissimo, è che ho come l'impressione di... No, niente!

No, era troppo assurdo anche solo parlarne.
Una cosa del genere andava oltre ogni logica possibile, per questo Ronnie preferì scacciare quello stupido dubbio. Sicuramente vi era una spiegazione quantomeno plausibile ma, a prescindere da quale essa fosse, il resto era appunto pura follìa.

- Come non detto - fece dunque il ragazzo, sventolando la mano così per chiudere il discorso. - Non è una cosa importante, era solo una curiosità che avevo notato, non ci fare caso... Beh, ciao Mei... Cioé, volevo dire... Beh, ciao!

Ronnie si era lasciato sfuggire quel nome sovrappensiero, tuttavia la ragazza fu colta immediatamente dal panico. Che Ronnie si fosse accorto di qualcosa e... No, impossibile! Ma allora per quale motivo avrebbe dovuto chiamarla "Mei" invece che "Emi"? Ovviamente preferiva augurarsi che si fosse trattato di un semplice lapsus ma, a giudicare dallo sguardo serio con cui le aveva rivolto la parola, cominciò a temere fortemente per il suo segreto.

- Scusate, non mi sento bene - disse lei frettolosamente, uscendo di corsa dalla stanza dove stavano montando le scenografie.
- No, signorina Emi, dove va? - gridò inutilmente il povero Pellecchia, inciampando rovinosamente nei materiali. - Si fermi, la prego!
- Pellecchiaaa - tuonò il signor Bartolomeo, osservando infuriato il disastro che l'altro aveva appena combinato. - Razza di sciagurato, si può sapere che diavolo stai combinando ?!?
- M... Mi scusi, signor Bartolomeo, io...

Mentre il severissimo produttore cominciò a sgridare il poveretto, come al solito del resto, Ronnie rimase ad osservare Emi correre via nel corridoio senza dire una parola.

***

- Che cosaaa ?!? - squittì Moko, sgranando gli occhi, non appena Mei le riferì l'accaduto. - Non è possibile, se davvero è come dici, è una catastrofe!
- Ma io sono sicura di essere stata attenta - provò a dire Mei, cercando di calmarlo. - Non ho mai parlato a nessuno dei miei poteri, non capisco proprio come abbia fatto lui a scoprirlo...
- E sei certa che lui sappia del tuo segreto, che cosa ti ha detto esattamente?
- Beh, ecco...

Ripensandoci, Ronnie non le aveva detto nulla di preciso: aveva solo interrotto a metà un vago discorso dopodiché, nel salutarla, l'aveva chiamata "Mei" invece di "Emi"... Poteva trattarsi benissimo di un semplice errore, non le aveva detto nulla che lasciasse intendere che lui sapesse. E oltretutto, come aveva appena spiegato al suo amico folletto, finora era sempre stata zitta sul segreto del bracciale magico e dei poteri ad esso legati.

- Devi aver fatto qualche imprudenza - brontolò Moko, guardandola di traverso. - Come se non ti conoscessi, sei sempre la solita sbadata!
- Ehi, cosa vorresti insinuare ?!?

- Proprio quello che ho detto: sei talmente sbadata che, anche se non te ne ricordi, devi aver commesso per forza qualche imprudenza... Altrimenti quell'impiccione non si sarebbe dovuto accorgere proprio di nulla!
- Ma non mi ha detto nulla, infatti - protestò lei. - Non ha detto di sapere che io sono Emi...
- Però tu non puoi negare lo stesso questa eventualità - sottolineò il folletto, sempre più agitato. - Tu stessa affermi di aver avuto la sensazione che lui sapesse qualcosa, quando ha provato a parlarti, e allora come la mettiamo?
- Beh, io...
- Se quel ragazzo ha scoperto veramente qualcosa, siamo nei guai ed è tutta colpa tua e della tua sbadatàggine!
- Ehi, adesso stai esagerando - fece la ragazza, lievemente irritata.
- Affatto - proseguì l'altro. - E anzi confermo che, da quando ti conosco, ho ottimi motivi per affermare che sei la ragazzina più distratta e pasticciona di questo pianeta...
- Moko, piantala!

Mei urlò talmente forte che l'altro si ritrovò zampe all'aria, cadendo sulla schiena. In quella però, sentendo il rumore della porta al piano di sotto, i due tacquero immediatamente.

- Sono tornato - fece la voce di Ronnie, giù da basso.
- Se veramente Ronnie ha scoperto qualcosa, forse dovrei affrontarlo direttamente - mormorò Mei tra sé.
- Ma sei impazzita - squittì Moko, massaggiandosi la schiena dolorante. - Ti è proibito parlare dei tuoi poteri, lo vuoi capire?
- Però devo anche rendermi conto di cosa sappia lui esattamente... Idea: farò in modo che sia lui a parlare, così mi renderò conto della situazione senza venire meno al giuramento!
- Oooh - sospirò Moko, dandosi una pacca in fronte. - Speriamo tu abbia ragione...

Ronnie posò la sua sacca sul divano del soggiorno e, dopo essersi preso una lattina dal frigorifero, si sedette al tavolo di cucina e cominciò a sorseggiare la bibita con fare pensieroso. Subito Mei scese le scale e gli si rivolse con un sorriso raggiante.

- Ciao, Ronnie - esclamò. - Com'è andato l'allenamento, oggi ?
- Strano che tu me lo chieda - osservò il giovane perplesso. - Hai sempre detto che il pugilato non ti piace...
- Gh... Beh, ma che c'entra? So che ti piace e, se ti piace fare una cosa che ti piace, a me fa piacere... E' chiaro, no!

Ronnie sbatté le palpebre ripetutamente, guardandola come se fosse ubriaca, tuttavia fece finta di niente e si limitò a bere un altro sorso. Aveva appena chiuso gli occhi per un momento che, quando li riaprì, si ritrovò davanti lo sguardo di Mei puntato addosso. Quest'ultima si era parata seriamente dinanzi a lui, poggiando ambedue i gomiti sul tavolo, e fissandolo negli occhi.

- Mhm - fece Ronnie, rischiando quasi di farsi andare la bibita per traverso. - Ma si può sapere che hai da guardarmi così, ti senti male per caso?
- Sto benissimo, io!
- Eh - sospirò l'altro. - Allora devo essere io a non sentirmi tanto bene, oggi...
- Perché, che cosa hai fatto?

- E' questo il punto, non lo so proprio - spiegò Ronnie, poggiando la lattina sul tavolo e mettendo la mano contro il mento. - Figurati che oggi, mentre davo una mano a montare le scenografie, ho avuto una sensazione stranissima!
- Pe... Perché?

Mei cercò di trattenere il più possibile un grosso singùlto. Tuttavia Ronnie era talmente assorto dietro ai suoi pensieri che non se ne accorse neanche.

- Pensa un po' - esclamò lui. - Per un attimo sono arrivato addirittura a pensare che tu e Emi poteste essere... eh? A proposito, Mei...
- S... S... Sì - balbettò lei appena, cercando invano di contenere i battiti accelerati del cuore.
- E' da un po' che ci penso, in effetti, non è che per caso voi due siete... cugine o roba del genere?
- COSAAA ?!?

Altro che segreto in pericolo... Quell'idiota non aveva capito proprio niente!

FINE

   
 
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