Questa
fanfiction è nata da sola, spontanea… una sera cercavo di addormentarmi ed
invece… ecco il risultato di un paio di notti passate a scrivere! Il risultato
non è perfetto, ma ho seguito l’ispirazione del momento…se avete consigli o
correzioni da suggerirmi sarò felice di ascoltarle! Come ultima cosa vorrei
pregarvi di lasciare una piccola recensione.. mi piacerebbe sapere cosa ne
pensate di qst ff.. please!
Bene,
e detto questo… buona lettura! A presto..
Kisses
Pikkola_Fe
Mi dispiace…
Il
profumo di quell’amore appena finito impregnava ancora il mio corpo, invadente,
prepotente. Avevo cercato di lavarlo via, di spegnere quel dolore che non
volevo. Ma non potevo. Non si possono cancellare le tracce dell’amore come se
fossero una macchia. Una storia lascia sempre in te qualcosa di indelebile che
all’inizio fa male…
Ed a
me faceva male. Un dolore atroce, immenso, talmente grande da non poter essere
compreso, talmente profondo da toglierti il respiro. Quel dolore divampava
ancora in me, forte. Per quanto lo volessi, per quanto lo desiderassi, non
riuscivo a rimuoverlo. Fu in uno di quei giorni in cui il dolore prendeva il
sopravvento, che una voce del tutto inaspettata raggiunse le mie
orecchie.
-lo
Sfregiato ti ha mollata?-
-sta
zitto, Malfoy- sibilai stringendo i denti per impedire alle lacrime di avanzare
sulle mie guance ormai umide.
-che
c’è, piccola Weasley? Non te lo aspettavi forse? Scommetto che ha detto qualcosa
sul fatto di salvare il mondo, non è vero?-
silenzio.
La mia risposta non arrivò. Purtroppo, aveva ragione.. ma non lo avrei mai
ammesso. Non di fronte ad un Malofy.
-povera
illusa… ha usato la prima giustificazione che ha trovato.. chissà da quanto
tempo voleva lasciarti-.
Tum-tum,
tum-tum. Il
mio cuore cominciò a battere più veloce. La rabbia, mista al rimpianto,
cominciava a divamparmi nel petto.
-d’altronde,
nessuno vorrebbe stare con una come te…-
tu-tum.
Tu-tum.
-soprattutto
Harry Potter !-
tu-tu-tum.
Tu-tu-tum. No,
non mi scagliai contro di lui, come avevo fatto molte altre volte. Mi limitai a
voltarmi con le lacrime che ormai non cercavo neanche più di trattenere e lo
fissai calma.
-tu
non sai niente di lui. Tu non sai niente di me-.
Il
mio tono era freddo come il ghiaccio, pprivo del consueto ardore che lo animava
durante i nostri litigi…
-Weasley,
io…- Malfoy sembrava sconvolto, ma non per le mie parole. Fissava le mie
lacrime, quella piccola debolezza che non mi ero mai concessa prima d’ora. Non
gli diedi il tempo di rispondere perché lo superai con felino e corsi verso il
castello mentre il vento mi accarezzava dolcemente il viso ed un sussurro
lontano si perdeva nel cielo di Ottobre:
-mi
dispiace-.
Le
giornate passavano lente e monotone. Non avevo più incontrato Malfoy e speravo
di non incrociarlo per molto altro tempo. Aver pianto di fronte a lui equivaleva
ad essere umiliata di fronte a tutti i Serpeverde ed era di certo l’ultima cosa
di cui avevo bisogno.
Le
lettere che ricevevo da Ron non miglioravano il mio stato d’animo e il cielo
sembrava rispecchiare il mio umore. Ogni angolo del castello mi ricordava Harry,
la mia prima vera cotta, il mio primo amore. Aveva davvero ragione
Malfoy?
Una
mattina di metà Ottobre, in cui le nuvole erano particolarmente minacciose, il
Castello mi sembrò stranamente “stretto”. Guardai fuori dalla finestra del mio
dormitorio e qualche secondo dopo mi ritrovai in giardino, seduta sotto una
quercia in riva al lago.
Le
gocce di pioggia che cominciarono a bagnarmi non mi convinsero a tornare dentro.
Forse speravao che quelle gocce lavassero via tutta l’angoscia e il dolore che
provavo… in quel periodo così cupo, dominato dalla presenza di Voldemort, la
paura di perdere la mia famiglia si aggiungeva all’insicurezza che mi
attanagliava.
La
pioggia ormai cadeva copiosamente, sferzandomi la faccia. All’improvviso le
gocce smisero di bagnarmi il capo. Pensai che avesse smesso di piovere, così
alzai lo sguardo e notai che la pioggia in effetti c’era ancora, ma rimbalzava
contro una cupola che sembrava proteggermi.
-Weasley-.
Mi
voltai di scatto. Di fianco a me c’era Malfoy, la bacchetta levata.
Evidentemente aveva fatto un qualche incantesimo per ripararci dall’acqua, ma il
motivo di quella gentilezza non mi era chiaro. Sbuffai e dissi
divertita:
-un
ombrello era troppo semplice per un nobile come te?-
-ovviamente
si- rispose lui tranquillamente. Rimasi a fissarlo interdetta per qualche
secondo, poi ruppi il silenzio:
-che
ci fai qui?-
-ho
visto che te ne stavi da sola sotto la pioggia..-
-non
mi inganni, Malfoy, cosa c’è sotto?. Chiesi io, sospettosa come
sempre.
-ascoltami,
non c’è niente sotto.. volevo solo dirti che se hai bisogno di parlare puoi..
puoi.. beh io sono qui-.
Sgranai
gli occhi sorpresa come non mai e lo guardai a bocca aperta per poi
farfugliare:
-ma
noi ci odiamo! Lo sai, vero?-
-ed è
proprio questo che mi spinge da te. Tu mi parli senza timore, così come io ti
dico tutto ciò che penso senza paura di ferirti…-
Sbattei
le palpebre un paio di volte, poi Malfoy fece un brusco movimento con il braccio
e l’incantesimo si spezzò riversando su di me migliaia di goccioline fredde.
Nalfoy era già lontano quando mi ripresi e gli urlai
contro:
-puoi
star pur certo che non sarò affatto gentile con te!-
-lo
spero, Weasley!- gridò lui di rimando. Strano a dirsi, ma fu proprio Malfoy a
far tornare il sorriso sul mio volto. Il primo vero sorriso dopo
mesi.
Il
mio rapporto con Malfoy non cambiò agli occhi degli altri. Lui mi offendeva ed
io gli rispondevo a
tono.
Il
vero cambiamento avvenne solo tra di noi, era come se custodissimo un qualche
segreto che mi rendeva felice.
Quando
ci incontravamo da soli, passavamo ore a parlare, senza paura di offendere
l’altro, senza timori. Gli argomenti che trattavamo erano i più disparati: da
Harry alla scuola, dagli hobby al futuro… ovviamente finivamo per litigare la
maggior parte delle volte, ma non importava. I luoghi che mi ricordavano Harry
non mi facevano più male ed il mio miglioramento era visibile anche agli
altri.
-Ehy,
Ginny, come mai quel sorriso?- mi chiese un giorno Luna. Non le risposi perché
non potevo, e non volevo, rivelarle che il motivo del mio buonumore era
Malfoy.
Purtroppo
il mio buonumore si trasformò subito in angoscia e delusione. Era un sabato
piovoso e vagavo per i corridoi alla ricerca di Luna che, probabilmente, si era
persa di nuovo. All’improvviso sentì delle voci provenire da una porta mai vista
prima. Ad una seconda occhiata capii che si trattava della Stanza delle
Necessità. Sono sempre stata curiosa e anche quella volta non riuscii a
resistere alla tentazione di usare un paio di Orecchie Oblunghe. Le voci
arrivarono nitide al mio orecchio e mo sorpresi quando sentii la voce di
Malfoy:
-ancora
un po’ di tempo…-
-L’Oscuro
è impaziente, Draco, hai poco tempo-
-lo
so, ma perché non provate a capire? La piccola Weasley non è una
stupida…-
-si,
ma è anche l’esca perfetta…-.
Avevo
sentito abbastanza. Mi strappai via il filo dalle orecchie e corsi a perdifiato
lungo il corridoio. Il mondo pareva essermi crollato addosso, l’unica persona
che si era dimostrata capace di comprendermi si era rivelata falsa. Tutte le
cose che mi aveva detto non erano altro che frasi già pronte, confezionate
appositamente per guadagnare la mi afiducia.
Malfoy
mi aveva usata. Avrei dovuto aspettarmelo, eppure sembrava così sincero… scossi
la testa violentemente e mi imposi di non pensarci, l’unica cosa davvero sensata
da fare era dormire, dormire, dormire…
Nei
giorni seguenti evitai Malfoy come la peste. Luna Lovegood e Dean Thomas ni
aiutarono a tenerlo lontano senza fare domande: pensavano che il mio odio fosse
comune a quello di ogni altro Grifondoro. L’idea che tutto quello che mi aveva
detto fosse falso, l’idea di essere stata presa in giro mi tormentava l’anima.
Inizialmente Malfoy non sembrò notare il mio comportamento, ma poi cominciò a
cercare ogni pretesto per rimanere da solo con me. Fortunatamente, non ci
riuscì.
I
giorni passavano lenti, tutti uguali. Harry era ormai un ricordo lontano ed il
mio pensiero più grande era sempre rivolto al Serpeverde che, forse
inconsciamente, avevo catalogato come “amico”. Grosso errore, mai fidarsi di un
Serpeverde.
Purtroppo
non riuscivo a rallegrarmi. Il buonumore acquistato nell’ultimo periodo si era
volatilizzato velocemente così come era arrivato. Il castello cominciò
nuovamente a “soffocarmi” e cercavo ogni giorno un posto isolato da tutti dove
poter riflettere in solitudine.
Quella
sera ero nella Torre di Astronomia ed osservavo il cielo che si stagliava di
fronte a me, attraverso la finestra aperta. All’improvviso sentì la porta
chiudersi alle mie spalle con un rumore sordo. Mi voltai e mi trovai faccia a
faccia con Malfoy.
-buona
sera, Weasley-
silenzio…
-volevo
chiederti una cosa…-
ancora
silenzio da parte mia.
-perché
mi eviti?-
il
sangue cominciò a confluire sulle guance mentre la rabbia mi invadeva le vene.
Fissai negli occhi Malfoy, seduto su un banco poco lontano da
me:
-tu
mi hai usata- Malfoy non si mosse –tutto ciò che mi hai detto era falso! Volevi
solo avere la mia fiducia!-.
ripresi
fiato, poi ricominciai ad urlare:
-perché
l’hai fatto? Io ci ho creduto, ho pensato tu fossi diverso da quello che
pensavano tutti, invece sei ancora peggio!- il ragazzo era immobile di fronte a
me, non riuscivo a scorgere il suo viso.
-e
adesso perché non rispondi? Stai cercando di comunicare a Tu.Sai.Chi le novità?
“l’esca non ha abboccato”.. chissà cosa…-
la
voe di Malfoy si sovrappose alla mia:
-no-
-no
cosa?- chiesi confusa.
-lo
capisci che non posso fare altro?- il suo tono di voce si alzava sempre di più,
fino ad urlare:
-io
non voglio consegnarti al Signore Oscuro!- si nascose il viso tra le mani, ma io
riuscì comunque a scorgere delle lacrime solcargli il viso. Questo mi distrusse
più di ogni altra cosa.
-cosa
posso fare? Tutto ciò che ti ho detto era vero, pensavo ogni singola parola…
conoscendoti ho capito che era impossibile portare a termine il
lavoro…-
anche
io avevo cominciato a piangere, distrutta dal dolore che stavo provando. Malfoy
mi si avvicinò e mi prese il volto tra le mani:
-che
posso fare,Ginny?-
-combattilo,
Draco-
-non
mi è possibile… non voglio che tu muoia, Ginny-.
I
nostri volti si avvicinarono mischiando quelle lacrime salate che mostravano la
nostra tristezza.
I
nostri respiri si mescolarono ed infine le nostre labbra si sfiorarono dando
vita ad un bacio delicto, che diventò via via più passionale. Tutta la nostra
rabbia, la nostra frustrazione, la scaricammo in quel piccolo gesto d’amore che
cambiò le nostre vite per sempre.
Ci
addormentammo abbracciati e qando mi svegliai lui non c’era più. Al suo posto
c’era una rosa bianca che splendeva eterea e brillante.
Quel
pomeriggio io e Draco ci incontrammo, come per tacito accordo, sotto
quell’albero che ci aveva visti parlare “civilmente” per la prima
volta.
Eliminammo
presto la distanza che ci separava e mi lanciai tra le sue braccia per quella
che sapevo essere l’ultima volta.
-L’Oscuro
Signore mi ucciderà se non ti porto da lui- mi disse accarezzandomi i
capelli.
-allora
andiamo da lui- Draco scosse la testa:
-tu
devi vivere Ginny. L’Ordine ti proteggerà.- riflettei qualche secondo su ciò che
mi aveva detto, poi lui riprese:
-voglio
sia tu a farlo, Ginny. Voglio che sia tu a restituirmi la
libertà-
-mi
stai chiedendo di ucciderti?-
-si-.
Ci
fissammo per qualche secondo e riuscii a capire tutto ciò che provava. Ci
scambiammo un bacio a fior di labbra poi puntai la bacchetta sul suo cuore e
pronunciai l’incantesimo.
Tutto
ciò che riuscì a dire prima di morire fu:
-ti
amo, Ginevra-.
-anche
io, Draco- risposi piangendo, poi il suo corpo privo di vita cadde a terra ed il
mio sussurrò disperato si unì al vento:
-mi
dispiace-.
FINE