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Autore: Phantasia Imaginatio    21/02/2012    3 recensioni
Mentre mi giravo, una figura mi urtò, facendomi versare tutto il liquido sul vestito.
Accidenti!
« Scusa, scusa » bofonchiò la voce del tipo, cercando di tamponarmi il vestito con un tovagliolo. « Non ci ho fatto proprio caso, perdonami, che razza di imbranato! »
Mentre alzava lo sguardo, mi venne da ridere.
Un ragazzo, non molto più alto di me, era visibilmente arrossato.
« No, davvero, non preoccuparti » lo rassicurai, avvampando.
« Perdonami, davvero » ripeté lui, guardandomi.
Era molto carino.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, John Watson , Molly Hooper, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La sera in cui Molly Hooper si dimenticò di Sherlock Holmes.






 

Fortunatamente anche quel venerdì era giunto al termine.
Una delle tante e monotone giornate, ormai, da diversi anni a questa parte.
Ricoprii con il lenzuolo l'ultimo cadavere della serata.
Mi girai verso il tavolo adiacente dove c'era ancora la mia tazza di caffè.
Guardai all'interno di essa per scoprire il liquido scuro, completamente freddo.
L'avevo dimenticato. Che stupida.
Chissà da quant'è che ero segregata in quel posto, pieno zeppo di gente morta.
Sospirai, per poi osservare il mio orologio da polso.
Le otto meno venti.
Sbuffai un po' contrariata.
Solitamente la gente comune a quest'ora iniziava ad uscire con gli amici o con i rispettivi fidanzati per andare a bere qualcosa.
Io no.
Il massimo a cui potevo aspirare era un simpatico colloquio con un cadavere di giornata *.
Sentii dei rumori e delle voci provenienti dal corridoio.
Una la riconobbi all'istante e, magicamente, le mie mani, iniziarono a sudare.
Le voci si fecero sempre più vicine, fino a quando, i proprietari, non varcarono la soglia dell'obitorio.
Sherlock Holmes, con un frustino in mano, in compagnia di John Watson.
Il primo mi superò con grandi falcate, senza degnarmi di uno sguardo, raggiungendo il cadavere che avevo appena ricoperto, prima di effettuare il procedimento opposto.
Come sua scia, mi aveva regalato il suo buon profumo di pino che adoravo.
Proveniva sicuramente dai suoi capelli ricci meravigliosi.
Mi chiesi se qualcuno avesse mai avuto il privilegio di sfiorarli.
« Molly » mi salutò John impacciato, stringendo le nocche lungo i fianchi, come al suo solito quand'era imbarazzato.
Probabilmente aveva percepito la mia tensione.
La stessa che mi veniva ogni volta che scorgevo la figura dell'investigatore.
« Ehi » feci cenno all'ex soldato. Dopo di che, mi voltai verso Sherlock che era intento ad osservare la donna deceduta.
Fu John a rompere il silenzio.
« Molly, è tardi, come mai sei ancora a lavoro? » mi chiese, avvicinandosi all'amico.
« Ho perso la cognizione del tempo » risposi flebilmente, mentre fissavo Sherlock.
Ancora non si era accorto della mia presenza. Fu allora che presi coraggio e decisi di agire.
« Vi volevo chiedere » domandai, questa volta girandomi verso il medico. « Se questa sera eravate impegnati. Mi piacerebbe andare a bere qualcosa, insieme ».
Sembrava avessi appena recitato una filastrocca, tutta d'un fiato.
John mi sorrise per poi guardare Sherlock che stava iniziando a frustare il cadavere.
« PER ME VA BENE » urlò il dottore, cercando di sovrastare il suono. « SHERLOCK! »
Lo chiamò più volte invitandolo ad arrestarsi. Obbedì con riluttanza.
« John, sai che odio essere interrotto nel bel mezzo di un esperimento » lo accusò Sherlock.
« Molly ci ha chiesto se stasera volevamo andare a bere qualcosa, insieme a lei » lo sovrastò John guardandolo in cagnesco.
Fu allora che Sherlock mi gelò con lo sguardo. Finalmente si era accorto di me.
Sentii le gambe farsi incredibilmente molli, ma resistetti comunque alla tentazione di cedere.
« Perché? » fu il suo responso. « Io non ho sete ».
John alzò gli occhi al cielo, massaggiandosi lentamente una tempia.
« Beh.. ecco.. io.. » balbettai, incapace di reggere il confronto con il suo sguardo.« Era.. tanto per... insomma, se non vuoi.. è okay..»
« No, infatti, non voglio » rispose lui, riprendendo la sua strana attività. « Devo lavorare ».
Mi sentii avvampare. Come potevo rendermi ridicola ogni dannata volta?
Sapevo bene che lui non mi considerasse sua pari, intellettualmente parlando.
John, con un'espressione decisamente abbattuta, si voltò verso di me per scusarsi.
Io sorrisi nervosamente e decisi di levare il disturbo.
Presi il mio cappotto rosa e mi dileguai nel buio dell'ospedale.
Salii sul primo taxi diretto verso casa.
Non ce la facevo più. Era impossibile.
Ogni giorno era così. Lui era così.
Mi trattava malissimo, nemmeno fossi uno straccio.
Reprimetti le lacrime fino alla soglia di casa.
Entrata, scoppiai.
Per l'ennesima volta, come ogni sera.
« Ciao, Ben** » dissi, accarezzando il mio gatto siamese, mentre mi guardava.
Sussultai.
Aveva gli stessi occhi di Sherlock, freddi e glaciali.
« Oh dio » imprecai, spalancando la finestra e inspirando l'aria fredda notturna. « Sto impazzendo ».
Nemmeno finii di maledirmi mentalmente che arrivò un messaggio sul cellulare.
Lo presi con disinteresse.
 
 
Molly, tesoro, stasera ti sequestro.
Tra mezz'ora fatti trovare sotto casa tua. Ti porto da una parte.
Xoxo,
Mary***.
 
 
Sospirai.
Era da un pezzo che non uscivo la sera. Non facevo altro che rintanarmi a casa a vedermi film stucchevoli e romantici.
« Adesso basta » affermai convinta. « Da oggi, Ben, cambiamo vita! »
Più che al gatto, mi riferivo a me stessa.
Mi feci una doccia, ma purtroppo, i miei pensieri caddero nuovamente su Sherlock.
Non facevo altro che pensarlo.
« MOLLY! » mi sgridai, uscendo dalla doccia ed asciugandomi.
Dovevo sbrigarmi.
Tra meno di un quarto d'ora sarebbe arrivata Mary, la mia migliore amica.
Dopo una lenta scelta di fronte all'armadio, optai per un suo regalo: un tubino nero, semplice.
I capelli, li lasciai sciolti.
Chissà cos'avrebbe detto Sherlock se mi avesse visto così.
Il citofono suonò.
« Ciao Ben! » dissi al gatto, per poi precipitarmi giù.
Mary, la mia amica rossa, era veramente bella. Molto più di me.
Era anche carismatica e aperta. Insomma, tutto il mio opposto.
« Non ci credo! » mi fece, mentre mi appropinquavo. « Sei uscita senza minacce! »
Abbozzai un sorriso.
« Sei bellissima, tesoro » aggiunse, abbracciandomi. « Era da tanto che non uscivamo insieme! »
« Hai ragione » le risposi. « Dove andiamo? »
« Sali sul taxi, poi ti dico » mi disse, mentre prendevo posto.
« Comunque, si tratta di un locale molto carino che ho scoperto una settimana fa! »
« Speriamo bene, allora » le dissi ridacchiando.
Mary, parlò un secondo col tassista per riferirgli il luogo di arrivo, per poi si girarsi verso di me.
« Allora? » mi domandò, alzando un sopracciglio.
« Allora, cosa? » le chiesi titubante, sapendo già dove volesse andare a parare.
« Ancora con il “freddo”? »
Mi sentii avvampare. Detestavo quando lo chiamava così, però, non potevo non ammettere che gli calzasse fin troppo bene.
« Già » dissi, osservando Londra, fuori dal finestrino. « Ma stasera non ho voglia di parlarne, voglio divertirmi ».
« Oddio » fece lei allarmata, per poi distendere un sorriso radioso. « Finalmente, tesoro, era troppo tempo che non ti sentivo così! »
Mi abbracciò.
Abbozzai un sorriso e ricambiai.
« Allora » le dissi, quando si staccammo. « Cos'è? »
« Un disco-pub molto carino, frequentata da bella gente ».
« Dove? »
« Vicino a Chalton Street » mi disse prontamente. « Tranquilla, so bene dove andiamo ».
« Mi fido ».
 
 
***
 
 
Non toccammo l'argomento Sherlock fino all'arrivo al pub.
Quando entrammo, era già ghermito di gente.
« Devo ricredermi, Mary » le dissi. « Questo posto è molto carino ».
« Donna di poca fede » mi canzonò lei, chiamando l'attenzione di un cameriere.
« Ciao, siamo in due, dove possiamo sederci? »
Il ragazzo ci fece largo, fino ad un tavolino nel bel mezzo della sala.
« Vi lascio i menu, torno appena avete fatto » ci disse, prima di dileguarsi in mezzo alla folla.
« Bene, io penso che mi prenderò una Caipiroska alla pesca. Qui la fanno fantastica » mi disse, mentre si girava in torno. « Sto cercando di vedere se c'è qualcosa di “commestibile” ».
« Mio dio, Mary, con pazienza » scherzai, sapendo a cosa si riferisse.
« Tu che ti prendi? »
« Penso un tea alla pesca » le dissi, alzando le spalle.
« Non sarà troppo alcolico? » mi derise.
Arrossii.
« Stasera bevi, tesoro » mi disse, avvicinandosi. « La prima cosa da fare, quando si necessita di dimenticare qualcuno, è bere tanto ».
« Lo sai che non posso » le ricordai, vergognandomi. « Sono astemia ».
« Nessuno è astemio » mi disse lei, schiettamente. « Oppure, chi lo è, fa finta ».
« Come sei cinica » le feci. « Mi ricordi tanto Sherlock ».
Oh, cielo.
Mary alzò i suoi grandi occhi azzurri verso il soffitto per poi guardarmi in cagnesco.
« Molly, stasera niente Sherlock ».
« Non l'ho fatto app...»
« Allora, ragazze, siete pronte? » ci interruppe il cameriere.
Prima che potessi parlare Mary aveva già ordinato due Caipiroska.
Oh, bene.
« Mary » la chiamai, ricordandomi improvvisamente una cosa. « Tu non stavi con Robert****? »
« Storia passata, quella » rispose, con un noncurante movimento di mano. « DIO! Hai visto quello? »
« Chi? » le domandai spaesata, guardandomi alle spalle.
« Quel figo pazzesco con gli occhi azzurri e la camicia blu » mi fece segno lei. « Cristo, Molly, non ti girare! Così ti vede! »
« Scusa, ma come faccio a guardarlo... senza guardarlo? » le domandai offesa.
« Ecco i vostri succhi di frutta » ci fece il cameriere.
« Grazie » dissi.
Mary mi piantò lo sguardo addosso. « Adesso bevi ».
Non era un invito, ma una minaccia.
Assaggiai quel “succo”.
Il sapore era buono, anzi delizioso.
« Dì la verità, Molly » mi fece, gustando il suo. « Non sei poi tanto astemia ».
Le sorrisi. Era vero. Non mi dava affatto fastidio.
« Oh, dio » disse lei. « Il figo si sta avvicinando! »
« Davvero? » le chiesi sbalordita.
« Sì, ma non girarti! »
« Okay...»
« Buonasera fanciulle » disse il tipo.
Era molto carino. Occhi azzurri, capelli castano chiaro e vestito anche piuttosto bene.
« Io sono Jude***** e voi? » domandò.
« Io Mary, e lei è la mia amica Molly » rispose lei.
« Che nomi incantevoli » fece lui. « Volete unirvi al nostro tavolo? »
« Certamente ».
 
 
***
 
Dopo un'ora e mezza volevo morire.
Quegli ebeti degli amici di Jude, erano veramente dei trogloditi.
Si divertivano a parlare delle curve e dei pregi delle nuove cantanti britanniche.
Nessuno di quelli era veramente interessante.
Mary, invece, stava approfondendo la conoscenza del suo “figo”, abbandonandomi a quella massa di idioti.
« Ehm, vado a prendere qualcosa da bere... » dissi gentilmente cercando di dileguarmi.
« Non sparire, tesoro! » mi disse Mary, mentre era abbracciata a Jude. « Tra poco dobbiamo ballare! »
« Tenterò ».
Mi avvicinai al bancone per ordinare.
Chiesi un'altra Caipiroska.
Iniziò ad aumentare la musica. Il brano era qualcosa di orribile, americano.
Notai che Mary e gli altri già erano in mezzo alla sala.
Titubante, non sapevo se tornarmene al tavolo oppure rimanere lì da sola, in balia dei miei pensieri deprimenti.
Optai per la prima.
Mentre mi giravo, una figura mi urtò, facendomi versare tutto il liquido sul vestito.
Accidenti!
« Scusa, scusa » bofonchiò il tipo, cercando di tamponarmi il vestito con un tovagliolo. « Non ci ho fatto proprio caso, perdonami, che razza di imbranato! »
Mentre alzava lo sguardo, mi venne da ridere.
Un ragazzo, non molto più alto di me, era visibilmente arrossato.
« No, davvero, non preoccuparti » lo rassicurai, avvampando.
« Perdonami, davvero » ripeté lui, guardandomi.
Era molto carino. Aveva sia gli occhi che capelli scuri.
Indossava una maglietta a maniche corte aderente grigia e un paio di jeans scuri.
« Posso offrirti un'altra Caipiroska alla pesca per ripagarti? » mi chiese gentilmente.
« Come facevi a sapere che si trattava di una Caipiroska? » domandai, incuriosita.
« Era palese, si sentiva dall'odore » mi spiegò, sorridendo imbarazzato.
Era molto dolce.
« Tu cosa prendi? » gli chiesi, mentre il barista si avvicinava.
« Oh, io non bevo. Prenderò un tea alla pesca ».
« Due tea alla pesca, allora! » esultai al barista.
« Non volevi la Caipiroska? » mi domandò, osservandomi.
« Preferisco il tea! »
Quel ragazzo mi faceva sentire parecchi a mio agio, ed era strano.
Di solito non parlavo molto con nessuno.
Forse era colpa dell'alcool.
« Vuoi ballare? » mi domandò. « Io non ne sono affatto capace ».
« No, preferirei di no. Nemmeno io sono brava ».
« Perfetto, allora! » mi disse radioso.
« Già, allora, come mai sei venuto qui? » gli domandai, prendendo coraggio.
« Un mio amico, mi ha costretto ad uscire perché dice che ultimamente non faccio altro che lavorare » sbuffò lui.
« Anche io sono qui per lo stesso identico motivo! » esclamai.
« Davvero? Che casualità! »
« Chi è il tuo amico? » chiesi.
« Quello avvinghiato alla tipa bruna che, onestamente trovo decisamente sciocca » mi disse, indicandomi un ragazzo biondo, molto piazzato.
« Che lavoro fai? »
« Oh, troppo lungo da spiegare, ti annoierei a morte » disse lui, mentre il barista tornava con i drink.
Quella musica era fortissima e non riuscivo a sentirlo bene.
Nemmeno lui sembrasse gradirla tanto.
« Tu, invece? Che lavoro fai? » mi domandò, interessato.
« Oh, è troppo lungo da spiegare, ti annoierei a morte! » gli risposi, suscitando sue risate.
« Però, posso dirti che spesso il più grande detective di Londra viene a trovarmi » continuai entusiasta, bloccandomi subito.
Sherlock.
« Oh, santo cielo! » esclamò lui, poggiandomi delicatamente una mano sulla schiena. «È per questo che stai qui, vero? A te piace questo tipo, vero? »
« Sì, ma non ho voglia di pensarci ».
« Capisco, non ti forzerò » disse lui, un po' dispiaciuto, forse perché era curioso della mia situazione. Mandai al diavolo la mia timidezza e gli raccontai tutto, per filo e per segno.
« Quindi » mi fece dopo quasi un'ora e mezza di discorso. « Tu sei innamorata di Sherlock Holmes? Il più grande detective di Londra? »
« Esattamente ».
« Barista » fece il ragazzo. « Ci porti due bicchieri di Caipiroska, per piacere ».
Ridacchiai.
« Lo conosci? » chiesi.
« Certamente! Insomma, non di persona! Però leggo sempre il suo sito e il blog del dottore! Dio, sono fantastici! E non posso credere che tu li conosca! »
« Esatto » feci radiosa.
« E com'è? » mi domandò.
« È freddo » dissi flebilmente, soppesando la mia risposta. « Tende ad essere scostante e maleducato con tutti. Sembra una persona menefreghista e schiva, ma in realtà io so benissimo che è una persona dolce e con un gran cuore ».
Il ragazzo mi guardava con una strana luce negli occhi, interessato.
« Però, non vuole stare con una ragazza bella e simpatica come te » mi fece notare. « Quindi non deve essere questo granché di persona ».
« Non dire così! » ridendo per il complimento. « Solo che deve scoprirlo da sé ».
Continuammo a parlare.
Diciamo che ero io a spiegare fatti rilevanti e non della mia vita e, piano piano, mi scordai addirittura di nominare Sherlock.
Il ragazzo mi intrigava sempre di più. Era sveglio, senz'ombra di dubbio.
Era simile a Sherlock, però l'investigatore era troppo angelico.
Lui era più ...vivo.
« Molly! » mi chiamò Mary, mano per la mano con Jude. « Sono due ore che ti cerco! »
« Sono sempre stata qui » le dissi, rassicurandola.
« HAI FATTO CONOSCENZA! » esclamò. « Voglio uscire. Jude e io andiamo a farci una passeggiata perché stanno iniziando a mettere i lenti ...»
« Non preoccuparti, l'accompagnerò io a casa » la rincuorò il moro.
« Ma tu eri con il tuo amico » gli dissi. « Non c'è bisogno che tu mi accompagni, davvero ».
« Oh, non preoccuparti, Molly. Sebastian ha altro da fare per stasera ».
« Allora, nessun problema! » mi fece Mary, abbracciandomi. « Mi raccomando, non fartelo scappare ».
Ridacchiai, ricambiando il gesto.
Li salutammo ed uscirono.
Dopo di che, iniziò una canzone.
« Questa la conosco! » esclamò il moro, sfiorandomi il braccio. « Oh, adoro Adele! Questa canzone mi fa sempre commuovere tanto ».
« Come si chiama? » domandai, un po' titubante.
Mi sentivo ignorante.
« One and Only » rispose lui.
« Vuoi ballare? » domandai tutto d'un fiato.
« Va bene » mi rispose lui, mentre lo prendevo per il polso.
Ci piazzammo in mezzo alla sala.
Mi cinse la vita, mentre io, mi aggrappai alle sue spalle. Non erano molto larghe e nemmeno la distanza tra i nostri visi era tanta.
« Posso stringerti? » mi chiese intimorito.
« C..certo » balbettai io.
« Okay... dimmi se ti faccio male ».
Sorrisi. Era strano che un ragazzo così carino si preoccupasse di poter fare male ad una ragazza solo con un abbraccio.
Doveva essere molto premuroso.
Il suo profumo era molto buono. Sapeva di fresco.
Mi inebriai.
I nostri visi erano molto vicini.
Arrossi bruscamente e anche lui.
« Balli bene » gli feci notare, distogliendo lo sguardo e fissando il pavimento.
« Grazie » rispose. « Molly? »
Alzai gli occhi per incontrare quelli scuri, suoi.
Fu un attimo.
Appoggiò velocemente le sue labbra sopra le mie.
Dopo di che, si staccò.
« Scusa » mi disse. « Non volevo, so che pensi ancora a Sherlock, ma non ce l'ho fatta a trattenermi ».
« Se ne vada al diavolo! » dissi, aggrappandomi fortemente.
Lo baciai io.
E lui rispose immediatamente.
Il bacio fu lungo e tenero, molto tenero.
Addentrò sinuosamente la lingua all'interno della mia bocca, esplorandola lentamente.
Quando ci staccammo, sorridemmo, affannati.
Dopo di che, mi venne in mente una cosa.
« Che idiota! » feci. « Non ti ho chiesto nemmeno come ti chiami ».
Lui scoppiò a ridere.
Una risata fredda, però.
« Chiamami Jim ».

 

***

 

* : Citazione di Marty Feldman in Frankenstein Junior.

**: Ben, il nome del gatto, sarebbe quello di Benedict Cumberbatch -l'attore che interpreta Sherlock-

***: Mary, invece, rispecchierebbe Mary Morstan -moglie di John Watson- che nella serie non è presente. Ovviamente, il carattere non è il suo. Ho preso solo il nome.

****: Robert. Robert Downey Jr -Sherlock nel film-.

 

*****: Jude. Beh, Jude Law – John Watson del film-.

 

Eccomi qua.
È la prima volta che scrivo riguardo alla piccola Molly. Spero di essere stata abbastanza IC.
So di aver esagerato con il personaggio di Jim, ma anche lui era esagerato. Tant'é che Sherlock l'ha preso per un gay. Comunque, mi ero sempre chiesta come e quando si erano conosciuti.
Ho pensato sempre fosse stato un incontro tenero -VOLUTO- e semplice.
Spero non vi abbia fatto schifo.
Recensite :)
 
PI-
  
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