Salve a tutti!!
Questa è una ff ke mi sono inventata qualche mese
fa, e ke ho deciso di pubblicare anke qui dopo il ‘successo’
ke ha avuto su un altro sito. Nn è un granchè a mio parere, ma mi piacerebbe sapere
cosa ne pensate!^__^
Sappiate ke ho già pronto il seguito, ke
pubblicherò dopo di questa se e solo se riceverò tanti bei commentini!^^
Ogni commento è gradito.
Buona lettura,
Ginny85.
DESTINED HEARTS
° Capitolo
1: Partenza! °
“Presto ragazzi, il treno sta partendo!!” urlò mamma Weasley mentre allungava
il passo superando in un attimo Fred, George, Ron e in ultimo Ginny, i quali si
stavano affaticando non poco a starle dietro con tutte quelle valige.
Il binario nove e tre quarti era strapieno di ragazzi
e ragazze di tutte le età, alcuni con già indosso la divisa da studenti,
attorniati da familiari e parenti venuti a salutarli. Immenso e sbuffante per
la prossima partenza, l’espresso per Hogwarts si ergeva ancora per poco immobile sui binari.
Strada facendo Molly continuava a lamentarsi, più rivolta a se stessa che ai
figli.
“Lo sapevo! L’avevo detto io ad Arthur, che non ce l’avremmo mai fatta ad arrivare in tempo! Ma proprio oggi doveva esserci quell’ispezione nei cinema
babbani?!”
“Ispezione nei cinema babbani?” chiese Fred incuriosito.
Ma la madre aveva già ripreso a correre di gran carriera così fu Ron a
rispondere, visto che l’aveva sentito dire dal padre la sera prima.
“Pare che alcuni maghi burloni si divertano a spaventare i babbani nei cinema,
stregando quella specie di quadrato pieno di immagini
che a loro piace tanto guardare al buio. Pensa, l’ultima volta ne è uscito fuori un T-Rex vivo e vegeto!”
“Forte!”
Tutti, Fred, George e Ron compreso, risero divertiti; ma non fu così per la
loro unica sorella minore, Ginny, la quale fin’ora aveva ascoltato tutti quei
discorsi passivamente, senza nemmeno alzare la testa e continuando in silenzio
a tenersi al passo con gli altri.
In realtà, era dalla scorsa estate che l’ultima dei Weasley andava avanti con
quel suo strano comportamento indifferente e distaccato, lei che era sempre
così piena di vita e non mancava mai di scherzare insieme ai suoi fratelli
maggiori. Quel modo di fare improvviso aveva cominciato a fiorire a fine
maggio, subito dopo l’ultima gita a Hogsmeade. Nessuno, a parte Ron, sapeva
bene cosa le era accaduto e lei non ne aveva mai
voluto parlare. Solamente suo fratello ne era a
conoscenza, più per forze di cose che per altro, il che non era molto
rassicurante secondo lei.
“Ginny! Non posso mica stare qui tutta la mattina, il treno parte!”
Non si era nemmeno accorta che uno dei gemelli le si era accostato finché non
lo sentì parlarle, anzi urlarle, vicino all’orecchio. Subito si scosse come
fosse stata colpita da una Schiantesimo.
“C-Cosa…cosa c’è?”
“Oh, buongiorno Ginny! La valigia per favore…” il fratello indicò il suo
bagaglio con aria scocciata e impaziente.
“Ah sì…eccolo…”
“Grazie. Ma scusa non sei ancora sveglia, dopo la
corsa che ci ha fatto fare la mamma?”
Ginny si concesse di sorridere brevemente in direzione del fratello ignaro di
tutto. Ma quel sorriso stentato e chiaramente forzato
non sfuggì ad un’altra persona, la quale, appena Fred si fu voltato, si
avvicinò a lei per chiederle a bassa voce:
“Ehi, tutto bene?”
“Certo che sì” rispose automaticamente Ginny senza degnarlo di uno sguardo e
spostando distrattamente gli occhi verso la folla.
Per poco non si trattenne dal gridare, quando nel bel mezzo di quella marea
umana di maghi e streghe scorse una figura a lei MOLTO
familiare, che mai avrebbe potuto confondere, nemmeno tra mille: un ragazzo di
diciassette anni, alto ma non troppo, capelli corvini e irrimediabilmente
ribelli, profondi occhi verdi e un aspetto un po’ trasandato.
Ginny sussultò.
Harry…
“EHI HARRY!! DA QUESTA PARTE!!”
Mentre Ron si sbracciava come un ossesso per attirare a forza di grida
l’attenzione del suddetto ragazzo, Ginny arrossì leggermente e si voltò di
scatto fingendo di controllare la gabbia di Leotordo, che nel frattempo
starnazzava tutto eccitato.
“E stai un po’ zitto, tu!” gli sussurrò irritata la
ragazza temendo che questo avesse attirato ancora di più l’attenzione di Harry
Potter, ovvero l’ultima persona che avrebbe avuto voglia di incontrare sulla
faccia della terra.
Sfortunatamente per lei, il grande amico di suo fratello Ron li aveva già
raggiunti, richiamato dalle urla di quest’ultimo, e adesso stava sorridendo
allegramente mentre salutava uno per uno i componenti
della famiglia Weasley.
“Ehilà, come andiamo Harry!”
“Ciao George! Non c’è male, grazie. E voi, tutto bene con il vostro negozio di
scherzi?”
“Oh, Harry caro, fatti abbracciare!!” esordì una
materna Molly mentre invano il giovane tentava di sfuggire dalle sue affettuose
‘grinfie’. Troppo tardi, la signora Weasley lo catturò
e lo strinse più forte che poteva, mozzandogli il respiro.
Mentre gli altri sorridevano alla scena, Ginny deglutì
nervosamente tentando di mantenersi calma, e nel frattempo continuava a dargli
ostinatamente le spalle. Poi Harry le si accostò.
“Ciao Virginia…”
No, accidenti! Non chiamarmi così!!
Harry era l’unico che conosceva a chiamarla col suo nome per intero, senza diminuitivi come Ginny o Gin. La rossa si voltò timidamente,
sperando di non apparire troppo in imbarazzo – e in effetti, in quel momento si
faceva piuttosto fatica a riconoscere dove finivano i suoi capelli rossicci ed
iniziava la pelle del viso…
Harry le rivolse un sorriso che si sarebbe potuto definire ‘dolce’, infatti lei pensò immediatamente che era proprio tale,
mentre lo ricambiava goffamente cercando di apparire disinvolta.
“Ciao…Harry…come va?” mormorò con un sorrisino sbieco afferrando per un pelo la
gabbia di Leotordo, che altrimenti si sarebbe schiantata per terra.
“Tutto bene. E…tu?”
“Io sto bene…ehm…”
Ci fu un attimo di silenzio, durante il quale Ginny pensò disperatamente a come
continuare la conversazione.
“Senti, come sono state le tue vacanze, perché da me faceva un caldo bestiale!”
esclamò sforzandosi di ridacchiare con naturalezza, ma nel petto il cuore le
stava martellando come un ossesso.
Ron intanto li stava osservando di sbieco, tentando di non farsi notare mentre
assisteva al loro scambio di commenti di poca importanza. Ginny però se ne accorse, e quando incrociò incidentalmente il suo sguardo
nocciola il ragazzo arrossì sulla punta delle orecchie e distolse rapidamente
lo sguardo altrove.
“Allora ci vediamo…” le disse Harry.
“C-Certo” rispose incerta Ginny rivolgendo nuovamente lo sguardo verso
di lui.
Il brunetto le sorrise di nuovo, quindi le diede le
spalle per salutare Hermione Granger, che nel frattempo era arrivata con i
genitori e si era avvicinata al gruppo.
La ragazza sospirò lievemente, mentre il sorriso spariva
lentamente dalle sue labbra rosate. Per essere la prima volta che si
parlavano, dopo quel giorno da dimenticare a Hogsmeade, doveva dire che non era
stato niente male. Senza contare che si vedeva da lontano un miglio che
entrambi si stavano sforzando di essere carini e
gentili nei confronti dell’altro… Ma lei sapeva bene che era tutta una falsa,
una scenata per coprire davanti agli altri quello che era successo realmente
tra di loro.
All’improvviso le tornarono in mente le ultime parole che lui le aveva rivolto,
prima di farla scappare via in lacrime.
// Mi dispiace Ginny…ma anche se siamo stati insieme per quasi un anno, io
non ti ho mai considerato più di una cara amica…perdonami… //
All’inizio non capiva cosa stesse succedendo. Un
attimo prima lui la stava baciando dolcemente in un bar di Hogsmeade, quello
dopo, puff. Tutto finito.
Poi, era fuggita. Per non sentire nient’altro. Per non
ascoltare altre rivelazioni che l’avrebbero fatta sicuramente soffrire. Perché? Solo questo si chiedeva. Cosa
diavolo aveva Cho Chang più di lei, visto che Harry non era mai riuscito a
dimenticarla, nemmeno mentre stavano insieme?
Mentre salivano sul treno, Ginny non poté fare a meno
di soffermarsi nuovamente sui pensieri che l’avevano tormentata per un’intera
estate. Le lacrime che aveva pianto nel vuoto silenzio
della sua cameretta tornarono alla sua mente, così come la sensazione di
disagio e di nervosismo che provava quando in casa si faceva il nome del
Ragazzo-che-era-sopravissuto. Ma per lei era stato
molto più di quello, era stato la sua prima cotta, il suo primo amore. A scuola
la coppia Potter-Weasley era diventata leggenda. Dopotutto, non molti potevano
vantarsi di essere stati insieme per quasi sette mesi con la persona che gli
aveva fatto battere il cuore per la prima volta. E
proprio quando lei pensava di potersi ritenere fortunata per questo, proprio a
quel punto era successo. Era stata mollata.
“Ginny…EHI, GINNY??”
Una voce acuta e imperiosa la riportò bruscamente alla realtà. Ginny sbattè le palpebre più volte, per un po’ tentando di prendere
confidenza con l’ambiente in cui si trovava. Dunque…il sedile su cui era
seduta vibrava, e spostando la testa di lato oltre il
finestrino vide i boschi e le montagne che sfrecciavano come schegge; da questo
comprese che erano già saliti sul treno e che adesso stavano viaggiando alla
volta di Hogwarts. Appurato questo, spostò lo sguardo davanti a sé: alla sua
destra c’era Hermione, colei che l’aveva ‘gentilmente’ richiamata all’appello.
Davanti invece, seduti piuttosto comodamente, c’erano Ron e Harry, entrambi
intenti a far fuori una bustina intera di cioccorane.
“Stai bene Ginny? Sei piuttosto
pallida…” esordì Hermione con aria preoccupata rivolgendosi all’amica.
Ginny scosse la testa più volte, tentando di convincere anche
se stessa.
“No, no, è tutto a posto, davvero”
La ragazza castana non si diede per vinta.
“Sei sicura? Ehi Ron, non credi anche tu che Ginny sia
piuttosto pallida stamattina?”
Ginny rivolse uno sguardo eloquente al fratello, del tipo
‘dì-qualcosa-e-ti-uccido’. Così come aveva alzato la testa,
Ron la riabbassò timidamente. Hermione sospirò accigliata, poi riprese a
leggere ‘Storia di Hogwarts’ tutta concentrata.
Ginny stava quasi per chiedersi quante volte l’amica avesse
letto quel noiosissimo libro, quando sentì lo sportello della cabina
aprirsi con un cigolio e alzando la testa scorse tre figuri dall’aria poco
raccomandabile. Uno di questi, lei lo riconobbe senza troppi problemi: lucidi
capelli di platino pettinati all’indietro, due freddi occhi
grigi che trasmettevano i brividi al solo guardarli, accompagnati da un
ghigno beffardo perennemente dipinto sulle sue labbra sottili.
Draco Malfoy e quegli imbecilli leccapiedi di Tyger e Goyle… pensò la
rossa con un moto di stizza.
Come lei, in un secondo tutti gli occupanti della
cabina si erano messi in allarme, temendo come sempre un tentativo di rissa da
parte del biondo Serpeverde.
“Guarda guarda, chi abbiamo qui…San Potter, i rossi Weassy e la signorina
Perfettini al completo!”
“Cosa diavolo vuoi Malfoy?” lo apostrofò brutalmente Harry fissandolo torvo.
Hermione e Ron fecero lo stesso, ma stranamente Ginny non si mosse. Piuttosto
rimase come imbambolata a fissare il giovane Malfoy che sorrideva offensivo.
Pessima scelta.
Malfoy se ne accorse, e rapidamente posò il suo
sguardo di ghiaccio sulla giovane.
“Cos’hai da guardare Weasley? Mai visto un bel ragazzo prima
d’ora? Aspetta, forse eri troppo occupata a passare il
tempo con queste femminucce!”
Tyger e Goyle scoppiarono in una stupida quanto rumorosa risata. Ginny arrossì
fino alla punta dei capelli, per quanto fosse stato possibile, e abbassò la
testa desiderando di scomparire. Qualcuno davanti a lei si alzò in piedi, per
prendere evidentemente le sue difese.
Hermione? No. Allora Ron? Ginny spalancò gli occhi quando udì chiaramente la
voce di Harry rivolgersi duramente a Malfoy.
“Lasciala in pace Malfoy, capito?! Se non te ne vai subito te la faccio pagare, credimi!”
Ginny non fu l’unica sorpresa dal suo gesto. Il Serpeverde alzò lievemente le
bionde sopracciglia, mentre un ghigno malvagio si affacciava sul suo viso
magro. Col suo solito tono strascicato e canzonatorio fissò il brunetto e
replicò:
“Che ti prende Potter? Senti nostalgia della tua ragazza? Da come la difendi si
direbbe che vorresti ricominciare con lei…e la piccola Weasley che ne pensa,
eh?” concluse abbassando lo sguardo su Ginny, la quale sperò di sprofondare al
più presto sotto il sedile.
“Adesso falla finita Malfoy!” esclamò Ron balzando in piedi
rosso come un peperone.
“No, fatela finita tutti e due!” esordì Hermione con
tono autoritario scoccando un’occhiata malevola a i due amici.
Quindi lanciò uno sguardo assassino a Malfoy.
“E tu Malfoy, fai un piacere a tutto il mondo e porta quella tua lingua da
serpente lontano di qui, se non vuoi che te la tagli!!”
“Calma Granger, non voglio mica farti arrabbiare!” esclamò il biondino
simulando un attacco di panico che mandò Hermione su tutte le furie “Stavo solamente commentando la situazione sentimentale di
quei due. Sul serio Potter…” e qui tornò a guardare il ragazzo, che era rimasto
in piedi pronto all’attacco “dovresti considerare
l’idea di rimetterti con la bimba, non vedi con che occhi lacrimosi ti guarda e
anela un tuo sguardo?”
A quel punto Ginny si alzò in piedi, i pugni stretti lunghi i piccoli fianchi,
le guance rigate di lacrime, sì, ma non perché ‘anelasse lo sguardo di Harry’,
tutt’altro.
Prese fiato e gridò con tutta la rabbia che aveva in
corpo:
“LASCIAMI IN PACE MALFOY! IO NON VOGLIO TORNARE CON HARRY, CI
SIAMO CAPITI??!!”
Poi, senza dare modo a nessuno dei suoi amici di intervenire, si diresse verso
Malfoy e con un gesto brusco lo scansò di peso per oltrepassare la porta della
cabina e scomparire correndo in fondo al vagone.
Il silenzio era sceso sul gruppetto, chi era in piedi non si era ancora seduto,
mentre l’unica che era ancora seduta teneva la bocca spalancata, incredula.
“M-Mai visto Ginny comportarsi così…” borbottò Ron continuando a fissare un
punto indefinito dove prima c’era stata la sorella.
“E’ tutta colpa tua Malfoy, l’hai fatta piangere visto?!” esclamò Hermione
riprendendosi dopo pochi secondi.
Il biondino la fulminò con gli occhi ridotti a due fessure.
“Ehi Granger, guarda che io non c’entro proprio niente con le vostre sciocche
storielle sentimentali, per cui lasciami fuori
intesi?!!”
E così dicendo, il Serpeverde e i suoi due scagnozzi si allontanarono.
***
Si era fermata dietro una porta per prendere fiato. Quanti vagoni aveva attraversato correndo?
Ginny si guardò intorno, ma non scorse alcun volto conosciuto tra gli studenti
che la superavano diretti alle loro cabine. Poggiò la testa contro un
finestrino, sospirando mentre le ultime lacrime rigavano il suo bel viso. Perché poi aveva reagito così, doveva ancora capirlo. Con
quella frase Malfoy aveva centrato in pieno i motivi del suo malessere? Beh, in
parte sì…in parte no. La verità era che non sapeva cosa pensare.
Dentro di lei era ancora innamorata di Harry, lo sapeva, tuttavia, dopo quasi
quattro mesi passati a piangerci sopra, stava cominciando a farci l’abitudine.
Adesso pensarci come aveva fatto quella mattina le
procurava giusto una fitta al cuore e qualche singhiozzo che prontamente
inghiottiva, ma per il resto stava cominciando a superare la fase
‘post-relazione’. Anzi, era quasi sicura che se Harry le avesse per qualche
strano caso chiesto di tornare con lui, lei avrebbe detto
subito no, senza nemmeno stare a pensarci sopra. Sì, ne era
sicura…
Ma perché gli altri non lo capivano? Ron la guardava come se la compatisse ogni
volta dell’indifferenza di Harry, e Hermione, beh, ancora non le aveva detto
nulla sulla faccenda, ma era più che certa che stava
pensando a un modo per tirarle fuori qualcosa entro l’arrivo a scuola. E poi c’era quel maledetto Malfoy…
Lui ha sbagliato tutto! Io non lo amo più, non bramo i suo
sguardi, Harry non m’interessa più! Che stupido
che sei Malfoy! Stupido!
Sospirò, più profondamente, adesso stava per sentirsi
meglio. In mancanza di un fazzoletto, si stropicciò gli occhi con le dita per
asciugarli alla meglio, ed evitare così commenti da parte di qualche altro
scocciatore. Poi fece per tornare alla sua cabina, ma una voce strascicata e
uno sguardo serio la indussero a fermarsi fatti pochi
passi.
“Passato il piantarello, Weasley?”
Draco Malfoy le stava davanti, da solo. Per un attimo il suo tono
le era sembrato diverso da quello consueto, malgrado tutto Ginny si mise
prontamente sulla difensiva, assumendo l’aria più rigida e distaccata che
poteva.
“Non c’è stato alcun piantarello…Malfoy” sibilò calcando il tono sprezzante sul
suo nome.
Il biondo sorrise, e anche stavolta il suo non parve
propriamente un ghigno, piuttosto, un sorrisino che aveva del sarcastico, dall’effetto
molto meno offensivo. La sua voce risuonò comunque
quella beffarda e strafottente di sempre.
“Oh, scusami tanto piccola Weasley…perdonami se mi sto preoccupando per te una
volta tanto!”
“Che c’è, adesso ti affezioni alle tue vittime?” lo rimbeccò Ginny con violenza
mentre lo superava a grandi passi.
Ma Draco la bloccò, prendendola per un braccio appena
si fu trovata a pochi centimetri da lui. Ginny si voltò combattiva, ma non
appena si rese conto di quanto fosse vicina al suo volto le parole le morirono
in gola. Il giovane Serpeverde sorrideva ancora,
sovrastandola dall’alto con la sua altezza da diciassettenne, e per qualche
istante nessuno disse nulla.
Ginny si ritrovò suo malgrado a studiare i suoi nobili
lineamenti: il suo viso era davvero molto pallido, come se fosse stato
perennemente al freddo, i suoi occhi brillavano di una strana luce sinistra ed
erano grigi come un cielo in tempesta.
D’altro canto, anche Draco Malfoy si ritrovò volente o nolente a fissare la
piccola Ginny: numerosi boccoli rossicci incorniciavano elegantemente il suo
visino rotondo, uniti a due lucenti occhi di lapislazzulo.
Dopo qualche istante di pausa, stanca di avere quello sguardo arrogante
addosso, Ginny diede uno strattone e si liberò dalla sua stretta, avvertendo da
subito gli effetti di quest’ultima sul suo braccio.
“Lasciami stare Malfoy…tu non capisci nulla di quello che provo…” sibilò
passandogli accanto.
“Ne sei sicura?” fu la domanda quieta che le arrivò un attimo dopo alle
orecchie.
La rossa si voltò, colpita e al tempo stesso frastornata, ma riuscì solamente a
scorgere i lembi del mantello nero del Serpeverde, mentre si allontanava da
lei.
Cosa avrà voluto dire?
***
Nel far ritorno alla sua cabina Ginny fu accolta da un’atmosfera sgradevolmente
tesa. Hermione si mosse subito per farle spazio mentre la rossa si sedeva con
tutta l’innocenza e l’ingenuità che possedeva, evitando accuratamente le
occhiate stupite del fratello.
“Gin…va tutto bene?” chiese a bassa voce Ron, mordendosi subito dopo la lingua
non appena incontrati gli occhi fiammeggianti della Granger.
Ginny si sforzò di sorridere e replicò timidamente:
“Sto bene, non preoccupatevi. Anzi…volevo…scusarmi per
prima…”
“E di cosa?” rise Hermione tornando a comportarsi come sempre “Con Malfoy in
mezzo ai piedi, a tutti verrebbero i cinque minuti! Non c’è di che scusarsi!”
“Volevo dirvi che l’ho incontrato proprio un minuto fa, e non mi è sembrato
strafottente come al solito…” avrebbe voluto dire la
piccola Ginny; ma quel momento le parve il meno opportuno, anche perché
Hermione e Ron si erano messi come al solito a decantare i difetti del
Serpeverde e a canzonarlo con insolita veemenza.
Ginny preferì restare in silenzio. Cercò di concentrarsi su altro che non fossero le battutine maligne di Ron o i rimproveri di
Hermione verso Malfoy, ma non appena alzato lo sguardo si ritrovò due occhi
verdi e luminosi addosso.
Harry la fissò per qualche istante; quindi le sue labbra sottili si piegarono
in un sorriso dall’apparenza amichevole, che tuttavia aveva dell’enigmatico.
Ginny si ritrovò a chiedersi per l’ennesima volta a cosa
stesse pensando…
TBC…
Vi è piaciuto il primo cap? Spero di sì!
Arrivederci alla prossima volta! Ah, prima di
andarvene ricordatevi di lasciare un piccolo commentuccio, ok? ^___~ Ciaaaaoooo!!!