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Autore: Alektos    26/09/2006    7 recensioni
La storia non è cambiata, ho solo dovuto fare una modifica grammaticale... Sorry.
Tutto è finito, è bastato un lampo di luce a far finire il tutto.
Genere: Romantico, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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tinachan: L'apostrofo non è l'unico a chiedere spiegazioni... anche l'autrice... Ah già è vero... ops è colpa mia e della mia distrazione. Grazie per avermi fatto notare quell'ORRORE! Poi ovviamente con il copia-incolla si è trasmesso ovunque...

Scusate ho dovuto modificare il titolo!!!!

Tutto è finito, è bastato un lampo di luce a far finire il tutto.
Persone a terra, urla, qualcuno tenta la fuga.
Harry si accascia al suolo, faccio per correre verso di lui, ma un dolore lancinante attraversa la mia gamba sinistra e finisco per terra. Alzo appena lo sguardo per vedere che Ron ed Hermione sono già accanto a lui, è in buone mani.
Mi ri butto giù, non riesco proprio a rialzarmi. Intorno a me ancora urla e lampi di luce, vedo persone che si inseguono, altre che lottano.
Non posso cedere proprio ora!
Voldemort è morto, il suo corpo giace qualche metro più avanti di Harry, ma i Mangiamorte continuano a combattere, chissà se per orgoglio o semplicemente per salvare la pelle.
Appoggio la schiena contro quello che sembra un muretto e stringo forte nella mano destra la bacchetta.
Una figura incappucciata viene verso di me, correndo lancia incantesimi alle sue spalle, riconosco solo uno dei suoi inseguitori, è Bill.
Il mangiamorte si ferma esattamente davanti a me, girato di spalle, o non mi ha visto o crede che sia svenuta. Alza la bacchetta per lanciare chissà quale maledizione ai suoi inseguitori. No mi dispiace, ti è andata male.
“Stupeficium!”
Non è corretto colpire alle spalle, ma in questo caso…
Il Mangiamorte cade davanti a me, il cappuccio gli scivola via dal volto lasciando intravedere dei capelli biondo platino. Ho beccato Malfoy!
Nonostante non mi regga in piedi e la mia testa stia per scoppiare sono soddisfatta, anche se è un colpo basso Malfoy se lo è meritato.
Ho usato le ultime forze per l’incantesimo, la vista si sta annebbiando.

Buio.

Riapro gli occhi a fatica, devo essere svenuta. C’è qualcosa di strano, nessun rumore, nessun grido, nessun lampo di luce, nessuna persona che corre. Tre persone si stanno abbracciando in un angolo, altre due si siedono esauste. Mi rimetto seduta. Capisco che adesso è veramente finita, con la sconfitta di Voldemort i suoi seguaci sono caduti uno ad uno, o almeno credo, non so se qualcuno è riuscito a scappare.
Ho una strana sensazione, comincio a guardarmi freneticamente intorno, ma dov’è? Non lo vedo. Il cuore comincia a battere velocemente. No, non può essere.
Mi alzo di scatto non ricordandomi della ferita alla gamba e ricado in avanti. Qualcuno mi aiuta a rialzarmi, alzo gli occhi spero sia lui, invece no, è Charlie.
Lo guardo negli occhi e inizio a piangere, lui mi abbraccia.
“D-dov’è?” Chiedo con un filo di voce.
Charlie mi fa alzare dalla sua spalla e mi spinge leggermente indietro, un’altra persona adesso mi stà sorreggendo.
“Hey piccola è tutto finito.”
Lo fisso negli occhi incredula, allora è vivo!
Non riesco a smettere di piangere, lui mi asciuga le lacrime con un dito. Il suo volto è sporco di sangue ed è pallido.
Lo abbraccio forte.
Insieme raggiungiamo gli altri. Ci guardiamo tutti negli occhi senza dire una parola. Moody da una pacca sulla spalla ad Harry.
“Ben fatto ragazzo!”
Qualcuno si tiene un braccio, qualcun altro ha una ferita o su un braccio o su una gamba, altri non riescono proprio a rialzarsi. Mi lascio scivolare via lentamente dalle sue braccia e mi siedo per terra. Mi guarda dall’alto e io gli sorrido per tranquillizzarlo, va tutto bene. Si siede accanto a me e mi abbraccia. Intorno a noi solo il buio di questa notte estiva, nessuno sa cosa è successo questa notte, non sanno di essere finalmente liberi.

Un grande orologio appeso alla parete bianca segna le cinque meno dieci. Un guaritore con il suo lungo camice bianco si è appena allontanato dal mio letto, si è limitato a visitarmi in silenzio. Adesso sono le cinque, Remus è seduto al mio fianco esausto che mi tiene la mano, lo guardo e gli sorrido. Ecco che è tornato il tipo.
“Tenga beva questa.” Bevo tutto di un fiato… non è nemmeno così schifosa come pensavo. Mi fascia la gamba e mi dice che per questa notte è meglio se rimango qui. Guardo Lupin.
“No, portami a casa.” L’ultima cosa che mi serve è rimanere qui.
Lui fa per rispondermi, ma io sono più veloce.
“Ti prego!”
Per fortuna capisce, mi aiuta ad alzarmi e contro il parere del guaritore ce ne andiamo.

Casa dolce casa… con le ultime forze riusciamo a spogliarci, io mi corico per prima, lui mi segue subito dopo. Senza dire nulla si corica difianco a me abbracciandomi, io mi spingo il più possibile vicino al suo corpo e insieme ci addormentiamo.

Apro leggermente gli occhi, mi alzo appena per vedere che ore sono… le sei del pomeriggio. Lui è qui che dorme al mio fianco. Ripenso a tutto quello che è successo nelle ultime ore, ancora non mi sembra vero. Lo guardo e mi rimetto accanto a lui con la testa sul suo petto e chiudo gli occhi.
Che sensazione piacevole, sento dei piccoli brividi che corrono lungo la schiena. Ma… adesso capisco… alzo lo sguardo e vedo che anche lui si è svegliato e mi stà accarezzando la schiena; mi sta sorridendo. Mi tiro su appoggiando la mia schiena contro la ringhiera del letto e lo abbraccio. Rimaniamo in silenzio e cominciamo a baciarci. Non so per quanto tempo.
Alla fine riusciamo a separarci anche se a malavoglia.
“Come stai?” Mi chiede.
“Bene, tu?”
“Bene.”
Se non ricordo male è da prima della battaglia che non parliamo, salvo due parole scambiate di sfuggita.
Il mio stomaco fa un verso strano…
“Fame?”
Arrossisco.
“Forse un po’.”
Mangiamo qualcosa sempre seduti a letto poi ci corichiamo di nuovo abbracciandoci.

Lo vedo è davanti a me che combatte, il mangiamorte non gli da un attimo di tregua, una figura incappucciata viene verso di me, combattiamo per un po’, poi fa un errore e lo colpisco. Mi giro per andare ad aiutare Remus. Come corro verso di lui, ma il Mangiamorte lo colpisce e cade a terra. Urlo. Qualcuno mi tiene per le spalle, non riesco a raggiungerlo, una voce mi chiama.
“Tonks, Tonks.”
Apro gli occhi… era solo un sogno. Lo vedo che mi guarda preoccupato. Mi alzo leggermente per andare pi vicino a lui e comincio a baciarlo freneticamente, ho bisogno di sentirlo vicino, devo sapere che lui c’è, ho bisogno di un contatto.
Quel sogno mi ha spaventata più della realtà.
Mi solleva per le spalle e mi guarda.
“Sono qui, va tutto bene.”
“Ti amo.” Gli dico.
“Ti amo anch’io.”
Mi fa riavvicinare e mi bacia a sua volta, al contrario del mio il suo è un bacio lento e tranquillizzante.
Se non ci fosse lui…
Lui si gira e fa spostare anche me, adesso è la mia schiena ad essere contro il suo petto e le sue mani mi cingono la vita.

Alla mattina ci risvegliamo nella stessa identica posizione. Lo sento è sveglio. Mi giro e gli do il bacio del buon giorno. Restiamo abbracciati, fino a quando io non rompo il silenzio.
“Vorrei stare così per sempre.”
Lui mi guarda dolcemente.
“Non è una cosa impossibile.”
Lo guardo incuriosita, quella risposta mi ha spiazzato, mi aspettavo qualcosa di diverso più sul genere filosofico.
Il suo sguardo si fa serio, comincio a preoccuparmi, fa un respiro profondo e aggiunge:
“Ti andrebbe di passare tutta la tua vita al mio fianco?”
Il cuore comincia a battermi forte, senza badare al fatto che la gamba mi faccia un male assurdo mi siedo sul letto e lo guardo esterrefatta.
“In pratica tu mi stai chiedendo se…” non riesco a finire la frase.
Si alza anche lui.
“Si, ti stò chiedendo se mi vuoi sposare.”
Adesso svengo è matematico. O svengo o mi sveglio.
Lancio le braccia intorno al suo collo e lo bacio.
“Ti basta come risposta?”
Con una mano si allunga verso il cassetto del comodino. Ha preso qualcosa, ma non ho visto cosa. Prende la mia mano sinistra mi infila al dito un anello. Lo fisso incredula, è d’oro bianco con un diamantino appoggiato nel centro. Quanto brilla!
Non riesco a togliere lo sguardo dalla mia mano e si che la conosco bene.
Finalmente riesco a staccare lo sguardo dal mio dito e a guardare lui.
Lui sorride, probabilmente per la mia espressione.
Ma quanto lo amo!
Troppo per riuscire a spiegarglielo!
Sono sempre più incredula. Ma da quanto lo avrà nel cassetto?
“Da quanto…” Anche questa volta non riesco a finire la frase.
“Credo sia più di un mese, ma ho voluto aspettare che tutto finisse per dartelo, sai ne caso fossi…”
Non gli faccio finire la frase.
“Riuscirò mai a spiegarti o a dimostrarti quanto ti amo?”
Rimane spiazzato dalla mia frase, non sa cosa dire.
Come risposta ricevo un bacio… serio… molto serio.
“Fai senza tentare di spiegarmelo, lo so già.”
  
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