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Autore: martamatta    21/02/2012    5 recensioni
Stava pensando a lui,
"che cosa dovevo pensare? che cosa dovevo fare? Quando sei stato lì davanti a me con la tua solita aria impassibile"
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albert Wesker, William Birkin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo che William si ritrovò da solo, in quel laboratorio freddo e vuoto cominciò a riflettere su una cosa in particolare, stava pensando a lui,
"che cosa dovevo pensare? che cosa dovevo fare? Quando sei stato lì davanti a me con la tua solita aria impassibile e fredda, quando con dubbio e paura ti ho passato il campione del virus, tu ne eri così entusiasta e certo. Credevo che ti avrei rivisto...ma poi quando seppi che la villa era andata in frantumi per l'esplosione non ci ho voluto credere, ma quando ho visto le macerie una morsa mi stava stritolando il cuore il virus aveva fallito per colpa mia? Oppure sei stato tu? non sei riuscito a iniettartelo? Non so cosa pensare e quindi penso a te... sei realmente morto o è una mia illusione, che tu in realtà sei qui accanto a me". Birkin alzò lo sguardo e fisso il cielo azzurro dalla finestra del laboratorio "chi sei stato in realtà per me? un compagno? un collega? un amico? o qualcosa di più? E io cosa sono stato per te? un semplice strumento? un mezzo per raggiungere i tuoi scopi? o qualcosa di più?
La tua freddezza è la tua maschera, sei sempre stato bravo a nascondere  le tue emozioni, perché le consideravi inutili o era per paura? Paura che le emozioni ti mostrassero debole agli occhi degli altri.
La verità è che per me tu non sei mai stato ne un compagno ne un collega e nemmeno un amico! Sei stato un fratello! E tu pensi la stessa cosa? Da quando la villa è esplosa non faccio altro che pensarti; dalla prima volta che ti ho visto all'accademia e ti sei seduto vicino a me in mensa, il primo vero amico che ho avuto e mi dissi timidamente -Ciao!- e da la è incominciato tutto.
 Il mio cuore mi dice tutt'altro e quindi mi chiedo per la millesima volta sei realmente morto?"
A quel punto William abbassa gli occhi dal cielo verso il giardino che costeggia il laboratorio, in quel piccolo giardino c'erano molti bambini che giocavano. Ma una figura nera attirò il suo sguardo che sembrava guardare fisso verso di lui.
William strizzò gli occhi e poi vedette più chiaramente, la figura guardava proprio lui e portava degli occhiali da sole. "Non è possibile..! Albert?" Birkin uscì dal laboratorio più in fretta che poté e cominciò a correre per i corridoi nel tentativo di raggiungere il giardino. Ne era certo sapeva chi aveva visto alla fine il suo cuore non l'aveva tradito e batteva all'impazzata dall'emozione di rivedere quegli occhi azzurri e quei capelli biondi sempre perfettamente fissati. 
Quando aprì la porta che portava al giardino un ondata di luce lo investì, vedette i vari bambini che giocavano tranquillamente e che non facevano caso a lui. Ma la figura nera era sparita, si guardò bene intorno finché non vedette il suo riflesso attraverso il vetro della finestra del laboratorio.
William abbassò lo sguardo e cominciò a pensare che forse era stata tutta una sua illusione eppure il suo cuore era sicuro che doveva succedere qualcosa. Infatti quando rialzò lo sguardo per vedere il suo riflesso si ritrovò la figura nera dietro le spalle, a pochi centimetri da lui, che lo guardava. Per l'emozione William riuscì a balbettare solo una parola -A..Al...Albert!- lui lo guardava impassibile e distaccato come al solito e gli disse -ti devo ringraziare Will! mi hai salvato la vita- e gli porse una siringa vuota, William si girò lentamente e poté vedere che il suo nuovo aspetto si a diceva al suo carattere; nero freddo e spento. Birkin prese la siringa in mano, aveva un sacco di cose da chiedergli ma non riuscì a proferire parola perché il suo sguardo si posò sul suo viso, nonostante avesse gli occhiali da sole, alla ricerca dei suoi occhi azzurri. Ma si irrigidì e si spavento perché aveva notato bene che i suoi occhi erano diventi delle iridi scure e crudeli.
Alla fine Albert interruppe quel silenzio, anche perché aveva notato il motivo per il quale all'improvviso il suo compagno non aveva proferito parola ed era impallidito. Così disse -Non ci rivedremmo più questo è il nostro ultimo incontro!-.
William ritornò alla realtà, poteva sentire il suo cuore che veniva ristretto in quella gelida morsa e contestò -perché? Non ti fidi di me non sono mai   stato altro che uno strumento per te? Non sono mai stato niente di più per te? Un amico..?- Albert si girò di scatto  e prima di andarsene disse -Arrivederci Birkin!- fece qualche passo poi si fermò abbasso lo sguardo e gli disse senza voltarsi -per me tu non sei mai stato un amico! Io ti ho sempre considerato come un fratello!- Wesker aveva girato leggermente la testa e William lo poté vedere di profilo, ne rimasse a bocca aperta perché poté vedere che da quelle iridi rosse era scese una lacrima pura e limpida come il cielo.
William abbassò per qualche secondo lo sguardo ma quando lo rialzò Albert già era sparito e lo scienziato si ritrovò a pensare "Sono sicuro che questa è l'ultima volta che ci vediamo vero Al? alla fine è vero hai sempre avuto paura della emozioni! Ti voglio bene amico mio già sento la tua mancanza!"  
Nota dell'autrice: grazie x aver letto questa one-shot devo ringraziare Evelyn13 e Gemini_no_Aki perché grazie a loro ho cominciato ad affezionarmi a William e vi auguro di leggere le loro storie sn molto belle e appassionanti. cmq non preoccupatevi continuerò a scrivere the heart of evil sl ceh inserirò un capitolo alla settimana, grazie belli alla prossima e una recensione fa sempre piacere
  
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