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Autore: Maya89    21/02/2012    1 recensioni
Come può la vita cambiare in un momento? Come può la giornata più bella della tua vita trasformarsi in un inferno? E' il destino...
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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            Lei corse verso la macchina, saltellando. Era appena uscita dalla clinica, dove le avevano comunicato la buona notizia: il cancro si era fermato grazie all’ultimo ciclo di chemio… Un miracolo
            Lasciò che la lunga gonna svolazzasse ad ogni passo, come se fosse una farfalla libera di volare. Era tanto tempo che non si sentiva così felice… Aprendo la portiera, incontrò lo sguardo preoccupato del fratello.
«Ce l’abbiamo fatta» gli disse sorridendo, «l’abbiamo fermato»
«Oddio, non ci posso credere! E’ finita davvero? Niente più medicine o altro?»
«Non è proprio così… ma non morirò domani… Mi puoi ancora accompagnare a quel concerto il mese prossimo!»
            Si abbracciarono a lungo, condividendo la felicità e le lacrime. Si erano riavvicinati seriamente da poco tempo, quando lui era stato lasciato dalla fidanzata, dopo appena un anno e lei dal suo compagno, dopo più di cinque anni… Questa cosa li aveva uniti come nulla era riuscito prima, avevano superato tutto insieme.
            Lei gli lasciò lo stampo delle labbra rosse sulla guancia, lottando contro l’odio del fratello per i baci e le moine.
Il fratello accese la macchina e ingranò la marcia. «Ti porto a casa, allora… così possiamo festeggiare con tutti gli altri!»
«Non ho ancora detto niente a nessuno... Voglio che sia una sorpresa!»
La macchina partì lentamente uscendo dal parcheggio, all’interno la felicità e l’euforia erano quasi palpabili.
            Si fermarono a un incrocio e lei affondò la testa nella borsa per prendere il cellulare e invitare gli amici a casa dopo cena. Appena si avviarono lungo la statale, lei alzò gli occhi verso la strada. Non fece in tempo a ricordarsi di soffrire di nausea durante i viaggi in macchina, che due fari giganteschi puntarono nella sua direzione. Un camion li arpionò nel lato del passeggero, costringendo il veicolo a fare un testa coda.
            Lei tenne gli occhi chiusi durante la collisione, trattenne il respiro e si strinse alla portiera, sperando che tutto finisse presto.
            Quando riaprì gli occhi, vide il fratello scrollarsi di dosso i vetri rotti e guardarla con espressione allarmata.
«Stai bene sorellina?» le chiese tentando di slacciarle la cintura di sicurezza.
«Io si credo, non riesco a muovermi… La portiera mi blocca le gambe. Tu stai bene? Sei ferito?»
«No, no. Non ho nulla… Adesso esco un attimo e poi ti tiro fuori»
            Il ragazzo scese dall’auto, bloccata in mezzo alla strada trafficata. Tutto attorno si era già radunata una piccola folla, che aveva già chiamato i soccorsi e i carabinieri. Il conducente del camion era solo leggermente scosso e si avvicinò alla loro macchina per aiutarli.
«Mia sorella è incastrata nell’auto, la portiera le blocca le gambe… Ho bisogno di una mano» disse il ragazzo al camionista.
            Insieme, cercarono di liberarle le gambe, ma le urla di dolore della ragazza li fecero desistere. L’unica alternativa era chiamare i vigili del fuoco che, armati di strumenti più efficaci, avrebbero potuto aprire un varco nell’abitacolo.
«Tranquilla sorellina… Andrà tutto bene. Abbiamo chiamato i vigili del fuoco. Ti tireranno fuori loro…». Il ragazzo le accarezzava dolcemente un braccio, cercando di calmarla. Il viso della ragazza era ancora più pallido del solido e il respiro veloce e irregolare.
«N-Non mi… sento molto bene… ora. M-Mi gira la testa…»
«Shh… Non pensarci adesso. Cerca di parlarmi e di rimanere sveglia… Senti male alle gambe?»
«N-No… N-Non le sento più… N-Non sento più niente...» rispose iniziando a singhiozzare e ad agitarsi.
«Ferma… Non ti muovere… Cerca di respirare… S-Stanno arrivando… Senti le sirene che si avvicinano? Ti stanno venendo a liberare… P-Presto starai bene... Te lo prometto… Starai bene…»
            Due uomini con le divise rosse scesero velocemente dal camion dei Vigili del Fuoco, portando con loro le pinze per aprire la portiera bloccata.
            La ragazza sentì aumentare la pressione sulle sue gambe ma le forze la stavano abbandonando. Sentiva gli occhi pesanti e una strana sensazione di torpore lungo tutto il corpo. E’ ora... Devo lasciarmi andare, pensò lei, accettando l’inevitabile.
            Riuscì a trovare le forze per guardare il fratello dall’'altra parte dell’auto. «Mi dispiace fratellino…».
Chiuse gli occhi e tutto si spense.
 
 
 
Due mesi dopo
 
«Oddio… Sta cercando di aprire gli occhi… Si sta riprendendo… Andate a chiamare il dottore. Presto!»
La ragazza aprì lentamente gli occhi, la luce e le voci le martellavano la testa, lasciandola senza fiato.
Riuscì a distinguere la figura di suo fratello, seduto accanto a lei, mentre le stringeva la mano.
«Sei tornata sorellina…sapevo che non avresti mai mollato…Io…Io»
            Lei gli strinse debolmente la mano, per fargli capire che era presente e sentiva tutto, ma non riusciva a parlare.
«Ti ho quasi uccisa… Non me lo perdonerò mai… E' stata colpa mia... I-Io non ho guardato bene la strada… Non so cosa avrei fatto… se ti avessi persa...»
            Lei cercò di muoversi sul letto e le gambe le mandarono una fitta lancinante in tutto il resto del corpo. Lui se ne accorse e la strinse più forte, cercando di condividere con lei il dolore.
«Ti rimetterai… Te lo prometto… Con molta riabilitazione potrai ricominciare a camminare... I-Io ti aiuterò… N-Non avere paura… Ci sono io qui con te...»
Lei lo guardò, accennando un sorriso.
Insieme avrebbero superato anche questo…
 
 
   
 
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